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La manovra per dividere gli sfruttati

MANOVRA E CUNEO FISCALE: DIVIDERE IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI E FAVORIRE LE DESTRE

Un incontro per confrontarci sulle politiche del governo e su come combatterle.

Giovedì 28/11 ore 21

presso la sede della Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33, Livorno

Il cuneo fiscale è stato posto come obiettivo al Governo dalla Confindustria pochi giorni prima della crisi di questa estate, conclusasi con l’estromissione della Lega e il coinvolgimento del Partito Democratico nel sostegno all’esecutivo Conte.

Il cuneo fiscale è un indicatore usato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per misurare gli effetti della tassazione sul costo del lavoro: è il rapporto tra le tasse pagate da un salariato medio e il suo costo totale per il capitalista. L’interpretazione ufficiale raggruppa sotto la definizione di tassazione sia le imposte sul reddito che gravano sul salario, e che sono versate dal capitalista, datore di lavoro, all’erario in veste di sostituto d’imposta, sia la spesa previdenziale legata elle assicurazioni sociali obbligatorie, e che ha carattere contrattuale, facendo parte integrante del monte salari. La spesa previdenziale finanzia i sistemi pensionistici obbligatori che consentono la percezione di reddito monetario a chi è giunto alla fine dell’età lavorativa. Nonostante il sistema pensionistico sia regolato da leggi apposite, esso trae origine dal rapporto contrattuale ed è regolato dall’andamento del conflitto tra lavoratori salariati e capitalisti.

Confondere tasse e cntributi è un’operazione politica, una manovra ideologica che giustifica il continuo peggioramento delle condizioni dei lavoratori salariati, dei pensionati, dei disoccupati e dei precari.

Le ipotesi di applicazione del taglio del cuneo fiscale avrebbero un effetto distorsivo sulla pretesa progressività dell’imposizione fiscale, infatti ne beneficerebbe di più chi guadagna di più: si passa dai 170 euro annui per le fasce più basse, ai 1.100 per quelle più alte. Si tratta quindi di una misura che non contrasta la povertà dilagante: infatti non riguarda i disoccupati e i senza reddito, non coinvolge nemmeno i lavoratori a basso reddito, e aumenterà le differenziazioni tra le varie fasce dei lavoratori.

Confindustria da parte sua, vede in queste misure un contentino da gettare sul piatto dei rinnovi contrattuali, in modo da contenere ulteriormente le già rifdicole richieste che provengono dalle federazioni di categoria “maggiormente rappresentative”. Il taglio del cuneo fiscale, inoltre, apre la strada a quello che interessa ai capitalisti, che è il taglio dei costo previdenziali, che incidono direttamente sui costi dei fattori produttivi. D’altra parte, la riduzione dei contributi obbligatori spinge all’aumento della contribuzione previdenziale volontaria, che, riduce nuovamente il salario disponibile, e va a favorire grandi case d’investimento, banche e sindacati.Il rilancio del processo di accumulazione capitalistica spinge i governi a sottrarre continuamente e in misura crescente risorse dai consumi e destinarle alla produzione. E’ questa la logica che sta dietro allo smantellamento dei servizi, della scuola, della sanità, dell’assistenza, che non sono altro che consumi collettivi, reddito indiretto messo a disposizione della collettività.

Il taglio del cuneo fiscale non mette in discussione questo processo, che colpisce l’aristocrazia operaia come i settori più bassi del mondo del lavoro, i precari i disoccupati, si limita a dare un parziale indennizzo monetario alle fasce più alte. Ci troviamo quindi di fronte ad una forma di clientelismo, gestito dai sindacati concertativi e dai partiti parlamentari, che può solo portare un momentaneo arresto all’emorragia di voti e di tessere.

Il peggioramento delle condizioni di vita di chi vive di salario continua, e l’erogazione di denaro ad alcune fasce di lavoratori non fa che alimentare la conflittualità fra le diverse componenti del movimento degli sfruttati. I settori privilegiati del movimento operaio finiranno per orientarsi verso chi, in modo brutale, difende i loro privilegi, con la scusa del merito e della sicurezza. In modo convergente, anche i disoccupati e le fasce più basse del movimento operaio finiranno per identificare i temi cari alla sinistra parlamentare con il peggioramento delle proprie condizioni di vita, nemmeno attenuate da quelle briciole che vengono concesse alle fasce più alte.

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

Posted in Anarchismo, Generale, Iniziative, Lavoro.

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