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20 Maggio sciopero generale contro la guerra

Pubblichiamo il comunicato per lo sciopero del 20 maggio redatto dal Coordinamento livornese per il ritiro delle missioni militari di cui facciamo parte.
20 Maggio sciopero generale contro la guerra
Sosteniamo lo sciopero generale convocato dalle sigle del sindacalismo di base e conflittuale che ha trovato larga adesione tra realtà antimilitariste, associazioni, collettivi, movimenti e organizzazioni. In questi mesi tante iniziative, manifestazioni, blocchi, scioperi, assemblee sparse sui territori e nelle città hanno mostrato che ci sono forze pronte a dar voce ad un’opposizione alla guerra che è radicata e diffusa nella società.
Lo sciopero del 20 maggio è una prima occasione per aggregare quelle forze che pur da diversi punti di vista si oppongono alla guerra, che vogliono fermare il conflitto in Ucraina che per centinaia di milioni di proletar* significa fuga dalle proprie case, paura, morte, distruzione, miseria, peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, carovita, tagli alla spesa sociale, militarizzazione e repressione. Un disastro che colpisce non solo chi vive nei paesi direttamente coinvolti nella guerra e viene arruolato e mandato al macello dai propri governanti, ma che seppur con intensità diversa colpisce tutt* noi.
La guerra scatenata dall’invasione da parte della Russia il 24 febbraio e alimentata dalla politica del governo italiano che assieme all’UE e alla NATO invia armi, soldi e truppe, non è l’unica né certo la prima guerra in corso. Già in occasione dello sciopero generale dell’11 ottobre avevamo sollecitato le organizzazioni sindacali ad estendere la piattaforma di sciopero anche alla questione della guerra, della spesa bellica, delle missioni militari all’estero, richiesta accolta in molte città nella convocazione delle manifestazioni. La politica di riarmo e di interventismo militare all’estero condotta dai governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio in Italia, con missioni neocoloniali in Libia, Mali, Niger, Golfo di Guinea, Iraq, e in molti altri paesi ha bisogno di un’opposizione determinata. Questa rinnovata strategia militare aggressiva dello stato italiano non è presentata ormai neanche più dalla propaganda ufficiale con la bugia delle “missioni umanitarie” ma con il nuovo paradigma delle “missioni per la difesa dell’interesse nazionale”. In realtà sono missioni di guerra per tutelare gli interessi e i privilegi di chi ci governa e ci sfrutta quotidianamente.
Il nuovo interventismo bellico, aggressivo e predatorio dello stato italiano non può che fallire nel suo disegno neocoloniale. Ma rischia comunque di condurre la società nel vicolo cieco della guerra, rischio concreto nel contesto di grande tensione internazionale in cui l’estensione del conflitto in Ucraina ad altre regioni dell’Europa viene presentato come una minaccia reale.
Scioperiamo il 20 maggio per dare un forte segnale contro la guerra, partecipiamo alle manifestazioni.
Contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra
No all’invio di armi e all’aumento delle spese militari
Si all’aumento delle spese sociali
Contro tutte le guerre, per un’opposizione di classe internazionalista
Contro ogni forma di imperialismo
Disertiamo i posti di lavoro per prepararci a disertare la guerra!
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero

Posted in Anarchismo, Antimilitarismo, Generale, Iniziative, Internazionale, Lavoro.

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