Piombo con piombo
Con il curatore Giorgio Sacchetti
Ore 20.00 aperitivo
Collettivo Anarchico Libertario – Livorno
Posted in Anarchismo, Antifascismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su Presentazione di “Piombo con piombo”
– Aprile 25, 2023
Posted in Antimilitarismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su 27 Marzo Crosetto a Livorno – NO A UN MARE DI ARMI!
– Marzo 22, 2023
tre momenti di confronto per chi vuole sapere cos’è l’anarchia fuori dalle menzogne dei media ufficiali o dai luoghi comuni che circolano sui social
Le iniziative si terranno tutte presso la FAL in via degli Asili 33
Mercoledì 22 marzo
Dalle ore 19.30 aperitivo
Alle ore 21.00 discussione
Cos’è l’anarchismo?
“espropriazione dei detentori dei suolo e del capitale a vantaggio di tutti, abolizione del governo”
Si parlerà di cos’è il movimento anarchico a partire dal “Programma Anarchico” del 1920
(https://federazioneanarchica.org/archivio/programma.html)
Giovedì 30 marzo
Dalle ore 19.30 aperitivo
Alle ore 21.00 discussione
Il concetto anarchico di rivoluzione
“La funzione dell’anarchismo non è tanto di profetare un avvenire di libertà, quanto di prepararlo”
Si parlerà di anarchia e rivoluzione a partire da alcuni brani da “Dittatura e Rivoluzione” di Luigi Fabbri
(https://umanitanova.org/il-concetto-anarchico-della…/ ; https://umanitanova.org/liberta-o-dittatura-il-concetto…/)
Giovedì 27 aprile
Alle ore 18.00 presentazione del libro
Dalle ore 20.00 aperitivo
Presentazione del libro “Piombo con piombo, il 1921 e la guerra civile italiana” (Carocci, 2023)
Con il curatore Giorgio Sacchetti
Partire da una prospettiva storica per affrontare la questione della violenza
(https://www.carocci.it/prodotto/piombo-con-piombo)
Posted in Anarchismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su Cos’è l’anarchismo? Prima iniziativa di un ciclo di incontri
– Marzo 18, 2023
Ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina: riempiamo le piazze contro la guerra e il militarismo
Contro tutte le guerre, per un mondo senza eserciti e frontiere.
È trascorso un anno da quando la guerra è tornata ad infuriare nel cuore dell’Europa, con un coinvolgimento diretto del nostro paese. Il governo italiano si è schierato in questa guerra inviando armi, moltiplicando il numero di militari impiegati in ambito NATO nell’est europeo e nel Mar Nero, aumentando la spesa bellica sino a toccare i 104 milioni di euro al giorno.
Dal quel 24 febbraio è partita una corsa al riarmo su scala globale, perché la guerra in Ucraina ha nel proprio DNA uno scontro interimperialistico di enorme portata.
Il rischio di una guerra devastante su scala planetaria è sempre più forte. Il prezzo di questa guerra lo pagano le popolazioni ucraine martoriate dalle bombe, dal freddo, dalla mancanza di medicine, cibo, riparo.
Lo pagano le popolazioni russe, sottoposte ad un embargo devastante. Lo pagano oppositori, sabotatori, obiettori e disertori che subiscono pestaggi, processi e carcere.
Lo paghiamo noi tutti stretti nella spirale dell’inflazione, tra salari e pensioni da fame, fitti e bollette in costante aumento.
La guerra in Ucraina è solo un tassello di un mosaico molto più complesso.
Lontano dai riflettori tante altre guerre investono vaste aree del pianeta, dove gli interessi scatenati dalla crisi energetica e dalla voracità per le materie prime innescano una sempre maggiore spirale di violenza. In Africa, dove l’Italia è impegnata in 18 missioni militari, la bandiera con il cane a sei zampe dell’ENI sventola accanto al tricolore.
Nel Mediterraneo la guardia costiera libica rifornita di mezzi e foraggiata dal governo italiano respinge i migranti in viaggio verso le frontiere chiuse dell’Europa. Le leggi varate dal governo Meloni contro le navi delle ONG servono a rendere più difficile il salvataggio dei naufraghi.
Mentre la guerra rende sempre più precarie le nostre vite, il business delle armi non va mai in crisi. Anzi. I profitti dell’industria bellica sono in costante aumento e si moltiplicano gli investimenti nella ricerca con un coinvolgimento sempre più forte delle università.
Giocano la carta del ricatto occupazionale, facendo leva su chi fatica ad arrivare a fine mese.
Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospero il nostro paese. Un’economia di guerra produce solo altra guerra. Il benessere, quello vero, è altrove, nell’accesso non mercificato alla salute, all’istruzione, ai trasporti, alla casa fuori e contro la logica feroce del profitto.
Provate ad immaginare quanto sarebbero migliori le nostre vite se la ricerca e la produzione venissero usate per per la cura invece che per la guerra.
L’industria bellica è il motore di tutte le guerre.
In Russia e in Ucraina c’è chi rifiuta la guerra e il militarismo, chi getta la divisa perché non vuole uccidere e non vuole morire per spostare il confine di uno Stato.
Migliaia e migliaia di persone dalla Russia hanno attraversato i confini disobbedendo all’obbligo di andare in guerra, affrontando la via dell’esilio, rischiando anni di carcere.
Dal febbraio 2022 in Ucraina le frontiere sono chiuse per tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni. La debole legge sull’obiezione di coscienza in Ucraina è stata sospesa e le 5.000 domande di servizio civile respinte.
In Russia c’è un esodo che si è intensificato da quando il governo ha annunciato il richiamo dei riservisti.
Molti altri restano e lottano, nonostante la durissima repressione che colpisce antimilitaristi e pacifisti in entrambi i paesi.
In Ucraina c’è chi su posizioni non violente, anarchiche o femministe ha scelto di non schierarsi, di non combattere in questa guerra costruendo reti di solidarietà materiale con le vittime dei bombardamenti, con chi ha perso il lavoro o è obbligat* dalle leggi di guerra del governo Zelensky a turni massacranti spesso senza paga.
In Russia e in Ucraina c’è chi lotta perché le frontiere siano aperte per chi si oppone alla guerra.
Noi facciamo nostra questa lotta contro le frontiere, per l’accoglienza di obiettori, renitenti, disertori da entrambi i paesi.
Noi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia.
Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. L’antimilitarismo, l’internazionalismo, il disfattismo rivoluzionario sono stati centrali nelle lotte del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici sin dalle sue origini. Sfruttamento ed oppressione colpiscono in egual misura a tutte le latitudini, il conflitto contro i “propri” padroni e contro i “propri” governanti è il miglior modo di opporsi alla violenza statale e alla ferocia del capitalismo in ogni dove.
Le frontiere sono solo linee sottili su una mappa: un nulla che solo militari ben armati rendono tragicamente reali.
Nel nostro paese l’opposizione alla guerra è rimasta molto forte, nonostante la propaganda militarista martellante. C’è chi, pur avendo operato per la guerra cerca di intercettare i consensi persi nelle urne. Sono i pacifisti con l’elmetto, che in occasione del primo anniversario della guerra, torneranno a fare capolino nelle strade invocando il cessate il fuoco, senza opporsi all’invio delle armi, all’uso delle basi, alle missioni all’estero, all’aumento della spesa militare.
Noi non ci stiamo. Invocare il cessate il fuoco senza opporsi al militarismo è un mero esercizio retorico.
Opporsi alle guerre, all’aumento della spesa militare, all’invio di armi al governo Ucraino, lottare per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, per la chiusura e riconversione dell’industria bellica, per aprire le frontiere ai disertori, agli obiettori e a tutti i migranti, è un concreto ed urgente fronte di lotta.
Per fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dai nostri territori, dove ci sono fabbriche d’armi, caserme, poligoni di tiro, porti ed aeroporti militari.
Gettiamo sabbia nel motore del militarismo!
Scendiamo in piazza il 24 e il 25 febbraio!
Sosteniamo le manifestazioni lanciate dagli antimilitaristi a Niscemi,
Pisa, Livorno, Torino…
Assemblea antimilitarista
Posted in Antimilitarismo, Generale, Internazionale.
Commenti disabilitati su Ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina: riempiamo le piazze contro la guerra e il militarismo
– Febbraio 25, 2023
pubblichiamo il seguente comunicato della FAL
Comunicato stampa su libertà di scelta e tagli alla sanità
La Federazione Anarchica Livornese ritiene molto importanti le iniziative sul territorio attivate da Non Una Di Meno Livorno a denuncia dei generali tagli sulla sanità e sui consultori in particolare, con le conseguenti pesanti limitazioni alla libertà di scelta su aborto, maternità e contraccezione.
Ritiene gravi e vergognose le posizioni espresse a mezzo stampa dal primario di Ginecologia dell’ospedale di Livorno che denotano una volta di più l’approccio violento delle istituzioni, in questo caso quella sanitaria, all’autodeterminazione delle donne e delle libere soggettività.
La sanità pubblica è sempre più tagliata e malfunzionante. Accedere alle prestazioni è sempre più difficile. Accedere a servizi essenziali come quelli legati a contraccezione, aborto, salute sessuale lo è ancora di più.
Scelte politiche ed economiche da anni tagliano e riducono servizi sul territorio, incentivano la privatizzazione, dirottano le risorse verso quanto di più distante esista dal benessere delle persone. In questa situazione, il progressivo e spropositato aumento delle spese militari rappresenta, oltre che un pericolo mondiale, un insulto ai bisogni reali, sempre più disattesi. A farne le spese soprattutto le fasce sociali più deboli, in un sistema di gestione della salute sempre più classista.
L’attacco alla autodeterminazione in materia di salute riproduttiva e sessuale, l’attacco all’aborto, il taglio dei consultori e dei relativi servizi ha qualcosa che va oltre le scelte economiche di taglio e privatizzazione. La libertà di scelta delle donne sul proprio corpo è concepita come qualcosa di pericoloso, da ostacolare in ogni modo, perché sovverte la base del dominio, ciò su cui il patriarcato ha basato il suo potere, regolato dalla gerarchia sessista e dall’istituzione familiare come sistema di disciplinamento sociale; su di esso il capitalismo ha modellato la divisione del lavoro e la riproduzione delle condizioni di vita, oltre che della prole, coerenti con la logica del profitto. Una sessualità libera, una libera scelta di maternità, una libera scelta di abortire, un libero orientamento sessuale e un superamento del genere sono elementi pericolosi, che sovvertono l’ordine sociale, politico ed economico costituito.
In Italia l’aborto è regolamentato da una legge che funziona a scartamento ridotto; in alcune zone del paese la percentuale di obiezione di coscienza la rende impraticabile. È come se, in questo ambito, la famosa autonomia differenziata verso la quale si sta andando (attualmente deprecata anche da coloro che a suo tempo le spianarono la strada col referendum sul titolo V della Costituzione) fosse una realtà già da quarantacinque anni. Laddove per svariati motivi, pure tra le varie e sempre maggiori difficoltà, il servizio è più accessibile, abbiamo comunque l’aggressione alla libera scelta determinata dal moralismo, dal giudizio, dallo stigma, dalla colpevolizzazione, dalla condanna. È quanto abbiamo letto nelle parole del primario di Ginecologia dell’ospedale di Livorno, che imputa all’aborto l’origine di tutti i mali, compreso il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione livornese, che imputa alle donne la rottura degli schemi relazionali tradizionali, che rivendica per sé e per altri non meglio identificati soggetti la responsabilità di capire “cosa sia meglio per le nostre compagne per le nostre figlie e per noi stessi”. Come se le donne fossero persone incapaci di capire da sé.
La relazione tra aborto e calo demografico, spesso sottolineata dai settori più reazionari, suona quanto mai sinistra e richiama la definizione che l’aborto aveva nel codice penale prima della depenalizzazione, quando era classificato come “reato contro la sanità e l’integrità della stirpe”. E se non è possibile riportare indietro l’orologio come qualcuno vorrebbe, tante sono le iniziative di contrasto alla libertà di scelta sul proprio corpo. Anche perché la ripresa del movimento femminista e transfemminista, le costanti spinte all’autodeterminazione, le possibilità offerte dall’aborto farmacologico, gestibile senza ricorso ad ospedalizzazione e non disciplinato dalla legge 194 mettono paura. E le istituzioni corrono ai ripari per difendere il monopolio patriarcale sui corpi non conformi al destino riproduttivo. Lo fa la Chiesa, con le ribadite condanne espresse dai suoi vari esponenti, lo fanno molti stati e molti governi, lo fa la suprema corte degli stati uniti, lo fanno gli oltre 50 comuni italiani che hanno dedicato spazi ai cimiteri dei feti, lo fanno le regioni, Toscana compresa, che finanziano la presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori, lo fanno le politiche di taglio dei consultori, lo fanno i fascisti di turno al governo che vogliono dare personalità giuridica ai feti in modo da imputare di infanticidio chi abortisce.
Non ce la faranno. Siamo convint3 che nonostante la repressione oscurantista, le colpevolizzazioni, gli ostacoli di una legge colabrodo come la 194, la lotta quotidiana per l’autodeterminazione portata avanti dal movimento femminista e transfemminista, dalle donne, dalle libere soggettività e da tutt3 coloro che le affiancano e sostengono andrà avanti. Perché la libertà di scegliere, come tutti i desideri di libertà, si rigenera, si riafferma, rompe le maglie del diritto che vorrebbe irreggimentarla, sfugge a chi vorrebbe domarla, si fa fluida e intersezionale. Questo desiderio di libertà animerà sicuramente le piazze dell’8 marzo, a Livorno, come in tutto il mondo
Federazione Anarchica Livornese
Posted in Anarchismo, Femminismo e Genere, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su FAL: Comunicato stampa su libertà di scelta e tagli alla sanità
– Febbraio 25, 2023
Posted in Antimilitarismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su MANIFESTAZIONE – FERMIAMO LA CORSA DEL GOVERNO VERSO LA GUERRA MONDIALE
– Febbraio 15, 2023
Posted in Generale, Iniziative, Repressione.
Commenti disabilitati su PRESIDIO A LIVORNO: FUORI ALFREDO DAL 41 BIS
– Febbraio 1, 2023
20 anni di Balkan Anarchist Bookfair:
Oltre i muri del nazionalismo e della guerra!*
Presentazione del progetto e dell’evento della BAB a Ljubljana (7-9 luglio 2023)
Sabato 4 febbraio
presso la Federazione Anarchica Livornese
in Via degli Asili 33, Livorno
alle 20 cena buffet
dalle 21 Presentazione con compagn* di Ljubljana dell’assemblea organizzativa della BAB 2023
La Balkan Anarchist Bookfair – Fiera del libro anarchico dei Balcani – è un progetto ventennale che si tiene quasi ogni anno in diversi paesi del Balcani. Iniziato a Ljubljana, in Slovenia, nel 2003, torna a Ljubljana per il suo 20esimo compleanno, dal 7 al 9 luglio 2023.
Per noi il concetto di BAB non ha mai riguardato solo i libri. Lo abbiamo sempre inteso come uno strumento per rafforzare i nostri gruppi, organizzazioni, relazioni e reti a livello locale, regionale e internazionale. Lo intendiamo come uno spazio in cui scambiare le nostre idee, analisi, prospettive e confrontare le nostre pratiche, i nostri modelli di organizzazione e le nostre esperienze di lotta, le nostre partecipazioni ai movimenti sociali e l’inserimento delle nostre idee in essi.
L’assemblea organizzativa della BAB 2023 sta preparando una serie di presentazioni del progetto ai nostri più vicini compagni nella regione, seguendo la decisione dell’assemblea di confermare le nostre relazioni con gruppi più o meno formali, reti e individui che vorrebbero partecipare all’evento nell’estate del 2023.
Presenteremo la storia della fiera del libro, parleremo dei nostri principi organizzativi, delle nostre speranze e dei nostri piani per l’evento a Ljubljana e per il futuro del movimento anarchico e antiautoritario.
Saremmo contenti di ricevere pensieri, idee, commenti sul programma dell’evento, così come di sviluppare una più ampia discussione sul ruolo delle fiere del libro nel movimento anarchico, localmente o internazionalmente.
Ci piacerebbe in particolare incontrare progetti editoriali autoorganizzati, che siano piccoli o grandi, saltuari o periodici, collettivi o individui a cui piacerebbe prendere parte alla fiera del libro, oltre a gruppi politici, organizzazioni, attivisti.
Nessuna nazione ci unisce, nessuna guerra ci dividerà!
Potete trovare maggiori informazioni sulla pagina web e facebook che aggiorneremo regolarmente
https://bab2023.espivblogs.net/
https://www.facebook.com/BalkanAnarchistBookfair
*slogan del movimento anarchico della ex-Yugoslavia che fu usato nelle mobilitazioni antimilitariste e antinazionaliste contro le guerre degli anni ‘90, e che fu anche il nome della testata anarchica che fu pubblicata all’epoca dai compagni di diversi paesi della ex-Yugoslavia
Posted in Anarchismo, Antimilitarismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su Presentazione della Balkan Anarchist Bookfair 2023
– Gennaio 25, 2023
Venerdì 20 gennaio
ROOTS AND CULTURE
SERATA BENEFIT PER IL SETTIMANALE ANARCHICO UMANITÀ NOVA
Al Cantiere San Bernardo, Via Pietro Gori
Dalle ore 18
“Fermiamo le armi, e iniziamo da qui!
La guerra e il nostro territorio”
Dibattito con la partecipazione del Coordinamento Antimilitarista di Livorno
Il territorio tra Pisa e Livorno è segnato da una forte militarizzazione. La presenza della Folgore, della Accademia Navale, della 46a Brigata aerea e delle forze speciali dell’esercito e dei carabinieri fanno di questa zona un nodo strategico per le politiche di guerra dello stato italiano. Sta a noi rompere questa dinamica a partire dall’opposizione alla nuova base militare del Tuscania a Coltano e dall’ampliamento di Camp Darby. L’aeroporto di Pisa e il porto di Livorno hanno un ruolo sempre più importante nel trasporto di materiale bellico anche verso l’Ucraina. Per solidarizzare con i disertori ucraini e russi quindi, e sostenere una coerente posizione antimilitarista e internazionalista contro Putin e contro la Nato dobbiamo cominciare da qui. La solidarietà internazionale parte innanzitutto dalle inziative contro le piattaforme della guerra sul nostro territorio. La recente campagna contro l’azienda Cheddite le cui munizioni sono state usate dalla polizia iraniana, per sparare fucilate sui manifestanti, è un esempio. Opporsi alla produzione bellica, al traffico di armi, alle basi, alla militarizzazione del territorio è un primo passo per inceppare gli ingranaggi del militarismo e della guerra.
Intendiamo costruire su questa base una discussione circolare con tuttx lx interessatx
Dalle ore 20
Apericena vegetariana e
Dj Set ReggaeRootsDub
strettamente su vinile
RootsMilitantHiFi
(RankingTeo-VbraOne-Rastantò)
Circolo Anarchico Vicolo del Tidi
Cantiere San Bernardo
Posted in Anarchismo, Antimilitarismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su PISA Venerdì 20: BENEFIT Umanità Nova + Dibattito “Fermiamo le armi, e iniziamo da qui! La guerra e il nostro territorio”
– Gennaio 19, 2023
Da venerdì è in edicola a Livorno il primo numero di Umanità Nova del 2023
Posted in Anarchismo, Generale, Iniziative.
Commenti disabilitati su Da venerdì è in edicola a Livorno il primo numero di Umanità Nova del 2023
– Gennaio 17, 2023