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Joy è libera?

da:http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/post/2010/06/15/joy-libera

“Joy è libera!”. Venerdì 11 giugno la notizia rimbalzava qua e là sul
web prima ancora che Joy arrivasse in un primo luogo di sosta per
riposarsi per poi successivamente spostarsi in una “casa protetta”,
nonostante le preziose raccomandazioni date da Be Free all’epoca della
liberazione di Florence. Addirittura il giornale Liberazione ne
annunciava l’avvenuta “regolarizzazione”, mentre nel Cie di Modena Joy
ancora aspettava che le dessero il permesso di soggiorno.
Joy,
infatti, è uscita dal Cie di Modena, dopo aver aspettato per quattro
interminabili ore rispetto all’orario che le era stato comunicato, con
un permesso di “protezione umanitaria” – che è ben diverso dalla libertà
per come la intendiamo noi.

Ovviamente ci fa immenso piacere
che sia uscita dal circolo Cie-carcere-Cie. Ma la lotta contro i Cie non
deve fermarsi qui e i facili entusiasmi non ci appartengono.

L’undici
giugno abbiamo imparato quanto non sia facile garantire la sicurezza –
quella vera! – di una donna immigrata, in particolare se vittima di
tratta. E questo ci ha spinte ad una riflessione: se la vicenda di Joy
non fosse diventata “pubblica”, dando vita a mobilitazioni di piazza in
tante città italiane, molto probabilmente sarebbe già stata rimpatriata e
data in pasto ai suoi sfruttatori; ma, d’altra parte, questo esser
diventata una figura “pubblica” ha rappresentato per lei (e per chi era
con lei quel giorno), nel momento più delicato, un pericolo reale.
Dunque ci chiediamo se sia possibile agire con accortezza ed
intelligenza, senza perdere spessore politico e rispettando fino in
fondo la storia di una donna.
Noi crediamo di sì, e ringraziamo Joy
di avercelo insegnato.

Le auguriamo di cuore che possa al più
presto trovare la libertà, quella vera, al di là di percorsi protetti
che, se pure “per il suo bene”, ancora per molti mesi
sovradetermineranno la sua vita imponendole privazioni – ad esempio
l’impossibilità di tenere con sé il cellulare o di uscire, almeno i
primi tempi, per conto proprio.

Auguriamo di cuore a chi ha
accettato la sua presa in carico – a fronte di associazioni che si sono
vergognosamente arrampicate sui vetri per trovare pretesti e
giustificare il rifiuto – di poter a sua volta imparare da Joy con la
fiducia e la sensibilità necessarie.

Prima di partire per la
città in cui trascorrerà i prossimi mesi, Joy ha voluto lasciarci un
messaggio in più lingue per tutte e tutti coloro che, per quasi un anno,
non l’hanno mai lasciata sola nelle mani degli aguzzini – anche a costo
di denunce e manganellate.
Ringraziamo Macerie che si è data
disponibile per raccogliere questo saluto.

[Data la delicatezza
estrema della situazione, la scorsa settimana avevamo deciso che la
notizia dell’uscita di Joy l’avremmo data non prima di oggi. Chiara,
semplice, e con un invito a continuare la lotta femminista contro i Cie,
senza bisogno di aggiungere altro. Ma le cose sono andate diversamente e
allora ci è sembrato importante fare alcune considerazioni che speriamo
possano essere utili a tutte quelle che intendono proseguire la lotta
contro i Cie a fianco delle donne immigrate]

Posted in Antirazzismo, Antisessismo, Carcere, Generale, Repressione.

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ASSASSINI

era al primo giorno di lavoro…

 

INCIDENTI LAVORO: OPERAIO CADE IN MARE E MUORE A LIVORNO

LIVORNO

(ANSA) – LIVORNO, 15 GIU – Un operaio è morto questa mattina
dopo essere caduto in mare mentre stava lavorando all’interno del
cantiere navale Azimut Benetti di Livorno.
Poco dopo le 9 l’uomo, un
albanese di 38 anni, secondo una prima ricostruzione della Polmare,
sarebbe finito in acqua dopo aver perso l’equilibrio mentre camminava
lungo la banchina del cosiddetto “bacino galleggiante” del cantiere. E’
scattato l’allarme e sono partite le ricerche condotte dai sommozzatori
dei vigili del fuoco e dai mezzi della Guardia Costiera. Quando, dopo
una rapida ricerca dei soccorritori, l’uomo è stato individuato e
riportato in superficie era già morto. Sul posto ora si trova anche il
magistrato di turno della Procura di Livorno Antonio Giaconi che sta
coordinando le indagini.
(ANSA).

Posted in Lavoro.

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Comunicato di un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria (Roma)

A tutte le persone che vivono in questo paese
A tutti coloro che credono ai giornali e alla televisione

Qui dentro ci danno da mangiare il cibo scaduto, le celle dove
dormiamo hanno materassi vecchi e quindi scegliamo di dormire per terra,
tanti tra di noi hanno la scabbia e la doccia e i bagni non funzionano.
La carta igenica viene distribuita solo 2 giorni a settimana, chi fa le
pulizie non fa nulla e lascia sporchi i posti dove ci costrigono a
vivere.

Il fiume vicino il parcheggio qui fuori è pieno di rane e zanzare
che danno molto fastidio tutto il giorno, ci promettono di risolvere
questo problema ma continua ogni giorno.

Ci sono detenuti che vengono dai CIE e anche dal carcere che sono
stati abituati a prendere la loro terapia ma qui ci danno sonniferi e
tranquillanti per farci dormire tutto il giorno.

Quando chiediamo di andare in infermeria perchè stiamo male,
l’Auxilium ci costringe ad aspettare e se insistiamo una banda di 8-9
poliziotti ci chiude in una stanza con le manette, s’infilano i guanti
per non lasciare traccia e ci picchiano forte.

Per fare la barba devi fare una domandina e devi aspettare, 1 giorno a
settimana la barba e 1 i capelli.
Non possiamo avere la lametta.

Ci chiamano ospiti ma siamo detenuti.

Quello che ci domandiamo è perchè dopo il carcere dobbiamo andare in
questi centri e dopo che abbiamo scontato una pena dobbiamo stare 6 mesi
in questi posti senza capire il perchè.
Non ci hanno identificato in carcere? Perchè un’altra condanna di 6
mesi?

Tutti noi non siamo daccordo per questa legge, 6 mesi sono tanti e
non siamo mica animali per questo hanno fatto lo sciopero della fame
tutti quelli che stanno dentro il centro e allora, la sera del 3 giugno,
è cominciata così:

ci hanno detto: “se non mangi non prendi terapie” ma qui ci sono
persone con malattie gravi come il diabete e se non mangiano e si curano
muoiono.

Uno di noi è andato a parlare con loro e l’hanno portato dentro una
stanza davanti l’infermeria dove non ci sono telecamere e l’hanno
picchiato.
Così la gente ha iniziato ad urlare di lasciarlo stare.
In quel momento sono entrati quasi 50 poliziotti con il loro materiale e
con un oggetto elettrico che quando tocca la gente, la gente cade per
terra.
Le guardie si sono tutte spostate sopra il tetto vicino la caserma dei
carabinieri qui dentro, dove sta il campo da calcio.
Dalla parte sinistra sono entrati altri 50 poliziotti.

Quando abbiamo visto poliziotti, militari, carabinieri, polizia,
finanza e squadra mobile ufficio stranieri (che sono i più infami) sui
tetti, uno di noi ha cercato di capire perchè stavano picchiando il
ragazzo nella stanza.
«Vattene via sporco » un poliziotto ha risposto così.
In quel momento siamo saliti tutti sopra le sbarre e qualcuno ha
bruciato un materasso e quindi i poliziotti si sono spavenati e sono
andati fuori le mura per prendere qualcuno che scappava.

Da quella notte non ci hanno fatto mangiare nè prendere medicine per
due giorni.

Abbiamo preso un rubinetto vecchio e abbiamo spaccato la porta per
uscire e quando la polizia ha visto che la porta era aperta hanno preso
caschi e manganelli e ha picchiato il più giovane del centro, uno
egiziano.
L’hanno fatto cadere per terra e ci hanno picchiati tutti anche con il
gas, hanno rotto la gamba di un algerino e hanno portato via un vecchio
che la sua famiglia e i sui figli sono cresciuti qui a Roma, hanno
lanciato lacrimogeni e hanno detto che noi abbiamo fatto quel fumo per
non far vedere niente alle telecamere. Così hanno scritto sui giornali.

Eravamo 25 persone e alcune uscivano dalla moschea lontano dal
casino, ma i giornali sabato hanno scritto che era stato organizzato
tutto dentro la moschea e ora vogliono chiuderla.
La moschea non si può chiudere perchè altrimenti succederebbe un altro
casino.

Veniamo da paesi poveri, paesi dove c’è la guerra e ad alcuni di noi
hanno ammazzato le famiglie davanti gli occhi.
Alcuni sono scappati per vedere il mondo e dimenticare tutto e hanno
visto solo sbarre e cancelli.

Vogliamo lavorare per aiutare le nostre famiglie solo che la legge è
un po’ dura e ci portano dentro questi centri.
Quando arriviamo per la prima volta non abbiamo neanche idea di come è
l’Europa.
Alcuni di noi dal mare sono stati portati direttamente qui e non hanno
mai visto l’Italia.

La peggiore cosa è uscire dal carcere e finire nei centri per altri 6
mesi.

Non siamo venuti per creare problemi, soltanto per lavorare e avere
una vita diversa, perchè non possiamo avere una vita come tutti?
Senza soldi non possiamo vivere e non abbiamo studiato perchè la povertà
è il primo grande problema.
Ci sono persone che hanno paura delle pene e dei problemi nel proprio
paese.
Per questi motivi veniamo in Europa.

La legge che hanno fatto non è giusta perchè sono queste cose che ti
fanno odiare veramente l’Italia.
Se uno non ha mai fatto la galera nel paese suo, ha fatto la galera qua
in Italia.
Vogliamo mettere apposto la nostra vita e aiutare le famiglie che ci
aspettano.

Speriamo che potete capire queste cose che sono veramente una
vergogna.

Un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria

Posted in Antirazzismo, Carcere, Generale.

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Lunedì 14 Giugno PRESIDIO CONTRO LA MANOVRA

da: unicobaslivorno.it

LUNEDI’
14 GIUGNO


PRESIDIO SOTTO LA PREFETTURA
ALLE ORE
17

CONTRO
LA
MANOVRA GOVERNATIVA CHE PREVEDE IL BLOCCO
DEI CONTRATTI
FINO AL 2013, IL BLOCCO DEGLI SCATTI DI
ANZIANITA’
E QUINDI PENSIONI E LIQUIDAZIONE RIDOTTE DEL
10-15
%

organizzato da:

Unicobas

USB

Comitato di lotta per il diritto al lavoro

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Mercoledì 16 ore 21, riunione per proseguire il percorso contro i C.I.E.

Si conferma per mercoledì sera la riunione per decidere gli sviluppi del
percorso che abbiamo avviato localmente contro la costruzione del
C.I.E. in toscana.
L’appuntamento è quindi per mercoledì 16 giugno
ore 21:30 presso la FAL in via degli asili 33.
C’è da tirar le fila
del presidio della settimana scorsa e da valutare le future iniziative,
tra le altre si era parlato di una assemblea pubblica-dibattito da fare
entro la fine di giugno.
Si invita a far girare l’appuntamento a
tutti coloro che potrebbero essere interessati, il percorso infatti è
sempre aperto a tutti coloro che individualmente o collettivamente
intendono opporsi senza compromessi ai nuovi lager.

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[Fi] CORTEO PER LA CHIUSURA DI CASA POUND

SABATO 26 GIUGNO ORE 17 P. S.MARCO A FIRENZE

FUORI I FASCISTI DA FIRENZE! CHIUDIAMO CASA POUND!


Lavoratori,
studenti, precari e disoccupati, nessuno escluso, stanno subendo le
prime e già pesanti conseguenze della crisi che attraversa l’Italia e
non solo. Per questo, oggi più che mai, è necessario organizzarsi e
lottare, per non subirne ulteriormente le conseguenze.

Proprio in
questo clima si inserisce la nascita di gruppi e gruppetti dell’estrema
destra nelle nostre città: un disegno ben preciso che ancora una volta
restituisce ai fascisti il loro ruolo storico.
Quello di squadristi
nelle aggressioni ai danni di compagni e compagne come recentemente
accaduto a Tor Vergata, oppure contro gli immigrati come successo anche a
Firenze in Via Nazionale e in Via della Scala o ai danni dei lavoratori
in lotta come nel caso dell’Eutelia.
Quello di provocatori quando le
loro azioni non diventano altro che un pretesto per dar modo a polizia e
magistratura di colpire e reprimere chi quotidianamente lotta e si
espone al fianco di studenti e lavoratori.

Proprio a Firenze ci
sono compagni processati per aver contestato un’iniziativa di Totaro in
Gavinana, per aver impedito a Casa Pound di svolgere un presidio in
piazza al Galluzzo, per aver difeso la propria città dalla violenza
fascista la notte del 23 maggio dell’anno scorso in Via della Scala,
così come in Toscana alcuni compagni di Livorno e Pistoia sono ancora
sotto processo con l’accusa di aver assaltato una sede di Casa Pound.
Adesso,
dopo i tentativi di attecchire andati a vuoto per Forza Nuova, La
Fenice e la Nuova Destra Sociale ci prova proprio Casa Pound che, a
Firenze, in via Lorenzo il Magnifico sabato 29 maggio ha inaugurato la
propria sede.

Li ricordiamo tutti, in piazza Navona a Roma,
infiltrati nel movimento studentesco contro i tagli imposti dalla
Gelmini mentre picchiavano i compagni di 14 anni armati di cinghie e
mazze tricolori e poi pronti a puntar il dito contro chi aveva deciso di
reagire e non accettare la loro presenza in piazza.
Li ricordiamo
ancora a Roma, pronti all’ennesima aggressione e poi invece costretti a
cercare di passare come vittime perché quella sera avevano trovato un
gruppo di compagni più determinati e preparati di loro.
Li ricordiamo
in occasione del 7 maggio in Piazza Esedra, scesi in piazza con il
patrocinio del Governo, difesi da uno schieramento immane di polizia e
carabinieri mentre urlavano dal microfono dando di “infami ai militanti
del presidio antifascista e ai loro nonni Partigiani”: non a caso la
legittimazione di questa teppaglia rientra appieno nel tentativo di
riscrivere la storia di questo paese, teso alla cancellazione della
memoria storica ed alla rimozione dei crimini compiuti dal fascismo e
screditando la resistenza e la lotta partigiana.

Si nascondono
dietro lo pseudonimo associazione culturale e tentano, con scarsi
risultati, di organizzare iniziative populiste per guadagnare in
consenso e agibilità, ma nella realtà dei fatti non sono altro che un
movimento fascista chiaramente schierato a difesa delle politiche
attuate dal PDL come dimostra anche la loro candidatura in molte liste
del partito di Berlusconi alle recenti amministrative e la presenza di
alcuni esponenti fiorentini di Alleanza Nazionale all’inaugurazione
della loro sede.

Per quanto si dichiarino “non conformi” vanno a
braccetto con chi oggi ci sfrutta e ci uccide sul lavoro, con chi ci
manda in cassa integrazione o ci rende disoccupati, con chi attacca la
scuola e l’università pubblica distruggendo il futuro degli studenti di
oggi e di domani, con chi sviluppa politiche di guerra contro i popoli
dell’Africa e del Medioriente, con chi costringe quegli stessi popoli al
ricatto dei Centri di Identificazione ed Espulsione sul nostro
territorio.

La Firenze Antifascista, gli studenti, gli operai e i
lavoratori non possono accettare che i sedicenti fascisti del terzo
millennio aprano indisturbati i loro covi!

MOBILITIAMOCI PER LA
CHIUSURA DI CASA POUND!

Firenze Antifascista

Posted in Antifascismo, Iniziative.

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IL GOVERNO RIMANDA ANCORA SUL LAGER TOSCANO!

prima dovevano decidere nell’immediato post-elezioni, poi entro
l’estate,
ora pare che entro l’anno sarà pronta soltanto la proposta.

continuiamo a lottare!

NO AL C.I.E. IN TOSCANA! CHIUDERE TUTTI I LAGER!

 

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MANI IN ALTO QUESTA E’ UNA RAPINA!! Venerdì 11 dibattito sulla crisi organizzato dal Comitato di lotta per il diritto al lavoro

MANI
IN ALTO QUESTA E’ UNA RAPINA !!

Appello
a tutti i lavoratori : costruiamo dal basso l’opposizione contro la
manovra del governo


La “manovra”
finanziaria varata da Berlusconi e Tremonti nei giorni scorsi prende
a pretesto la crisi economica e le politiche Europee per spostare
colossali fortune a favore dei ricchi, degli speculatori, delle
banche. Una vera e propria mannaia si sta abbattendo sui lavoratori
pubblici, una guerra senza quartiere a tutto il pubblico impiego,
alle retribuzioni, ai diritti, alla dignità, ma poi saranno colpiti
anche i contratti privati. Dopo aver blaterato per mesi sulla fuori
uscita dalla crisi, taroccando realtà, bilanci e conti, la manovra
da 24 miliardi mostra la ferocia di questo governo: un attacco senza
precedenti alle condizioni di vita di milioni di lavoratori pubblici.

Blocco
delle retribuzioni per quattro anni fino al 2013, proroga per altri
due anni del blocco delle assunzioni, licenziamento del 50% dei
precari, elevamento a 65 anni, a partire dal 2016, dell’ età
pensionabile per le donne, riduzione delle finestre di uscita per
coloro che matureranno il diritto ad andare in pensione, slittamento
e rateizzazione della liquidazione,

sono solo alcune delle ricette proposte dal governo per salvare
ancora una volta banche, evasori, corrotti e speculatori finanziari.
Ma la stangata non finisce qui: con il taglio di dieci miliardi in
due anni per comuni e regioni assisteremo ad un aumento della
tassazione locale o all’ennesimo taglio dei servizi sociali. Proprio
qualche giorno fa i dati OCSE collocavano i salari italiani agli
ultimissimi posti, e da circa 20 anni vengono chiesti sacrifici ai
lavoratori per ripianare un debito che nel corso del tempo è sempre
aumentato.

Per coloro
che hanno generato la crisi, nemmeno un euro di sacrificio: neanche
un euro pagheranno i possessori di grandi patrimoni, o coloro che
hanno usufruito dello scudo fiscale, o quegli speculatori che hanno
fatto shopping finanziario con i nostri soldi.

Lo
smisurato debito pubblico, causato dagli ingenti interessi che gli
stati (tra cui l’Italia) pagano a favore di banche, redditieri e
speculatori, viene agitato per poter regalare ulteriori interessi e
risorse proprio a coloro che sono i responsabili della crisi, anzi
chi ha costruito in violazione dei piani regolatori, stuprando il
territorio e anteponendo il proprio interesse personale all’interesse
generale, viene premiato col probabile, mascherato condono edilizio!


Occorre
respingere in maniera unitaria tra lavoratori pubblici, privati,
migranti, precari, cassa integrati, disoccupati..questo disegno ,
rivendicare il ritiro delle misure antipopolari e l’adozione di
misure concrete e massicce contro la speculazione finanziaria, misure
draconiane contro l’evasione fiscale. Occorre organizzarsi dal basso
e le forze politiche, sociali, sindacali che non vogliono
abbandonare la difesa dei diritti di lavoratori, devono trovare una
convergenza unitaria per sostenere un’ampia mobilitazione, che
permetta di difendere realmente il mondo del lavoro e gli interessi
popolari.


Vi
invitiamo a discutere venerdi 11 giugno ore 21,30 presso la sala
della circoscrizione 2 , scali Finocchietti

con
:

Gigi Malabarba del
Coordinamento “Uniti contro la crisi” di Milano

Tiziano Antonelli del
Comitato di lotta per il diritto al lavoro


Comitato Livornese
di lotta per il diritto al lavoro

Cip v. verdi 151 0762010 per
info
comitatodilottalavoro@gmail.com

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E’ livornese il signore italiano della guerra

da: senzasoste.it

E’ a capo di Finmeccanica, produce sempre più armi e fa sempre
più profitti vendendole in tutto il mondo. Ora ha guai giudiziari

guarguagliniSi
chiama Pierfrancesco Guarguaglini, è nato a Castagneto Carducci ed
è amministratore delegato della potente Finmeccanica che fa capo alle
maggiori aziende italiane produttrici di armi.

Nelle ultime settimane è salito alla
ribalta delle cronache quando L’Espresso ha pubblicato una serie
di intercettazioni
alla banda di
riciclatori guidata da Gennaro Mokbel
e dal senatore Nicola De
Girolamo.
che collegavano il colosso militare

Lui si
difende
dichiarando di non conoscere Mokbel, in ogni caso leggendo l’inchiesta
dell’Espresso
fa impressione vedere il giro di soldi che ruota
attorno a Finmeccanica e al ministero della difesa, gli interessi e gli
intrighi internazionali (e le conseguenti guerre) che rimangono in
bilico fra morte e affari.

A tal proposito il giornalista Stefano
Ferrario e il sito di Peacereporter
hanno pubblicato un bel dossier proprio su Finmeccanica ed il commercio
bellico italiano

I
conti di Finmeccanica

Finmeccanica:
sistemi a infrarossi per esercito Usa

Finmeccanica
vende sei velivoli alla Difesa. Costano 220 milioni

Finmeccanica
rimoderna gli Apache britannici

In questo clima sembra tuttavia che le
ore di Guarguaglini possano essere contate perchè Tremonti stesso appare
non
intenzionato a salvare la situazione
mentre il vicino di casa
Matteoli è impegnato in vicende giudiziare che lo mettono in una
condizione di non poter salvare nessuno.

Ma la politica bellica italiana non è
certo solo gli interessi ed i profitti di Finmeccanica ma soprattutto
spreco e spese stratosferiche del Ministero della Difesa come ha messo
in evidenza l’Unità
con la prima pagina di domenica 6 giugno
. Ed è veramente
impressionante leggere certe cifre in un momento in cui si chiedono
grossi sacrifici a interi comparti di lavoratori per manovre che sono di
molto inferiori alle cifre che girano intorno al mercato delle armi e
degli impegni internazionali presi da generali dell’esercito e governo e
che ricadranno sulle nostre testa per i prossimi anni.

Naturalmente nonostante le palate di
retorica che i nostri quotidiani locali sono abituati a spargere sui
livornesi famosi nel mondo, questa volta si sono ben visti dal far
conoscere ai livornesi le performance di questo manager da 5.551.000
euro all’anno. Anzi, siamo certi che sarà proprio lui a inaugurare il
nuovo binomio universitario-militare che presto si insedierà allo
Scoglio della Regina. Sempre che resista come amministratore delegato
per tutti gli anni che serviranno alla nostra amministrazione per fare
lavori che a confronto delle cifre che muove Guarguaglini sono solo
pochi spiccioli.

Per Senza Soste, Franco Marino

7 giugno 2010

Posted in Antimilitarismo, Generale.

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[MILANO] Caricato il presidio di sostegno a Joy fuori dal tribunale

da:http://lombardia.indymedia.org/node/29917 ore: 15:21

Mentre scriviamo è in corso il presidio di
sostegno a Joy, la ragazza nigeriana che aveva denunciato l’ispettore
Addesso per molestie sessuali all’interno del CIE nell’agosto del 2009
La storia è ormai conosciuta a livello nazionale; oggi si svolge
l’udienza chiamata “incidente probatorio”, in cui il giudice dovrà
decidere se aprire una fase processuale contro l’ispettore, oppure
rinviare a giudizio Joey per calunnia
Per impedire che il “buon nome” della polizia venisse infangato dalla
verità, la polizia ha cercato di convincere i manifestanti ad andarsene
ma sono troppo forti le ragioni per mollare il colpo.
Nulla di nuovo, a ben pensarci, considerando il moltipicarsi di episodi
di violenza che hanno per protagonisti proprio gli uomini in divisa, i
depositari della sicurezza popolare; in realtà semplicemente, gli
aguzzini dei proletari, specie se, in un modo o nell’altro, intendono
alzare la testa. Tutt’altro che un atto isolato quindi, tutt’altro che
un problema di “mele marce”, ma, piuttosto, il segno della realtà
quotidiana a cui opporsi con ogni mezzo possibile e necessario
Il presidio è stato quindi caricato per due volte ma i/le compagni/e
reistono, circondati adesso da ingenti cordoni di polizia e carabinieri.
Chi può accorra sotto il Tribunale!

da milano.repubblica.it

“Contro l’oppressione di razza, genere e classe siamo tutte con Joy”.
Così si legge sullo striscione steso dal Comitato antirazzista davanti
al Palazzo di giustizia, a Milano, nel  presidio organizzato in
occasione dell’incidente probatorio per raccogliere la testimonianza di
Omoruy Joy, la nigeriana che ha denunciato l’ispettore Vittorio Addesso
per tentata violenza sessuale. Joy aveva denunciato l’ispettore in
occasione del processo per la rivolta dello scorso 13 agosto, in cui è
poi stata condannata in primo grado a sei mesi di reclusione. Trasferita
nel Cie di Modena, ad aprile ha tentato il suicidio ingerendo sapone
liquido

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