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Solidarietà con Alfredo, Anna, Juan e Ivan in sciopero della fame

Solidarietà con Alfredo, Anna, Juan e Ivan in sciopero della fame
Chiudere subito il 41 bis
Libertà per tutte e tutti

Dal 20 ottobre Alfredo Cospito ha iniziato uno sciopero della fame all’interno del carcere di Bancali a Sassari. Sta conducendo questa estrema forma di lotta contro il regime carcerario del 41 bis a cui si trova sottoposto e contro l’ergastolo ostativo che gli potrebbe essere inflitto dal Tribunale d’Assise d’Appello di Torino. In suo sostegno Anna Beniamino, Juan Sorroche e Ivan Allocco sono a loro volta entrati in sciopero della fame.

Sosteniamo la lotta di Alfredo Cospito, e di tuttx coloro che in varie forme si oppongono al 41 bis, all’ergastolo ostativo e ad altre forme di isolamento come l’Alta Sorveglianza. Nella già aberrante istituzione del carcere, il 41 bis e l’ergastolo ostativo rappresentano vere e proprie forme di tortura. Il 41 bis con l’isolamento e le enormi restrizioni su aria, visite, telefonate, corrispondenza, mira all’annientamento delle facoltà e della persona stessa. L’ergastolo ostativo impedisce l’accesso ai cosiddetti benefici penitenziari, quali lavoro esterno, domiciliari, permessi di uscita, a coloro che condannati per specifici reati non collaborano con la giustizia statale, mira a piegare la persona non solo e non tanto per ottenere realmente informazioni ma come forma di sottomissione.

In una fase come quella attuale, segnata da una crescente repressione nei confronti dei movimenti di lotta e delle forme di dissenso stiamo assistendo vera e propria deriva giudiziaria antianarchica denunciata fermamente in un appello promosso a ottobre da venti avvocati che ha presto superato le cento firme.

In tale contesto schierarsi al fianco di coloro che lottano contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo diviene importante su più livelli.

Per respingere l’applicazione di queste vere e proprie forme di tortura nei confronti di Alfredo Cospito.

Per fermare la deriva giudiziaria antianarchica, per cui sempre più frequentemente chi si richiama alle idee anarchiche viene condannato a pene gravissime, sottoposto a regimi carcerari speciali, perseguito per reati spropositati rispetto ai fatti contestati. Basti pensare che alle classiche montature dei reati associativi si sono aggiunti negli ultimi anni il reato di tentato omicidio, l’aggravante di terrorismo e addirittura il reato di strage contro la sicurezza dello stato. Quest’ultimo, come sottolineato da più parti, viene in questa deriva repressiva utilizzato per definire fatti che non hanno provocato vittime, mentre non è stato utilizzato né per la Strage di Piazza Fontana, né per la Strage di Bologna.

Per impedire che lo specifico caso e la più generale stretta autoritaria in atto creino dei precedenti, conducendo ad una sempre più diffusa applicazione del 41 bis nella repressione politica, e ad una più generale deriva di repressione del dissenso, fino alla sistematica applicazione di un vero e proprio diritto penale del nemico.

Per colpire il programma di galera e manganello del nuovo governo, che nel suo primo provvedimento, il decreto-legge 162 del 31 ottobre, fissa ulteriori sbarre alla gabbia dell’ergastolo ostativo inasprendo di fatto questa misura.

Per estendere a settori più larghi questa lotta. Perché nei fatti gli scioperanti della fame stanno portando avanti una lotta per tuttx. Non si tratta solo di lottare contro le aberranti condizioni di carcerazione riservate ad alcuni, che comunque sarebbe necessario. Si tratta di una lotta per la libertà di tuttx.

In questi mesi, al di là delle profonde differenze tra le le varie parti, numerosi gruppi, collettivi e personalità hanno espresso solidarietà con chi sta conducendo lo sciopero della fame. Sarebbe importante però che le prese di posizione si trasformassero in iniziativa concreta, perché l’impegno solidale e la lotta al 41 bis dovrebbe avere carattere più largo e di massa.

Nel 2022 si è registrato nelle carceri italiane il più alto numero di suicidi degli ultimi 10 anni, insieme ai casi di pestaggi che vengono denunciati e al massacro avvenuto nei penitenziari durante le rivolte nel marzo 2020, ciò rappresenta la drammaticità della condizione carceraria. Ma la sola privazione della libertà costituisce già una violenza quotidiana. La lotta contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo e l’Alta Sorveglianza oltre a respingere la deriva repressiva in corso, può servire a mettere in discussione il carcere e l’ordinamento sociale che lo ha prodotto, quello di un mondo fondato dell’oppressione e lo sfruttamento. Per la libertà di tutte e tutti.

Collettivo Anarchico Libertario
12/12/22

Posted in Anarchismo, Carcere, Generale.

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