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Uova e sassi contro Confindustria e CISL

Lancio uova e sassi contro sede Cisl Livorno e Confindustria
Il raid dopo manifestazione della Fiom in strade cittadine

(ANSA) – LIVORNO, 1 OTT – Lancio di uova e sassi, oltre a insulti e
cori, stamani, contro la sede livornese della Cisl, nella centrale via
Goldoni. Il ‘raid’ e’ avvenuto al termine di una
manifestazione organizzata, nelle strade del centro, dalla Fiom per
protestare contro l’accordo separato sottoscritto da
Federmeccanica con Cisl e Uil. Secondo i testimoni, i manifestanti
hanno anche gridato ”servi del padrone” e
intimidazioni come ”venite pure a dare assemblea nelle
fabbriche…”.(ANSA).

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18/09 FESTA ANARCHICA A VOLTERRA

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A LIVORNO NON SI PASSA! Respinta fiaccolata razzista del PDL

una cronaca della giornata su:

http://www.senzasoste.it/livorno/no-pdl-no-sciacalli-ore-18-occupata-piazza-venti-in-corso-liniziativa-sul-libano

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FEDERMECCANICA ALL’ATTACCO: DISDETTO UNILATERALMENTE IL CONTRATTO COLLETTIVO METALMECCANICI

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/09/07/visualizza_new.html_1786102675.html

(ANSA)MILANO – Il direttivo di Federmeccanica ha dato mandato al presidente Pierluigi Ceccardi di comunicare fin d’ora il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008.

La disdetta dell’accordo come ha spiegato lo stesso presidente Pierluigi Ceccardi, è avvenuta “a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom relative all’applicazione di tale accordo” ed è comunicata “in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela delle aziende”. La disdetta avviene a far data dal primo gennaio 2012.

LANDINI, DECISIONE IMPRESE IRRESPONSABILE –“Una decisione grave e irresponsabile”. Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, commenta la decisione di Federmeccanica di comunicare il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio del 2008. “E’ uno strappo – osserva – alle regole democratiche del nostro Paese, in quanto si pensa di concordare con sindacati minoritari la cancellazione del contratto nazionale impedendo ai lavoratori metalmeccanici di poter decidere sul loro contratto”. Domani nella riunione del comitato centrale della Fiom “prenderemo tutte le decisioni più opportune”, aggiunge Landini.

“Le regole sulla rappresentanza andrebbero rispettate adesso perché c’é un contratto nazionale del 2008 firmato da tutti e approvato con referendum dai lavoratori metalmeccanici”, afferma il segretario generale della Fiom commentando l’invito di Federmeccanica a regolamentare il sistema di rappresentanza. “Quel contratto – aggiunge – rimane in vigore, altri sono illegittimi e non sono mai stati sottoposti ad alcuna verifica democratica con i lavoratori direttamente interessati. La democrazia bisognerebbe praticarla sin da ora”. Quanto all’incontro del 15 settembre, Landini spiega che “la Fiom non parteciperà a tavoli che cancellano il contratto nazionale. Non partecipiamo perché non sono trattative ma semplicemente dettature della Fiat”.

FEDERMECCANICA, NUOVE REGOLE PER RAPPRESENTANZA – Il consiglio direttivo di Federmeccanica ritiene “urgente una regolamentazione condivisa del sistema di rappresentanza, sulla cui necessità esiste generale consenso e disponibilità dichiarata dalle parti”. E’ quanto ha detto il presidente Pierluigi Ceccardi a seguito dell’incontro che si è tenuto oggi a Milano, spiegando che tale regolamentazione è prevista dall’accordo interconfederale del 15 aprile 2009, non sottoscritto dalla Cgil”. Alla domanda se l’auspicio è che anche l’organizzazione guidata da Guglielmo Epifani possa sedersi al tavolo, Ceccardi ha replicato: “assolutamente sì, l’auspicio è che le confederazioni attivino al più presto un tavolo per regolamentare la materia per via pattizia”. Secondo il presidente di Federmeccanica “dobbiamo cambiare le relazioni sindacali, le aziende non sono più governabili se cinque persone che scioperano fanno chiudere uno stabilimento di 500, questa non è democrazia, è prevaricazione”.

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da Umanità Nova, sui fatti di Via Fagiuoli

da Umanità Nova, settimanale anarchico

In un periodo come questo, in cui la miseria e l’insicurezza sociale del proletariato sono crescenti, ed il governo ricorre sempre più alla violenza per impedire possibili ribellioni, l’ideologia dominante del razzismo, del sessismo e del fascismo, alimentata dai mezzi d’informazione, si fa strada anche tra i ceti popolari.

Questo avviene perché, ormai da anni, i governi che si sono succeduti, hanno portato avanti una politica di criminalizzazione degli stranieri, allo scopo di dividere gli sfruttati e deviare il malcontento popolare.

E’ in questo contesto che si sviluppano fatti come quello avvenuto mercoledì primo settembre a Livorno. Non intendo qui ricostruire i fatti, ma presentare la situazione in modo da darne una lettura in base a quanto appena affermato.

Una lite tra due famiglie, una livornese ed una rumena, in un quartiere popolare del centro, una lite tra vicini, è degenerata in una rissa in strada. Quando poi sono spuntati i bastoni e padre e figlio livornesi sono rimasti feriti, la famiglia rumena si è barricata in casa per sfuggire ai parenti ed agli amici dei due livornesi, che intanto erano accorsi in strada. Sotto le finestre della palazzina dove abita la famiglia rumena, nella stessa strada dove si trova il C.S.A. Godzilla, si forma una folla di curiosi e di gente del quartiere. I commenti, le grida e gli insulti si fanno sempre più pesanti, soprattutto in senso razzista. Le forze dell’ordine, giunte intanto sul luogo, lasciano che la situazione si esasperi. Non vogliamo certo chiedere legalità, ma è importante notare che, nonostante la presenza di polizia, carabinieri e vigli urbani, di diverse volanti, nonché di due funzionari della questura, della DIGOS e di altri agenti in borghese, questa situazione si è protratta per quasi sei ore.

Ciò non ha che alimentato una situazione già carica di tensione, e dato modo di costruire da una rissa un caso mediatico nazionale. Solo verso le 23:30, dopo l’arrivo sul posto di esponenti politici locali e del sindaco di Livorno, che da bravo sceriffo PD ha promesso più pattuglie e telecamere, la vicenda si è conclusa con l’arresto dei due migranti coinvolti nella rissa.

Questi adesso sono in carcere ed il Questore ha annunciato che la prefettura sta preparando i decreti di espulsione per i due cittadini comunitari.

La vicenda è divenuta subito caso nazionale, montata della stampa locale e nazionale, trasmessa da tutti i telegiornali, è divenuta essa stessa strumento dei media per alimentare la deriva razzista, portata a dimostrazione di come ovunque, anche nella rossa Livorno, dei rumeni e di tutti gli immigrati non se ne possa proprio più. Ma la maggiore speculazione sulla vicenda, come è ovvio, è avvenuta a livello locale. Da una parte lo stato di polizia proposto dal PD: più pattuglie e telecamere in zona, significa maggior controllo su una delle ultime zone proletarie del centro cittadino, nonché sul centro sociale autogestito situato in quelle strade. Dall’altra il PDL ha indetto per mercoledì 8 settembre una fiaccolata contro insicurezza e degrado.

Nei giorni immediatamente successivi ai fatti il C.S.A. Godzilla, sostenuto dalle varie componenti antirazziste locali, ha iniziato un intervento nella zona per rispondere alla grave situazione che si è venuta a creare.

Intanto il quartiere sembra non gradire lo sciacallaggio del PDL, e sicuramente Piazza XX Settembre, da dove alle 21 di mercoledì dovrebbe partire la fiaccolata dei razzisti, sarà occupata sin dal pomeriggio.

Aldilà della cronaca e delle iniziative locali, in ogni caso, la vicenda evidenzia un dato generale.

La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.

D. A.

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Comunicato dell’assemblea contro i Centri di Espulsione sui fatti di via dei Mulini

Venerdì 3 settembre si è tenuta una riunione straordinaria dell’assemblea cittadina contro la costruzione di un Centro di espulsione in Toscana.
I compagni presenti hanno discusso dei fatti avvenuti mercoledì 1° settembre in Via dei Mulini. Nel dibattito è stato sottolineato il clima di tensione e di violenza che si è manifestato in città, e che è simile a quello che si respira in altre città.
Questo clima è il risultato della politica dei governi succedutisi in questi anni. Da una parte criminalizzazione degli stranieri sostenuta da una deriva razzista alimentato dai mezzi di comunicazione, che si fa strada anche nei ceti popolari.
Dall’altra il taglio dei servizi sociali, della scuola, della sanità,
dell’assistenza, sostituiti da forme crescenti di repressione fino alla
militarizzazione del territorio, per impedire possibili ribellioni popolari di fronte al continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
La crescente miseria del proletariato, salari insufficienti, lavori instabili, tagli alle pensioni, apre la strada alla diffusione del razzismo, del sessismo, del fascismo.
E’ in questo brodo di coltura che episodi come quello di Via dei Mulini, si sviluppano in modo da poter essere sfruttati dal governo, dalle questure e dalle amministrazioni locali per alimentare le divisioni tra gli sfruttati e per deviare ogni forma di malcontento popolare.
La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.
I compagni dell’assemblea contro i Centri di Espulsione, individuano nella lotta contro la costruzione di un C.I.E. in Toscana un passo importante della lotta contro la deriva razzista imposta dal governo e un momento simbolico del percorso che porta ad una nuova solidarietà fra gli sfruttati.
Non possiamo fare a meno di denunciare il comportamento del sindaco che, di fronte ad una situazione di disagio provocata anche dalla politica della Giunta municipale, pensa solo ad indossare la divisa dello sceriffo per garantire la rendita dei proprietari immobiliari.
Sulla stessa linea la fiaccolata del Popolo della Libertà prevista per
mercoledì: di fronte alla violenza, di fronte a persone all’ospedale, altre finite in carcere e che rischiano l’espulsione, il partito dei garantisti si preoccupa solo che questi fatti mettono a rischio il valore degli investimenti immobiliari.
Il partito trasversale degli speculatori allunga le sue mani su Piazza XX Settembre e dintorni: ecco cosa si nasconde dietro le telecamere, i vigili e i poliziotti di quartiere. Sicuramente queste speculazioni avranno una risposta. 

Assemblea contro i Centri di Espulsione

04/09/10

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da:http://clic.noblogs.org/
Solidarietà antifascista

In questo mese di luglio 2010 sono state tante le notizie riguardanti la repressione nei confronti di compagni e compagne sparsi/e in tutta Italia che si oppongono alle politiche fasciste, sessiste, razziste, contro studenti, lavoratori e immigrati, portato avanti dalle istituzioni e dai partiti di maggioranza anche con l’utilizzo dei soliti gruppuscoli squadristi con il culo parato: arresti in carcere, denunce, rinvii a giudizio piovono su chi non si piega a subire in silenzio le molteplici situazioni che viviamo quotidianamente nei luoghi di studio, di lavoro, nelle città in cui viviamo e che sarebbe impossibile elencare.
A questi, vanno aggiunti i diversi licenziamenti ai danni di quei lavoratori “colpevoli” di voler fermare l’avanzata dello sfruttamento ai danni degli operai nelle fabbriche FIAT, operata dal padronato di concerto con il governo e i sindacati compiacenti. Senza dimenticare quanto avviene dei lager di stato, i CIE, dove i tentativi di fuga si susseguono e vengono duramente repressi nel sangue, sfociando in ulteriori arresti e privazioni nei confronti di persone che si trovano rinchiusi alla mercé di chi ci marcia.

Dal nostro ateneo, dove le prove di coordinamento istituzioni-fascisti-polizia si sono concretizzate il 15 e 16 marzo per poi avere anche un seguito nelle restrizioni alla libertà di alcuni di noi il mese successivo, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro stanno subendo sulla propria pelle le conseguenze del proprio impegno diretto nel contrastare la violenza di chi vorrebbe comandare le nostre vite e ricondurle all’interno del recinto dell’assoggettamento passivo.
A 30 e 36 anni dalle stragi fasciste di Bologna e del treno “Italicus”, ampiamente coperte dagli apparati statali dell’epoca, dalla P2 e da Gladio e supportati  dai media attuali nella loro continua opera di revisione, ancora non è domata la voglia di riscatto di chi si ribella alle imposizioni di una società basata sul continuo sfruttamento delle classi subalterne.

La querela del mercenario fascista a capo della Onlus “Popoli”, Franco Nerozzi, nei confronti di “Umanità Nova” proprio per l’articolo riguardante lo schifo visto e vissuto qui a Tor Vergata grazie ai suoi “bravi” ingaggiati per l’occasione ci fa sentire ancor più vicini a chi raccontando la verità dei fatti senza troppi giri di parole cerca di squarciare il muro della disinformazione di massa subordinata alle esigenze dei padroni.

Gli stessi padroni di cui sono al servizio i “burattini del potere”, siano essi in toga, in divisa o in borghese, comunque “conformi” a quanto prescritto dai loro padrini mafiosi e pidduisti.

Il gesto di due partigiani di 83 e 87 anni che a Grosio (Sondrio) hanno festeggiato il 25 luglio nel miglior modo possibile, per il quale è “ovviamente” scattata la denuncia, ci piace evidenziarlo come una sorta di continuità nelle idee e nelle azioni che esistono e resistono nel nostro Paese, spesso con differenze enormi tra singoli e strutture, all’interno delle stesse città, degli stessi luoghi di lavoro e delle stesse aule delle università

Se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo nella stretta repressiva, oltre ad accomunare ed appiattire le differenze enormi di cui sopra e con cui abbiamo a che fare continuamente, è nel ricevere sempre più spesso una risposta unitaria che si rigira come un boomerang contro i mandanti e i beneficiari di simili provvedimenti.

Un abbraccio e un saluto a pugno chiuso a tutti/e, in particolare ai compagni di Napoli!

Libertà per Tonino!

Libertà per Tutti/e!

Da Teramo, a Napoli, da Verona a Firenze, da L’Aquila a Roma, da Pistoia a Livorno, dalla Sardegna a Catanzaro, nessuno è solo.

Antifascisti e Antifasciste di Tor Vergata (Roma)

Di seguito alcuni link di riferimento dove poter leggere le vicende susseguitesi in luglio o che si protraggono da  mesi e che hanno subito degli sviluppi di recente:

Napoli – 2 arrestati per il corteo del primo maggio

http://napoli.indymedia.org/node/13261
http://www.toninolibero.org

Napoli – 2 arrestati (ora liberati) e 150 denunce per i lavoratori/disoccupati

http://napoli.indymedia.org/node/13251

http://napoli.indymedia.org/node/13247

Verona – 8 denunce agli antifascisti per presidio fuori tribunale in solidarietà a 2 compagni arrestati

http://roma.indymedia.org/node/22524

Roma – 1 arresto e 5 perquisizioni a casa di “appartenenti all’area antagonista”

http://roma.indymedia.org/node/22698

Fossanova (Latina) – 2 compagni denunciati perché manifestavano alla Nexans contro i licenziamenti e la delocalizzazione

http://roma.indymedia.org/node/22850

L’Aquila – 24 denunce ai compagni per manifestazione contro il 41bis

http://lombardia.indymedia.org/node/30993

L’Aquila – 2 denunce per scontri a Roma il 7 luglio

http://abruzzo.indymedia.org/article/7811

Firenze – 19 compagni anarchici rinviati a giudizio per “associazione sovversiva”

http://toscana.indymedia.org/article/9801

Teramo – CocaPound accoltella, arrestati i compagni

http://roma.indymedia.org/node/22861

Pistoia – 3 arresti , 8 denunce, il PM Boccia si dimette

http://toscana.indymedia.org/article/9715

Sardegna-Catanzaro: 5 arresti, si apre il processo, mobilitazione

http://www.manca-indipendentzia.org/libertade%20pro%20Bruno.html

Articolo di Umanità Nova per cui è scattata la querela del merce-fascio
http://www.umanitanova.org/node/17252

Articolo sul gesto dei partigiani di Grosio (Sondrio)

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/08/01/news/i_vecchi_partigiani_diventano_writer_che_vergogna_quel_motto_del_duce-5989747/

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MELFI: PROSEGUE LA LOTTA ALLA COMMER TGS

da: http://www.operaicontro.it/


Non si ferma la lotta degli operai della COMMER TGS,
fabbrica dell'indotto della FIAT di Melfi dove si
 producono imbottiture per sedili.
Subito prima delle ferie, due operai, Antonio Girola di
45 anni e Giuseppe Carrillo di 33, affetti da asma da
isocianati, una malattia professionale molto diffusa fra chi è
 stato esposto ad alcune sostanze chimiche presenti
abbondantemente in fabbrica, sono stati licenziati
e sbattuti fuori.
La tesi dell’azienda è che non ha dove collocarli.
I padroni prima ti fanno ammalare e poi ti gettano via come
un panno vecchio. Questa volta però le cose non sono andate
lisce per il padrone. I compagni di lavoro di Antonio e
Giuseppe hanno risposto subito.
Si sono fermati immediatamente e hanno bloccato
completamente la produzione.
Una risposta che l'azienda Commer non si attendeva.
Né si attendeva che gli operai avessero la costanza e la
determinazione di proseguire la lotta per tutti questi
giorni e con tutti i tre turni impegnati nel presidio.
Con le spalle al muro, l’azienda ha allora convocato i
sindacati proponendo la riassunzione dei due licenziati
nell’azienda terziarizzata che gestisce il magazzino
interno alla fabbrica.
Ma si tratta di una piccola azienda con meno di 15
dipendenti, che potrebbe tranquillamente licenziare i due
nuovi assunti, limitati fisici, a distanza di qualche mese.
I due licenziati rifiutano con sdegno la proposta aziendale.
Gli operai del turno di mattina continuano allora lo
sciopero ad oltranza.
Anche quelli del turno di pomeriggio si pronunciano per il
prosieguo della lotta. Lo stesso fanno quello del turno di
notte.

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Discarica di Limoncino: la calma prima della tempesta?

limoncino_monte_la_poggia

da senzasoste.it

Ieri mattina il comitato dei residenti ha incontrato le istituzioni al Palazzo Comunale e sono venute fuori tre sostanziali proposte e novità riguardo alla situazione ormai di stallo dei lavori alla discarica.

E’ chiaro che il Comitato sà che può giocarsi le proprie carte visto che sindaco e presidente della provincia rischiano di uscire da questa vicenda con un grosso danno d’immagine e con il definitivo smascheramento dei metodi oligarchici con cui gestiscono la “cosa pubblica”

Le tre questioni emerse sono le seguenti:

1. Il Comune, d’intesa con la Provincia, ha proposto al Comitato di indicare una rosa di professionisti tra i quali il Comune sceglierà il tecnico addetto ai controlli.

2. E’ emerso in modo prorompente il problema della via di accesso alla cava visto che si tratta di una strada privata e oltretutto poco adatta al passaggio continuativo di camion. La strada è di proprietà dei vari residenti e Bellabarba ha una concessione di passaggio ma solo per i lavori di cava, non certo per il trasporto di rifiuti industriali. Il sindaco ha dichiarato di non essere a conoscenza dei problemi relativi alla strada.

3. Visti i due punti precedenti, il sindaco chiederà a Bellabarba di sospendere il passaggio dei camion fino a giovedì (tra l’altro il passaggio è già praticamente bloccato dalla presenza del presidio e il Comitato non è intenzionato a smantellarlo) quando istituzioni e tecnici (anche indicati dal Comitato) faranno un sopralluogo nella cava/discarica.

Infine una parentesi sul ruolo patetico dell’IdV (Italia dei Veleni). Secondo una strategia appresa dai cugini della Lega, il partito di Di Pietro gioca come sempre un doppio ruolo: uno istituzionale dove avalla tutte le decisione dell’alleato Pd e contribuisce al silenzio (tra l’altro in Provincia l’assessore all’ambiente è in quota IdV) mentre sulla stampa si scatena con dichiarazioni roboanti a favore dei vari Comitati. Non per nulla questo ruolo a Livorno spetta a tale Andrea Romano, ex segretario della Lega Nord convertitosi poi alle ben più ospitali poltrone di centrosinistra.

L’Italia dei Veleni in questo territorio ha sempre giocato il ruolo del fedelissimo e mutissimo alleato incarnato nella persona di Marta Gazzarri che si era conquistata anche il ruolo di vicesindaco prima di passare alle ultime elezioni in Consiglio regionale. La nouvelle vague dipietrista ora ha scelto però una nuova strategia per riuscire a rastrellare i voti di un Pd sempre più sgretolato e privo di identità e la aveva già messa in atto sulla questione delle due centrali a biomasse.

Insomma, informarsi e partecipare alla vita politica di una città senza delegare rappresenta anche una discreta difesa immunitaria per difendersi da questi personaggi. Noi speriamo di darvi una mano in questo senso.

red 31 agosto 2010

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riunione Assemblea contro i centri di espulsione

Lunedì 9 agosto (domani), alle 21:30, si riunisce l’assemblea contro i CIE presso la F.A.L. in Via degli Asili 33.

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