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In solidarietà ed in lotta con i migranti di Via Pietrasantina Pisa

da: http://www.kronstadt-toscana.org/2013/03/06/in-solidarieta-ed-in-lotta-con-i-migranti-di-via-pietrasantina-pisa/

In solidarietà ed in lotta con i migranti di Via Pietrasantina Pisa

In solidarietà ed in lotta con i migranti di Via Pietrasantina Pisa

Il Gruppo anarchico Kronstadt Pisa esprime massima solidarietà ai profughi del campo di via Pietrasantina.

Per l’ennesima volta l’amministrazione della città di Pisa sceglie di rispondere alle esigenze ed ai bisogni delle classi più sfruttate e disagiate, sbarrando le porte a qualsiasi possibilità di inserimento sociale e lavorativo.

I profughi lasciati a sé stessi, senza alcun interesse da parte del comune e dell’assessore alle politiche sociali Maria Paola Ciccone, hanno dunque autonomamente scelto di occupare la struttura nella quale erano stati temporaneamente collocati. Scelta dettata dall’incompetenza delle istituzioni nel fornire un’adeguata assistenza, sia dal punto di vista sociale che lavorativo, ai profughi nonché dall’estremo ritardo con cui il comune ha indetto un tavolo di trattativa per affrontare il disagio provocato dalle stesse istituzioni.

Lottare al fianco dei migranti oggi, come di tutte le classi sub’alterne è per noi fondamentale al fine di creare quella comunità umana , unico progresso reale fondato sull’emancipazione dalle diverse oppressioni che quotidianamente soffriamo.

Un esempio di lotta dal basso auto organizzata e autogestita emerge oggi dai ragazzi di via pietrasantina e dai solidali che hanno deciso di schierarsi al loro fianco.

Come anarchici e anarchiche condanniamo l’operato delle istituzioni, miopi e ai reali bisogni delle classi disagiate ed esprimiamo il massimo sostegno e la massima solidarietà all’occupazione portata avanti dai profughi.

Se mai fosse necessario ribadiamo ancora una volta il nostro invito a tutte/i gli/le sfruttati/e a agire in prima persona senza affidarsi o delegare nessuno per vedere garantite risposte concrete ai propri bisogni!

Gruppo anarchico Kronstadt-Pisa

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Contro la repressione solidarietà ai compagni/e livornesi!

da: http://www.kronstadt-toscana.org/2013/02/28/contro-la-repressione-solidarieta-ai-compagnie-livornesi/

Contro la repressione solidarietà ai compagni/e livornesi!

Il Gruppo Anarchico Kronstadt Pisa esprime solidarietà ai compagni/e vittime della repressione poliziesca per i fatti accaduti a Livorno nel dicembre scorso. Come emerge dalle informazioni che circolano sui quotidiani locali subito dopo i fatti che hanno visto attivisti livornesi impegnati in tre giorni di lotta fra il novembre ed il dicembre scorso, i poteri forti della città hanno subito cercato di evidenziare la distinzione, fasulla, oltre che trita e ritrita dei buoni e dei cattivi.

Chi manifesta le proprie idee con un cartello e chi manifesta le proprie idee lanciando un fumogeno.. i primi sono buoni i secondi cattivi…

Non entrando nel merito delle singole azioni compiute da ogni attivista e/o semplice manifestante ci sembra opportuno, oltre che falso e autoritario, non continuare ad ingannare le classi subalterne con questi giochini di potere del bastone e della carota.Il teorema è sempre il medesimo: se sei buono bene puoi anche vivere in strada e fare le tue piccole proteste, sei sei buono poi non importa se non riesci a pagare la casa, se sei buono puoi anche farti sfruttare dal padrone di turno e poi quando non servi più essere scaricato come un secchio di rifiuti, in conclusione la possibilità di esprimere ed agire un pensiero critico è sempre più difficile sempre di più la gente si adegua a vivere in modo funzionale al capitale e alla cultura dominante.

Le espressioni di rabbia e di protesta multiformi dovrebbero invitarci a riflettere su come rispondere ai bisogni sociali calpestati da classi dirigenti locali e nazionali attraverso le loro leggi e le loro mani pesanti, forze di polizia carabinieri Digos etc. Invece, Il Partito Democratico, erede nel territorio livornese del Partito comunista Italiano, esattamente come il Popolo delle Libertà nelle sue roccaforti, risponde alla rabbia popolare e alla protesta con manganellate e se non lo fa direttamente, appoggia senza se e senza ma l’operato delle forze di polizia proprio come avvenuto durante i giorni di fine novembre 2012 in ben due occasioni. Quando poi la rabbia popolare esplode i politici adottano il solito teoremino descritto sopra e la loro giustizia architetta astrusi, fantasiosi, e talvolta ridicoli disegni repressivi volti a colpire un po’ nel mucchio, tanto per far ridurre la rabbia e la protesta ad una prova di forza (eliminando anche la più lontana ipotesi di risposta al bisogno insoddisfatto spesso alla radice di rabbia e protesta) e un po’ a tenere impegnati i militanti “più in vista” con obblighi di firma e assurdità varie dato che costoro altrimenti si occuperebbero di rispondere a quei bisogni, o almeno di cercare soluzioni al fianco e all’interno delle classi subalterne.

Questa attività politica dal basso, senza delega e senza mediazioni è la vera gatta da pelare per ogni classe dirigente Pd, Pdl o chiunque altro si trovi al governo di una istituzione. E’ questo di cui hanno paura e e per questo inventano teoremi contro i militanti e chi manifesta perché rispondere a quei bisogni senza mediazioni ed attraverso partecipazione diretta e auto-organizzazione mette in serio pericolo l’equilibrio di rapporti clientelari, privilegi e giochi di potere a cui ogni elites politica deve e vuole sottostare per governare.

Solidarietà con i militanti e gli attivisti colpiti dalla repressione a Livorno!

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28/02 ASSEMBLEA PUBBLICA IN SOLIDARIETA’ CON GLI INDAGATI DEL 2 DICEMBRE

ASSEMBLEA PUBBLICA IN SOLIDARIETA’ CON GLI INDAGATI DEL 2 DICEMBRE
Giovedì 28 Febbraio, ore 21
Circoscrizione 4, Piazza Damiano Chiesa
In data 17 febbraio si è svolta una importante assemblea presso l’ex Caserma Occupata alla quale hanno partecipato molte realtà solidali e singole persone interessate dai provvedimenti di indagine relativi ai fatti del 30 novembre , 1 e 2 dicembre.
In quella occasione sono stati ribaditi alcuni aspetti importanti che vorremmo rendere pubblici affinché tutta la cittadinanza abbia una visione più chiara di quale sia l’attacco che alcune realtà politiche e autogestite stanno attualmente subendo.
La pubblica accusa, affidata ai PM Marrara e Masini, nella sua richiesta di misure cautelari per 14 militanti ha costruito un teorema accusatorio molto preciso.
A suo avviso i 36 indagati fanno parte di un gruppo criminale dedito alla violenza che ha organizzato in maniera premeditata il cosiddetto “assalto alla Prefettura” e gli incidenti dei giorni precedenti.
La realtà non è affatto questa.
In quei giorni i manifestanti hanno subito numerose cariche violente ed “ingiustificate”, che hanno di fatto generato la reazione spontanea e determinata di centinaia di Livornesi che hanno scelto di non rimanere in silenzio di fronte all’ennesimo attentato alla libertà di espressione e manifestazione.
Anche lo stesso Giudice per le Indagini Preliminari ha, almeno in parte, smontato il teorema della pubblica accusa dimostrando come la gestione dell’ordine pubblico in quei giorni sia stata sicuramente sbagliata.
Ripudiamo qualsiasi tentativo di “ridurre” la questione ad un confronto fisico tra “antagonisti” e polizia.
Durante la contestazione a Bersani e il giorno successivo si è palesata la chiara intenzione da parte del PD locale e del Questore Cardona di reprimere in maniera violenta le legittime istanze di cambiamento radicale di cui i movimenti sociali sono portatori e protagonisti.

Invitiamo quindi tutta la cittadinanza sensibile a partecipare all’assemblea pubblica cittadina che si svolgerà il giorno giovedì 28 febbraio alle ore 21 presso la circoscrizione 4 in Piazza Damiano chiesa.

Assemblea solidale con gli indagati del 2 dicembre

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22/02 Astensionismo e prospettive di lotta – ASSEMBLEA + APERITIVO

VENERDì 22/02 ORE 18
presso la Federazione Anarchica Livornese
in Via degli Asili 33

ASSEMBLEA-DIBATTITO
su astensionismo e
prospettive di lotta

a seguire: aperitivo, chiacchiere, cibo, musica, libri e giornali

NON VOTARE
NON PARTECIPARE ALLA TUA OPPRESSIONE

La sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei partiti sta crescendo sempre di più. I governi che si sono susseguiti, lo Stato ed i suoi apparati mostrano il loro vero volto corrotto, oppressivo e
repressivo, sostenendo senza mezzi termini gli interessi padronali e difendendo i privilegi di chiesa, militari e caste varie, gettando la maggior parte della popolazione nella miseria.

Sempre a caccia di poltrone
In tempo elettorale questa sfiducia si manifesta in un aumento dell’astensionismo, ma c’è anche chi sfrutta quella che dai media è definita “antipolitica” per candidarsi proponendo improbabili “rinnovamenti” e “pulizie” del parlamento, governi formati da “gente comune”. Questi sono solo i vecchi trucchi di chi sgomita per conquistare una poltrona in periodi di crisi politica.

Pensare di cambiare qualcosa andando a votare è solo un’illusione.
Nessuna conquista popolare, nessun reale cambiamento sociale può
passare attraverso il voto, attraverso l’azione di un governo.

Lo Stato è il problema
In tutta Europa i governi impongono con la violenza ai lavoratori e alle lavoratrici sempre maggiori sacrifici per garantire i profitti di pochi. Lo Stato attraverso l’azione del governo deve sempre difendere gli interessi della classe dei proprietari per assicurarsi il loro appoggio.
Un rinnovamento dello Stato quindi, un parlamento “pulito” fatto di politici onesti che ci conducano ad una società più giusta non è che una chimera, pura finzione. Questo vale anche per i sedicenti governi rivoluzionari. La storia è piena di governi e burocrazie che “in nome del popolo” hanno bloccato rivoluzioni e fatto arretrare le conquiste dei lavoratori. Ma se non ci bastano gli errori del passato basta guardare sull’altra sponda del Mediterraneo come le
rivoluzioni in Tunisia ed in Egitto, dopo la caduta delle vecchie dittature trovino i loro principali nemici nell’esercito e nei nuovi governi che massacrano il popolo e riempono le carceri proprio come quelli precedenti. Si capisce allora che nello Stato non può esserci soluzione, perché lo Stato è il problema.

Autogestione
Se governi e padroni sono il problema, allora la soluzione siamo noi, uomini e donne che lavorano. Lo stanno capendo in molti ormai. In Grecia i lavoratori non credono più alle promesse e alle belle parole, hanno deciso di organizzarsi dal basso, senza padroni. Sono nate così molte esperienze di autogestione, e proprio in questi giorni sta iniziando a funzionare una fabbrica di materiale edile completamente autogestita dagli operai a Salonicco, un esempio di come sia
concretamente possibile una società libera da padroni e governanti.

Azione diretta
Anche le singole conquiste dei lavoratori, l’affermazione dei diritti, le lotte ambientali non possono essere delegate alla bontà di un governo. Dalla riduzione dell’orario di lavoro alla scala mobile, dall’aborto all’autodeterminazione delle donne, dal nucleare alle lotte contro gli inceneritori, tutte le vittorie sono state raggiunte dai grandi movimenti di lotta.
Sono stati parlamento e governi invece a smantellare alcune di queste conquiste, è nelle istituzioni che si attenta quotidianamente alle nostre libertà. È con l’azione diretta, con la lotta in prima persona, solidale e dal basso, senza capi e burocrazie che si possono ottenere concreti risultati a vantaggio di tutti.

FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE – COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it – collettivoanarchico@hotmail.it

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Comunicato cdc FAI su repressione a Livorno

http://www.federazioneanarchica.org/archivio/20130216cdc.html

Solidarietà con i compagni livornesi vittime della repressione!

36 indagati, 8 obblighi di firma, diverse perquisizioni per l’ennesima inchiesta contro l’opposizione politica e sociale nel nostro paese.
Era il 30 novembre 2012. Una trentina di persone con bandiere No Tav contesta pacificamente il comizio del segretario del PD Bersani, a Livorno per le primarie del centro sinistra. La polizia interviene caricando i manifestanti per bloccare la protesta.
Il giorno successivo, un presidio itinerante per il centro cittadino indetto per denunciare gli eventi della sera prima viene caricato a freddo e con violenza per impedire la manifestazione.
Di fronte a questa provocazione decine di passanti si uniscono ai compagni appena caricati.
Il 2 dicembre un migliaio di livornesi rispondono alla violenza della questura, attraversando in corteo il centro cittadino in modo comunicativo e determinato, dimostrando che la città tiene alta la testa e non è disponibile ad accettare ulteriori provocazioni.

Tre mesi dopo la parola è passata alla magistratura che punta sulla premeditazione costruendo un teorema che inscriverebbe i tre giorni di lotta in un unico disegno. Sebbene le proposte dei PM di otto arresti e sei detenzioni domiciliari siano state respinte dal Gip, resta in piedi un apparato inquisitorio, che si fonda sulla responsabilità collettiva, il concorso, la premeditazione.
In quest’operazione della magistratura c’è la volontà di colpire chi ha osato contestare le scelte di un partito che, mutando vesti e denominazioni, governa interrottamente la città di Livorno dal dopoguerra. 
C’è la volontà di colpire la solidarietà con il movimento No Tav, un movimento sotto attacco perché resiste all’imposizione violenta di un’opera inutile, perché ha reso visibile il sistema di drenaggio di risorse pubbliche a fini privati, che è la trama sottesa alle grandi opere. 
Il messaggio è chiaro: chi reagisce ai soprusi della polizia finisce nel mirino della magistratura.
A Livorno come ovunque in Italia normali manifestazioni di piazza, i picchetti degli operai o i blocchi delle strade delle popolazioni resistenti, vengono trattati in termini di ordine pubblico.
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana esprime la propria solidarietà ai compagni livornesi, tra i quali un compagno della Federazione Anarchica Livornese e due del Collettivo anarchico libertario livornese. Invita inoltre tutti quanti hanno a cuore le sorti della libertà ad esprimere solidarietà e a battersi per far crollare la montatura.
La miglior risposta al moltiplicarsi delle operazioni repressive è nel moltiplicarsi ed estendersi delle lotte sociali.

La Commissione di Corrispondenza della FAI

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LIVORNO: MONTATURA POLIZIESCA

da Umanità Nova n. 6 del 17 febbraio 2013

Puoi acquistare il nuovo numero del settimanale anarchico presso le edicole di Piazza Damiano Chiesa e di Piazza Grande (angolo Bar Sole), presso la Libreria Belforte in Via della Madonna e presso la sede della Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33 (apertura ogni giovedì dalle 18 alle 20).

 

LIVORNO: MONTATURA POLIZIESCA

Nella mattinata di lunedì 11 febbraio è scattata la rappresaglia delle istituzioni per i tre giorni a cavallo fra novembre e dicembre che hanno visto prima la violenza ingiustificata della polizia contro manifestanti pacifici e poi la risposta massiccia dei cittadini che non intendevano e non intendono piegare la testa.

Il pubblico Ministero, su indicazioni della Digos, ha indagato 36 persone, con numerose perquisizioni domiciliari e 8 misure cautelari (obbligo di firma), per ipotesi fantasiose e tutte volte a nascondere le provocazioni poliziesche e il ruolo dei dirigenti cittadini del Partito Democratico in questi fatti. Di questi, tre compagni del Collettivo Anarchico Libertario e uno della Federazione Anarchica Livornese.

L’ipotesi fantasiosa del pubblico Ministero, sostenuta anche dal procuratore capo De Leo, che l’ha definita “una risposta doverosa alla città”, è che gli accusati, in concorso materiale e morale tra loro, sulla base di unico disegno criminoso, abbiano usato violenza e minaccia nei confronti di pubblici ufficiali; e questo nei giorni di venerdì, sabato e domenica.

Di ogni episodio pubblico ministero e Digos danno resoconti volti a colpevolizzare i manifestanti e ad assolvere la polizia, mentre del ruolo del partito di maggioranza a Livorno non si fa cenno.

Per questo riteniamo importante ritornare su quanto è successo venerdì, sabato e domenica, per smentire la ricostruzione inquisitoria e dimostrare la funzionalità dell’operazione al blocco di potere livornese.

Venerdì 30 novembre si teneva a Livorno il comizio di Bersani, in occasione delle elezioni primarie del PD.

In conseguenza degli arresti e delle perquisizioni nei confronti di membri del movimento No TAV, avvenute nei giorni pecedenti, alcuni manifestanti decidono di recarsi al Terminal Crociere per contestare pacificamente la presenza di Bersani. Giunti sul posto trovano un gruppo di lavoratrici della Sodexo di Pisa in lotta per il posto di lavoro. Ma trovano anche il servizio d’ordine del PD spalleggiato dalla DIGOS al gran completo e da un reparto antisommossa. I tentativi di entrare si concludono con tre cariche ed alcuni compagni contusi. In pratica sono i responsabili del servizio d’ordine del PD a dirigere la forza pubblica. Tutto questo nella fantasiosa ricostruzione della Digos e del magistrato diventa il tentativo di impedire (sic) il comizio, così come le cariche della polizia diventano tre tentativi di sfondamento da parte dei manifestanti.

L’indomani, sabato 1° dicembre, vine convocato un presidio itinerante con lo scopo di denunciare le cariche della sera precedente, la Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico e Libertario decidono di partecipare.

Il presidio si conclude in Piazza Cavour, nella zona pedonale. Poco prima dello scioglimento arrivano i reparti antisommossa di Polizia e Carabinieri che fronteggiano i manifestanti ed intimano di sciogliere il presidio; senza porre tempo in mezzo e senza che ci fossero state reazioni da parte dei manifestanti parte la carica, brutale e violenta come non ce n’erano mai state a Livorno. Nella carica vengono manganellati alla rinfusa manifestanti e passanti: due persone finiscono all’ospedale. Ma, dopo un primo sbandamento, il presidio si ricompone e i compagni rimangono a fronteggiare la polizia, mentre passanti solidali arrivano a dar man forte alle vittime della violenza. Appena la situazione si fa meno tesa e la polizia arretra, il presidio si scioglie e viene riconvocato per il giorno successivo, domenica alle ore 17, sempre in piazza Cavour, per riprendersi la libertà di di manifestazione e per dimostrare che non ci si piega di fronte alla repressione e alla violenza poliziesca.

Tutto questo viene completamente ribaltato e, invece delle brutali e ingiustificate cariche a danno di un presidio pacifico, che si stava concludendo sul marciapiede, l’atto del magistrato, parlando degli indagati, afferma “avvicinandosi e entrando in contatto”, “usavano violenza aggredendo e scagliandosi”. La ricostruzione del pubblico ministero è talmente fantasiosa, che lo stesso giudice delle indagini preliminari la mette in dubbio.

Lo stesso discorso vale per il giorno dopo: si è capito chi ha orchestrato il tam-tam mediatico attorno al cosiddetto “assalto” alla prefettura: a più di tre mesi di distanza dagli atti di protesta (due lamperogeni, una transenna), questi sono diventati “atti di un medesimo disegno criminoso”.

Nel consiglio comunale svoltosi pochi giorni dopo tutte le forze politiche hanno condannato la violenza della polizia, che è stata difesa solo dal consigliere di estrema destra e dal sindaco del Partito Democratico. E’ vergognoso che Cosimi, che dovrebbe rappresentare tutta la città, dopo una manifestazione pacifica che ha visto la città stringersi attorno alle vittime della violenza delle istituzioni, abbia parole solo per i violenti indivisa

Trentasei indagati, in una città piccola come Livorno, sono tanti: è una vendetta nei confronti di chi non si piega, di chi non accetta la rovina della città di cui il PD è uno degli artefici, di chi non accetta la disoccupazione, gli sfratti, la politica di guerra.

La criminalizzazione dei movimenti di lotta nasconde l’illegalità e la violenza dei governanti, che cercano di togliere diritti su diritti ai lavoratori, a tutti i cittadini, violando la loro stessa costituzione.

Gli anarchici livornesi hanno subito rilevato l’estrema gravità dei fatti del 1° dicembre 2012, un’aggressione a freddo di polizia e carabinieri nei confronti di manifestanti pacifici: scene a cui i cittadini di Livorno non sono abituati; la storica presenza anarchica, nutrita e radicata, la componente antagonista e antiistituzionale hanno garantito nei fatti una notevole agibilità politica; agibilità che evidentemente disturba il manovratore.

Oggi gli anarchici sono solidali con le vittime della repressione, e invitano tutti quanti hanno a cuore le sorti della libertà, le organizzazioni antifasciste, i sindacati di base e quanti si battono per la trasformazione sociale a protestare contro questa ennesima manovra repressiva.

Tiziano Antonelli

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Volantino astensionista

ecco il testo del volantino (due facciate) distribuito in questi giorni

NON VOTARE

NON PARTECIPARE ALLA TUA OPPRESSIONE

La sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei partiti sta crescendo sempre di più. I governi che si sono susseguiti, lo Stato ed i suoi apparati mostrano il loro vero volto corrotto, oppressivo e repressivo, sostenendo senza mezzi termini gli interessi padronali e difendendo i privilegi di chiesa, militari e caste varie, gettando la maggior parte della popolazione nella miseria.

Sempre a caccia di poltrone

In tempo elettorale questa sfiducia si manifesta in un aumento dell’astensionismo, ma c’è anche chi sfrutta quella che dai media è definita “antipolitica” per candidarsi proponendo improbabili “rinnovamenti” e “pulizie” del parlamento, governi formati da “gente comune”. Questi sono solo i vecchi trucchi di chi sgomita per conquistare una poltrona in periodi di crisi politica.

Pensare di cambiare qualcosa andando a votare è solo un’illusione.

Nessuna conquista popolare, nessun reale cambiamento sociale può

passare attraverso il voto, attraverso l’azione di un governo.

Lo Stato è il problema

In tutta Europa i governi impongono con la violenza ai lavoratori e alle lavoratrici sempre maggiori sacrifici pergarantire i profitti di pochi. Lo Stato attraverso l’azione del governo deve sempre difendere gli interessi della classedei proprietari per assicurarsi il loro appoggio.

Un rinnovamento dello Stato quindi, un parlamento “pulito” fatto di politici onesti che ci conducano ad una società più giusta non è che una chimera, pura finzione. Questo vale anche per i sedicenti governi rivoluzionari. La storia è piena di governi e burocrazie che “in nome del popolo” hanno bloccato rivoluzioni e fatto arretrare le conquiste dei lavoratori. Ma se non ci bastano gli errori del passato basta guardare sull’altra sponda del Mediterraneo come le rivoluzioni in Tunisia ed in Egitto, dopo la caduta delle vecchie dittature trovino i loro principali nemici nell’esercito e nei nuovi governi che massacrano il popolo e riempono le carceri proprio come quelli precedenti.

Si capisce allora che nello Stato non può esserci soluzione, perché lo Stato è il problema.

Autogestione

Se governi e padroni sono il problema, allora la soluzione siamo noi, uomini e donne che lavorano. Lo stanno capendo in molti ormai. In Grecia i lavoratori non credono più alle promesse e alle belle parole, hanno deciso di organizzarsi dal basso, senza padroni. Sono nate così molte esperienze di autogestione, e proprio in questi giorni sta iniziando a funzionare una fabbrica di materiale edile completamente autogestita dagli operai a Salonicco, un esempio di come siaconcretamente possibile una società libera da padroni e governanti.

Azione diretta

Anche le singole conquiste dei lavoratori, l’affermazione dei diritti, le lotte ambientali non possono essere delegate alla bontà di un governo. Dalla riduzione dell’orario di lavoro alla scala mobile, dall’aborto all’autodeterminazione delle donne, dal nucleare alle lotte contro gli inceneritori, tutte le vittorie sono state raggiunte dai grandi movimenti di lotta.

Sono stati parlamento e governi invece a smantellare alcune di queste conquiste, è nelle istituzioni che si attenta quotidianamente alle nostre libertà. È con l’azione diretta, con la lotta in prima persona, solidale e dal basso, senza capi e burocrazie che si possono ottenere concreti risultati a vantaggio di tutti.

VENERDì 22/02 ORE 18

presso la Federazione Anarchica Livornese

in Via degli Asili 33

ASSEMBLEA-DIBATTITO

su astensionismo e

prospettive di lotta

a seguire: aperitivo, chiacchiere, cibo, musica, libri e giornali

FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE – COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO

cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it – collettivoanarchico@hotmail.it

 

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e se ti venisse voglia di votare….

ricordati:

– DELLA DISOCCUPAZIONE ( 12% dato ufficiale, almeno 20% reale)

– DEL PRECARIATO (8 nuovi contratti su 10)

– DEL LAVORO SOTTOPAGATO

– DELLE TUE DIFFICOLTA’ PER ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE (gli

stipendi non recuperano piu’ nemmeno gli aumenti dell’inflazione)

– DELLE DISUGUAGLIANZE SOCIALI CHE AUMENTANO (i salari sono fermi, ma i profitti aumentano :15,5% per tutte le imprese, ma il 63,5% per le grandi imprese, il 90% per le multinazionali)

– DEI TAGLI AI SERVIZI PUBBLICI , ALLA SANITA’ ( 26 miliardi in meno dal 2010 al 2014), ALLA SCUOLA, AL TRASPORTO PUBBLICO, ECC

– DEI SOLDI CHE PER FINANZIARE LE GUERRE NON MANCANO MAI (F35 e spese militari in aumento del 2,7% nel 2013)

– DEI SOLDI PER SOVVENZIONARE LA CHIESA ( alle scuole private, sconti sull’IMU)

– DEI MORTI E DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO

SE TI RICORDI TUTTO QUESTO, SE TI RICORDI CHE DOPO LE PROMESSE ELETTORALI TUTTO TORNA COME PRIMA : I POLITICANTI E I PADRONI COMANDANO E TU TORNI ALLA TUA VITA DI SACRIFICI … ALLORA CONDIVIDERAI L’ASTENSIONISMO ANARCHICO

Che significa RIPRENDERE NELLE PROPRIE MANI I

PROBLEMI che ci riguardano

decidendo e agendo IN PRIMA PERSONA.

venerdì 22/02

dalle ore 18

presso la federazione anarchica livornese in via degli asili 33

assemblea-dibattito

astensione e prospettive di lotta

a seguire: aperitivo, musica, chiacchiere, libri e giornali

FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE – COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO

cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it – collettivoanarchico@hotmail.it

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PRESIDIO ASTENSIONISTA E CONTRO LA REPRESSIONE

Sabato 16 febbraio si svolgerà, come previsto, il presidio astensionista organizzato dalla Federazione Anarchica Livornese e dal Collettivo Anarchico Libertario. Viste le recenti perquisizioni e denunce relative alle manifestazioni di protesta e alle cariche poliziesche dello scorso 30 novembre 1 e 2 dicembre, il presidio vedrà anche dei momenti di controinformazione e denuncia relativa alla montatura repressiva in atto. Invitiamo a partecipare attivamente all’iniziativa tutti coloro che vogliono manifestare solidarietà alle compagne e ai compagni vittime della repressione, e quanti hanno a cuore l’affermazione dell’agibilità politica nella nostra città.

PRESIDIO ASTENSIONISTA E CONTRO LA REPRESSIONE

Non affidarti a chi tradisce i tuoi interessi per sostenere banche, preti, padroni, militari e caste varie.
SOLO LA LOTTA PUÒ ESSERE DECISIVA

Sabato 16/02
in Piazza Grande (angolo Bar Sole)

dalle ore 16:30
volantini, striscioni, pannelli e banchetto con
diffusione di libri e giornali anarchici

dalle ore 18
interventi al megafono

sulle ragioni dell’astensionismo e sulle proposte di lotta e trasformazione sociale portate avanti dal movimento anarchico
sulla recente montatura repressiva ai danni di compagne e compagni che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta in risposta alle violente cariche della polizia nelle giornate dello scorso 30 novembre, 1 e 2 dicembre .

NON VOTARE – NON PARTECIPARE ALLA TUA OPPRESSIONE!

Federazione Anarchica Livornese
cdcfadanarchicalivornese@virgilio.it

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org/

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Comunicato sulla nuova stretta repressiva a Livorno

Nella mattinata di lunedì 11 febbraio è scattata la rappresaglia delle istituzioni per i tre giorni a cavallo fra novembre e dicembre che hanno visto prima la violenza ingiustificata della polizia contro manifestanti pacifici e poi la risposta massiccia dei cittadini che non intendevano e non intendono piegare la testa.

Il pubblico Ministero, su indicazioni della Digos, ha indagato 36 persone, con una decina di perquisizioni domiciliari e 8 misure cautelari (obbligo di firma), per ipotesi fantasiose e tutte volte a nascondere le provocazioni poliziesche e il ruolo dei dirigenti cittadini del Partito Democratico in questi fatti. Di questi, tre compagni del Collettivo Anarchico Libertario e della Federazione Anarchica Livornese, uno dei quali ha subito anche una perquisizione domiciliare.

Le indagini sono ancora in corso, quindi non si sa se il numero degli indagati o i reati contestati possano variare. Per ora, l’ipotesi fantasiosa del pubblico Ministero, sostenuta anche dal procuratore capo De Leo, che l’ha definita “una risposta doverosa alla città”, è che gli accusati, in concorso materiale e morale tra loro, sulla base di unico disegno criminoso che coprirebbe i tre giorni, abbiano usato violenza e minaccia nei confronti di pubblici ufficiali, il tutto accompagnato anche da danneggiamento ed adunata sediziosa.

Di ogni episodio pubblico ministero e Digos danno resoconti volti a colpevolizzare i manifestanti e ad assolvere la polizia.

Per questo riteniamo importante ribadire la nostra valutazione su quanto è successo venerdì 30 novembre, sabato 1° e domenica 2 dicembre, per smentire la ricostruzione inquisitoria e dimostrare la funzionalità dell’operazione al blocco di potere livornese.

Si è capito chi ha orchestrato il tam-tam mediatico attorno al cosiddetto “assalto” alla prefettura: a più di due mesi di distanza dagli atti di protesta (due lamperogeni, una transenna), questi sono diventati “atti di un medesimo disegno criminoso”.

Nel consiglio comunale svoltosi pochi giorni dopo tutte le forze politiche hanno condannato la violenza della polizia, che è stata difesa solo dal consigliere di estrema destra e in parte dal sindaco del Partito Democratico.

Trentasei indagati, in una città piccola come Livorno, sono tanti: è una vendetta nei confronti di chi non si piega, di chi non accetta la rovina della città di cui il PD è uno degli artefici, di chi non accetta la disoccupazione, gli sfratti, la politica di guerra.

La criminalizzazione dei movimenti di lotta nasconde l’illegalità e la violenza dei governanti, che cercano di togliere diritti su diritti ai lavoratori, a tutti i cittadini, violando la loro stessa costituzione.

La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico e Libertario hanno subito sottolineato la gravità dei fatti di sabato 1° dicembre, così come la positiva risposta data dalla città domenica 2 dicembre con una manifestazione di massa come non se ne vedevano da tempo per le strade di Livorno; oggi con la criminalizzazione si cerca di cancellare quei giorni impressi nella memoria di tutti i livornesi; così come si cerca di mettere a tacere quella presenza anarchica e sovversiva che ha garantito spazi di agibilità per tutti, momenti e pratiche di solidarietà e di lotta.

L’operazione poliziesca cerca di colpire le aree più combattive della città: gli anarchici sostengono tutte le vittime della repressione, si batteranno con ogni mezzo per far crollare la montatura e invitano tutti quanti hanno a cuore le sorti della libertà, le organizzazioni antifasciste, i sindacati di base e quanti si battono per la trasformazione sociale a protestare contro questa ennesima manovra repressiva.

Federazione Anarchica Livornese

cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

 

Collettivo Anarchico Libertario

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Foto presidio astensionista in Piazza Grande 9/02

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