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20/10: “Storie di Arditi del Popolo e donne ribelli”

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Scuola: con i tagli si risparmia sulla sicurezza. E all’Enriques spunta l’amianto

da: http://www.senzasoste.it/interventi/scuola-con-i-tagli-si-risparmia-sulla-sicurezza-e-all-enriques-spunta-l-aminato

Unicobas scuola fa il punto della situazione delle scuole livornesi dopo i tagli di personale e di sicurezza voluti dal governo. Topi, amianto, radon e situazioni strutturali al limite hanno caratterizzato queste ultime stagioni. E ogni anno è sempre peggio.

Pubblichiamo un breve rapporto stilato dal sindacato Unicobas Scuola di Livorno

scuola_pericolo_crolli

A quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico, la scuola non cessa di registrare quotidianamente problemi difficoltà e disagi. Gli effetti dei tagli che hanno abbattuto oltre 150.000 posti di lavoro docente e Ata negli ultimi quattro anni, si vanno a saldare con la spending review promossa dall’attuale governo e con un’ulteriore manovra di restrizioni.

A farne le spese, oltre  all’occupazione, alla qualità dell’istruzione, al diritto allo studio dei disabili, anche la sicurezza, che, come si può ben capire, richiede investimenti costanti. Sicurezza che invece non è  garantita per vari motivi. La riduzione del personale docente e l’aumento del numero di alunni per classe, ben oltre i parametri previsti, costringe alla insicurezza delle “classi pollaio”; la riduzione del personale ATA mette seriamente in discussione l’attività essenziale della vigilanza negli spazi esterni all’aula; il taglio degli assistenti tecnici, soprattutto degli istituti tecnici e professionali, non garantisce una sicura gestione dei laboratori, dei macchinari e delle sostanze in uso.  A questa generale mancanza di sicurezza si aggiungono “emergenze”, non spuntate dal nulla, ma generate da mancanza di investimenti sulla manutenzione degli edifici scolastici che, a vari livelli,  si traduce  comunque in una situazione di degrado e di rischio.

La cronaca recente ha messo in evidenza la presenza di topi alle scuole elementari Natali e Gramsci; ma va segnalata anche la presenza di amianto al Liceo scientifico Enriques, dove è stata  effettuata nei mesi estivi una bonifica della pavimentazione; né va dimenticata la dispersione di radon al Liceo Cecioni, verificatasi nella scorsa primavera; per non parlare dei consistenti scarti di amianto ritrovati qualche mese fa nel cortile della scuola d’infanzia di Nibbiaia.

E la situazione delle altre scuole? Dovrebbe essere noto, alla ASL come agli enti locali, che edifici costruiti in determinate epoche prevedevano l’impiego di materiali di cui è stata poi accertata la nocività. Come è possibile che l’ASL, nei suoi costanti monitoraggi, non abbia denunciato le situazioni di rischio e imposto le bonifiche? Come è possibile che ogni anno i Dirigenti scolastici licenzino senza fare una piega il documento di valutazione dei rischi? Su queste vicende deve essere fatta la massima chiarezza: la trasparenza d’informazione e la rimozione delle situazioni a rischio sicurezza rappresentano un dovere specifico sia per gli enti locali che gestiscono gli interventi strutturali sugli edifici scolastici, sia per i Dirigenti scolastici, responsabili al massimo livello dell’attuazione della normativa della sicurezza nelle scuole. E’ un dovere  ineludibile; è un dovere che, se disatteso, configura reato. Ma soprattutto è un dovere verso chi nella scuola studia e lavora.

Per la Segreteria  Unicobas  Scuola – Livorno

Claudio Galatolo

 

da “Il Tirreno”

Morti due studenti dell’Enriques,

c’è l’ombra dell’amianto

Dopo il decesso di Lorenzo e Gianluca e una denuncia anonima la Procura ha aperto un’indagine. Al centro degli accertamenti il materiale con il quale sono incollati i pavimenti dell’Istituto

LIVORNO. Lorenzo Fornaciari aveva 15 anni, Gianluca Raglianti due in più. Sono morti a quarantanove giorni di distanza l’uno dall’altro, tra il dicembre e il febbraio scorso per colpa di una forma molto aggressiva di tumore. Ma ora sulla loro scomparsa c’è l’ombra dell’amianto in classe. In comune, infatti, questi due adolescenti avevano tre cose: erano bravi a scuola, appassionati di sport ed entrambi frequentavano il liceo scientifico Federico Enriques: 1019 iscritti divisi sui tre piani di una struttura pensata per essere una caserma dei vigili del fuoco e che, invece, negli ultimi 40 anni, ha formato e sfornato generazioni di ragazzi.

È su quest’ultima analogia che una denuncia anonima arrivata alla Procura della Repubblica all’inizio di aprile ha messo l’attenzione. Nel documento si farebbe riferimento, in particolare, alle conseguenze che il polivinil- amianto, materiale con il quale il linoleum che tappezza corridoi e aule del liceo è incollato al pavimento, possa avere sulla salute di chi vi entra in contatto. Soprattutto perché, nel tempo, la pavimentazione dell’Enriques si è usurata, tanto da cedere e formare delle bolle che da un lato rischiano di diventare trappole e dall’altro di disperdere le polveri nell’aria.

Una segnalazione tanto dettagliata da convincere il procuratore capo Francesco De Leo a disporre degli accertamenti per verificarne le eventuali conseguenze. Possibile – è la domanda chiave – che un’esposizione anche minima del tempo possa aver avuto conseguenze tanto gravi. Per rispondere la Procura ha lavorato dietro le quinte con Asl, Arpat e Provincia per sei mesi. Da un lato sono state acquisite le cartelle cliniche dei ragazzi, in seguito è stata chiesta una consulenza al centro oncologico di Firenze e infine sono stati anche ascoltati i loro genitori.

Ora la Procura sta aspettando la relazione dell’Asl sulla salubrità dell’edificio. Anche se l’incaricata dell’Asl ha già spiegato come le patologie dei ragazzi non sarebbero legate all’esposizione a fibre di amianto. Solo allora il pubblico ministero deciderà se e come procedere per togliere di mezzo quelle ombre che hanno già messo in allarme i genitori di alcuni alunni.

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PISA: ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA – NO ALLA GUERRA! NO ALLE SPESE MILITARI! NO EL ALAMEIN!

da: senzasoste.it

ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA
MARTEDI’ 9 OTTOBRE ORE 21 A LETTERE
NO ALLA GUERRA! NO ALLE SPESE MILITARI! NO EL ALAMEIN!

Sabato 27 ottobre a Pisa la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà il 70° anniversario della battaglia di El Alamein, nella quale venne sconfitta assieme alle forze naziste. Si tratta di una parata nostalgica, di uno sfoggio di armi e strumenti di morte che radunerà fascisti, estremisti di destra e guerrafondai da tutta Italia. Una vergogna per la città, che vedrà l’occupazione e la militarizzazione dello stadio, di Piazza dei Miracoli, dove si svolgeranno le celebrazioni e delle zone circostanti.

Nella guerra non c’è niente di valoroso, niente da festeggiare, tanto meno in una guerra fascista.
Ma queste non sono soltanto celebrazioni nostalgiche:
da sempre celebrare le guerre del passato serve a giustificare quelle del presente, a preparare le guerre di domani.
La Folgore infatti è stata impiegata dagli anni ’80 in numerose missioni “umanitarie”. La Brigata ha partecipato alle guerre di occupazione in Afghanistan e Iraq ed è stata protagonista di vere e proprie brutalità come nel caso delle violenze, degli stupri e delle torture perpetrate dai paracadutisti contro la popolazione civile in Somalia all’inizio degli anni ’90.
Intanto il ministro della difesa, l’ammiraglio Di Paola, militare e uomo della NATO, ha deciso di bombardare l’Afghanistan, mentre dopo la guerra in Libia si preparano nuove possibili avventure militari, non ultima la Siria.

Monti lo ha detto chiaramente più volte: “Siamo in guerra”.
È la guerra condotta dal governo contro lavoratori e lavoratrici per aumentare i profitti delle banche e degli industriali, per proteggere i privilegi della Chiesa e della casta militare. È la guerra del governo contro qualsiasi dissenso interno, che militarizza i territori e reprime chi solleva la testa.
Quella che si terrà a Pisa il 27 ottobre sarà la celebrazione della rapina quotidiana nei confronti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti e delle fasce più deboli della popolazione.
Il governo Monti e l’UE impongono sempre maggiori sacrifici, ci dicono che le casse sono vuote, ma i soldi ci sono!
Infatti mentre crollano salari e diritti, mentre aumentano licenziamenti, tasse e tagli al sociale ed all’istruzione, la casta militare non rinuncia alle proprie autocelebrazioni ed ai propri privilegi.
Le spese militari complessive per il 2012 in Italia sono di 30 miliardi (fonte SIPRI), oltre 10 miliardi nei prossimi anni per l’acquisto di cacciabombardieri F35, per le missioni all’estero sono spesi 1,4 miliardi di euro, e intanto l’industria bellica fa affari d’oro.

È arrivato il momento di dire basta!
Basta alla guerra, al militarismo, al nazionalismo! Basta al governo Monti, ai sacrifici, alle politiche di austerità! Basta alle spese militari, ai tagli, ai licenziamenti! Basta alla militarizzazione e alla repressione del dissenso! Basta deliri nostalgici e relitti del fascismo! Basta El Alamein!

Negli scorsi anni la Festa della Folgore si era svolta a Livorno, dove si è sviluppata una forte opposizione, culminata in due grandi manifestazioni unitarie.
A Pisa in questi anni i militari, le istituzioni locali e la stampa hanno imbastito una campagna per mostrare il lato “sportivo” e “umanitario” dell’esercito, coinvolgendo nella propaganda militarista anche i bambini delle scuole elementari. Una propaganda che serve a far passare una nuova idea di città, la città militare.
La città dell’Hub, il nuovo aeroporto militare in costruzione, secondo in Europa, che arriverà a movimentare fino a 30000 militari al mese. A Pisa è dunque fondamentale opporsi alla commemorazione di El Alamein.

Parliamone in una assemblea pubblica cittadina martedì 9 ottobre alle ore 21 presso la Facoltà di Lettere. Tutte e tutti sono invitati a confrontarsi per organizzare, in modo unitario, un’opposizione di piazza alla commemorazione di El Alamein per la giornata del 27 ottobre.

Pisa contro la guerra

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Coordinamento studentesco: “PENSA, AGISCI, LOTTA!”

da: http://senzasoste.it/interventi/coordinamento-studentesco-pensa-agisci-lotta

studenti_corteo_bankitalia

Questa mattina siamo scesi in piazza, circa un migliaio tra studenti  e lavoratori del comitato dei disoccupati e precari e del comitato degli sfrattati dell’Ex Caserma Occupata , partendo da Piazza Cavour abbiamo sfilato per le vie della città gridando ad alta voce il nostro dissenso verso quelle politiche di governo che da anni continuano a soffocare il diritto all’istruzione.

Il corteo si è soffermato in Via Cairoli, dove alcuni studenti del coordinamento studentesco hanno lanciato uova e chiuso simbolicamente alcune banche, per attirare l’attenzione sull’origine finanziaria di una crisi che oltre a colpire il reddito dei singoli ha reso possibile lo smantellamento dello stato sociale, in particolare dell’istituzione scolastica e la precarizzazione di tutte le nostre garanzie future.

Proseguendo in Piazza Grande, un esponente del comitato disoccupati e precari ha preso il microfono per porre l’attenzione sulla continuità che c’è tra la scuola ed il mondo del lavoro; così come la scuola va sempre più ridimensionando la creazione di massa critica attraverso programmi sempre più tecnicizzati (vedi test INVALSI), il mondo del lavoro vede ridurre in schiavitù (dato che la precarietà ci toglie ogni possibilità di scelta) le nostre future vite professionali.

Giunti  in Piazza del Municipio, una volta affissi due striscioni sulla scala del comune e sulla banca d’Italia, alcuni studenti e alcuni insegnanti sono intervenuti nuovamente  ponendo l’accento sulla contrarietà verso la casta politica e il governo Monti, che ha solo peggiorato quanto iniziato dalla Gelmini introducendo criteri di valutazione ancora più competitivi e conformistici senza tuttavia apportare nessun miglioramento concreto ai problemi lasciati dai recenti tagli alla scuola pubblica.

Infine il coordinamento studentesco ha indetto un’assemblea per discutere di future mobilitazioni. L’assemblea si svolgerà presso l’Ex Caserma Occupata (Via Adriana 16) alle ore 17.

La scuola che noi vogliamo deve essere libera, gratuita e slegata dalle logiche di mercato.

Link: Le foto dei cortei e delle scorribande poliziesche da tutta Italia

Coordinamento studentesco livornese

5 ottobre 2012

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Non è più tempo di lamentarsi…

Testo del volantino diffuso oggi alla manifestazione studentesca a Livorno organizzata da Coordinamento Studentesco Livornese e che sarà diffuso nelle scuole nei prossimi giorni

NON È PIÙ TEMPO DI LAMENTARSI…

La libertà, le condizioni di vita e di lavoro della maggior parte della popolazione sono quotidianamente sotto attacco.
Il governo cerca di far accettare misure di macelleria sociale sempre più pesanti, utilizzando la favola dei “sacrifici” ed il ricatto di una crisi che sta in realtà creando sempre più profitti per capitalisti e banchieri.
Tagli devastanti al sociale ed ai servizi, riduzione di salari e diritti, aumento delle tasse, della disoccupazione e della precarietà.
In questa situazione la scuola subisce più che mai i colpi del governo, sulla scia dei tagli e delle riforme degli ultimi vent’anni.
Ancora pesanti tagli, classi pollaio, un’istruzione sempre più scadente ed allineata con il potere, edifici scolastici fatiscenti, totale aziendalizzazione della scuola con l’ingerenza sempre più ingombrante di privati e affaristi. Intanto in nome del “merito” il ministro dell’istruzione Profumo vuole trasformare la scuola in una specie di “talent show” in cui si premia il più bravo ad imparare la lezione a memoria, lasciando nell’ignoranza tutti coloro su cui non conviene investire.
Ora più che mai è chiaro il ruolo della scuola nella società.
Le politiche dei governi ci mostrano come l’istituzione scolastica non abbia minimamente lo scopo di creare cittadini capaci di utilizzare criticamente le proprie conoscenze.

LA SCUOLA È SFRUTTAMENTO E PRECARIETÀ

La scuola prepara ad accettare lo sfruttamento sul lavoro. L’aziendalizzazione e l’ingerenza dei privati nella scuola lega ancora di più l’apprendimento al profitto economico e alle competenze richieste dalle aziende. Mentre con l’alternanza scuola lavoro, gli stages, i tirocini gli studenti imparano ad essere sfruttati lavorando senza essere pagati. Ma la scuola fa molto di più insegna ad accettare e giustificare le diseguaglianze sociali.

LA SCUOLA È AUTORITARISMO

L’istituzione scolastica è organizzata in modo fortemente gerarchico. Gli studenti imparano ad obbedire a regole assurde, ad essere puniti, ad accettare le imposizioni dell’autorità.
La scuola prepara dunque ad accettare la società autoritaria, prepara ad essere oppressi.
La scuola è anche strumento di propaganda nazionalista e religiosa: alcuni vorrebbero che gli studenti cantassero l’inno nazionale come soldatini, mentre l’ora di religione cattolica è una realtà e la questione del crocifisso nelle aule si presenta periodicamente.
La scuola impone il modello politico istituzionale insegnando agli studenti a non impegnarsi in prima persona per difendere i propri interessi, ma a delegare le proprie idee e le proprie azioni votando un rappresentante.
L’imposizione di nozioni da imparare è uno dei modi in cui si manifesta l’organizzazione autoritaria dell’apprendimento, che non permette un libero sviluppo delle coscienze.

LA SCUOLA È REPRESSIONE E CONTROLLO

Gli studenti sono abituati ad essere continuamente controllati e giudicati.
L’autoritarismo nella scuola si manifesta anche nella repressione e nel controllo degli studenti e delle loro attività. Il voto di condotta ne è uno degli esempi più evidenti. La repressione ed il controllo si concretizzano in rapporti, brutti voti e sospensioni per aver partecipato ad occupazioni, autogestioni o assemblee non autorizzate, nel bollare come “assenza collettiva” la partecipazione di massa alle manifestazioni, nel divieto di distribuire volantini a scuola.

La scuola ha questo ruolo perché la società è basata sull’oppressione e sullo sfruttamento. Lo sviluppo libero delle capacità di ciascuno la formazione di coscienze libere non è possibile nella scuola, ma solo all’interno di una pratica liberata di educazione, in una società libera.
Proprio per questo è importante che gli studenti rilancino la lotta.

Senza avere fiducia nei partiti, è fondamentale praticare l’azione diretta, organizzandosi dal basso a partire dalle scuole, dai collettivi, unendosi alle lotte dei precari, dei lavoratori, dei disoccupati e a tutti coloro che stanno alzando la testa contro le politiche di austerità. Rilanciare la lotta per una società libera, non solo contro il governo Monti ma contro ogni governo, per un mondo di liberi ed eguali.

…È L’ORA DI ORGANIZZARSI!

Collettivo Anarchico Libertario
http://collettivoanarchico.noblogs.org
collettivoanarchico@hotmail.it

 

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20/10: “Storie di arditi del popolo e donne ribelli”

“Storie di arditi del popolo e donne ribelli”

Sabato 20 ottobre ore 17

presso la Federazione Anarchica Livornese

Via degli Asili 33

 

Tra l’estate 1921 e quella del ’22, i quartieri popolari di Livorno e Ardenza opposero una decisa resistenza all’offensiva reazionaria delle squadre fasciste finanziate dal padronato e protette dalle forze dell’ordine. I protagonisti del primo antifascismo, quasi dimenticati, furono Arditi del popolo, ma anche operai, popolani, uomini e donne ribelli che, senza aspettare o rispettare ordini di partito, si organizzarono per difendere con l’azione diretta le libertà sociali e le conquiste della classe lavoratrice.

Fu così che, rinnovando lo spirito di rivolta che aveva animato il popolo livornese durante il Risorgimento, i quartieri del “sovversivismo” rappresentarono lo scoglio, più duro incontrato dal fascismo nella conquista della città e furono anche il terreno in cui sorse l’arditismo popolare.

Nell’agosto 1922, durante lo sciopero generale contro le violenze fasciste, si giungeva quindi all’epilogo, con l’estremo attacco militare all’ultima città toscana che resisteva al fascismo. Per vincere le barricate della difesa proletaria, oltre ai fascisti provenienti da mezza regione, si dovette fare ricorso alle autoblindo dell’esercito, allo stato d’assedio e agli arresti di massa.

La gravità dei conflitti sostenuti tra il 2 e il 3 agosto resta testimoniata dall’alto numero di vittime tra gli antifascisti e gli abitanti dei quartieri popolari: ben otto morti, tra cui tre anarchici, un comunista, un socialista, una donna, un ragazzo e un anziano.

A qualcuno di loro è stata dedicata una lapide, ma tocca all’antifascismo rinnovarne la memoria.

 

Ne parliamo con Marco Rossi, autore di una ricerca su Livorno sovversiva.

A seguire, alle ore 20 cena sociale.

Questo incontro conclude un ciclo di iniziative organizzato per il novantesimo anniversario dei fatti dell’Agosto 1922 dalla Federazione Anarchica Livornese e dal Collettivo Anarchico Libertario per la valorizzazione della memoria antifascista e degli arditi del popolo.

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

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Manifestazioni di solidarietà con i compagni bielorussi: foto e link

da: http://www.umanitanova.org/solidarieta-con-i-prigionieri-anarchici-biellorussi

alcune foto dalle manifestazioni di Roma e Londra e link ad altre iniziative di piazza in Europa.

 

Roma

Londra


Torino
http://anarresinfo.noblogs.org/2012/09/18/liberta-per-gli-anarchici-biel…

Parigi
http://www.federation-anarchiste.org/spip.php?article1074

Berlino

http://estrecho.indymedia.org/general/noticia/all-out-street

Bonn

http://asjbonn.blogsport.de/2012/09/23/solidaritaetsaktion-mit-den-gefan…

Sudwest

http://fda-ifa.org/wp-content/uploads/2012/09/IMG_3.jpg

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In ricordo di Piero Balestri

Domenica 16 settembre, all’età di 82 anni, ci ha lasciato il compagno Piero Balestri, meglio noto come “Burrasca”. Tutti coloro che almeno una volta sono entrati nella sede della Federazione Anarchica Livornese hanno avuto occasione di conoscerlo: Piero infatti curava la gestione della sede, che, finché le condizioni fisiche glielo hanno consentito, teneva aperta tutti i giorni, festivi compresi, dalla mattina alla sera, curando in particolare la gestione del bar, ma non solo. Grazie a lui veniva ritirata la stampa, portata Umanità Nova nelle edicole, curate le noie quotidiane come bollette, lavori di manutenzione, rapporti con i vicini. Grazie alla sua presenza i compagni potevano frequentare la sede in qualsiasi momento, per una riunione d’emergenza, per fare uno striscione o un volantino, ma anche per studiare, per chiacchierare, per fare una bevuta. Memorabili i suoi ponci. Ma soprattutto preziosa l’esperienza che era in grado di comunicare per le vicende vissute nella sua intensa vita. Precocemente orfano, precocemente operaio, si imbarcò poi come marittimo e sul mare trascorse gli anni centrali della sua vita, con vicissitudini non indifferenti, che lo videro anche espulso dagli Stati Uniti. La sua era una famiglia di anarchici: Pietro Gori , in alcune occasioni, ebbe modo di pernottare in casa dei nonni paterni; suo padre fu tra i promotori dell’iniziativa, concretatasi, di intitolare una strada a Pietro Gori a Livorno.

Piero, anarchico da sempre, ha partecipato costantemente al dibattito politico, sempre pronto a confrontarsi animatamente e talvolta polemicamente -da qui il soprannome “Burrasca”- ma anche capace di comunicare dolcezza e tenerezza; ha preso parte fino agli ultimi istanti della sua vita alle iniziative dei compagni, che seguiva e sosteneva attivamente. Le compagne e i compagni livornesi lo ricordano con affetto.

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21/09 aperitivo e assemblea/dibattito sulla repressione in Bielorussia

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Iniziative in solidarietà con i prigionieri anarchici bielorussi

Appuntamenti:

Roma
Presidio  Sabato 22 settembre alle 10.30 presso l’ambasciata Biellorussa in via delle Alpi Apuane 16 (dietro Piazza Sempione)

Organizza il Gruppo anarchico Carlo Cafiero – F.A.I. ROMA /// www.carlocafiero.org

Torino
Presidio sabato 22 settembre ore 10/13 al Balon via Borgodora angolo via Andreis

Organizza la Federazione Anarchica Torinese fai_to@inrete.it  http://anarresinfo.noblogs.org

Reggio Emilia
Presidio Venerdì 21 Settembre ore 16 Via Emilia S. Pietro incrocio con via Gabbi

Organizza la Federazione Anarchica Reggiana /// 3485409847

Livorno

Venerdì 21 settembre
presso la Federazione Anarchica Livornese, Via degli Asili 33
ore 20 aperitivo
ore 21:30 Assemblea/dibattito sulla repressione in Bielorussia
con proiezione del video realizzato nel 2011 dall’Anarchist Black Cross bielorussa
organizzano:
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

Palermo
Venerdì 21 settembre, alle 21.00 in via Lungarini 23, avremo il piacere di ospitare un nuovo appuntamento di Letture Maledette. Tema dei racconti che verranno letti: “Dietro le sbarre“. Da parte nostra, cogliamo l’occasione per dedicare la serata agli anarchici bielorussi detenuti e a tutti i prigionieri politici che stanno subendo la feroce repressione del presidente-dittatore Lukashenko. Anche Amnesty International non è rimasta indifferente alla situazione dei diritti umani in Bielorussia.

Organizza:
Spazio di cultura Libert’aria

Di seguito il comunicato dell‘IFA – Internazionale delle Federazione Anarchiche
che indice le giornate di solidarietà internazionale

Appello dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche

L’IFA fa appello alla solidarietà verso i detenuti politici in Bielorussia, fra i quali i nostri compagni anarchici. E’ passato molto tempo dall’ultimo appello alla solidarietà verso gli anarchici bielorussi. Oggi occorre con urgenza una nuova ondata di solidarietà, per far sì che escano dalle carceri. Per questo invitiamo a partecipare alla mobilitazione in solidarietà con i detenuti politici bielorussi il 22 e 23 di settembre 2012 (giorno delle elezioni parlamentari).

Gli attivisti Ihar Alinevich, Mikalai Dziadok, Artsiom Prakapenka, Pavel Syramolatau, Aliaksandr Frantskievich, Jauhen Vas’kovich imprigionati nell’autunno 2010 e inverno 2011 e poi condannati a pene da 3 a 8 anni di carcere nel maggio 2011 per una serie di attacchi ai simboli dello stato e del capitale, sono alla fine del loro secondo anno di prigione. Durante questo periodo i loro compagni e parenti hanno fatto del loro meglio per aiutarli ad avere migliori condizioni di detenzione e liberarli. Nell’ottobre 2011 sono stati riconosciuti come prigionieri politici da parte di organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Questo fatto ha dato loro migliori possibilità di essere liberati al più presto, perché in questo momento il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko è sottoposto a pressioni da parte dell’Unione Europea per depenalizzare i reati politici e liberare i prigionieri a causa di tali reati. Dall’agosto 2011 ha anche amnistiato più di 30 di questi ma nessuno dei nostri compagni è stato liberato. Lukashenko ha detto pubblicamente che amnistierà soltanto coloro che avanzeranno una richiesta di grazia ammettendo la propria colpa e chiedendogli personalmente perdono e che tutti gli altri resteranno in prigione. Infatti a tutti i prigionieri anarchici è stato proposto diverse volte di firmare questa domanda. 5 di loro hanno rifiutato. Artsiom Prakapenka ha firmato dietro pressione ma è tuttora in carcere. Oggi in Bielorussia ci sono ancora 15 prigionieri politici fra i quali 5 nostri compagni e in più un altro incarcerato per un’azione di solidarietà con loro.

Tutti i prigionieri politici sono sottoposti a diverse forme di pressione da parte delle amministrazioni delle prigioni dove sono rinchiusi, perché Lukashenko vuole uscire da questa situazione come vincitore e far sembrare che non sia stata l’Unione Europea a forzarlo a liberare i prigionieri politici per paura di sanzioni politiche ed economiche. I casi di pressione sui prigionieri comprendono: trasferimenti in altri stabilimenti penali, privazione di aiuti alimentari dall’esterno, privazione e diminuzione di visite dei parenti, negazione di telefonate, ritardi nella consegna delle lettere, isolamento, trasferimenti in reparti carcerari a regime speciale, ecc.

Le Federazioni Anarchiche riunite al Congresso IFA si oppongono fermamente al fatto che i nostri compagni siano scambiati per benefici dall’Unione Europea e condannano le pressioni alle quali sono sottoposti. Facciamo appello alla protesta di tutti il 22 e 23 settembre contro queste torture e chiediamo l’immediata liberazione dei prigionieri politici bielorussi compresi gli anarchici.

www.i-f-a.org

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