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23 ottobre: corteo contro il militarismo e le spese militari

volantino che sarà distribuito al corteo organizzato dal Coordinamento Studentesco Livornese per domani 8 ottobre

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Cremaschi su contestazione operaia a confindustria e cisl

da “Il Tirreno”

DOMENICA, 03 OTTOBRE 2010

Pagina 3 – Livorno
Lo storico leader Fiom è fuori dal coro
Cremaschi replica «Reazioni ipocrite Io sto coi lavoratori»

LIVORNO. I toni sono subito chiari. «Lo scriva pure: solidarizzo con i lavoratori di Livorno e Treviglio». Dopo il lancio di uova alla Cisl, lo storico leader nazionale della Cgil più movimentista, Giorgio Cremaschi, si schiera con i manifestanti. E tira le orecchie a colleghi e politici.
Cremaschi, lei è una voce fuori dal coro…
«Senta, l’indignazione sbandierata per due uova è il segno del decadimento del Paese. La sproporzione tra il gesto compiuto dai lavoratori e le reazioni del mondo che li circonda puzza di ipocrisia lontano un miglio. L’attacco, quello vero, viene da chi firma certi accordi dettati da Confindustria e dalla Fiat. Non dagli operai. E poi stiamo parlando di due uova non di molotov».
Anche la Fiom livornese ha espresso “totale solidarietà e condanna”
«Una reazione dettata dalla paura. Hanno sbagliato: in questi casi bisogna stare con il popolo. Comunque ho sentito Gabrielli: gli ho espresso solidarietà per la vergognosa campagna che è stata montata contro la Fiom livornese».
Ma la guerra tra sindacati non rischia di fare danni?
«Certo, restare uniti sarebbe molto meglio. Ma sono state Cisl e Uil a provocare lo scontro. La rabbia della Fiom è sacrosanta. I due sindacati hanno dato via libera a un accordo che dà carta bianca agli imprenditori. In pratica alle aziende in crisi si dice: non preoccupatevi, da qualche parte recupererete i soldi. Come? Sulle spalle dei lavoratori. Quel contratto provocherà un danno all’occupazione, specie in realtà come Livorno che vivono buona parte sull’indotto auto. La politica non fa niente: Obama ha messo 8 miliardi sull’auto, il governo italiano neppure un centesimo».
Pochi giorni fa Inalfa ha annunciato la chiusura: lascerà a casa decine di operai livornesi. Molte altre aziende, nella provincia, ricorrono agli ammortizzatori sociali da mesi. Cosa si sente di dire ai lavoratori?
«Ai lavoratori bisogna dare lavoro. In generale c’è una sordità della politica coperta con manifestazioni di ipocrisia comune. Come nel caso del lancio di uova. Qui servono investimenti pubblici, idee, piani concreti: non chiacchiere. E’ necessario costruire una vertenza intorno a situazioni delicate come quella di Livorno».

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SU LA TESTA! Basta tagli al sociale e alla scuola – Basta spese militari

Appello ai movimenti, alle organizzazioni politiche, ai sindacati, alle associazioni e ai singoli

Basta tagli al sociale e alla scuola – Basta spese militari

Sabato 23 ottobre ci sarà come ogni anno a Livorno la parata militare dei nostalgici di El Alamein con corredato il solito sfoggio di armi e strumenti di morte alla Rotonda d’Ardenza.

Tutto ciò in una fase in cui la situazione economica e le scelte del governo stanno distruggendo la vita delle fasce più deboli e più povere della popolazione. L’attacco alla scuola pubblica e agli operai metalmeccanici sono solo la punta dell’iceberg.

In una tale situazione i poteri forti e le istituzioni hanno deciso di marciare insieme cercando di reprimere ogni dissenso. E ciò è ancora più accentuato in quelle realtà, come Livorno, dove la crisi picchia duro. Lo dimostra l’indegna strumentalizzazione portata avanti dopo i fischi della curva nord al minuto di raccoglimento per il parà morto in Afghanistan come il violento attacco subito dagli operai che hanno protestato con un lancio di uova davanti a Confindustria e alla Cisl.

La risposta del sindaco in prima persona è stata chiara: condanna e scomunica politica per tutti coloro che non sono allineati a fronte di una rinnovata strategia comune con Folgore (“Darò le chiavi della città al Col Moschin”, “In Afghanistan c’è una missione di pace”) e Confindustria (come dimostra anche l’assecondamento agli industriali con la discarica del Limoncino e il secondo rigassificatore di Rosignano)

In questi giorni un gruppo di compagni facente riferimento a realtà di movimento che quotidianamente fanno attività politica nell’ambito della scuola, del lavoro, della socialità si sono ritrovati per cercare di dare una risposta visibile in città a questa situazione divenuta insostenibile. Da qui è nata la proposta di una manifestazione cittadina per dare una risposta a questi ultimi eventi e cercare di rialzare la testa di fronte ad un’aria diventata irrespirabile. E la data proposta non poteva che essere il 23 ottobre, giorno in cui è maggiormente visibile questo contrasto fra i tagli e la miseria subiti dalla popolazione a fronte delle guerre di aggressione nei confronti del popolo afgano e in altre parti del mondo, dell’aumento delle spese militari e degli sprechi come queste inutili commemorazioni

Per questo diamo appuntamento a tutti coloro che vogliono partecipare a questo percorso per mercoledì 6 ottobre alle 21.30 alla Circoscrizione 4 (Colline) di Piazza D.Chiesa

SU LA TESTA!

2 OTTOBRE 2010

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Uova e sassi contro Confindustria e CISL

Lancio uova e sassi contro sede Cisl Livorno e Confindustria
Il raid dopo manifestazione della Fiom in strade cittadine

(ANSA) – LIVORNO, 1 OTT – Lancio di uova e sassi, oltre a insulti e
cori, stamani, contro la sede livornese della Cisl, nella centrale via
Goldoni. Il ‘raid’ e’ avvenuto al termine di una
manifestazione organizzata, nelle strade del centro, dalla Fiom per
protestare contro l’accordo separato sottoscritto da
Federmeccanica con Cisl e Uil. Secondo i testimoni, i manifestanti
hanno anche gridato ”servi del padrone” e
intimidazioni come ”venite pure a dare assemblea nelle
fabbriche…”.(ANSA).

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18/09 FESTA ANARCHICA A VOLTERRA

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A LIVORNO NON SI PASSA! Respinta fiaccolata razzista del PDL

una cronaca della giornata su:

http://www.senzasoste.it/livorno/no-pdl-no-sciacalli-ore-18-occupata-piazza-venti-in-corso-liniziativa-sul-libano

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FEDERMECCANICA ALL’ATTACCO: DISDETTO UNILATERALMENTE IL CONTRATTO COLLETTIVO METALMECCANICI

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/09/07/visualizza_new.html_1786102675.html

(ANSA)MILANO – Il direttivo di Federmeccanica ha dato mandato al presidente Pierluigi Ceccardi di comunicare fin d’ora il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008.

La disdetta dell’accordo come ha spiegato lo stesso presidente Pierluigi Ceccardi, è avvenuta “a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom relative all’applicazione di tale accordo” ed è comunicata “in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela delle aziende”. La disdetta avviene a far data dal primo gennaio 2012.

LANDINI, DECISIONE IMPRESE IRRESPONSABILE –“Una decisione grave e irresponsabile”. Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, commenta la decisione di Federmeccanica di comunicare il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio del 2008. “E’ uno strappo – osserva – alle regole democratiche del nostro Paese, in quanto si pensa di concordare con sindacati minoritari la cancellazione del contratto nazionale impedendo ai lavoratori metalmeccanici di poter decidere sul loro contratto”. Domani nella riunione del comitato centrale della Fiom “prenderemo tutte le decisioni più opportune”, aggiunge Landini.

“Le regole sulla rappresentanza andrebbero rispettate adesso perché c’é un contratto nazionale del 2008 firmato da tutti e approvato con referendum dai lavoratori metalmeccanici”, afferma il segretario generale della Fiom commentando l’invito di Federmeccanica a regolamentare il sistema di rappresentanza. “Quel contratto – aggiunge – rimane in vigore, altri sono illegittimi e non sono mai stati sottoposti ad alcuna verifica democratica con i lavoratori direttamente interessati. La democrazia bisognerebbe praticarla sin da ora”. Quanto all’incontro del 15 settembre, Landini spiega che “la Fiom non parteciperà a tavoli che cancellano il contratto nazionale. Non partecipiamo perché non sono trattative ma semplicemente dettature della Fiat”.

FEDERMECCANICA, NUOVE REGOLE PER RAPPRESENTANZA – Il consiglio direttivo di Federmeccanica ritiene “urgente una regolamentazione condivisa del sistema di rappresentanza, sulla cui necessità esiste generale consenso e disponibilità dichiarata dalle parti”. E’ quanto ha detto il presidente Pierluigi Ceccardi a seguito dell’incontro che si è tenuto oggi a Milano, spiegando che tale regolamentazione è prevista dall’accordo interconfederale del 15 aprile 2009, non sottoscritto dalla Cgil”. Alla domanda se l’auspicio è che anche l’organizzazione guidata da Guglielmo Epifani possa sedersi al tavolo, Ceccardi ha replicato: “assolutamente sì, l’auspicio è che le confederazioni attivino al più presto un tavolo per regolamentare la materia per via pattizia”. Secondo il presidente di Federmeccanica “dobbiamo cambiare le relazioni sindacali, le aziende non sono più governabili se cinque persone che scioperano fanno chiudere uno stabilimento di 500, questa non è democrazia, è prevaricazione”.

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da Umanità Nova, sui fatti di Via Fagiuoli

da Umanità Nova, settimanale anarchico

In un periodo come questo, in cui la miseria e l’insicurezza sociale del proletariato sono crescenti, ed il governo ricorre sempre più alla violenza per impedire possibili ribellioni, l’ideologia dominante del razzismo, del sessismo e del fascismo, alimentata dai mezzi d’informazione, si fa strada anche tra i ceti popolari.

Questo avviene perché, ormai da anni, i governi che si sono succeduti, hanno portato avanti una politica di criminalizzazione degli stranieri, allo scopo di dividere gli sfruttati e deviare il malcontento popolare.

E’ in questo contesto che si sviluppano fatti come quello avvenuto mercoledì primo settembre a Livorno. Non intendo qui ricostruire i fatti, ma presentare la situazione in modo da darne una lettura in base a quanto appena affermato.

Una lite tra due famiglie, una livornese ed una rumena, in un quartiere popolare del centro, una lite tra vicini, è degenerata in una rissa in strada. Quando poi sono spuntati i bastoni e padre e figlio livornesi sono rimasti feriti, la famiglia rumena si è barricata in casa per sfuggire ai parenti ed agli amici dei due livornesi, che intanto erano accorsi in strada. Sotto le finestre della palazzina dove abita la famiglia rumena, nella stessa strada dove si trova il C.S.A. Godzilla, si forma una folla di curiosi e di gente del quartiere. I commenti, le grida e gli insulti si fanno sempre più pesanti, soprattutto in senso razzista. Le forze dell’ordine, giunte intanto sul luogo, lasciano che la situazione si esasperi. Non vogliamo certo chiedere legalità, ma è importante notare che, nonostante la presenza di polizia, carabinieri e vigli urbani, di diverse volanti, nonché di due funzionari della questura, della DIGOS e di altri agenti in borghese, questa situazione si è protratta per quasi sei ore.

Ciò non ha che alimentato una situazione già carica di tensione, e dato modo di costruire da una rissa un caso mediatico nazionale. Solo verso le 23:30, dopo l’arrivo sul posto di esponenti politici locali e del sindaco di Livorno, che da bravo sceriffo PD ha promesso più pattuglie e telecamere, la vicenda si è conclusa con l’arresto dei due migranti coinvolti nella rissa.

Questi adesso sono in carcere ed il Questore ha annunciato che la prefettura sta preparando i decreti di espulsione per i due cittadini comunitari.

La vicenda è divenuta subito caso nazionale, montata della stampa locale e nazionale, trasmessa da tutti i telegiornali, è divenuta essa stessa strumento dei media per alimentare la deriva razzista, portata a dimostrazione di come ovunque, anche nella rossa Livorno, dei rumeni e di tutti gli immigrati non se ne possa proprio più. Ma la maggiore speculazione sulla vicenda, come è ovvio, è avvenuta a livello locale. Da una parte lo stato di polizia proposto dal PD: più pattuglie e telecamere in zona, significa maggior controllo su una delle ultime zone proletarie del centro cittadino, nonché sul centro sociale autogestito situato in quelle strade. Dall’altra il PDL ha indetto per mercoledì 8 settembre una fiaccolata contro insicurezza e degrado.

Nei giorni immediatamente successivi ai fatti il C.S.A. Godzilla, sostenuto dalle varie componenti antirazziste locali, ha iniziato un intervento nella zona per rispondere alla grave situazione che si è venuta a creare.

Intanto il quartiere sembra non gradire lo sciacallaggio del PDL, e sicuramente Piazza XX Settembre, da dove alle 21 di mercoledì dovrebbe partire la fiaccolata dei razzisti, sarà occupata sin dal pomeriggio.

Aldilà della cronaca e delle iniziative locali, in ogni caso, la vicenda evidenzia un dato generale.

La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.

D. A.

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Comunicato dell’assemblea contro i Centri di Espulsione sui fatti di via dei Mulini

Venerdì 3 settembre si è tenuta una riunione straordinaria dell’assemblea cittadina contro la costruzione di un Centro di espulsione in Toscana.
I compagni presenti hanno discusso dei fatti avvenuti mercoledì 1° settembre in Via dei Mulini. Nel dibattito è stato sottolineato il clima di tensione e di violenza che si è manifestato in città, e che è simile a quello che si respira in altre città.
Questo clima è il risultato della politica dei governi succedutisi in questi anni. Da una parte criminalizzazione degli stranieri sostenuta da una deriva razzista alimentato dai mezzi di comunicazione, che si fa strada anche nei ceti popolari.
Dall’altra il taglio dei servizi sociali, della scuola, della sanità,
dell’assistenza, sostituiti da forme crescenti di repressione fino alla
militarizzazione del territorio, per impedire possibili ribellioni popolari di fronte al continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
La crescente miseria del proletariato, salari insufficienti, lavori instabili, tagli alle pensioni, apre la strada alla diffusione del razzismo, del sessismo, del fascismo.
E’ in questo brodo di coltura che episodi come quello di Via dei Mulini, si sviluppano in modo da poter essere sfruttati dal governo, dalle questure e dalle amministrazioni locali per alimentare le divisioni tra gli sfruttati e per deviare ogni forma di malcontento popolare.
La costruzione di una nuova socialità può avvenire solo all’interno di una ricostruita solidarietà fra sfruttati locali e migranti, il miglioramento delle condizioni di vita si avrà con l’abolizione del monopolio dei mezzi di produzione e di scambio in mano ai capitalisti, la libertà e la sicurezza si avranno ritorcendo contro il governo quella violenza che fa subire ai ceti popolari.
I compagni dell’assemblea contro i Centri di Espulsione, individuano nella lotta contro la costruzione di un C.I.E. in Toscana un passo importante della lotta contro la deriva razzista imposta dal governo e un momento simbolico del percorso che porta ad una nuova solidarietà fra gli sfruttati.
Non possiamo fare a meno di denunciare il comportamento del sindaco che, di fronte ad una situazione di disagio provocata anche dalla politica della Giunta municipale, pensa solo ad indossare la divisa dello sceriffo per garantire la rendita dei proprietari immobiliari.
Sulla stessa linea la fiaccolata del Popolo della Libertà prevista per
mercoledì: di fronte alla violenza, di fronte a persone all’ospedale, altre finite in carcere e che rischiano l’espulsione, il partito dei garantisti si preoccupa solo che questi fatti mettono a rischio il valore degli investimenti immobiliari.
Il partito trasversale degli speculatori allunga le sue mani su Piazza XX Settembre e dintorni: ecco cosa si nasconde dietro le telecamere, i vigili e i poliziotti di quartiere. Sicuramente queste speculazioni avranno una risposta. 

Assemblea contro i Centri di Espulsione

04/09/10

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da:http://clic.noblogs.org/
Solidarietà antifascista

In questo mese di luglio 2010 sono state tante le notizie riguardanti la repressione nei confronti di compagni e compagne sparsi/e in tutta Italia che si oppongono alle politiche fasciste, sessiste, razziste, contro studenti, lavoratori e immigrati, portato avanti dalle istituzioni e dai partiti di maggioranza anche con l’utilizzo dei soliti gruppuscoli squadristi con il culo parato: arresti in carcere, denunce, rinvii a giudizio piovono su chi non si piega a subire in silenzio le molteplici situazioni che viviamo quotidianamente nei luoghi di studio, di lavoro, nelle città in cui viviamo e che sarebbe impossibile elencare.
A questi, vanno aggiunti i diversi licenziamenti ai danni di quei lavoratori “colpevoli” di voler fermare l’avanzata dello sfruttamento ai danni degli operai nelle fabbriche FIAT, operata dal padronato di concerto con il governo e i sindacati compiacenti. Senza dimenticare quanto avviene dei lager di stato, i CIE, dove i tentativi di fuga si susseguono e vengono duramente repressi nel sangue, sfociando in ulteriori arresti e privazioni nei confronti di persone che si trovano rinchiusi alla mercé di chi ci marcia.

Dal nostro ateneo, dove le prove di coordinamento istituzioni-fascisti-polizia si sono concretizzate il 15 e 16 marzo per poi avere anche un seguito nelle restrizioni alla libertà di alcuni di noi il mese successivo, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutti coloro stanno subendo sulla propria pelle le conseguenze del proprio impegno diretto nel contrastare la violenza di chi vorrebbe comandare le nostre vite e ricondurle all’interno del recinto dell’assoggettamento passivo.
A 30 e 36 anni dalle stragi fasciste di Bologna e del treno “Italicus”, ampiamente coperte dagli apparati statali dell’epoca, dalla P2 e da Gladio e supportati  dai media attuali nella loro continua opera di revisione, ancora non è domata la voglia di riscatto di chi si ribella alle imposizioni di una società basata sul continuo sfruttamento delle classi subalterne.

La querela del mercenario fascista a capo della Onlus “Popoli”, Franco Nerozzi, nei confronti di “Umanità Nova” proprio per l’articolo riguardante lo schifo visto e vissuto qui a Tor Vergata grazie ai suoi “bravi” ingaggiati per l’occasione ci fa sentire ancor più vicini a chi raccontando la verità dei fatti senza troppi giri di parole cerca di squarciare il muro della disinformazione di massa subordinata alle esigenze dei padroni.

Gli stessi padroni di cui sono al servizio i “burattini del potere”, siano essi in toga, in divisa o in borghese, comunque “conformi” a quanto prescritto dai loro padrini mafiosi e pidduisti.

Il gesto di due partigiani di 83 e 87 anni che a Grosio (Sondrio) hanno festeggiato il 25 luglio nel miglior modo possibile, per il quale è “ovviamente” scattata la denuncia, ci piace evidenziarlo come una sorta di continuità nelle idee e nelle azioni che esistono e resistono nel nostro Paese, spesso con differenze enormi tra singoli e strutture, all’interno delle stesse città, degli stessi luoghi di lavoro e delle stesse aule delle università

Se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo nella stretta repressiva, oltre ad accomunare ed appiattire le differenze enormi di cui sopra e con cui abbiamo a che fare continuamente, è nel ricevere sempre più spesso una risposta unitaria che si rigira come un boomerang contro i mandanti e i beneficiari di simili provvedimenti.

Un abbraccio e un saluto a pugno chiuso a tutti/e, in particolare ai compagni di Napoli!

Libertà per Tonino!

Libertà per Tutti/e!

Da Teramo, a Napoli, da Verona a Firenze, da L’Aquila a Roma, da Pistoia a Livorno, dalla Sardegna a Catanzaro, nessuno è solo.

Antifascisti e Antifasciste di Tor Vergata (Roma)

Di seguito alcuni link di riferimento dove poter leggere le vicende susseguitesi in luglio o che si protraggono da  mesi e che hanno subito degli sviluppi di recente:

Napoli – 2 arrestati per il corteo del primo maggio

http://napoli.indymedia.org/node/13261
http://www.toninolibero.org

Napoli – 2 arrestati (ora liberati) e 150 denunce per i lavoratori/disoccupati

http://napoli.indymedia.org/node/13251

http://napoli.indymedia.org/node/13247

Verona – 8 denunce agli antifascisti per presidio fuori tribunale in solidarietà a 2 compagni arrestati

http://roma.indymedia.org/node/22524

Roma – 1 arresto e 5 perquisizioni a casa di “appartenenti all’area antagonista”

http://roma.indymedia.org/node/22698

Fossanova (Latina) – 2 compagni denunciati perché manifestavano alla Nexans contro i licenziamenti e la delocalizzazione

http://roma.indymedia.org/node/22850

L’Aquila – 24 denunce ai compagni per manifestazione contro il 41bis

http://lombardia.indymedia.org/node/30993

L’Aquila – 2 denunce per scontri a Roma il 7 luglio

http://abruzzo.indymedia.org/article/7811

Firenze – 19 compagni anarchici rinviati a giudizio per “associazione sovversiva”

http://toscana.indymedia.org/article/9801

Teramo – CocaPound accoltella, arrestati i compagni

http://roma.indymedia.org/node/22861

Pistoia – 3 arresti , 8 denunce, il PM Boccia si dimette

http://toscana.indymedia.org/article/9715

Sardegna-Catanzaro: 5 arresti, si apre il processo, mobilitazione

http://www.manca-indipendentzia.org/libertade%20pro%20Bruno.html

Articolo di Umanità Nova per cui è scattata la querela del merce-fascio
http://www.umanitanova.org/node/17252

Articolo sul gesto dei partigiani di Grosio (Sondrio)

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/08/01/news/i_vecchi_partigiani_diventano_writer_che_vergogna_quel_motto_del_duce-5989747/

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