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Comunicato di solidarietà nei confronti del movimento studentesco

Esprimiamo solidarietà ed appoggio al movimento studentesco che negli ultimi mesi ha subito una serie di attacchi repressivi tesi a criminalizzare una mobilitazione di massa, quella contro i tagli e la politica scolastica del governo, diffusa e radicata in città ormai da anni.

In particolare ci uniamo al Coordinamento Studentesco Livornese ed al Collettivo Studentesco Universitario Livornese nel denunciare la gravità dei provvedimenti emessi dal GIP nei confronti di quattro compagni, uno dei quali attivo anche nel nostro Collettivo oltre che nel movimento studentesco. Si tratta di quattro decreti penali di condanna, provvedimenti spesso usati nelle operazioni repressive con l’intento di isolare dei compagni e di criminalizzare le lotte.

Questi tentativi non potranno né indebolire né dividere lotte ormai radicate da anni, e quanto mai vive sul territorio.

LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA!

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org/

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Presidio a Livorno per i fatti di Brescia

da senzasoste.it

08/11/10

Oggi in centro a Livorno alcuni antirazzisti dell’Assemblea contro i Centri di Espulsione hanno portato in piazza la solidarietà nei confronti dei migranti e degli antirazzisti che a brescia resistono alle politiche razziste del governo.
Con un presidio itinerante in via Grande sono stati distribuiti volantini e sono stati fatti numerosi interventi per denunciare la brutalità della polizia, che con cariche, decine di arresti, feriti, ha voluto colpire chi crea solidarietà e chi lotta per i diritti. red. 8 novembre 2010

Segue il testo del volantino distribuito oggi in centro:

BASTA CON LA VIOLENZA RAZZISTA DEL GOVERNO!

Questa mattina a Brescia, alle prime luci del giorno, a decine tra polizia e carabinieri hanno sgomberato con la violenza il presidio permanente che, antirazzisti e migranti, avevano organizzato per sostenere la battaglia di quei migranti che da giorni sono a 30 metri di altezza in cima ad una gru per chiedere il permesso di soggiorno.

Arresti, manganellate, botte, sequestri di documenti, feriti, cariche, questa è la risposta del governo a chi crea solidarietà, a chi chiede diritti, a chi lotta contro il razzismo di stato.

Sabato 10000 persone sono scese in piazza a Brescia a sostegno della lotta dei migranti, oggi le forze del disordine sono costrette a bloccare un quartiere perché sono centinaia le persone scese in piazza per rispondere alla violenza poliziesca.

30 persone sono agli arresti, molti sono finiti in ospedale per le botte della polizia, la zona è stata blindata, è stato perquisito addirittura un oratorio dove alcuni migranti avevano trovato rifugio nelle ultime settimane.

SIAMO IN PIAZZA ANCHE A LIVORNO CONTRO LA BRUTALITA’ DELLA POLIZIA, IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI E CON GLI ANTIRAZZISTI CHE A BRESCIA RESISTONO ALLE POLITICHE RAZZISTE DEL GOVERNO

NESSUNO E’ ILLEGALE!

Assemblea contro i centri di espulsione

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ALLARME ROSSO: ARRESTI E CARICHE DURANTE LO SGOMBERO DEL PRESIDIO PERMANENTE SOTTO LA GRU

da italy.indymedia

ALLARME ROSSO: ARRESTI E CARICHE DURANTE LO SGOMBERO DEL PRESIDIO PERMANENTE SOTTO LA GRU 11:30 AGGIORNAMENTO DA RADIO BLACK OUT: NESSUN APPUNTAMENTO IN PIAZZA LA LOGGIA. RECATEVI TUTTI IN VIA SAN FAUSTINO!!!

Ore 12: una redattrice di Radio Onda d’Urto è stata portata in ospedale, non sembra avere lesioni interne, ma la polizia ha bloccato le due compagne che erano al pronto soccorso per seguire la situazione, sequestrando loro i documenti.. Sarebbero almeno altre due le donne con problemi respiratori, che non sono state portate all’ospedale. Ore 11: CARICA DELLA POLIZIA IN VIA SAN FAUSTINO,MANGANELLATE SUI MANIFESTANTI

Ore 11: IN QUESTURA DOPO ORE ARRIVANO LE AMBULANZE PER CHI STA MALE A SEGUITO DELLE BOTTE DELLA POLIZIA

Ore 10.10: Da Via San Faustino la polizia porta via i cassonetti dell’immondizia e impedisce a chiunque di avvicinarsi. Pressioni nei confronti dei giornalisti costretti ad allontanarsi. Da Via San Faustino il collegamento con Claudio e Leo. (Corrispondenza audio)

Ore 9.45: fermi di polizia anche nei confronti di semplici cittadini che chiedono informazioni. “Ordini dal ministero dell’interno” dicono i funzionari di piazza. Tentativi di allontanamento di giornalisti. Leo dal cantiere. (Corrispondenza audio)

Ore 9.30: mezzo dei pompieri dentro il cantiere. Spostati i pali di illuminazione della gru. Vogliono sistemare reti metalliche sotto la gru. In porta Trento presidio spontaneo di compagni e compagne. Dal presidio Sauro. (Corrispondenza audio)

Ore 9.15: aggiornamento con Arun dalla gru e Leo da sotto. Pompieri portano mezzi dentro il cantiere con scale. Da sopra urla e minacce di lanciarsi sotto. Servizio con loro. (Corrispondenza audio)

Ore 9 : aggiornamento con Sauro, nostro collaboratore. (Corrispondenza audio)

Altre corrispondenze con Leo: Leo 1 | Leo2

Ore 8.45: Dalla gru lancio di oggetti nei confronti di poliziotti che sono entrati nel cantiere. Cariche sui manifestanti sotto la gru. 14 fermi di compagni e compagne oltre a decine di migranti. Cariche ripetute anche nei dintorni e caccia all’uomo nelle vie adiacenti.

Ore 8.20: Numerosi compagni e compagne arrestati. Tra loro anche diversi nostri redattori e collaboratori. Un’altra corrispondenza con Leo. (Corrispondenza audio)

ore 8: Azione di polizia nei dintorni della gru. Fermi e arresti di compagni e compagne presenti in zona. Dall presidio sgomberato e dalle cariche la corrispondenza di Leo, giornalista presente sul posto. (Corrispondenza audio)

ore 7.45: L’aggiornamento con Sergio , avvocato dell’associazione Diritti per tutti, da sotto la gru. (Corrispondenza audio)

ore 7.30: dai dintorni della gru l’aggiornamento con Sauro e Umberto. (Corrispondenza audio)

ore 7.15: Sono stati perquisiti da parte elle forze di polizia anche i locali dell’oratorio di San Faustino, a pochi passi dalla gru, dove diversi migranti avevano trovato rifugio e ospitalità nell’ultima settimana. Sentiamo l’aggiornamento sullo sgombero con Umberto della redazione in questa corrispondenza. (Corrispondenza audio)

Ore 7.30: Le forze di polizia avrebbero affermato che non è loro intenzione intervenire sulla gru, ma solo sgomberare il presidio permanente. Vi proponiamo alcune corrispondenze dallo sgombero. (Corrispondenza audio)

Ore 7: l’aggiornamento con corrispondenze dallo sgombero e collegamenti con la gru. (Corrispondenza audio)

Questa mattina verso le 6, decine di carabinieri e poliziotti sono intervenuti al presidio permanente sotto la gru di Piazzale Cesare Battisti per sgomberarlo. Sono state fermate diversi migranti e antirazzisti presenti, come sempre da una settimana a questa parte, nel piazzale antistante al cantiere del metrobus. Tra questi anche due nostri redattori. La corrispondenza con lo sgombero del presidio con Rosangela della redazione e il suo fermo (scarica l’audio).

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Giolfo e Calcagno, due operai salgono sul tetto dell’azienda

da senzasoste.it

Questa mattina un operaio ed una operaia della Giolfo e Calcagno sono montati sul tetto della palazzina all’ingresso dell’azienda di congelati. Come già scritto nei giorni scorsi, infatti, i 60 cassaintegrati dell’azienda vedranno finire definitivamente il rapporto di lavoro con l’azienda il prossimo 14 novembre in quanto la liquidatrice non ha ricevuto mandato da parte delle banche creditrici di rinnovare la richiesta di cassaintegrazione. Fuori dalla fabbrica intanto una ventina di operai presidiano l’ingresso di via Leonardo da Vinci (zona Varco Galvani) insieme ai sindacalisti. Al presidio si sono presentati anche il sindaco Cosimi e il segretario della Cgil Strazzullo. Il sindaco ha promesso di cercare di contattare tutte le parti implicate in questa vicenda per organizzare un tavolo entro venerdì. Gli operai sul tetto però hanno dichiarato che rimarranno sul tetto fino alla riapertura delle trattative. Domenica scorsa in occasione della partita del Livorno la questione della Giolfo e Calcagno era apparsa anche in curva con uno striscione che accusava la Carige (una delle banche creditrici e sponsor del Livorno) di disinteressarsi della loro situazione. Lo striscione non era stato autorizzato dalla questura ma è riuscito ad entrare ugualmente in curva. La polizia poi ha minacciato di denuncia e diffida chi lo aveva appeso.

red. 2 novembre 2010

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TENTATO OMICIDIO AI DANNI DI UN COMPAGNO A CATANZARO

Il Collettivo Riscossa intende ricostruire e fare chiarezza su quanto accaduto lo scorso sabato 30 ottobre nelle adiacenze della nostra sede, luogo in cui si sono verificate due vili aggressioni fasciste con il conseguente tentato omicidio di un nostro compagno. Era in corso un’iniziativa pubblica per la presentazione di una rivista di controinformazione. Intorno alle 21.30 abbiamo notato dalla finestra un gruppetto di fascisti che ha iniziato a provocarci con cori, insulti e minacce. Alle nostre rimostranze verbali il gruppetto fascista ha iniziato ad avvicinarsi, scagliando un mattone verso una finestra, dietro la quale si trovavano due ragazze facilmente visibili dall’esterno, rompendone pericolosamente i vetri. L’aggressione è continuata con il tentativo, fallito, di assaltare i locali della nostra sede. Nonostante l’accaduto, una volta dileguatisi i fascisti, si è deciso di portare a termine l’iniziativa prevista. Trascorse circa un paio d’ore però, abbiamo notato che nuovamente, il gruppo di fascisti, questa volta più numeroso, si stava avvicinando minacciosamente all’ingresso della nostra sede. Siamo usciti dicendo loro di allontanarsi anche per non arrecare ulteriore disturbo alle famiglie del vicinato. Al che è seguita una nuova aggressione nel corso della quale uno dei componenti del gruppo ha estratto dalla tasca un coltello e con estrema lucidità e determinazione ha colpito il nostro compagno con due fendenti alla schiena. Quanto verificatosi è stato tanto repentino quanto premeditato, tant’è che subito dopo il vile gesto, il gruppo, ricompattatosi, ha iniziato immediatamente ad allontanarsi. Abbiamo subito portato il nostro compagno al pronto soccorso. Una volta giunti li siamo stati tempestati dalle domande da parte di agenti della polizia, che anziché identificare gli aggressori, ha identificato gli aggrediti! Dopodiché, la stessa polizia, ha deciso di perquisire la nostra sede alla ricerca di “armi ed esplosivi”, perquisizione che si è conclusa con il sequestro di una vecchia piccola falce ormai arrugginita, da noi conservata in quanto simbolo della tradizione e delle lotte del movimento operaio e contadino. E anche in questo caso, anziché ricercare altrove la lama che aveva ferito il nostro compagno, la loro attenzione si è concentrata su quel vecchio attrezzo agricolo per il quale siamo anche stati denunciati per “detenzione illegale di arma bianca”. La perquisizione è durata circa due ore. Subito dopo siamo stati forzatamente trasferiti in questura per un “interrogatorio”, o meglio per rendere sommarie informazioni, durato quasi fino alle 8 del mattino. Il nostro compagno accoltellato è stato operato d’urgenza per le gravi ferite riportate, ferite che, solo per un fortuito caso, non hanno avuto conseguenze irreversibili. Non è più ammissibile che simili episodi possano essere considerati semplici risse del sabato sera o guerre fra bande. Ricordiamo che i fascisti in città hanno già provocato numerose aggressioni nel corso degli ultimi anni, sfociate in episodi di violenza e intolleranza razziale e politica, rimasti a tutt’oggi impuniti anche per il silenzio delle istituzioni. Invitiamo pertanto la cittadinanza tutta a vigilare e a mobilitarsi per impedire che simili spregevoli e gravi fatti non abbiano più a ripetersi.

31-10-2010

COLLETTIVO RISCOSSA CATANZARO

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Manifestazione nazionale contro la repressione: 6 novembre a Napoli

da indymedia

Dalle cariche contro le popolazioni di Terzigno che difendono la propria terra dalla devastazione ambientale, agli sgomberi dei nuovi spazi liberati a Milano (Ripa, Fornace ed Edera), ovunque il dissenso viene represso in maniera sempre più dura e immediata.
Le mobilitazioni antifasciste in particolar modo sono oggetto di attenzioni particolari da parte della magistratura. Da più di tre mesi Tonino , compagno anarchico, si trova in carcere per “concorso esterno in tentato omicidio” nell’accoltellamento di un neofascista di CasaPound, gesto per il quale l’autore si è costituito assumendosi fin da subito tutte le responsabilità. Eppure Tonino dopo ben due Riesami si trova ancora in carcere, chiaramente perché è stato in prima linea nelle lotte contro la riapertura della discarica di Pianura a Napoli nel 2008, contro CasaPound e perché anarchico. Anche a Teramo il 12 ottobre sono stati arrestati quattro antifascisti, a Pistoia continua la montatura giudiziaria nei confronti di tre militanti antifa.

La repressione e il controllo sociale si intensificano sempre di più. Piovono ovunque arresti, denunce, misure restrittive, licenziamenti, sanzioni amministrative mentre le condizioni di vita diventano sempre più precarie. Chiunque si permette di alzare la testa viene definito socialmente pericoloso e represso. Socialmente pericoloso è chi lotta contro la devastazione del proprio territorio, contro le politiche razziste e securitarie, contro i licenziamenti politici e lo sfruttamento del lavoro, contro il ricatto della precarietà e la disoccupazione. Socialmente pericoloso è chi con la pratica e le idee contrasta gli strumenti del potere, siano essi l’autoritarismo della democrazia o l’abuso dei metodi che sempre più si avvicinano alle pratiche fasciste, la militarizzazione delle nostre strade e la mercificazione delle nostre vite.
corteo tonino
Se lottare significa essere socialmente pericolosi, abbiamo già scelto.

Continueremo a lottare.

Contro la repressione.

Tonino libero, liberi tutti.

.::Sabato 6 novembre::.
corteo nazionale a Napoli, concentramento in piazza Mancini (di fronte alla stazione centrale)
alle ore 16:00.

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OLTRE 2000 IN PIAZZA A LIVORNO CONTRO GUERRA, SPESE MILITARI, TAGLI E LICENZIAMENTI!

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MANIFESTO CORTEO 23 OTTOBRE

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23 OTTOBRE A LIVORNO CONTRO LA GUERRA, CONTRO I LICENZIAMENTI, CONTRO I TAGLI

Livorno 23 ottobre 2010

MANIFESTAZIONE

Contro la guerra, contro i licenziamenti, contro i tagli

I gruppi e le individualità presenti domenica 10 a Livorno alla riunione degli anarchici toscani lanciano un appello a partecipare alla manifestazione che si terrà sabato 23 ottobre a Livorno.

Ogni anno la Brigata Paracadutisti Folgore assieme alle autorità civili celebra l’anniversario della battaglia di El Alamein. Questa parata militarista che si terrà il 23 ottobre, sarà la celebrazione della rapina e dello sfruttamento che subiamo quotidianamente. Per questo una assemblea unitaria di organizzazioni politiche e sindacali ha promosso per quel giorno un corteo cittadino, per reagire ai tagli, ai licenziamenti, a quella “cultura della miseria” che secondo il padrone della FIAT Marchionne, i lavoratori dovrebbero accettare per lavorare.

La festa nostalgica sarà come sempre caratterizzata dallo sfoggio alla Rotonda d’Ardenza di quelle stesse armi e strumenti di morte utilizzati nelle missioni all’estero, e che adesso sono impiegati nella guerra di aggressione in Afghanistan.

I militari italiani sono presenti in numerosi conflitti in diversi paesi del mondo. Quelle che chiamano “missioni di pace” o “missioni umanitarie”, sono invece interventi armati e guerre di aggressione, per far valere gli interessi del governo italiano e dei suoi alleati, per garantire lauti guadagni all’industria bellica ed in generale ai poteri economici che traggono profitto dalle guerre, dalle ricostruzioni, e dal controllo di determinate zone del mondo.

Un esempio fra tutti: nei giorni scorsi è stato firmato l’accordo quadro per la realizzazione del gasdotto che porterà gas dal Turkmenistan a India e Pakistan. Il gasdotto transiterà dalla zona presidiata dai militari italiani e, guarda caso, l’ENI si prepara a diventare uno dei principali realizzatori-fruitori dell’opera.

Ma la guerra in atto è anche interna, è la guerra ai lavoratori, ai disoccupati, agli studenti.

I profitti dei padroni crescono mentre, con la scusa della crisi, si cancellano posti di lavoro. Si parla di sacrifici mentre miliardi e miliardi di euro vengono destinati alle spese militari.

La guerra interna è la guerra dichiarata alle persone immigrate, portata avanti con criminalizzazione, segregazione nei Centri di Espulsione, retate, ronde ed altri provvedimenti razzisti volti a deviare ogni malcontento. E’ la guerra al dissenso, ad ogni opposizione sociale, una guerra vera, fatta con l’esercito armato nelle strade, con le cariche di polizia a studenti e lavoratori, con la repressione che colpisce i movimenti e chi lotta, con leggi liberticide contenute nel pacchetto sicurezza.

Questa guerra, sia sul fronte esterno che sul fronte interno, è pagata da chi vede peggiorare le proprie condizioni.

Da chi viene sfruttato sul lavoro, da chi lavoro non ce l’ha, da tutti coloro ai quali viene detto che bisogna sacrificarsi perché la crisi economica è ancora lunga, mentre per l’apparato militare e per quello repressivo vengono spesi miliardi su miliardi di euro.

23 OTTOBRE ore 15:30

CORTEO

concentramento in piazza garibaldi.

Anarchici Toscani

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23 OTTOBRE CORTEO ANTIMILITARISTA – BASTA TAGLI – BASTA SPESE MILITARI

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