ORA BASTA!
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– Dicembre 18, 2010
Sabato 4 proiezione e cena sociale alla FAL
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– Dicembre 2, 2010
Scontri Borghezio 2006: assoluzione per gli imputati
da senzasoste.it
Qualche giorno fa si è svolto a Firenze il processo di appello che vedeva come imputati alcuni livornesi accusati di aver partecipato a Livorno alla contestazione dell’europarlamentare Borghezio. Qualche giorno prima invece erano stati assolti in un altro processo i due imputati viareggini.
Era il febbraio 2006 ed In quell’occasione l’ammnistrazione comunale con una mossa politicamente vergognosa concesse una sala pubblica (la circoscrizione 2 sugli scali Finocchietti) per un dibattito che vedeva appunto la presenza dell’europarlamentare leghista noto per le sue arringhe violentemente razziste e per il disprezzo offensivo verso tutto ciò che ritiene di sinistra.
Borghezio infatti, come è noto a tutti, non ha mai nascosto le sue simpatie fasciste e razziste. Cresciuto politicamente all’interno di gruppi neofascisti italiani come Ordine Nuovo si è macchiato negli anni di numerosi atti di intolleranza e razzismo sfociati anche in svariati procedimenti penali a suo carico.
La Livorno popolare e antifascista scese in piazza spontaneamente per cacciarlo e dimostrargli che nella nostra città le sue idee non avranno mai terreno fertile.
Dopo svariate ore di scontri e numerosi poliziotti feriti, l’europarlamentare fu costretto a scappare via con la coda tra le gambe.
Nei giorni seguenti venne inscenata una campagna di criminalizzazione a livello nazionale rivolta principalmente alle organizzazioni di movimento ma anche e soprattutto verso lo spirito antifascista della città. La cosa approdò addirittura in Parlamento con il ministro Pisanu che senza nemmeno attendere le indagini, additò le Brigate Autonome Livornesi e il CSA Godzilla come responsabili degli scontri. Da lì nacque anche la celebre canzone della curva nord: “…e Pisanu lo sa sono state le Bal e Borghezio dirà sono peggio di Hamas…”
Furono denunciati a piede libero alcuni ragazzi tra cui un compagno molto conosciuto in città per la sua militanza attiva a fianco dei lavoratori e degli sfruttati.
Dopo la condanna in primo grado i tre imputati furono raggiunti da un avviso orale da parte della questura e criminalizzati dal quotidiano “Il Tirreno” come se la condanna fosse già definitiva. In pratica veniva rispolverata una legge del Codice Rocco che permettava al questore unilateralmente e senza l’avvallo di un giudice, di privare i soggetti di alcune libertà personali. Veniva cioè intimato di adottare per 3 anni una vaghissima “condotta rispettosa della legge”, pena l’applicazione dell’articolo 3, ossia la sorveglianza speciale e importanti provvedimenti restrittivi della libertà personale,
Grazie alla solidarietà e alla mobilitazione cittadina l’articolo 1 fu revocato. Adesso anche la magistratura conferma questa linea, assolvendo con formula piena e per “non aver commesso il fatto” tutti gli imputati. A prescindere, però, dalla sentenza è importante ribadire che il diritto di contestazione e manifestazione non può essere toccato. Quel giorno di febbraio la parte migliore di Livorno era in piazza per respingere il fascismo,.
Come giustamente recitava uno striscione esposto proprio li davanti “Borghezio fascista non ci venire a parlare di democrazia”.
Il principio della libera espressione vale per tutti ma non certo per chi, questo diritto vorrebbe cancellarlo come fecero i fascisti nel nostro paese. All’autoritarismo e al fascsimo imperante non c’è antidoto migliore che la mobilitazione diretta, spontanea e se necessario anche violenta di tutti i cittadini.
per Senza Soste, Gianni Lo Raocevo
1 dicembre 2010
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– Dicembre 2, 2010
Studenti in corteo a Livorno, occupato il provveditorato
da senzasoste.it
sul corteo studentesco a Livorno del 25/11/2010
Stamattina anche a Livorno grande manifestazione del movimento studentesco e universitario. Circa un migliaio hanno deciso di unirsi alle lotte nazionali di questi giorni dando vita ad un corteo molto comunicativo e determinato che ha attraversato diverse zone della città. Nonostante i numeri non altissimi e la continua presenza delle forze dell’ordine il corteo si è imposto toccando diversi luoghi simbolici e riuscendo ad ottenere grande visibilità cittadina. Uno striscione è stato appeso sulle scalinate del comune, anche in segno di protesta nei confronti del sindaco e delle forze di polizia che avevano impedito la sua esposizione qualche settimana fa durante un corteo notturno. Ed è proprio la presenza massiccia della polizia in assetto antisommosa a destare pesanti preoccupazioni sull’effettiva libertà di espressione e manifestazione nella nostra città. Sembra che nei giorni scorsi la digos nostrana avesse comunicato l’intenzione di evitare ulteriori provocazioni nei confronti degli studenti ,ma quando il corteo è arrivato nei pressi di viale Carducci un ingente schieramento di celere si è posizionato lungo la strada impedendo di fatto la prosecuzione della manifestazione.
Gli studenti si sono quindi diretti davanti alla sede del Tirreno chiedendo a gran voce che fosse denunciato pubblicamente il clima di repressione e intimidazione messo in atto dalla questura Livornese. E’ utile ricordare che solo poche settimnane fa ad alcuni studenti è stato notificato un decreto penale di condanna per l’accensione di fumogeni durante una protesta. Il corteo dopo aver fronteggiato le forze dell’ordine per alcuni minuti si è diretto, bloccando il traffico, verso il centro cittadino dove ha ricevuto gli applausi e l’incitamento di decine di livornesi presenti al mercato. Infine un centinaio di studenti hanno fatto irruzione dentro il provveditorato occupandolo simbolicamente e pacificamente per circa mezz’ora. Mentre veniva esposto uno striscione dalle finestre alcuni membri del coordinamento denunciavano gli ingenti tagli all’istruzione pubblica e la mancanza di finanziamenti e di strutture adeguate. La protesta si è conclusa subito dopo con l’invito a partecipare all’assemblea studentesca di oggi pomeriggio al Centro sociale Godzilla.
Di seguito il comunicato stampa del coordinamento degli studenti medi e universitari:
Questa mattina circa 1000 studenti delle varie scuole di Livorno sono scesi in piazza per il corteo organizzato dal Coordinamento Studentesco Livornese. Mentre il movimento studentesco in tutto il paese sta dando una grande prova di forza per ottenere il blocco del DDL Gelmini per l’università, attualmente in discussione al senato, anche nella nostra città, ancora una volta gli studenti sono scesi in piazza decisi e uniti per lottare contro la politica del governo. Il corteo ha attraversato il centro della città, e uno striscione è stato appeso sulle scalinate del comune, anche in segno di protesta nei confronti del sindaco e delle forze di polizia che avevano impedito la sua esposizione qualche settimana fa durante un corteo studentesco notturno. La manifestazione è proseguita raggiungendo l’incrocio tra viale carducci ed il tratto urbano dell’aurelia. Nonostante il corteo fosse pacifico ed autorizzato, all’incrocio erano schierati provocatoriamente decine di agenti antisommossa della polizia e dei carabinieri.
Uno spiegamento di forze che ha spaventato anche molti passanti, che hanno solidarizzato con il corteo, fermandosi ad ascoltare gli interventi che si susseguivano al megafono. Gli studenti, dopo aver bloccato a lungo l’incrocio, si sono spostati sotto le finestre della redazione del Tirreno, principale quotidiano locale, per denunciare pubblicamente l’ennesimo episodio repressivo e provocatorio da parte delle forze dell’ordine. Da mesi anche a Livorno si fa sentire la stretta autoritaria del governo nei confronti di chi lotta, in particolare con la criminalizzazione del movimento studentesco. Denunce, condanne, identificazioni, provocazioni, militarizzazione della città, questa è la risposta del governo a chi protesta. Un Governo che va avanti a testa bassa con Confindustria contro i lavoratori e gli studenti per una scuola ed un’università sempre più classiste ed autoritarie. La polizia oggi era in piazza per caricare gli studenti, come oggi è successo a Firenze e come ieri è successo a Roma, dove erano stati fermati anche due studenti e feriti decine di giovani. Il corteo ha saputo respingere ogni provocazione della Questura, allontanandosi dal Tirreno per raggiungere la sede del Provveditorato (USP) in Piazza Vigo. Là un centinaio di studenti hanno occupato per circa mezz’ora il piano terra dell’Ufficio Scolastico Provinciale. Il corteo si è concluso con l’affissione di uno striscione sulla facciata del Provveditorato. Riteniamo fondamentale, oltre che rilanciare la protesta per i prossimi giorni a Pisa al fianco degli universitari, richiamare l’attenzione pubblica sul clima di intimidazione e criminalizzazione alimentato anche a Livorno, come in tutta Italia, dalle questure e dal governo. Un clima che il governo sta esasperando, mettendo in serio pericolo la libertà di espressione e manifestazione.
LA NOSTRA LOTTA NON SARA’ MAI DOMATA!
Coordinamento Studentesco Livornese
Collettivo Studentesco Universitario Livornese
Per Senza Soste, Nicola Negrovaio
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– Dicembre 2, 2010
Siamo tutti sulla gru!
Sabato 13 novembre una quarantina di persone hanno partecipato al presidio antirazzista in solidarietà con le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici di origine straniera a Brescia e Milano, organizzato dalla Assemblea contro i Centri di Espulsione.
Dalle 16:30, in Piazza Grande, con interventi al megafono, volantinaggi, striscioni, è stata fatta informazione tra la gente.
Già lunedì, subito dopo il violento sgombero del presidio permanente sotto la gru, le decine di arresti, denunce, espulsioni, a Livorno era stato improvvisato un presidio itinerante in centro, per denunciare la violenza razzista del governo.
segue il testo del volantino distribuito ieri:
SIAMO TUTTI SULLA GRU!
SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI BRESCIA
La sanatoria 2009 avrebbe dovuto permettere a centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici di origine straniera di uscire dal lavoro nero e dalla clandestinità. In tutta Italia moltissimi sono stati quelli che hanno presentato la richiesta per regolarizzarsi, ma la sanatoria si è rivelata una vera e propria truffa.
La maggior parte di coloro che avevano fatto richiesta è rimasta esclusa dalla sanatoria, pur avendo sborsato migliaia di euro tra tasse e soldi che sono finiti in tasca a chi in questa truffa ha speculato, sfruttando la ricattabilità delle persone senza permesso di soggiorno.
La sanatoria si è quindi trasformata in un meccanismo di estorsione ed in una vera e propria schedatura di massa dei lavoratori e delle lavoratrici clandestini.
Infatti non solo i soldi non sono stati mai restituiti a chi non ha ottenuto il permesso di soggiorno, ma chi aveva presentato richiesta si è trovato ancora più esposto al razzismo di stato delle espulsioni e della caccia al clandestino.
Il 29 ottobre una grande manifestazione contro la sanatoria truffa si è svolta a Brescia, la polizia ha caricato il corteo ed ha sgomberato un presidio permanente.
Al termine della manifestazione 6 migranti sono saliti sulla gru di un cantiere, per protestare e chiedere il rilascio dei permessi di soggiorno che già avevano pagato. Sabato 6 novembre 10000 persone avevano manifestato a Brescia in sostegno ad i migranti sulla gru.
Lunedì 8 novembre la polizia ha sgomberato il presidio di solidarietà che si era creato sotto la gru.
Con la violenza il governo ha risposto a chi crea solidarietà e reagisce al razzismo di stato.
Oltre alle cariche, alle botte, agli arresti ed alle denunce, i clandestini fermati dalla polizia che erano in piazza in sostegno ai sei sulla gru sono stati subito trasferiti nei Centri di Identificazione ed Espulsione. La stessa sorte si teme possa capitare ai due che negli ultimi giorni sono scesi dalla gru, non riuscendo più a resistere al freddo e alla pioggia. Per questo gli antirazzisti a Brescia avevano lanciato appelli umanitari, chiedendo una tregua alla polizia. Il Governo però non intende concedere una minima apertura a chi protesta contro la sanatoria truffa, riducendo tutto ad una questione di ordine pubblico.
Intanto anche a Milano cresce la mobilitazione contro la sanatoria truffa, sette migranti sono saliti sulla torre della ex fabbrica Carlo Erba, mentre in tutta Italia si moltiplicano le iniziative di solidarietà.
Ovunque, anche a Livorno, i clandestini sono stati truffati e schedati. Poche sono le città dove si sono sviluppate mobilitazioni, rompendo la paura ed il ricatto creati dalle politiche razziste del governo. E’ però necessario rendere visibili queste situazioni, uscire dal silenzio.
Se i lavoratori e le lavoratrici immigrate escono dalla clandestinità e dal lavoro nero, divengono meno ricattabili, e questo è un beneficio per tutti, italiani e stranieri.
NO ALLA SANATORIA TRUFFA!
CHIUDERE TUTTI I CENTRI DI IDENTIFICAZIONE E ESPULSIONE!
NESSUNO E’ ILLEGALE!
Assemblea contro i Centri di Espulsione
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– Novembre 14, 2010
Bologna, Brescia, Torino. Cortei, cariche, arresti
da: http://senzafrontiere.noblogs.org
Sabato 13 novembre, Bologna. Diverse migliaia di persone partecipano al corteo regionale contro la truffa della sanatoria colf e badanti, il permesso di soggiorno a punti, la Bossi-Fini, i CIE. In testa il Coordinamento migranti di Bologna, poi i gruppi, associazioni, semplici cittadini dal resto della regione e anche dal Veneto e dalla vicina Lombardia. Tante parole e poca musica in un corteo che ha dato voce ai migranti in lotta contro un sistema che ha “lo scopo di produrre clandestinità” e, quindi, “persone sfruttabili e ricattabili”. Il lungo serpente – tanti gli immigrati – ha percorso i viali, ma ha solo sfiorato il centro vietato alle manifestazioni dal governo della città, grazie ai poteri speciali concessi da Maroni lo scorso anno.
All’arrivo in piazza XX settembre i manifestanti hanno sostato a lungo, quando da Brescia sono giunte le notizie di violente cariche di polizia al corteo antifascista ed antirazzista.
Dai un’occhiata alle foto del corteo bolognese sul sito di Repubblica
Sabato 13 novembre, Brescia. Forza Nuova aveva annunciato da tempo un corteo in città: all’ultimo i fascisti rinunciano ma gli antifascisti decidono di fare comunque la propria manifestazione, in solidarietà con i quattro immigrati che resistono sulla gru di piazza Cesare Battisti dal 30 ottobre, quando decisero di far salire la loro lotta, dopo le cariche e la demolizione il presidio permanente che, dal 28 settembre, esprimeva la volontà dei lavoratori immigrati bresciani di rigettare al mittente la truffa della sanatoria colf e badanti.
Nell’ultima settimana, dopo le violente cariche di lunedì 8 novembre, la gru è sotto assedio. Due immigrati sono stati indotti a scendere con lusinghe e minacce. Uno di loro, l’indiano Singh, ha pagato cara la fiducia in un rappresentante del governo del suo paese: subito arrestato è stato condannato a sei mesi per “clandestinità” ed è scomparso. Forse in un CIE, forse deportato.
Il corteo indetto dalla “Rete antifascista bresciana”, aperto dallo striscione “Fuochi di resistenza” ha sfilato sino alle transenne piazzate dalla polizia per impedire di avvicinarsi alla gru. Qui è arrivata la notizia la notizia dell’ennesimo rifiuto alla richiesta di portare cibo e coperte ai quattro ragazzi lassù da 14 giorni: i manifestanti hanno provato a spostare le transenne, lanciato slogan e bottiglie contro la polizia. Il corteo è stato caricato con violenza per ben tre volte: numerosi i feriti. Cinque compagni sono stati fermati e altri tre arrestati.
Guarda il video sulle cariche di CTVtube street: si vede chiaramente un manifestante a terra pestato da quelli dell’antisommossa.
Sabato 13 novembre, Torino. Un gruppetto di una decina di antirazzisti – solidali con le lotte dei migranti bresciani – fa un giro informativo sui marciapiedi del quartiere S. Salvario armato di striscione e megafono. Arrivano tre pattuglie di carabinieri e subito comincia un dialogo a suon di manganellate. Nonostante le sonore proteste della tanta gente che assiepa l’angolo tra via Berthollet e piazza Madama Cristina, i militari pestano duro: cinque compagni vengono portati nella caserma di via Guido Reni. Una trentina di compagni si raduna lì: in tarda nottata pareva certo li avessero arrestati tutti.
Di seguito una rassegna stampa.
Bologna
Ansa
Manifestazione a Bologna: siamo tutti sulla gru
Per le strade del centro di Bologna ma con il cuore a Brescia. Così dalle 15,20, per quasi tre ore, il corteo della manifestazione dei migranti dell’Emilia-Romagna ha sfilato a Bologna contro “il razzismo della Bossi-Fini” e, in solidarietà agli immigrati che dal 30 ottobre protestano su una gru a Brescia. Secondo gli organizzatori, i manifestanti – molti stranieri, soprattutto uomini e qualche bambino – erano oltre 6.000 (4.000 per la questura) e hanno chiesto maggiori diritti al grido di “Siamo tutti sulla gru”. Questo lo slogan scritto anche sullo striscione tenuto da alcuni lavoratori della Fiom Bologna. Proprio la rappresentanza del sindacato era la più numerosa e rumorosa con bandiere e gruppi di stranieri con fischietti, caschi da lavoro e tamburi. Molte anche le bandiere di Usb (ex Rdb), oltre a un camioncino elettrico del centro sociale Tpo e parecchi giovani dei collettivi studenteschi. Sparuta la presenza dei partiti con qualche bandiera di Prc, Sel e Partito comunista dei lavoratori. Nessuna per il Pd, in piazza con pochi esponenti isolati. Tra loro Leonardo Barcelò ex consigliere comunale di origine cilena: “Oggi vorremmo dire che ‘Siamo tutti nipoti di Mubarak’ – ha detto a mo’ di provocazione – almeno così il governo potrebbe occuparsi di noi. La cosa buffa è che questo governo sta per cadere per via di un’immigrata come Ruby e non per una legge sull’immigrazione’”. Arrivato in piazza XX Settembre, il corteo non si è sciolto subito in attesa di aggiornamenti sugli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine in corso a Brescia. Poco dopo appreso che la situazione era tornata tranquilla, i manifestanti hanno lasciato la piazza.
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– Novembre 14, 2010
Lotte studentesche: conferenza stampa per denunciare gli abusi della questura
da senzasoste.it
Oggi, 11 novembre, si è tenuta presso la sala sindacale del comune di livorno una conferenza stampa convocata dal Coordinamento Studentesco Livornese e dal Collettivo Studentesco Universitario Livornese durante la quale è stato presentato un documento unitario contro la crescente criminalizzazione del movimento studentesco a Livorno.
La conferenza ha visto intervenire, in una sala piena, numerosi studenti e membri dei soggetti che hanno firmato il documento. Quest’ampia partecipazione ed i numerosi interventi dei presenti hanno permesso di chiarire come la repressione non tocchi solo il movimento studentesco ma colpisca tutti, nelle forme più diverse che l’autoritarismo e la criminalizzazione possano assumere.
L’attacco agli studenti è un attacco alle lotte, è un attacco ad un movimento radicato, riconosciuto e vivo.
Nella conferenza stampa inoltre il Coordinamento Studentesco Livornese ha annunciato le prossime scadenze di lotta: 17 novembre partecipazione in mattinata al corteo a Pisa contro la riforma Gelmini e nel pomeriggio presidio itinerante nel centro di Livorno, mentre per il 25 novembre un nuovo corteo studentesco cittadino.
DOCUMENTO CONTRO LA REPRESSIONE
In seguito a quanto avvenuto negli ultimi mesi, riteniamo necessario denunciare la repressione che, anche nella nostra città, colpisce coloro che sul lavoro, nella scuola e nelle piazze lottano e decidono di non chinare la testa di fronte a delle condizioni di sempre maggiore sfruttamento ed oppressione, di fronte ad una crescente riduzione dei diritti e degli spazi di espressione, di fronte a tagli alla scuola e al sociale.
In particolare sempre più dura è la linea della questura nei confronti del movimento studentesco cittadino. Il Coordinamento Studentesco Livornese, luogo di discussione e di autonoma organizzazione degli studenti medi, è ormai da anni un organismo di massa vitale e riconosciuto, radicato nelle scuole ed in città, che negli ultimi anni ha saputo dar vita ad un ampio movimento contro i tagli all’istruzione e contro quelle riforme che porteranno ad una scuola sempre più classista, autoritaria ed asservita agli interessi della confindustria.
E’ ormai da un anno che con provocazioni, intimidazioni, identificazioni, denunce ed altri provvedimenti la Questura tenta di criminalizzare gli studenti.
Il Coordinamento Studentesco Livornese ed il Collettivo Studentesco Universitario Livornese, hanno denunciato più volte negli ultimi tempi questa situazione, ricevendo spesso la solidarietà di organizzazioni politiche e sindacali.
Nell’autunno 2009 due denunce a studenti minorenni e decine di identificazioni a studenti dell’Istituto Nautico, per aver tentato l’occupazione della propria scuola. Tentativo pacifico che si concluse con una trattativa che portò alla convocazione in quella scuola di un’assemblea permanente contro la politica scolastica del Governo. A questo si aggiungono altri provvedimenti, e continue provocazioni della Questura.
Sempre più forte la militarizzazione delle manifestazioni studentesche, una linea di condotta che cerca chiaramente di spezzare il fronte di una mobilitazione divenuta evidentemente troppo scomoda in una città come la nostra.
Già a febbraio, alla manifestazione contro le denunce agli studenti del Nautico, per la prima volta in dieci anni si sono viste camionette e cordoni antisommossa ad un corteo studentesco.
Con la ripresa dell’anno scolastico ed il rilancio delle lotte studentesche, il clima si è fatto più pesante.
L’8 ottobre scorso, sono scesi in piazza oltre 3000 studenti da tutta la provincia contro i tagli alla scuola e contro la riforma Gelmini. Un corteo vivo e partecipato, organizzato in una giornata di mobilitazione nazionale della scuola, al quale era presente anche una consistente delegazione di sindacati e di lavoratori della scuola in sciopero, è stato blindato senza alcun motivo sotto la prefettura da un ingente schieramento di camionette ed agenti. Ancora più grave è quanto accaduto giovedì 21 ottobre sotto il palazzo del Comune quando decine di agenti, con due camionette, hanno impedito agli studenti in corteo notturno di appendere sulle scale del comune uno striscione, limitando la libertà di manifestazione.
Questo ultimo episodio non può che confermare la natura esclusivamente strumentale della “apertura” del sindaco Cosimi e del PD nei confronti delle mobilitazioni studentesche. Si cerca visibilità da passerella andando nelle scuole e promuovendo incontri istituzionali, mentre al passaggio dei cortei si blinda il palazzo del comune, sprangando le porte come l’8 ottobre o schierando la polizia come il 21 ottobre.
E’ in tale contesto che vengono recapitati in queste settimane, a quattro ragazzi, quattro Decreti Penali di Condanna per “accensione pericolosa” di “lamperogeni” e “petardi” durante il corteo studentesco notturno del 6 novembre 2009.
Questi provvedimenti giungono ad un anno di distanza dai fatti contestati, nel pieno delle mobilitazioni studentesche e vicino ad importanti scadenze di lotta. Il decreto penale di condanna, regolato dagli articoli 459-464 del Codice di Procedura Penale, è una vera e propria condanna in primo grado, già pronta, che viene recapitata a casa senza che neanche il condannato venga a sapere di essere indagato. Si tratta di un procedimento speciale rispetto al rito ordinario, che prevede, saltando l’indagine preliminare ed il dibattimento, l’immediata condanna ed esecuzione della pena pecuniaria, disponendo solo 15 giorni per ricorrere.
Con la sola prova della testimonianza di alcuni agenti della DIGOS, quattro compagni sono stati condannati in base all’articolo 703 del Codice Penale, che riguarda l’uso di armi da fuoco, l’accensione di fuochi pirotecnici che necessitano di licenza, ed altre accensioni o esplosioni pericolose. Se anche avessero commesso il fatto, resta paradossale una condanna del genere nei confronti di chi ha acceso un lamperogeno o un petardo che possono essere acquistati in libera vendita.
Siamo convinti che in realtà queste condanne siano completamente slegate dai fatti contestati, tra l’altro consueti in un qualsiasi corteo. L’intenzione della Questura è quella di colpire queste quattro persone, i fatti contestati non sono che un pretesto, tanto più che i provvedimenti sono recapitati adesso, in un periodo denso di importanti scadenze di lotta.
A nostro avviso è importante chiarire il più possibile la natura pubblica e politica non solo della vicenda relativa a queste quattro condanne, ma dell’intero attacco repressivo che da un anno colpisce Livorno ed in particolare gli studenti.
E’ infatti ormai evidente che non ci troviamo di fronte a provvedimenti casuali o episodici, ma ad una chiara volontà di criminalizzare il movimento, attraverso degli strumenti repressivi che colpiscono tutti, i compagni più attivi come chi inizia ad avvicinarsi al movimento.
Questo attacco avviene certamente anche a livello mediatico. Ormai da tempo infatti la stampa locale minimizza la protesta studentesca, facendola apparire come episodica, frammentata e priva di contenuti politici. Un esempio evidente di questa cattiva informazione lo abbiamo avuto riguardo al corteo dell’otto ottobre, quando tutti i quotidiani locali hanno dato grande spazio ad una rissa per futili motivi avvenuta a margine del corteo. Ancora più rischioso dal punto di vista della criminalizzazione del movimento studentesco è il velo moralistico attraverso il quale viene filtrata ogni notizia riguardante le mobilitazioni degli studenti. Un’informazione che contrappone l”autogestione intelligente” di certi istituti ad altre mobilitazioni o che confronta gli studenti che puliscono il giardino per protesta a quelli che scendono in piazza in corteo, è un’informazione che distingue tra “buoni” e “cattivi” riducendo il peso delle mobilitazioni e favorendo la criminalizzazione del movimento.
Dopotutto non è una scoperta il ruolo dei media nel criminalizzare le proteste, basta tornare indietro di poco più di un mese alle contestazioni da parte degli operai alle sedi di Confindustria e della CISL. Fatti che sui quotidiani locali vennero duramente criminalizzati e condannati come atti di violenza, anziché essere letti come una decisa contestazione nei confronti di chi vuole per gli operai condizioni di lavoro sempre peggiori e salari sempre più bassi.
La repressione in ogni sua forma, che venga dalle questure o dai media ufficiali, ha sempre lo stesso scopo, quello della criminalizzazione del dissenso e dell’isolamento di chi non china la testa.
Come già detto la repressione a Livorno non colpisce solo gli studenti.
Dall’estate del 2009 decine di denunce, 4 arresti, varie condanne.
Questa è la situazione a Livorno.
Denunce a chi spontaneamente contestava la presenza dei fascisti di Forza Nuova alla processione dei cattolici tradizionalisti a Montenero. Una montatura, con un processo ancora in corso e 4 persone agli arresti per diversi mesi, per chi partecipava a Pistoia ad un’ assemblea sull’incostituzionalità delle ronde. Denunce a chi prova ad occupare la propria scuola. Condanne a chi ha partecipato ad un corteo notturno.
Per reagire alla stretta autoritaria e repressiva che a Livorno, come in tutta Italia, colpisce chi lotta e chi non china la testa, invitiamo tutte le associazioni, i collettivi, le organizzazioni politiche e sindacali, i partiti, a vigilare sulla situazione in città, a sostenere gli studenti e tutti coloro che subiscono la repressione, ad esprimere solidarietà ai singoli ed alle organizzazioni colpite.
Nel rivolgere questo invito a chi ha sostenuto in questi anni le mobilitazioni studentesche, ricordiamo ancora che questa stretta repressiva colpisce tutti.
Indipendentemente da chi viene coinvolto più direttamente, la repressione punta a colpire tutte le lotte: viene colpito il movimento studentesco, i lavoratori, i percorsi unitari come quello che ha portato all’importante manifestazione cittadina del 23 ottobre. Per questo la risposta migliore alla criminalizzazione ed alla repressione è rilanciare le lotte, praticare la solidarietà, difendere la libertà di espressione e manifestazione, difendere gli spazi di agibilità politica.
Link: I comunicati di solidarietà
Adesioni fin ora giunte:
Coordinamento Studentesco Livornese
Collettivo Studentesco Universitario Livornese
Comitato Parenti e Amici degli imputati livornesi per i fatti di Pistoia
Unicobas Livorno
Cobas Livorno
USB Livorno
C.S.A. Godzilla
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
Teatro Officina Refugio
Centro Politico 1921
Federazione della Sinistra (Pdci-Prc)
Sinistra Critica
Partito Comunista dei Lavoratori sezione provinciale di Livorno
Rete docenti precari di Livorno
Rete “Vertenza Livorno”
Sinistra Ecologia e Libertà
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– Novembre 14, 2010
Comunicato di solidarietà nei confronti del movimento studentesco
Esprimiamo solidarietà ed appoggio al movimento studentesco che negli ultimi mesi ha subito una serie di attacchi repressivi tesi a criminalizzare una mobilitazione di massa, quella contro i tagli e la politica scolastica del governo, diffusa e radicata in città ormai da anni.
In particolare ci uniamo al Coordinamento Studentesco Livornese ed al Collettivo Studentesco Universitario Livornese nel denunciare la gravità dei provvedimenti emessi dal GIP nei confronti di quattro compagni, uno dei quali attivo anche nel nostro Collettivo oltre che nel movimento studentesco. Si tratta di quattro decreti penali di condanna, provvedimenti spesso usati nelle operazioni repressive con l’intento di isolare dei compagni e di criminalizzare le lotte.
Questi tentativi non potranno né indebolire né dividere lotte ormai radicate da anni, e quanto mai vive sul territorio.
LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA!
Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org/
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– Novembre 11, 2010
Presidio a Livorno per i fatti di Brescia
da senzasoste.it
08/11/10
Oggi in centro a Livorno alcuni antirazzisti dell’Assemblea contro i Centri di Espulsione hanno portato in piazza la solidarietà nei confronti dei migranti e degli antirazzisti che a brescia resistono alle politiche razziste del governo.
Con un presidio itinerante in via Grande sono stati distribuiti volantini e sono stati fatti numerosi interventi per denunciare la brutalità della polizia, che con cariche, decine di arresti, feriti, ha voluto colpire chi crea solidarietà e chi lotta per i diritti. red. 8 novembre 2010
Segue il testo del volantino distribuito oggi in centro:
BASTA CON LA VIOLENZA RAZZISTA DEL GOVERNO!
Questa mattina a Brescia, alle prime luci del giorno, a decine tra polizia e carabinieri hanno sgomberato con la violenza il presidio permanente che, antirazzisti e migranti, avevano organizzato per sostenere la battaglia di quei migranti che da giorni sono a 30 metri di altezza in cima ad una gru per chiedere il permesso di soggiorno.
Arresti, manganellate, botte, sequestri di documenti, feriti, cariche, questa è la risposta del governo a chi crea solidarietà, a chi chiede diritti, a chi lotta contro il razzismo di stato.
Sabato 10000 persone sono scese in piazza a Brescia a sostegno della lotta dei migranti, oggi le forze del disordine sono costrette a bloccare un quartiere perché sono centinaia le persone scese in piazza per rispondere alla violenza poliziesca.
30 persone sono agli arresti, molti sono finiti in ospedale per le botte della polizia, la zona è stata blindata, è stato perquisito addirittura un oratorio dove alcuni migranti avevano trovato rifugio nelle ultime settimane.
SIAMO IN PIAZZA ANCHE A LIVORNO CONTRO LA BRUTALITA’ DELLA POLIZIA, IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI E CON GLI ANTIRAZZISTI CHE A BRESCIA RESISTONO ALLE POLITICHE RAZZISTE DEL GOVERNO
NESSUNO E’ ILLEGALE!
Assemblea contro i centri di espulsione
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– Novembre 9, 2010
ALLARME ROSSO: ARRESTI E CARICHE DURANTE LO SGOMBERO DEL PRESIDIO PERMANENTE SOTTO LA GRU
da italy.indymedia
ALLARME ROSSO: ARRESTI E CARICHE DURANTE LO SGOMBERO DEL PRESIDIO PERMANENTE SOTTO LA GRU 11:30 AGGIORNAMENTO DA RADIO BLACK OUT: NESSUN APPUNTAMENTO IN PIAZZA LA LOGGIA. RECATEVI TUTTI IN VIA SAN FAUSTINO!!!
Ore 12: una redattrice di Radio Onda d’Urto è stata portata in ospedale, non sembra avere lesioni interne, ma la polizia ha bloccato le due compagne che erano al pronto soccorso per seguire la situazione, sequestrando loro i documenti.. Sarebbero almeno altre due le donne con problemi respiratori, che non sono state portate all’ospedale. Ore 11: CARICA DELLA POLIZIA IN VIA SAN FAUSTINO,MANGANELLATE SUI MANIFESTANTI
Ore 11: IN QUESTURA DOPO ORE ARRIVANO LE AMBULANZE PER CHI STA MALE A SEGUITO DELLE BOTTE DELLA POLIZIA
Ore 10.10: Da Via San Faustino la polizia porta via i cassonetti dell’immondizia e impedisce a chiunque di avvicinarsi. Pressioni nei confronti dei giornalisti costretti ad allontanarsi. Da Via San Faustino il collegamento con Claudio e Leo. (Corrispondenza audio)
Ore 9.45: fermi di polizia anche nei confronti di semplici cittadini che chiedono informazioni. “Ordini dal ministero dell’interno” dicono i funzionari di piazza. Tentativi di allontanamento di giornalisti. Leo dal cantiere. (Corrispondenza audio)
Ore 9.30: mezzo dei pompieri dentro il cantiere. Spostati i pali di illuminazione della gru. Vogliono sistemare reti metalliche sotto la gru. In porta Trento presidio spontaneo di compagni e compagne. Dal presidio Sauro. (Corrispondenza audio)
Ore 9.15: aggiornamento con Arun dalla gru e Leo da sotto. Pompieri portano mezzi dentro il cantiere con scale. Da sopra urla e minacce di lanciarsi sotto. Servizio con loro. (Corrispondenza audio)
Ore 9 : aggiornamento con Sauro, nostro collaboratore. (Corrispondenza audio)
Altre corrispondenze con Leo: Leo 1 | Leo2
Ore 8.45: Dalla gru lancio di oggetti nei confronti di poliziotti che sono entrati nel cantiere. Cariche sui manifestanti sotto la gru. 14 fermi di compagni e compagne oltre a decine di migranti. Cariche ripetute anche nei dintorni e caccia all’uomo nelle vie adiacenti.
Ore 8.20: Numerosi compagni e compagne arrestati. Tra loro anche diversi nostri redattori e collaboratori. Un’altra corrispondenza con Leo. (Corrispondenza audio)
ore 8: Azione di polizia nei dintorni della gru. Fermi e arresti di compagni e compagne presenti in zona. Dall presidio sgomberato e dalle cariche la corrispondenza di Leo, giornalista presente sul posto. (Corrispondenza audio)
ore 7.45: L’aggiornamento con Sergio , avvocato dell’associazione Diritti per tutti, da sotto la gru. (Corrispondenza audio)
ore 7.30: dai dintorni della gru l’aggiornamento con Sauro e Umberto. (Corrispondenza audio)
ore 7.15: Sono stati perquisiti da parte elle forze di polizia anche i locali dell’oratorio di San Faustino, a pochi passi dalla gru, dove diversi migranti avevano trovato rifugio e ospitalità nell’ultima settimana. Sentiamo l’aggiornamento sullo sgombero con Umberto della redazione in questa corrispondenza. (Corrispondenza audio)
Ore 7.30: Le forze di polizia avrebbero affermato che non è loro intenzione intervenire sulla gru, ma solo sgomberare il presidio permanente. Vi proponiamo alcune corrispondenze dallo sgombero. (Corrispondenza audio)
Ore 7: l’aggiornamento con corrispondenze dallo sgombero e collegamenti con la gru. (Corrispondenza audio)
Questa mattina verso le 6, decine di carabinieri e poliziotti sono intervenuti al presidio permanente sotto la gru di Piazzale Cesare Battisti per sgomberarlo. Sono state fermate diversi migranti e antirazzisti presenti, come sempre da una settimana a questa parte, nel piazzale antistante al cantiere del metrobus. Tra questi anche due nostri redattori. La corrispondenza con lo sgombero del presidio con Rosangela della redazione e il suo fermo (scarica l’audio).
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– Novembre 8, 2010