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Per fermare la guerra imperialista: sciopero generale, azione diretta, diserzione!

Per fermare la guerra imperialista

sciopero generale

azione diretta, diserzione!

ritiro immediato delle missioni all’estero
Né un soldo né un soldato né un’ora di lavoro per la guerra!
All’alba di giovedì 24 febbraio è iniziato l’attacco della Russia all’Ucraina. Centinaia di milioni di proletar*, oppress*, sfruttat* stanno già pagando le conseguenze terribili a livello sociale e umanitario di questa guerra.
La crisi dell’egemonia imperialista porta il confronto tra le potenze sul piano delle scontro militare diretto. Chi paga direttamente le conseguenze di questa follia sono le popolazioni civili e soprattutto le classi sfuttate in Ucraina, Russia, Bielorussia e in tutta Europa.
Ribelliamoci alla guerra, con lo sciopero generale, contro il governo Draghi che ha aumentato le spese militari nel 2022 a 26 miliardi e vuole gettare l’Italia nel vicolo cieco della guerra con le missioni in Africa.
Federazione Anarchica Livornese cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it
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Di seguito il testo del documento contro la guerra in Ucraina approvato dal convegno della Federazione Anarchica Italiana dello scorso 20 febbraio:
Fermiamo la guerra. Fermiamo il massacro. Sulla questione Ucraina
Di fronte all’escalation militare in Europa orientale, che vede Ucraina e Russia fronteggiarsi portando il confronto militare ai limiti dello scontro diretto, e con il pesante coinvolgimento di Stati Uniti e Unione Europea, la nostra posizione non può che mantenere il rifiuto degli imperialismi degli Stati e delle coalizioni contendenti, NATO e OTSC.
Le politiche di potenza degli stati, i nazionalismi, le piccole patrie, sono solo paraventi per nascondere lo sfruttamento delle classi lavoratrici, delle risorse, dei territori. Le ricadute di questo confronto, anche se non si dovesse arrivare a una guerra aperta, saranno comunque estremamente gravi, in primis per le popolazioni civili delle zone interessate che si trovano da anni in una situazione di conflitto e privazione materiale. Ma questo conflitto riguarda anche lavoratori e lavoratrici di tutta Europa, che stanno già vedendo i loro redditi falcidiati dagli aumenti dei costi dell’energia e dei beni di prima necessità, nonché dal taglio della spesa pubblica sociale a beneficio dell’aumento delle spese militari.
Il conflitto in corso si inserisce in uno scenario mondiale di crescente disordine a livello politico e militare. Gli Stati Uniti, sebbene rimangano ancora la prima potenza mondiale, da anni sono in evidente difficoltà tanto sul piano esterno, come dimostra la fuga precipitosa dall’Afghanistan, che su quello interno come mostrato dall’insorgenza sociale del 2020 e la ripresa del conflitto di classe. Dal canto suo, la Federazione Russa si trova in una posizione difensiva che la costringe ad attaccare per rimanere in piedi. La crisi apertasi nella sfera d’influenza russa, risultata evidente con la mobilitazione sociale in Bielorussia nell’estate del 2020 e con le proteste in Russia nel Gennaio 2021, mostra la fragilità dello Stato Russo tanto sul piano esterno che su quello interno. Fragilità che potrebbe essere fatale nel caso in cui anche solo uno degli Stati vicini possa collassare, come dimostra la brutale e sbrigativa repressione della rivolta in Kazakhstan del gennaio 2021.
Per quello che ci riguarda l’Italia è pesantemente coinvolta nel confronto, con le basi militari USA e Nato in tutto il paese, e in particolare con le installazioni in Sicilia utilizzate per il controllo della flotta russa nel Mediterraneo. Inoltre lo Stato Italiano è presente direttamente in Europa orientale con proprie truppe,e prende quindi parte concretamente alla spirale di guerra. In Lettonia sono dislocate truppe con carri armati e cingolati da neve, nell’ambito della missione “Baltic Guardian” della NATO; in Romania, nei pressi di Costanza, è presente una squadriglia di 4 caccia Typhoon nell’ambito della missione “Air Black Storm”; nel Mar Nero sono presenti la fregata FREMM “Margottini” e il cacciamine “Viareggio”, oltre alla portaerei “Cavour” con gli F-35. Questo spiegamento di forze è stato autorizzato con uno stanziamento di 78 milioni di euro, che sicuramente il governo dovrà incrementare. Già è stato annunciata l’intenzione di inviare nell’area altri 2000 soldati italiani. Le crescenti spese militari sono giustificate con la nostra sicurezza, ma nessuno dice che sicurezza è soprattutto educazione e sanità, reddito per tutti e non la guerra.
Come anarchici, intendiamo innalzare la bandiera della solidarietà tra le classi sfruttate, al di là ed al di fuori di qualunque nazione.
Per questo facciamo appello a tutti coloro che si oppongono alla guerra a rafforzare e rilanciare la lotta contro la politica guerrafondaia del governo italiano, per creare un ampio movimento antimilitarista che sappia imporre il ritiro delle missioni militari all’estero.
Nell’ipotesi di un conflitto aperto, la nostra posizione rimane quella del disfattismo rivoluzionario, della solidarietà, della fraternizzazione e della ribellione contro gli Alti Comandi di ciascuno Stato.
Federazione Anarchica Italiana – federazioneanarchica.org – cdc@federazioneanarchica.org
20 febbraio 2022

Posted in Anarchismo, Antimilitarismo, Generale, Iniziative, Internazionale, Lavoro.

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