Sul corteo del 14 novembre a Livorno
Mercoledì 14 novembre oltre mille tra studenti e lavoratori sono scesi in piazza a Livorno per la giornata di sciopero generale internazionale. Il corteo, costituito in gran parte da studenti, ha avuto una partecipazione composita: dopo lo striscione d’apertura “Pensa, agisci, lotta!” del Coordinamento Studentesco Livornese e gli spezzoni delle scuole, hanno sfilato il comitato per il diritto all’abitare e il comitato precari e disoccupati dell’Ex Caserma Occupata, decine di lavoratori della scuola in sciopero con le bandiere dell’Unicobas, ed infine assieme ad altri lavoratori le delegazioni dell’USB e dell’Unione Inquilini. La manifestazione ha attraversato con vivacità e decisione le vie del centro compiendo lungo il percorso varie azioni simboliche, soprattutto contro gli edifici delle banche.
In Piazza del Municipio gli studenti sono entrati in massa nella sede del Comune, ponendo sulla facciata storica dell’edificio lo striscione “Comune occupato” e provando ad entrare nella Sala consiliare per tenere una assemblea. All’ingresso della Sala un folto gruppo di vigili urbani e di agenti della digos hanno di fatto impedito che gli studenti entrassero e quindi che potessero svolgere l’assemblea. I manifestanti sono allora ripartiti in corteo, raggiungendo il Porto e superando la barriera doganale, dove hanno bloccato per oltre un ora il Varco Valessini.
Dopo una assemblea svolta durante il blocco dell’area portuale, i manifestanti rimasti sono tornati in corteo verso il centro cittadino dove la manifestazione si è sciolta.
Nel pomeriggio del 14 si è tenuta una partecipata assemblea del Coordinamento Studentesco Livornese che ha deciso di impegnarsi per diffondere la protesta in tutte le scuole e per garantire una continuità delle lotte.
Si può dire che a Livorno la giornata del 14 novembre è stata una intensa giornata di lotta, che ha saputo comporre anche situazioni molto diverse, superando di gran lunga i limiti di una scadenza difficile. Infatti alle differenti posizioni sullo sciopero prese all’interno del sindacalismo di base va aggiunta la ridicola piattaforma di indizione della CES, a cui ha aderito la CGIL, che a livello provinciale aveva oltretutto revocato lo sciopero per una inesistente alluvione, probabilmente per timore che qualche “loro” lavoratore partecipasse al corteo del Coordinamento Studentesco.
I compagni anarchici erano presenti al corteo con le proprie bandiere ed il Collettivo Anarchico Libertario ha diffuso il volantino di cui riportiamo il testo di seguito:
ORGANIZZARSI
PER LOTTARE
Non è più possibile aspettare. La “macelleria sociale” del governo Monti, l’austerità ed i sacrifici, si concretizzano giorno dopo giorno nella disoccupazione, nei licenziamenti, negli sfratti, nell’attacco alla libertà ed alle condizioni di vita e di lavoro. Il governo continua a imporre le proprie scelte servendosi della violenza e della paura, cercando di farle accettare come “sacrifici” inevitabili.
Paura come arma usata da chi ci vuole sempre più sfruttati e ricattabili. La paura dei manganelli della polizia, la paura di lottare invano, la paura di perdere anche quel poco che ci rimane, la paura di essere da soli e impotenti di fronte a chi decide delle nostre vite.
C’è chi dice che in Italia non si sta muovendo niente mentre in Grecia, in Spagna e in Portogallo si è sviluppata una forte opposizione di piazza. C’è chi spera che tutto si risolva con una bella campagna elettorale. C’è chi non si accorge delle tante lotte che in realtà si stanno sviluppando.
In molte città ci si organizza per resistere agli sfratti, ai licenziamenti, alla disoccupazione. Sono presenti diverse situazioni in cui lavoratori lottano anche duramente e senza delegare ai partiti o ai sindacati. Ci sono molte lotte locali contro le nocività, per la salute e contro le grandi opere, come ad esempio la lotta contro la TAV o contro le discariche e gli inceneritori. Negli ultimi mesi ci sono state numerose manifestazioni contro la guerra, le spese militari ed il militarismo. Intanto gli studenti continuano a mobilitarsi.
È evidente che c’è un malcontento diffuso che si sta trasformando in voglia di lottare. Questo però non basta, c’è bisogno di unire le varie forme di opposizione, c’è bisogno di costruire la solidarietà tra le lotte e di svilupparle anche in una prospettiva internazionale.
Le direttive di “macelleria sociale” sono infatti le stesse in Italia come negli altri paesi europei, perché sono decise dalla Commissione Europea, nominata dagli stessi governi.
Quindi il ruolo dei governi, dello Stato, per difendere gli interessi di pochi capitalisti e banchieri è quello di mettere in campo tutta la propria struttura di potere, controllo e violenza per attuare queste politiche.
Di fronte alla necessità di respingere questi attacchi, diventa importante organizzarsi, dal basso, con un metodo orizzontale e rilanciare dei percorsi di lotta che vadano al di là delle singole scadenze acquisendo una prospettiva più ampia.
Sono i lavoratori, gli studenti, i precari, i disoccupati, i pensionati e i migranti che possono farlo, riprendendo nelle proprie mani la lotta, preparandosi a prendere nelle proprie mani l’organizzazione di una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione.
Collettivo Anarchico Libertario
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– Novembre 19, 2012
Dove trovare Umanità Nova a Livorno?
Elenco aggiornato dei punti di distribuzione in città del settimanale anarchico Umanità Nova.
– Edicola in Piazza Damiano Chiesa
– Edicola in Piazza Grande all’angolo con Via Pieroni, di fronte al bar Sole
– Libreria Belforte in Via della Madonna 31
– Presso la sede della Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33, durante l’apertura settimanale del giovedì dalle 18 alle 20 ed in occasione di assemblee, dibattiti o altre iniziative nella sede.
Il giornale è anche diffuso in piazza durante manifestazioni, presidi e banchetti.
http://www.umanitanova.org/
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– Novembre 17, 2012
Livorno: Oltre mille studenti, precari e lavoratori in corteo. Ingresso in massa in comune poi bloccato varco portuale. Il video
da: senzasoste.it
Oltre mille persone hanno letteralmente attraversato la città di Livorno questa mattina in occasione dello sciopero. Nonostante a Livorno, come in altre città della Toscana, la Cgil avesse revocato lo sciopero la partecipazione è stata buona. Molti studenti ma anche il comitato precari e disoccupati della ex caserma, le famiglie occupanti la ex struttura asl, i professori dell’Unicobas e una delegazione del sindacato Usb hanno dato vita ad un corteo molto vivo, partito da piazza Cavour fino a piazza del Municipio.
Davanti al Comune centinaia di ragazzi sono entrati dentro il Municipio salendo fino al primo piano per fare un’assemblea dentro il consiglio comunali. Di fronte al respingimento da parte di vigili urbani e digos ci sono stati momenti di tensione dentro il palazzo. Una volta usciti il corteo è continuato spontaneamente e almeno 500 partecipanti sono riusciti ad entrare a Varco Valessini bloccando per circa un’ora le operazioni di ingresso e uscita in quella zona del porto.
Il video del corteo e dell’ingresso in Comune
A presto altre foto e comunicati
red. 14 novembre 2012
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– Novembre 14, 2012
Organizzarsi per lottare!
ORGANIZZARSI PER LOTTARE
Non è più possibile aspettare. La “macelleria sociale” del governo Monti, l’austerità ed i sacrifici, si concretizzano giorno dopo giorno nella disoccupazione, nei licenziamenti, negli sfratti, nell’attacco alla libertà ed alle condizioni di vita e di lavoro. Il governo continua a imporre le proprie scelte servendosi della violenza e della paura, cercando di farle accettare come “sacrifici” inevitabili.
Paura come arma usata da chi ci vuole sempre più sfruttati e ricattabili. La paura dei manganelli della polizia, la paura di lottare invano, la paura di perdere anche quel poco che ci rimane, la paura di essere da soli e impotenti di fronte a chi decide delle nostre vite.
C’è chi dice che in Italia non si sta muovendo niente mentre in Grecia, in Spagna e in Portogallo si è sviluppata una forte opposizione di piazza. C’è chi spera che tutto si risolva con una bella campagna elettorale. C’è chi non si accorge delle tante lotte che in realtà si stanno sviluppando.
In molte città ci si organizza per resistere agli sfratti, ai licenziamenti, alla disoccupazione. Sono presenti diverse situazioni in cui lavoratori lottano anche duramente e senza delegare ai partiti o ai sindacati. Ci sono molte lotte locali contro le nocività, per la salute e contro le grandi opere, come ad esempio la lotta contro la TAV o contro le discariche e gli inceneritori. Negli ultimi mesi ci sono state numerose manifestazioni contro la guerra, le spese militari ed il militarismo. Intanto gli studenti continuano a mobilitarsi.
È evidente che c’è un malcontento diffuso che si sta trasformando in voglia di lottare. Questo però non basta, c’è bisogno di unire le varie forme di opposizione, c’è bisogno di costruire la solidarietà tra le lotte e di svilupparle anche in una prospettiva internazionale.
Le direttive di “macelleria sociale” sono infatti le stesse in Italia come negli altri paesi europei, perché sono decise dalla Commissione Europea, nominata dagli stessi governi.
Quindi il ruolo dei governi, dello Stato, per difendere gli interessi di pochi capitalisti e banchieri è quello di mettere in campo tutta la propria struttura di potere, controllo e violenza per attuare queste politiche.
Di fronte alla necessità di respingere questi attacchi, diventa importante organizzarsi, dal basso, con un metodo orizzontale e rilanciare dei percorsi di lotta che vadano al di là delle singole scadenze acquisendo una prospettiva più ampia.
Sono i lavoratori, gli studenti, i precari, i disoccupati, i pensionati e i migranti che possono farlo, riprendendo nelle proprie mani la lotta, preparandosi a prendere nelle proprie mani l’organizzazione di una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione.
Collettivo Anarchico Libertario
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– Novembre 14, 2012
Comunicato di solidarietà con gli occupanti di Via Ernesto Rossi
Nella nostra città nelle ultime settimane c’è stato un vertiginoso aumento degli sfratti, compiuti spesso con l’uso della forza. A Livorno sta esplodendo una situazione abitativa già arrivata negli scorsi anni ad un livello critico. Le politiche di austerità ed i “sacrifici” imposti dal governo che tagliano salari, diritti e posti di lavoro, hanno sicuramente esteso il problema, tanto che molti adesso non possono permettersi di pagare un affitto. La risposta dell’amministrazione comunale e delle istituzioni è chiara e repressiva, intervento di polizia e carabinieri negli sfratti.
Solo la solidarietà e l’azione diretta, possono arginare questa situazione. Per questo sosteniamo l’occupazione dell’ex ASL di Via Ernesto Rossi, uno dei tanti edifici sfitti ed abbandonati in città.
È importante che questa iniziativa sia un esempio di come collettivamente è possibile rispondere alla violenza delle istituzioni e riprendersi ciò che ci viene negato.
Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org
13/11/12
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– Novembre 14, 2012
No Tav. Una giornata di ordinaria resistenza
da: http://anarresinfo.noblogs.org
L’appuntamento è alle 17,30 al presidio di Susa. I segusini sono in pista dalla notte precedente, quando, approfittando delle tenebre e del sonno di chi per campare deve lavorare, centinaia di poliziotti e carabinieri hanno accompagnato di soppiatto tre trivelle per l’ennesimo sondaggio politico in Val Susa.
L’assemblea è veloce veloce. C’è chi vuole andare a vedere da vicino l’area militarizzata, chi invece opta per il blocco dei mezzi obbligati dalla polizia ad uscire a Susa.
Sin dalla notte precedente la polizia aveva bloccato la statale 24, rendendo difficile muoversi agli abitanti di Traduerivi, e chiudendo la A32 in direzione Torino. I cartelli della Sitaf avvertivano che il blocco era dovuto ad una fantomatica manifestazione No Tav.
Questa sera i No Tav hanno bloccato davvero i Tir, lasciando passare le auto e i mezzi di lavoro più snelli. Intorno alle sette e mezza la coda sulla statale 25 era di quasi undici chilometri.
Intorno alle 19,30 un poliziotto perde la testa e minaccia con la pistola i No Tav di ritorno dalla visita alle trivelle: alla fine dovrà andarsene di corsa spinto dalla naturale indignazione dei manifestanti. Il Tg3 trasformerà l’episodio in “aggressione alla polizia”.
I No Tav sono ormai avvezzi alla neolingua dei media e non ci badano più di tanto.
Intorno alle ventidue la protesta si sposta alla rotonda di Chianocco e, di lì, all’autostrada. In breve in corrispondenza con le due rampe di accesso vengono erette barricate poi date alle fiamme.
Per questa notte per il cambio turno i poliziotti di guardia alle tre trivelle e al fortino/cantiere di Chiomonte dovranno fare il giro lungo, su e giù dal Sestriere. Intanto la maternità dell’ospedale di Susa è stata chiusa. Un pezzo di sanità che se ne va, aggiungendosi ai tanti altri tagliati in quest’ultimo anno. L’ennesimo insulto a chi lotta contro lo sperpero di risorse pubbliche per finanziare le varie clientele dei partiti. Di governo e di opposizione. Qualunque sia il governo, qualunque sia l’opposizione.
La resistenza continua. Ogni giorno.
Prossimi appuntamenti:
Giovedì 15 novembre assemblea contro la repressione nella sala consiliare del comune di Bussoleno in via Traforo.
Martedì 20 novembre assemblea popolare al Polivalente di Bussoleno.
Mercoledì 1° novembre presidio al tribunale di Torino per la prima udienza di uno dei processi ai No Tav
Lunedì 3 dicembre manifestazione No Tav a Lyon in occasione del vertice Monti/Hollande.
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– Novembre 14, 2012
Trivelle a Susa, valle militarizzata. Assemblea ore 17,30 al presidio di Susa
riceviamo e pubblichiamo
Trivelle a Susa, valle militarizzata. Assemblea ore 17,30 al presidio di Susa
Nella notte tra il 12 e il 13 novembre decine di blindati e centinaia di
uomini in armi hanno militarizzato l’area tra la borgata Tra due Rivi e S.
Giuliano di Susa. La zona dell’autoporto è completamente bloccata dai
mezzi della polizia, che sorvegliano tre trivelle portate nella notte in
Val Susa.
Ieri il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri non si è fatta vedere
né al Municipio di Chiomonte, né al cantiere/fortino di Clarea. Nonostante
avesse annunciato da tempo la data all’ultimo ha dato forfait, con il
pretesto di altri impegni.
Il sindaco Pinard, che ne aveva chiesto la visita, si è dovuto
accontentare di un invito alla riunione del comitato per l’ordine e la
sicurezza tenutasi in prefettura a Torino.
All’appuntamento erano invece presenti i No Tav, che hanno presidiato sia
la zona del Municipio a Chiomonte sia l’area del cantiere/fortino della
Maddalena.
La mossa del ministro non si è fatta attendere. Sin dalla serata le strade
e l’autostrada sono state trapuntate dalle luci blu dei lampeggianti. In
nottata il blitz con le trivelle.
Si trivella in zone ben note, dove non servono sondaggi. Ma questo – è
chiaro – è l’ennesimo sondaggio politico, per saggiare e spezzare la
resistenza No Tav.
In vista del vertice tra Monti e Hollande fissato per il 3 dicembre a Lyon
il governo italiano vuole dimostrare di avere sotto controllo la
situazione anche nell’area dove dovrebbe sorgere il mega cantiere per il
tunnel di base. Non solo. Mercoledì 21 novembre comincia il processo ai No
Tav per lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e per la
manifestazione della settimana successiva: il governo vuole dare una
ulteriore prova di forza.
Sarà un buon banco di prova per una lotta che – inutile illudersi – non si
combatterà nella trincea di Clarea ma per le strade della Val Susa. E non
solo.
Appuntamento di lotta oggi – 13 novembre – ore 17 al presidio di Susa –
zona San Giuliano all’uscita dell’autostrada.
per evitare blocchi e rallentamenti si consiglia di ascoltare radio
blackout sui 105,250 delle modulazioni di frequenza
Posted in Generale, Iniziative, Nocività-Salute, Repressione.
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– Novembre 13, 2012
Piacenza.Cariche all’IKEA
da: http://senzafrontiere.noblogs.org
pubblicato sul n. 34 di Umanità Nova del 11/11/2012
La mappa della logistica in Emilia-Romagna e Lombardia? È una mappa dello sfruttamento e della violenza. La violenza dei caporali, la violenza dello stato. La violenza di Ikea. Quella di azienda “friendly” è solo una patina. Ma la lotta dei lavoratori prosegue: nemmeno le manganellate, le botte e i lacrimogeni la fermano.
Piacenza. Area logistica di Le Mose. Una distesa enorme di capannoni e edifici anonimi. Col minimo comune denominatore dello sfruttamento. Il magazzino Ikea è lunghissimo, l’emblema del nuovo schiavismo: contratti non rispettati, minacce di licenziamento, salari pagati la metà di quella prevista. E così come ai magazzini dell’Esselunga a Basiano, come alla Tnt di Piacenza i lavoratori, tutti immigrati, si rivoltano.
I lavoratori lottano? La polizia carica. Violenza ed attacchi padronali la mattina del 2 novembre. Cinque feriti tra i lavoratori che dalle 6 stavano partecipando al picchetto per bloccare gli ingressi al magazzino. Che si vanno ad aggiungere ai feriti dei giorni precedenti. Da 12 giorni infatti i lavoratori stanno manifestando davanti ai cancelli per reclamare il rispetto del contratto.
Già nelle altre mattine polizia era intervenuta su ordine del questore facendo il proprio lavoro contro i lavoratori e i solidali seduti a terra. Dopo l’attacco della celere quattro lavoratori sono finiti al Pronto Soccorso. Le botte non hanno fermato la lotta ed i lavoratori hanno rifatto i picchetti. La risposta è stata altra violenza contro il presidio dei lavoratori della consorzio CGS, di cui fanno parte tutte e tre le cooperative che lavorano per il magazzino Ikea (Euroservizi, Cristall e San Martino).
Chi è il presidente della cooperativa San Martino? Mario Spezia, vicepresidente della Camera di Commercio di Piacenza, ex-presidente della Provincia di Piacenza nella giunta targata Pd. Nel 2009 Spezia era finito sotto inchiesta per un giro di false fatturazioni relativo ad alcune cooperative di cui era presidente. Anche le immagini parlano chiaro: i celerini si accaniscono su ragazze e ragazzi indifesi, colpevoli di essere solidali con la lotta degli operai. Ma Ikea non tollera nessuna protesta. Tutto deve filare liscio. Tutto deve tacere.
Posted in Lavoro, Repressione.
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– Novembre 11, 2012
Emergenza casa: occupata la ex Asl di via Ernesto Rossi
da: senzasoste.it
Oggi sabato 10 novembre come Ex Caserma abbiamo sostenuto l’occupazione dell’edificio in via Ernesto Rossi di proprietà dell’ asl. Il nostro gesto ha una ragione specifica: rispondere alla situazione di estrema gravità legata alle emergenze abitative.
Gli sfratti si avvicendano giorno dopo giorno (appena ieri ne sono stati eseguiti 3 e due nuclei di questi sono presenti all’interno dell’occupazione), il patrimonio pubblico subisce speculazioni e non viene destinato a scopi sociali (questo edificio, anche se non è da considerarsi come completamente pubblico ne è un esempio conclamato, dato che la privatizzazione dei servizi rappresenta uno snodo decisivo del ritiro dello stato sociale).
Di fronte all’incapacità istituzionale di assorbire le richieste di stato sociale, davanti in pratica ad una paralisi degli organi di governo , inutili nel risolvere le problematiche di migliaia di famiglie oggi ridotte in povertà, prive di lavoro o reddito, tanto da vedere minato un diritto fondamentale come quello all’abitare, noi rispondiamo con l’organizzazione dal basso dei soggetti bisognosi e le pratiche di riappropriazione dei beni di cui questi hanno bisogno.
La casa, dal nostro punto di vista, è un diritto universale, e consideriamo clamorosa l’esistenza di situazioni di privazione in materia di diritto all’abitare: la casa deve essere garantita a chiunque. Considerandolo poi un diritto universale, è impensabile per noi che categorie sociali come i singoli, come le famiglie unipersonali, non ricevano alcun riconoscimento e siano abbandonate a se stesse, dimenticate da ogni sistema di protezione, aggrappate a casuali legami di parentela, alle pensioni dei nonni e dei genitori.
Per questo, in un clima di esasperazione sociale, con migliaia di famiglie sbattute in mezzo di strada, noi scegliamo la via della lotta, della riappropriazione, e scegliamo questo edificio come megafono delle nostre rivendicazioni e come soluzione abitativa per 10 nuclei familiari, allargati e non. Non lasceremo l’edificio a meno che non venga offerta una soluzione alternativa alle famiglie. La nostra rivendicazione è lucida e chiara perché amplificata dal contesto che la ospita.
L’edificio che occupiamo al momento è di proprietà di un ente impegnato a smobilitare il proprio patrimonio per sostenere una speculazione edilizia legata alla riforma del sistema sanitario, riforma di certo peggiorativa per tutti noi. Si inserisce alla perfezione nel clima di ritiro dello stato sociale, che trova, come abbiamo già scritto sopra, un passaggio saliente anche nella privatizzazione dei servizi. La volontà da parte di Asl di monetizzare con la vendita dell’immobile è forte, ma forti sono anche le necessità della gente che si organizza e la volontà di chi sceglie di lottare. La battaglia non è facile ma con l’aiuto della città, di tutti voi che ora leggete, riuscirà a conquistarsi un tetto chi è in emergenza ed a fare discutere, finalmente con la dovuta attenzione, del problema casa, da sempre troppo sopravvalutato. Abbiamo bisogno di tutti voi.
EX CASERMA OCCUPATA
10 novembre 2012
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– Novembre 10, 2012
Sabato 3 in piazza Cavour: giornata informativa contro il megainceneritore
da: senzasoste.it
Sabato 3 novembre dalle ore 17 in piazza Cavour verrà organizzato un banchetto con materiale informativo e proiezioni video sull’inutilità e la nocività degli inceneritori con particolare riferimento al megainceneritore che vorrebbero costruire a Livorno. In queste settimane è uscito il nuovo Piano interporvinciale dei rifiuti dove, oltre ad una serie di dati pilotati volti solo a difendere la scelta dell’inceneritore, iniziano ad emergere le possibili localizzazioni. Sarà la prima di una lunga serie di iniziative che i comitati e i soggetti politici contrari a questo impianto metteranno in piedi. Invitiamo la cittadinanza a passare da piazza Cavour: è importante che una comunità sia informata su scelte che incideranno sul proprio futuro e sulla propria salute per molti anni. Informarsi è importante, per resistere e per proporre. red. 1 novembre 2012
Di seguito uno dei volantini che verranno distribuiti sabato.
INCENERITORE? NO, GRAZIE!
Comune, Provincia e Regione vogliono costruire in città un megainceneritore cinque volte più grande dell’attuale- che dovrebbe bruciare i rifiuti di mezza Toscana.
L’incenerimento è una scelta criminale condizionata dagli interessi di potenti gruppi politico-industriali, come quello dell’ex presidente di Confindustria Marcegaglia o Hera, azienda legata a doppio filo al PD. Non a caso il governo Monti taglia gli incentivi per le energie rinnovabili ma trova i soldi per chi brucia i rifiuti.
Anche se ogni tanto gli cambiano nome (termovalorizzatore, pirogassificatore ecc.) e si inventano che gli “impianti di nuova generazione” non inquinano, è provato che l’incenerimento dei rifiuti produce nano-polveri, diossine, furani ed altre sostanze tossiche che provocano cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus.
A Livorno il nuovo inceneritore andrebbe ad aggravare una situazione già insopportabile: nella nostra provincia, la più inquinata d’Italia dopo Taranto, molti studi scientifici hanno ormai dimostrato la relazione tra inquinamento ambientale e una preoccupante diffusione di malattie croniche e degenerative.
L’incenerimento brucia solo il 35% dei rifiuti totali. I restanti rifiuti finiscono COMUNQUE in discarica. E anche 70mila tonnellate l’anno di ceneri altamente tossiche dovrebbero essere smaltite in discariche speciali. È per questo che a Livorno si cerca di aprire nuove discariche con procedure autorizzative molto discutibili. Inoltre l’incenerimento necessita di consumare grandi quantità di acqua che viene sottratta dalle falde acquifere del territorio e quindi all’uso pubblico.
I rifiuti maggiormente riciclabili vanno a costituire il combustibile per rifiuti. Per questo l’incenerimento è uno spreco di risorse ed è incompatibile con la raccolta differenziata. Anche perché i comuni si impegnano a garantire al gestore un certo livello di profitti e per questo il flusso di rifiuti da bruciare non può scendere sotto un certo limite. Altrimenti pagano lo stesso con i soldi di tutti.
Ma il mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata stabiliti dalla normativa europea porterà -ed ha già portato- a dover pagare multe salatissime che graveranno sulla comunità; inoltre gli inceneritori vengono finanziati da ingenti fondi PUBBLICI attraverso un aumento del 7% sulla bolletta ENEL. Senza questi finanziamenti sarebbero fallimentari. Quindi è una balla che costruire nuovi inceneritori permette di abbassare le tariffe.
Ma dire NO non basta perché il tema dei rifiuti necessita di risposte concrete sia di breve che di lungo periodo.
Noi proponiamo di adottare la strategia RIFIUTI ZERO (già approvata dal consiglio comunale di Livorno) che prevede:
-Un’efficace raccolta differenziata porta a porta con decine di nuovi posti di lavoro (a Capannori in un bacino di 80mila abitanti ne sono stati creati 40);
-Una forte riduzione della produzione di rifiuti tramite il riciclo, il recupero e il riuso, difendendo la salute e l’ambiente;
-L’abbandono di un modello culturale basato sul consumo di prodotti inutili e sullo spreco.
Vertenza Livorno – Medicina Democratica – Ex caserma occupata
Posted in Generale, Iniziative, Nocività-Salute.
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– Novembre 2, 2012