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MANI IN ALTO QUESTA E’ UNA RAPINA!! Venerdì 11 dibattito sulla crisi organizzato dal Comitato di lotta per il diritto al lavoro

MANI
IN ALTO QUESTA E’ UNA RAPINA !!

Appello
a tutti i lavoratori : costruiamo dal basso l’opposizione contro la
manovra del governo


La “manovra”
finanziaria varata da Berlusconi e Tremonti nei giorni scorsi prende
a pretesto la crisi economica e le politiche Europee per spostare
colossali fortune a favore dei ricchi, degli speculatori, delle
banche. Una vera e propria mannaia si sta abbattendo sui lavoratori
pubblici, una guerra senza quartiere a tutto il pubblico impiego,
alle retribuzioni, ai diritti, alla dignità, ma poi saranno colpiti
anche i contratti privati. Dopo aver blaterato per mesi sulla fuori
uscita dalla crisi, taroccando realtà, bilanci e conti, la manovra
da 24 miliardi mostra la ferocia di questo governo: un attacco senza
precedenti alle condizioni di vita di milioni di lavoratori pubblici.

Blocco
delle retribuzioni per quattro anni fino al 2013, proroga per altri
due anni del blocco delle assunzioni, licenziamento del 50% dei
precari, elevamento a 65 anni, a partire dal 2016, dell’ età
pensionabile per le donne, riduzione delle finestre di uscita per
coloro che matureranno il diritto ad andare in pensione, slittamento
e rateizzazione della liquidazione,

sono solo alcune delle ricette proposte dal governo per salvare
ancora una volta banche, evasori, corrotti e speculatori finanziari.
Ma la stangata non finisce qui: con il taglio di dieci miliardi in
due anni per comuni e regioni assisteremo ad un aumento della
tassazione locale o all’ennesimo taglio dei servizi sociali. Proprio
qualche giorno fa i dati OCSE collocavano i salari italiani agli
ultimissimi posti, e da circa 20 anni vengono chiesti sacrifici ai
lavoratori per ripianare un debito che nel corso del tempo è sempre
aumentato.

Per coloro
che hanno generato la crisi, nemmeno un euro di sacrificio: neanche
un euro pagheranno i possessori di grandi patrimoni, o coloro che
hanno usufruito dello scudo fiscale, o quegli speculatori che hanno
fatto shopping finanziario con i nostri soldi.

Lo
smisurato debito pubblico, causato dagli ingenti interessi che gli
stati (tra cui l’Italia) pagano a favore di banche, redditieri e
speculatori, viene agitato per poter regalare ulteriori interessi e
risorse proprio a coloro che sono i responsabili della crisi, anzi
chi ha costruito in violazione dei piani regolatori, stuprando il
territorio e anteponendo il proprio interesse personale all’interesse
generale, viene premiato col probabile, mascherato condono edilizio!


Occorre
respingere in maniera unitaria tra lavoratori pubblici, privati,
migranti, precari, cassa integrati, disoccupati..questo disegno ,
rivendicare il ritiro delle misure antipopolari e l’adozione di
misure concrete e massicce contro la speculazione finanziaria, misure
draconiane contro l’evasione fiscale. Occorre organizzarsi dal basso
e le forze politiche, sociali, sindacali che non vogliono
abbandonare la difesa dei diritti di lavoratori, devono trovare una
convergenza unitaria per sostenere un’ampia mobilitazione, che
permetta di difendere realmente il mondo del lavoro e gli interessi
popolari.


Vi
invitiamo a discutere venerdi 11 giugno ore 21,30 presso la sala
della circoscrizione 2 , scali Finocchietti

con
:

Gigi Malabarba del
Coordinamento “Uniti contro la crisi” di Milano

Tiziano Antonelli del
Comitato di lotta per il diritto al lavoro


Comitato Livornese
di lotta per il diritto al lavoro

Cip v. verdi 151 0762010 per
info
comitatodilottalavoro@gmail.com

Posted in Iniziative, Lavoro.

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E’ livornese il signore italiano della guerra

da: senzasoste.it

E’ a capo di Finmeccanica, produce sempre più armi e fa sempre
più profitti vendendole in tutto il mondo. Ora ha guai giudiziari

guarguagliniSi
chiama Pierfrancesco Guarguaglini, è nato a Castagneto Carducci ed
è amministratore delegato della potente Finmeccanica che fa capo alle
maggiori aziende italiane produttrici di armi.

Nelle ultime settimane è salito alla
ribalta delle cronache quando L’Espresso ha pubblicato una serie
di intercettazioni
alla banda di
riciclatori guidata da Gennaro Mokbel
e dal senatore Nicola De
Girolamo.
che collegavano il colosso militare

Lui si
difende
dichiarando di non conoscere Mokbel, in ogni caso leggendo l’inchiesta
dell’Espresso
fa impressione vedere il giro di soldi che ruota
attorno a Finmeccanica e al ministero della difesa, gli interessi e gli
intrighi internazionali (e le conseguenti guerre) che rimangono in
bilico fra morte e affari.

A tal proposito il giornalista Stefano
Ferrario e il sito di Peacereporter
hanno pubblicato un bel dossier proprio su Finmeccanica ed il commercio
bellico italiano

I
conti di Finmeccanica

Finmeccanica:
sistemi a infrarossi per esercito Usa

Finmeccanica
vende sei velivoli alla Difesa. Costano 220 milioni

Finmeccanica
rimoderna gli Apache britannici

In questo clima sembra tuttavia che le
ore di Guarguaglini possano essere contate perchè Tremonti stesso appare
non
intenzionato a salvare la situazione
mentre il vicino di casa
Matteoli è impegnato in vicende giudiziare che lo mettono in una
condizione di non poter salvare nessuno.

Ma la politica bellica italiana non è
certo solo gli interessi ed i profitti di Finmeccanica ma soprattutto
spreco e spese stratosferiche del Ministero della Difesa come ha messo
in evidenza l’Unità
con la prima pagina di domenica 6 giugno
. Ed è veramente
impressionante leggere certe cifre in un momento in cui si chiedono
grossi sacrifici a interi comparti di lavoratori per manovre che sono di
molto inferiori alle cifre che girano intorno al mercato delle armi e
degli impegni internazionali presi da generali dell’esercito e governo e
che ricadranno sulle nostre testa per i prossimi anni.

Naturalmente nonostante le palate di
retorica che i nostri quotidiani locali sono abituati a spargere sui
livornesi famosi nel mondo, questa volta si sono ben visti dal far
conoscere ai livornesi le performance di questo manager da 5.551.000
euro all’anno. Anzi, siamo certi che sarà proprio lui a inaugurare il
nuovo binomio universitario-militare che presto si insedierà allo
Scoglio della Regina. Sempre che resista come amministratore delegato
per tutti gli anni che serviranno alla nostra amministrazione per fare
lavori che a confronto delle cifre che muove Guarguaglini sono solo
pochi spiccioli.

Per Senza Soste, Franco Marino

7 giugno 2010

Posted in Antimilitarismo, Generale.

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[MILANO] Caricato il presidio di sostegno a Joy fuori dal tribunale

da:http://lombardia.indymedia.org/node/29917 ore: 15:21

Mentre scriviamo è in corso il presidio di
sostegno a Joy, la ragazza nigeriana che aveva denunciato l’ispettore
Addesso per molestie sessuali all’interno del CIE nell’agosto del 2009
La storia è ormai conosciuta a livello nazionale; oggi si svolge
l’udienza chiamata “incidente probatorio”, in cui il giudice dovrà
decidere se aprire una fase processuale contro l’ispettore, oppure
rinviare a giudizio Joey per calunnia
Per impedire che il “buon nome” della polizia venisse infangato dalla
verità, la polizia ha cercato di convincere i manifestanti ad andarsene
ma sono troppo forti le ragioni per mollare il colpo.
Nulla di nuovo, a ben pensarci, considerando il moltipicarsi di episodi
di violenza che hanno per protagonisti proprio gli uomini in divisa, i
depositari della sicurezza popolare; in realtà semplicemente, gli
aguzzini dei proletari, specie se, in un modo o nell’altro, intendono
alzare la testa. Tutt’altro che un atto isolato quindi, tutt’altro che
un problema di “mele marce”, ma, piuttosto, il segno della realtà
quotidiana a cui opporsi con ogni mezzo possibile e necessario
Il presidio è stato quindi caricato per due volte ma i/le compagni/e
reistono, circondati adesso da ingenti cordoni di polizia e carabinieri.
Chi può accorra sotto il Tribunale!

da milano.repubblica.it

“Contro l’oppressione di razza, genere e classe siamo tutte con Joy”.
Così si legge sullo striscione steso dal Comitato antirazzista davanti
al Palazzo di giustizia, a Milano, nel  presidio organizzato in
occasione dell’incidente probatorio per raccogliere la testimonianza di
Omoruy Joy, la nigeriana che ha denunciato l’ispettore Vittorio Addesso
per tentata violenza sessuale. Joy aveva denunciato l’ispettore in
occasione del processo per la rivolta dello scorso 13 agosto, in cui è
poi stata condannata in primo grado a sei mesi di reclusione. Trasferita
nel Cie di Modena, ad aprile ha tentato il suicidio ingerendo sapone
liquido

Posted in Antirazzismo, Antisessismo, Carcere, Repressione.

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[Fi] Corteo e blocchi contro CasaPound

da: http://400colpi.org/?p=510

Sabato 5 giugno, un centinaio di antifascisti si sono ritrovati in
piazza San Lorenzo.  I compagni hanno volantinato e smegafonato contro
l’apertura dell’ennessimo covo fascista in città,  attraversando diversi
punti del centro cittadino. Percorsa via della Scala, e attraversata la
stazione di santa maria novella, gli antifascisti si sono diretti verso
la sede appena inaugurata di CasaPound. Ad attenderli hanno trovato
decine di poliziotti in tenuta anti-sommossa schierati a difesa del covo
fascista.

Di fronte allo sbarramento i compagni hanno improvvisato diversi
blocchi stradali sui viali e sulla stessa via Lorenzo il Magnifico,
mentre qualcuno si adoperava per lasciare sui muri, tramite manifesti e
scritte, il proprio disprezzo verso i “fascisti del tezo millennio” e il
loro protettori/sostenitori/finanziatori del Pdl (il cui comitato
elettorale non è stato risparmiato da scritte e attacchinaggi).

Come annunciato dai megafoni, quella di sabato non è che la prima di
una lunga serie di iniziative a cui la Firenze Antifascista  darà vita
fino alla chiusura di CasaPound Firenze e tutte le altre sedi che i topi
di fogna hanno città, da Casaggì a La Fenice.

… Qualche nota…

Ai camerati, come sempre, non resta che gridare all’aggressione nei
propri comunicati impregnati del solito vittimismo da pseudo
“braviragazzichelavoranonelsocialeafiancodeicittadini” (!), mentre sui
propri forum alcuni topi di fogna non perdono l’occasione per sfogare
(virtualmente) il loro spirito cameratesco e guerriero.

Su vivamafaka, infatti, si legge:  ” 400 colpi….glieli darei io i 400
colpi…tutti a pedate nel culo. A loro, a quei mentecatti dei loro
genitori e qugli infami dei loro nonni. Mi ci finirei le scarpe a forza
di calci.”

… peccato che sabato, come sempre, le merde  non si siano fatti
nemmeno vedere e che si sia dovuta mobilitare mezza questura per
difendere la loro sede.

Ma daltronde si sa, CasaPound&Company la violenza la praticano
solo da squadristi, di notte, contro compagni, barboni, gay o immigrati
isolati, in dieci contro uno e con una bella lama in tasca nel caso si
mettesse male. Quando qualcuno decide di reagire pubblicamente alla loro
infamia allora bhe… sempre meglio delegare agli amici in divisa blu il
compito di difenderli!

Posted in Antifascismo.

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[PI] Sgombero in Largo Ciro Menotti, ingenti forze dell’ordine stanno cacciando le famiglie dalla piazza.

da: http://www.autautpisa.it/

Questa mattina alle 7h15 circa, le forze dell’ordine arrivano nuovamente dalle famiglie di Via Marsala, ormai da due settimane nelle tende in Largo Ciro Menotti. Con un ordine che arriva direttamente dal Comune, i Vigili Urbani sgomberano le tende in mezz’ora, sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti.

Seguiranno aggiornamenti… (ultimo h 9.44)

 

Due camionette dei Carabinieri, due volanti della Polizia e molti poliziotti, Digos e soprattutto Vigili Urbani. In mezz’ora i vigili sgomberano in malo modo le famiglie, entrando nelle tende, a volte rompendole pure. Circa 15 persone, tra membri delle famiglie e solidarizzanti, erano presenti stamani all’arrivo delle forze dell’ordine. Altri erano già andati a lavoro.

Tutti i cartelli che in questi settimane hanno animato Largo Ciro Menotti, i disegni dei bambini, le scritte che attestavano la lotta e lo stato delle cose, sono stati staccati. Lo spazio è stato “liberato” dal disordine nel quale versava. Ecco il risultato richiesto dal Comune.

(h 8.30) I vigli adesso sono incordonati davanti e dietro la piazza e non lasciano passare nessuno. E’ in piedi ancora la tenda grande. Sono accorsi solidarizzanti, altri occhi attoniti. E pieni di rabbia per l’ingiustizia che si sta compiendo nella nostra città.

(h 9.00)  La polizia municipale se ne va, sotto il grido “vergogna!” dei circa cento attivisti accorsi nella piazza. Al momento è prevista un’assemblea di famiglie e solidarizzanti per capire il da farsi.

(h 9.10) Durante le azioni di sgombero il comandante della polizia Municipale, Bertoluzzi, afferra da dietro il rifugiato politico Kurdo Ozdemir, e gli grida più volte “torna a casa tua”. Tra lo sconcerto generale, le parole razziste di Bertoluzzi risuoneranno a lungo nella testa delle famiglie.

(9.44) Si è formato un presidio che in questo momento si sta spostando verso il comune, per andare a gridare “Vergogna!” ai responsabili di questo ennesimo atto di forza.

 

***

CRONOLOGIA DELLA VICENDA:

05/06 Via Marsala, malore dopo 14 giorni di sciopero della fame.

02/06 Assemblea pubblica per il diritto alla casa, sabato 5 Giugno.

31/05  Tende solidali: 24 ore di tensione. Richiesta di abbandonare l’area da parte della polizia municipale. Incontro in Comune tra Sindaco e delegazione “politica”

30/05 Metti una tenda per il diritto alla casa!

29/05 Il dito e la luna – Riflessioni sulla vicenda “Via Marsala”.

28/05 La Zambito dice no ai capigruppo: le famiglie di via Marsala non saranno aiutate. Oggi assemblea pubblica in Largo Ciro Menotti.

27/05  Le famiglie di via Marsala difendono uno sfratto a Riglione e proseguono lo sciopero della fame.

Via Marsala, minacce dei Vigili Urbani in Largo Ciro Menotti. Oggi presidio sotto il Comune.

26/05 Arriva la polizia anche in via Marsala. A Pisa, secondo sgombero in due giorni. Presidio e molta solidarietà in Largo Ciro Menotti.

25 maggio 2010, Le famiglie di via Marsala difendono uno sfratto a Riglione e proseguono lo sciopero della fame.

24 maggio 2010, Continua lo sciopero della fame in Via Marsala.

23 maggio 2010, Voci su Via Marsala.

22 maggio 2010, Sciopero della fame in via Marsala.
Cobas e Unione Inquilini chiedono la requisizione degli immobili sfitti e propongono una soluzione per Via Marsala.

21 maggio 2010, Via Marsala, stamani gli occupanti vanno alla Società della Salute. Arriva la polizia, tra gli spintoni una persona è colta da malore.
..:VIDEO – Faccia a faccia tra il sindaco e gli occupanti di via Marsala:..
Comunicato stampa delle famiglie e del Progetto prendocasa sulla nota del comune di ieri e sulla contestazione a Filippeschi.

20 maggio 2010, Le famiglie di via Marsala resistono contro l’arroganza di Pampana e la latitanza del Comune.
19 maggio 2010, Via Marsala sotto sgombero, via Marsala RESISTE!
6 maggio 2010,  Occupazione di via Marsala: Pampana tratta col Comune. Sabato torneo di calcio in solidarietà con le famiglie
26 aprile 2010, Corteo per via Marsala: in centinaia per solidarizzare con le famiglie. Alla proprietà dicono:”bisogna trattare

17 aprile 2010,  Le famiglie di via Marsala:la mozione urgente è il primo passo verso iniziative concrete contro lo sgombero. Disponibilità a trattare con la proprietà
15 aprile 2010,  VIA MARSALA E’ SOTTO SGOMBERO!: il consiglio comunale vota una mozione in cui fa”un pressante appello” per scongiurare lo sgombero.
13 aprile 2010,  Gli occupanti di via Marsala incontrano l’amministrazione comunale
Cobas e Unione Inquilini difendono le famiglie in occupazione in via Marsala a Pisa

12 aprile 2010,  Occupazione di via Marsala: Iniziative pubbliche e solidarietà da tutta la città. La proprietà tace. E il Comune?
2 aprile 2010,  Occupazione a Riglione: novità e proposte dal Comitato territoriale Pisa Est
21 marzo 2010, Occupazione in via Marsala: inaugurata la ludoteca
Aggiornamenti sull’occupazione a Riglione: tutto pronto per la giornata di domenica
14 marzo 2010, Pisa, il collettivo Prendocasa occupa otto alloggi a Riglione. Nuovo colpo alla speculazione edilizia

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I LAVORATORI DICONO BASTA: SCIOPERO E DUE PRESIDI CONTRO I TAGLI AGLI ORGANICI E AGLI STIPENDI

I pesantissimi tagli agli
organici della scuola
dovuti all’effetto combinato delle
finanziarie e della cosiddetta riforma porteranno, da settembre, alla
perdita, nella nostra provincia di circa 300 posti di lavoro di docenti e
ATA (circa 200 docenti e 100 ATA). Analogamente, la manovra
economica
e finanziaria varata dal governo attraverso il
decreto legge n° 78 del 31/5/2010 interviene pesantemente
bloccando il rinnovo dei contratti e gli scatti di anzianità, tagliando
retribuzioni e di conseguenza pensioni e liquidazioni.
A fronte
di questa situazione insostenibile, che colpisce soprattutto i
dipendenti del settore pubblico, ma non solo, i lavoratori stanno
esprimendo decisamente la loro protesta nei luoghi di lavoro,
manifestando l’esigenza di adottare forme di lotta visibili ed incisive.

Il sindacato Unicobas rende noto
pertanto il calendario delle iniziative provinciali che si inquadrano
nelle mobilitazioni contro i tagli alla scuola ed al settore pubblico e
contro la manovra finanziaria del governo:

  • martedì 8 giugno ore 15  partecipazione al presidio unitario
    dei sindacati della scuola sotto l’USP (Provveditorato agli studi) in
    piazza Vigo e successivo incontro con il dirigente dell’USP;
  • lunedì 14 e martedì 15 giugno: due giorni di sciopero
    dell’intera giornata con blocco degli scrutini e della consegna delle
    schede in tutte le scuole, inoltre blocco delle attività aggiuntive ad
    oltranza (in particolare degli straordinari del personale ATA e del
    coordinamento dei consigli di classe per i docenti);
  • Lunedì 14, in
    concomitanza con il blocco degli scrutini e con lo sciopero del
    pubblico impiego contro la manovra economica indetto da molte sigle del
    sindacalismo di base: presidio alle ore 17 sotto la prefettura
    organizzato da UNICOBAS, USB, Comitato per il diritto al lavoro-Livorno

    per fare le dovute rimostranze al Prefetto affinché nella fase di
    conversione in legge il decreto 78 venga modificato.

UNICOBAS l’AltrascuolA
Aderente
alla Confederazione Italiana di Base

Sede
regionale via Pieroni 27 – 57123  LIVORNO –

Tel./Segr.
0586 210116 Fax 0586 219664

Sito regionale:
www.unicobaslivorno.it

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Presidio NO CIE giovedì 3 a Livorno

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comunicato della Commissione Relazioni Internazionali della FAI sull’attacco di Israele alla Freedom Flottilla

Il sanguinoso attacco militare israeliano condotto stamane, in acque
internazionali,
contro il convoglio navale di solidarietà con la
popolazione di
Gaza è l’ultimo, intollerabile, atto di
prevaricazione e
di
violenza di un governo sempre più incapace di uscire dalle spirali
della
propria politica di sopraffazione colonialistica, segnata da un
nazionalismo
sempre più marcato e da un crescente integralismo.

Questa volta
le vittime sono stati i solidali che , da tutte le parti
del mondo,
volevano portare aiuti e sostegno umanitario ad una
popolazione
stremata da un blocco, di terra e di mare, che non ha fatto
che
acuirne le sofferenze dopo la criminale aggressione
dell’operazione
‘Piombo
fuso’.

Tutti i giorni la politica del pugno di ferro si fa
sentire contro gli
oppositori della loro politica, nei territori, in
Israele, contro chi
si
mobilita e lotta contro il Muro, contro
la distruzione delle case
palestinesi, contro gli espropri arbitrari
dei terreni, contro le mille
prevaricazioni quotidiane che rendono
difficile la vita della
popolazione araba di Israele e dei
territori. Una politica che,
evidentemente, non riesce a realizzare
compiutamente i propri obiettivi
se deve ricorrere ad un atto infame
come quello del massacro degli
attivisti umanitari per dare la
cifra della propria determinazione.

Ma qual’è il prezzo che le
popolazioni dell’area
medioorientale,
compresa quella
israeliana, saranno costrette a pagare per continuare a
sopportare
questa determinazione? Quale pazzia dovremo ancora
registrare
prima
che si arrivi ad una sostanziale inversione di rotta che riporti
la
pace in quei territori martoriati? Se si arriva a considerare
un’intollerabile
provocazione l’invio di un convoglio
umanitario, che
risposta
ci potrà essere contro le costruende centrali nucleari
iraniane?

Venti
di guerra riprendono a soffiare con forza in un mondo sempre più
attraversato
da integralismi religiosi, da nazionalismi beceri e da
presunzioni
civilizzatrici.

Gli anarchici, da sempre, rifiutano e
disprezzano la guerra, fratricida
e distruttrice, e contrappongono
la rivoluzione sociale come strumento
di liberazione dell’umanità;
per questo hanno sempre deprecato le
lotte
fra i popoli ed
indicato nella lotta contro le classi dominanti la via
d’uscita alla
crisi sociale. Ma non per questo sono insensibili
alle
conseguenze
delle politiche colonialiste e nazionaliste e se
disgraziatamente
un conflitto avviene, come in terra palestinese, fra
popolo e
popolo, essi sostengono quel popolo che, in quel momento,
difende la
sua vita, la sua dignità, la sua indipendenza.

Da sempre gli
Stati hanno diviso i popoli imponendo le frontiere. La
creazione
dello Stato d’Israele non solo non ha risolto le esigenze
della
popolazione ebraica residente, né di quella sfuggita ai campi di
sterminio,
ma ha creato in Palestina una fortezza militarista ed
autistica,
baluardo di interessi strategici degli imperialismi USA ed
UE, ed ha
sviluppato una contrapposizione permanente con la popolazione
preesistente,
imponendo una dominazione di tipo coloniale.

Così pure
l’obiettivo della creazione di uno Stato palestinese se
apparentemente
sembra un passo in avanti nella liberazione di un popolo
oppresso e
sfruttato, in realtà è una nuova gabbia che rafforza i
sentimenti
nazionalisti facendo perdere la consapevolezza degli
interessi di
classe e dell’importanza della lotta sociale contro i
dominatori e
gli sfruttatori di ogni tipo e di ogni etnia. Tutte le
lotte di
liberazione nazionale l’hanno insegnato: non esiste
liberazione
economica
e sociale del proletariato al di fuori dalla sua
autoorganizzazione
in classe e la sua cristallizzazione nelle comunità
nazionali
interclassiste è la tomba di ogni progetto di un vero
cambiamento
sociale basato sull’eguaglianza e sulla libertà.

Il
superamento dello stato di guerra che insanguina quella regione si
potrà
avere o con l’annichilimento e la distruzione di una delle
due
parti,
soluzione prospettata dai grandi e piccoli imperialismi nella
loro
partita a scacchi per il dominio del mondo, o con la distruzione
definitiva
delle barriere artificiali, etniche, politiche e religiose,
imposte
ai popoli per la costruzione di una società più giusta ed umana.

L’esistenza
di collettivi di palestinesi e di israeliani che si
oppongono alle
politiche governative, alla costruzione del Muro, che
sostengono i
disertori israeliani al servizio militare, che si
mobilitano contro
il militarismo, provano una volta di più che quello
che può unire,
con la solidarietà e la lotta, è più forte di quello che
divide.

E
non è allora un caso che i morti di oggi siano degli attivisti
umanitari
disarmati, espressione della società civile internazionale,
individuati
come le pericolose avanguardie di un processo di pace e di
solidarietà
che parte dal basso, in grado di erodere dalla base un
potere
sempre più anacronistico, violento, antiumano.

A loro tutto il
nostro sostegno e la nostra solidarietà!

Commissione di
Relazioni Internazionali della FAI

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PRESIDIO CONTRO IL TERRORISMO DI STATO ISRAELIANO

STANOTTE L’ESERCITO ISRAELIANO HA FATTO FUOCO
SUL CONVOGLIO DI NAVI DELLA FREEDOM FLOTTIGLIA, COMPOSTA DA
VOLONTARI E PACIFISTI CHE STAVANO PORTANDO AIUTI INTERNAZIONALI A
GAZA.
HANNO UCCISO ALMENO 19 PERSONE E NE HANNO FERITE ALTRE 30.

OGGI
ORE
17:30 IN PIAZZA CAVOUR
PRESIDIO
DI PROTESTA CONTRO LA STRAGE E
IL TERRORISMO DI STATO

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Attacco israeliano contro la Freedom Flottilla. Morti e feriti

http://www.youtube.com/watch?v=r0agl_MLmw0

 

da http://it.peacereporter.net

L’attacco è avvenuto in acque
internazionali, contro la nave turca Mavi Marmara. Secondo
una televisione privataisraeliana i morti sono quindici , trenta i
feriti, di cui uno grave. Ma il numero delle vittime
è ancora poco
chiaro. Il governo e l’esercito di Tel Aviv non commentano. Media
turchi hanno diffuso un sonoro in cui si sentono i colpi di pistola e
immagini in cui si vedono almeno una trentina di feriti a bordo di una
delle navi della flottiglia.

Le navi vengono dirottate verso il porto
di Haifa.

La flottiglia era composta da numerose
navi che intendevano portare 10.000 tonnellate di aiuti umanitari a
Gaza, dove sarebbero dovute arrivare in giornata. Nella notte,
l’attacco.

La radio israeliana ha riferito che ad
Ankara il governo turco è stato convocato in seduta di emergenza e che
l’ambasciatore di Israele è stato convocato al ministero degli
esteri per una protesta.

Secondo l’emittente Ntv il ministro
degli esteridi Ankara avrebbe trasferito all’ambasciatore israeliano la
vibrante protesta del governo urco e avrebbe definito come
‘inaccettabile’ l’attacco di questa mattina.

Alcune navi della flottiglia battono
bandiera turca e una ONG turca sarebbe uno dei principali
organizzatori dell’intera operazione di invio di una flottiglia di
aiuti a Gaza sotto assedio. Israele, che nega che a Gaza sia in atto
una crisi umanitaria, aveva ripetutamente avvertito che avrebbe
impedito alla flottiglia di arrivare a Gaza ma si era offerto di far
pervenire a destinazione gli aiuti, dopo ispezione, tramite un valico
terrestre. Le agenzie internazionali battono una prima reazone di un
ministro israeliano. “Le
immagini non sono certo piacevoli. Posso solo
esprimere rammarico per tutte le vittime”, ha detto il ministro
israeliano per il Commercio e l’Industria, Binyamin Ben-Eliezer, alla
radio dell’esercito.

Angelo Miotto

31 maggio 2010

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