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Verso St Imier 2023 Solidarietà contro tutte le guerre

 

Giornate internazionaliste

Domenica 28 agosto

Verso St Imier 2023
Solidarietà contro tutte le guerre

con Dario Antonelli della Crint della FAI, che ha partecipato all’incontro internazionale anarchico di St Imier in Svizzera di quest’anno

dalle ore 19:30 aperitivo
dalle 21 interventi e dibattito

Oltre 600 compagnx da diversi paesi europei si sono ritrovatx a fine luglio a St Imier, piccolo paesse del Jura bernese in Svizzera, per un incontro internazionale a 150 anni dal primo Congresso dell’Internazionale Antiautoritaria, che proprio in quella località nel 1872 segnò l’inizio del movimento anarchico organizzato.

Tre giornate di autogestione, campeggio, dibattiti, atelier, cucine solidali, salone del libro e concerti. Si è discusso in più lingue di temi centrali come lotte sociali, anarcofemminismo, ambiente, antispecismo, e soprattutto antimilitarismo e guerra. Durante l’incontro il documento “Per un nuovo manifesto anarchico contro la guerra” elaborato dalla Federazione Anarchica Italiana è stato presentato e discusso nel corso dell’atelier antimilitarista che è stato uno dei più partecipati.

Il prossimo anno a St Imier si terrà un incontro anarchico di portata globale. Ad un simile incontro che si tenne nel 2012 parteciparono oltre 4000 anarchicx da diversi continenti, per quattro straordinarie giornate di confronto tra esperienze diverse. Nel 2023 sarà ancora più importante questo appuntamento perché è in queste occasioni che è possibile rafforzare le reti di solidarietà, consapevoli che solo l’internazionalismo per la rivoluzione sociale può fermare la spirale autoritaria e militarista a cui stiamo assistendo.

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it
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Giornate internazionaliste – due giornate di dibattito e condivisione

 

Giornate internazionaliste
due giornate di dibattito e condivisione
nel giardino della FAL in Via degli Asili 33, Livorno

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Domenica 28 agosto

Verso St Imier 2023
Solidarietà contro tutte le guerre

con Dario Antonelli della Crint della FAI, che ha partecipato all’incontro internazionale anarchico di St Imier in Svizzera di quest’anno

dalle ore 19:30 aperitivo
dalle 21 interventi e dibattito

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Domenica 4 settembre

Rojava: un’esperienza alternativa nella morsa della guerra
Jin War un villaggio ecofemminista

con Alessia Manzi e Giacomo Sini, che hanno da poco svolto un reportage giornalistico dal Nord Est della Siria

dalle ore 19:30 aperitivo
dalle 21 interventi e dibattito

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Quinto Festival del SedicidAgosto

Quinto Festival del SedicidAgosto
Rassegna di musica popolare in ricordo di Sante Caserio
Sabato 20 e domenica 21 agosto
a Roccatederighi (GR)
presso il Campo Sportivo San Martino

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100 anni dai Fatti dell’Agosto 1922 – Per Filippo Filippetti, per ricordare il primo antifascismo

A 100 anni dai fatti dell’agosto del 1922, dall’assalto fascista a Livorno per stroncare lo sciopero generale, dall’assassinio di Filippo Filippetti e degli altri antifascisti 

1922- 2022 In memoria di Filippo Filippetti

anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti 

Martedì 2 agosto 2021 ore 19

Commemorazione presso la lapide

Via Provinciale Pisana 354, Livorno

(andando verso Via Firenze, alla ex-scuola Camilli)

dalle 20:30 nel giardino della FAL in Via degli Asili 33 per un momento conviviale

Filippo Filipetti, giovane anarchico, viene ucciso il 2 agosto 1922 dai fascisti mentre si oppone, assieme ad altri antifascisti, ad una spedizione punitiva contro Livorno.

Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell’USI per il settore edile

Nell’estate del 1922 si giocano le ultime carte per fermare la reazione antiproletaria: il paese è attraversato da un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio e dei singoli militanti; si contano decine di morti fra gli antifascisti.

Da mesi l’Unione Anarchica Italiana e il giornale “Umanità Nova” si battono a sostegno del movimento degli Arditi del Popolo, per costituire un fronte unico proletario che organizzi la difesa. Su iniziativa del Sindacato Ferrovieri Italiano è costituita l’Alleanza del Lavoro, a cui partecipano tutti i sindacati, con l’appoggio dell’Unione Anarchica, del Partito Repubblicano, del Partito Comunista e del Partito Socialista. 

L’Alleanza del Lavoro indice uno sciopero generale ad oltranza per fermare le violenze fasciste a partire dalla mezzanotte del 31 luglio.

I fascisti finanziati da agrari e industriali, armati da Carabinieri ed Esercito, protetti dalla monarchia e dalla Chiesa, aggrediscono le roccaforti operaie.

In molte città, fra cui Piombino, Ancona, Parma, Civitavecchia, Bari i fascisti vengono respinti anche grazie all’azione degli Arditi del Popolo. Nel momento in cui la resistenza operaia cresce, CGL e PSI, sperando in un ennesimo compromesso, si ritireranno dalla lotta, aprendo la strada alla rappresaglia armata del Governo.

Livorno è uno dei centri dello scontro. Tra il 1° e il 2 Agosto 1922 squadre fasciste provenienti da tutta la Toscana lanciano la caccia agli antifascisti livornesi, facendo irruzione nei quartieri popolari che resistono all’invasione.

Molti furono gli assassinati in quei giorni. Popolani, militanti comunisti, anarchici, repubblicani e socialisti, tra i quali Luigi Gemignani, Gilberto Catarsi, Pietro Gigli, Pilade Gigli, Oreste Romanacci, Bruno Giacomini e Genoveffa Pierozzi, oltre al giovane anarchico Filippo Filippetti. 

Oggi, in un periodo di crescente militarizzazione, di guerra, di rilancio di nazionalismo e patriottismo, di autoritarismo sempre più forte e di attacco feroce alle condizioni di vita e di lavoro è ancora più importante riaffermare il nostro antifascismo. Lo facciamo con la pratica quotidiana, ma anche attraverso la memoria di chi, senza cedere a compromessi o seduzioni istituzionali, volle realmente impedire l’affermazione del fascismo, la dittatura, la miseria e l’orrore della guerra.

Il movimento anarchico invita tutti i soggetti antifascisti a partecipare alla commemorazione. 

Federazione Anarchica Livornese // cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it // federazioneanarchica.org 

Collettivo Anarchico Libertario // collettivoanarchico@hotmail.it // collettivoanarchico.noblogs.org/

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22/07 PRESIDIO: Basta missioni militari, basta guerre!

Presidio: BASTA MISSIONI MILITARI, BASTA GUERRE!
VENERDÌ 22 LUGLIO h 21 TERRAZZA MASCAGNI
Il Parlamento si prepara a votare le nuove missioni militari all’estero e il rinnovo delle missioni già in corso. Facciamo sentire la nostra opposizione alla spirale di guerra!
BASTA MISSIONI MILITARI, BASTA GUERRE!
Il Parlamento si prepara a votare le nuove missioni militari all’estero e il rinnovo delle missioni già in corso. I militari che l’italia
spedisce all’estero salgono a 12000, e la spesa per le missioni cresce fino a oltre 1 miliardo e 681 milioni di euro. Le nuove missioni in Bulgaria, Ungheria, Qatar e Mozambico confermano la politica imperialista e neocoloniale dell’Italia. Facciamo sentire la nostra opposizione alla spirale di guerra!
SFONDAMENTO DI BILANCIO? SI PUÒ!
Il governo aggira il tetto al debito pubblico per finanziare le missioni militari all’estero
È stata trasmessa alle Camere la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 15 giugno 2022, che impegna lo Stato italiano a partecipare alle missioni di guerra nel mondo nel corso del 2022. Una parte consistente del finanziamento per le missioni, oltre 410 milioni, saranno tratti da obbligazioni esigibili nel 2023. In altre parole, il finanziamento previsto dalla legge di Bilancio in vigore non è sufficiente, e Draghi fa più debito. Il ricorso ad “obbligazioni esigibili nel 2023” permette al governo di aggirare il tetto di bilancio, ricorrendo a quelle che si chiamano “operazioni per cassa”, cioè operazioni che si devono chiudere entro l’anno. Si tratta evidentemente di un trucco, perché nel 2023 non ci saranno i soldi che mancano oggi, e il governo in carica non potrà far altro che rinnovare le obbligazioni o sperare in un clima politico meno teso che permetta di portare il tutto in bilancio.
I soldi che non ci sono per il reddito delle classi sfruttate si trovano subito per i giochi di ruolo dei vagabondi in divisa, ma si sa la NATO chiama e anche Mattarella obbedisce!
Fra le missioni previste per l’anno in corso, ben quaranta rappresentano la prosecuzione di quelle già approvate nel 2021, tre sono quelle nuove di pacca: Qatar, Mozambico ed Europa orientale.
Le missioni in cui il Governo ha impegnato le Forze Armate italiane si caratterizzano per un sostegno a regimi autoritari, dispotici e criminali, come dimostra lo spiegamento nel Golfo Persico a sostegno degli Emirati, la presenza in Libia a sostegno dei torturatori delle persone migranti, e in Egitto a sostegno degli assassini di Giulio Regeni. Inoltre un peso crescente ha la partecipazione all’escalation della NATO in Europa orientale con 1.150 militari italiani con 380 mezzi in Bulgaria e Ungheria, che si aggiungono alle forze già presenti in Lettonia e Romania e alla partecipazione ai dispositivi navali della NATO e dell’Unione Europea nel Mediterraneo. Particolare importanza assume la protezione delle compagnie petrolifere nazionali nella loro azione di devastazione e saccheggio in Libia, nel Golfo di Guinea e non solo, compagnie citate espressamente e ripetutamente nel documento del Governo.
La preparazione della guerra si basa su una guerra crescente contro i ceti popolari e le classi sfruttate: mentre aumentano in modo esponenziale le spese militari e quelle per le missioni, il Governo impone tetti ridicoli agli aumenti contrattuali e vuole tagliare ancora
reddito di cittadinanza e pensioni. I limiti al debito vengono mantenuti con continui tagli ai servizi sociali, alla scuola, alla sanità, all’assistenza. Tutto ciò provoca miseria crescente e aumento delle differenze sociali: la “coesione sociale” diviene sempre più una questione di ordine pubblico.
L’impegno bellico delle Stato italiano all’estero si traduce in una militarizzazione dei territori, come dimostra la vicenda del ComFoSE (Comando Forze Speciali dell’Esercito) e della base prevista a Coltano.
Fermiamo il militarismo, fermiamo la marcia verso la guerra!
Partecipiamo alla lotta contro la nuova base di Coltano, sosteniamo il
Movimento No Base!
Prepariamo lo sciopero generale internazionale contro la guerra!
Nessuna base, nessuna missione per nessuna guerra!
Coordinamento cittadino per il ritiro delle missioni militari all’estero

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Lina Antonelli

Con dolore annunciamo che la compagna Lina Antonelli ci ha lasciato questa mattina, 13 luglio 2022, per un improvviso aggravamento delle patologie di cui soffriva da lungo tempo.

Trasferitasi a Roma negli anni sessanta, è stata fra le animatrici della Federazione Anarchica Giovanile, del convegno giovanile internazionale e del campeggio tenutosi a Marina di Massa. Dopo gli attentati dell’aprile 1969 e la Strage di Stato, fu punto di riferimento per le iniziative a sostegno degli anarchici arrestati e per denunciare l’assassinio di Giuseppe Pinelli, anche all’interno della redazione di Umanità Nova.

Tornata a Livorno Lina non ha mai fatto mancare il suo sostegno, fino all’ultimo, alla Federazione Anarchica sia a livello nazionale che locale.

È rimasta sempre punto di riferimento per tanti compagni e compagne, molto conosciuta dentro e fuori dal movimento anche per il suo carattere unico.

La saluteremo con le bandiere rosse e nere domani 14 luglio. Fino alle ore 11.30 saremo presso la camera mortuaria dell’ospedale di Livorno, da dove Lina verrà trasportata presso la Cremazione del Cimitero comunale dei Lupi.

Invieremo nei prossimi giorni un ricordo compiuto della nostra compagna e comunicheremo una data in cui potremo ricordarla insieme nel giardino della sede della Federazione Anarchica Livornese, via degli Asili 33.

Federazione Anarchica Livornese

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PRESIDIO – No all’accordo tra Svezia, Finlandia e Turchia sulla pelle del movimento curdo

No all’accordo tra Svezia, Finlandia e Turchia sulla pelle del movimento curdo
Per ottenere l’assenso della Turchia al loro ingresso nella Nato, la Svezia ha accettato di abbandonare i curdi al loro destino, proprio mentre questi subiscono una violenta offensiva militare del dittatore Erdogan in Rojava, regione nel nord della Siria
Con un trattato di tre paginette la Finlandia ma la Svezia innanzitutto, hanno accettato di non sostenere più la milizia curda Ypg (Unità di Protezione Popolare), che in Siria ha combattuto al fianco dell’occidente contro l’Isis, portando il contributo decisivo alla sconfitta dello “stato islamico” con un prezzo esorbitante di morti e distruzioni.
L’accordo raggiunto include la pronta valutazione di ogni richiesta di espulsione o estradizione di soggetti che la Turchia ritenga sospetti terroristi, sulla base delle informazioni, delle prove e dell’intelligence fornite dalla medesima. Inoltre mette fine all’embargo sulle armi verso quel paese.
VERGONA!!! ERDOGAN E’ IL VERO ED UNICO TERRORISTA!
VENERDI’ 1 LUGLIO ALLE ORE 18,30 PRESIDIO DI PROTESTA DAVANTI AL CONSOLATO SVEDESE (Via della Venezia, 15)
SOLIDARIETÀ AI RIFUGIATI POLITICI PERSEGUITATI IN TURCHIA LIBERTÀ PER TUTTX!
Potere al Popolo Livorno
Collettivo Anarchico Libertario
Ex Caserma Occupata
PRC Livorno
Coordinamento cittadino per il ritiro immediato delle missioni militari italiane all’estero
Coordinamento contro le guerre
Sinistra Anticapitalista Livorno
AMR Controvento
Federazione Anarchica Livornese
Rete Jin

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25 Giugno – Assemblea a Livorno: Rilanciamo l’antimilitarismo!

RILANCIAMO L’ANTIMILITARISMO

25 GIUGNO A LIVORNO

dalle ore 10:30 presso l’Ex Caserma Occupata a Livorno in Via Adriana 16

È convocata a Livorno il 25 giugno la prossima riunione dell’Assemblea Antimilitarista. Mentre crescono il clima di guerra e le politiche di riarmo, vediamo i segnali di una ripresa dei movimenti contro la guerra e le installazioni militari, in questo contesto è centrale il ruolo dell’antimilitarismo. Un nuovo momento assembleare in cui fare incontrare le tante realtà attive sul territorio che già animano questo percorso e aprire il confronto con nuove situazioni, è un passo fondamentale per continuare a tessere questa rete di solidarietà, confrontarsi sulle tante iniziative che si terranno nel corso dell’estate, e rilanciare nuovi momenti di lotta comuni nei prossimi mesi.

Livorno è stata confermata come località per ospitare questa assemblea anche sulla spinta della grande manifestazione del 2 giugno a Coltano, tra Livorno e Pisa. Un corteo convocato dal Movimento No Base per contestare il progetto di costruzione di una nuova megacaserma dei Carabinieri paracadutisti del Tuscania e del GIS. Una base dove si addestreranno le truppe che l’Italia spedisce in giro per il mondo con le sue missioni all’estero. L’intera zona è fortemente militarizzata, e sta diventando sempre più un vero e proprio hub della guerra, con la presenza del COMFOSE, di Camp Darby, dell’Aeroporto militare di Pisa, della Brigata Folgore, dell’Accademia Navale, oltre che dello stesso porto di Livorno da cui transitano regolarmente carichi di armi.

Quindi la questione delle missioni all’estero rimane centrale se si guarda al movimento contro la base di Coltano, come ad altre lotte in corso. Dopotutto il governo italiano si prepara a dare il via a nuove missioni militari all’estero: con l’invio di un gruppo aereo in Niger, il Task group Air-Sahel con velivoli C-27J, in sostegno alla missione militare già presente nel paese, dove l’Italia ha pure aperto una propria base; con nuove missioni in Europa orientale per rafforzare il dispositivo NATO sul lato sud-est, 500 militari italiani in Bulgaria, 600 tra Romania e Ungheria. In sei mesi è aumentato significativamente il numero di soldati spediti all’estero per combattere per gli interessi di chi ci governa, tra cui anche per quelli dell’ENI.

L’assemblea che si terrà il 25 giugno a Livorno cercherà di proseguire il lavoro di ricomposizione delle forze che si impegnano sul terreno dell’antimilitarismo. Dalla prima assemblea del 9 ottobre scorso a Milano presso il Laboratorio Kasciavit molte cose sono cambiate. Se lo scorso autunno si sono dovute dedicare molte energie anche solo per sollevare all’interno dei movimenti la questione della guerra, delle missioni militari e della militarizzazione, adesso invece la guerra è al centro del dibattito pubblico. Certo, di fronte ai “pacifisti con l’elmetto” e a chi pensa che si possa sostenere uno dei campi imperialisti in guerra, l’antimilitarismo ha il compito di far chiarezza e il lavoro di studio e di denuncia sulle missioni militari è ancora fondamentale per darsi strumenti efficaci, ma al contempo si moltiplicano anche le scadenze di lotta. Dopo lo sciopero generale del 20 maggio e la manifestazione del 2 giugno di Coltano, che hanno visto l’impegno anche dell’Assemblea Antimilitarista, è in programma il 19 giugno la manifestazione contro la base aerea USAF di Aviano, dove sono stoccate anche le bombe atomiche, organizzata dal Coordinamento Libertario Regionale FVG. Ci sarà poi il 2 luglio a Torino un’iniziativa di piazza contro la cittadella dell’aerospazio e l’acceleratore di innovazione della NATO. Ci sono poi le iniziative attorno al campeggio NO MUOS del 5-7 agosto che si concluderà con una importante manifestazione. Si tratta di capire quali prospettive dare partendo proprio da queste esperienze Oltre a mettere insieme le diverse esperienze radicate sui territori si tratta di capire quali prospettive dare all’Assemblea Antimilitarista.

La manifestazione contro la mostra-mercato delle armi del 20 novembre a Torino, la giornata di studi su Energia e guerra a Milano il 19 marzo e il corteo contro l’ENI del 2 aprile a Milano partito da Piazza Affari, hanno segnato tappe importanti nell’attività di questi mesi. Ritroviamoci a Livorno per decidere come andare avanti, per preparare nuove iniziative, per rilanciare l’antimilitarismo.

Proposta odg:

– resoconto iniziative e report locali

– missioni militari e guerre in corso

– lotte contro le basi e militarizzazione dei territori

– prossime iniziative

L’assemblea inizierà alle 10:30 presso la Ex Caserma Occupata, pranzeremo insieme presso lo spazio per poi continuare l’assemblea nel pomeriggio. Invitiamo a comunicare la propria presenza per facilitare l’organizzazione al Coordinamento livornese per il ritiro delle missioni militari che ospiterà l’assemblea, al quale si può scrivere anche per avere informazioni o per eventuali richieste di ospitalità: no_missioni_livorno@anche.no

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21 Giugno – dibattito “Una base per cosa?” Opporsi alla militarizzazione a Coltano e altrove

Martedì 21 giugno altro appuntamento con l’aperipizza benefit all’Ex Caserma Occupata!

Programma:

– Ore 19:00 apertura

– Ore 19:30 dibattito “Una base per cosa?”

Opporsi alla militarizzazione a Coltano e altrove

Lo scorso due giugno in tantx da Livorno abbiamo partecipato alla manifestazione organizzata dal Movimento No Base a Coltano contro il progetto di una nuova megacaserma per le truppe speciali dei Carabinieri che sono spedite a combattere nelle missioni di guerra che lo stato italiano conduce in giro per il mondo.

Una manifestazione che ha portato in piazza migliaia di persone e che ha riunito una grande varietà di forze che vogliono opporsi alla guerra e alla militarizzazione dei territori, in una zona come quella compresa tra Pisa e Livorno già estremamente militarizzata. I motivi dell’opposizione al progetto della nuova base sono chiari, no alle basi di guerra, no alla devastazione ambientale, no alle spese militari.

Enti e amministrazioni locali, carabinieri e governo parlano di una base “green”, di un semplice centro addestrativo, di servizi aperti alla cittadinanza. Sappiamo bene che sono tutte falsità. Ma a cosa e a chi servirà questa nuova base militare?

Ne parliamo con attivistə del Movimento No Base e del Coordinamento livornese per il ritiro delle missioni militari

A seguire Musica Live con:

Alpha Zombies acoustic set

Pizza, birra e bevute a prezzi popolari

Vi aspettiamo!

Il ricavato andrà a sostenere le spese processuali delle compagne e dei compagni colpitə dalla repressione

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18 giugno a Livorno: TegAmə – tutto fa frociə

De’ che fai il 18 giugno??

Il 18 giugno scendiamo in strada a Livorno con una spezzona fro.ciah antagonista e transfemminista che non si accontenta di chiedere diritti. Vogliamo essere i sassolini nella scarpa del cis-tema eteronormato ed omonormato: non saremo l3 vostr3 brav3 cittadin3 rispettabili e smanios3 di conformarsi a quello che un uomo o una donna dovrebbe essere. Riconosciamo la violenza dello stato nei confronti delle donne e soggettività lgbtqia+ di cui l’applauso in senato durante l’affossamento del ddl Zan rappresenta solo la punta dell’iceberg. Riconosciamo la violenza di genere e del genere e di come i suoi confini sentenzino chi o cosa sia socialmente accettabile e chi o cosa non lo è, cosa ci può succedere se oltrepassiamo i confini della cosiddetta normalità, che altro non è che la norma bianca – cisgender – eterosessuale ed abilista. Anche per questo, pur comprendendo la volontà e la necessità di alcune soggettività di sentirsi tutelat3 dalle istituzioni, siamo consapevoli che non può essere sufficiente.

Vogliamo ridisegnare le nostre vite secondo la più strabiliante varietà di desideri, bisogni e possibilità che ogni essere umano può immaginare nel proprio destino, con l’unica regola del consenso dellə partecipanti. Rompere gli schemi significa ricordare che, oltre all’opzione del matrimonio e di mettere al mondo altri esseri umani, esistono tante altre possibilità di esistere. Vogliamo sovvertire l’esistente e lo vogliamo subito. Ci rivendichiamo il transfemminismo queer come spazio di libertà dove esondare e autodeterminarci, sperimentare, tessere alleanze e relazioni altre non necessariamente legate da vincoli biologici, sfro.ciare affossando le categorie stagnanti che ci opprimono.

Vogliamo sottolineare l’intersezione delle nostre lotte contro ogni tipo di oppressione, segregazione e colonialismo che voglia sottomettere i corpi e i pensieri. Come spezzona queer sfidiamo la pratica di dividerci in compartimenti separati per farci entrare in una o più particolari categorie (pre)definite. Ecco perché il tema delle soggettività diverse e divergenti include per noi i migranti e le persone razzializzate, le loro storie e la loro realtà attuale.

Nonostante i progressi fatti riguardanti la salute mentale e sessuale delle persone lgbtqia+, continuiamo a riscontrare grandi problematiche all’interno del sistema sanitario italiano. Condanniamo la patologizzazione delle persone trans, ancora oggi presente all’interno dei manuali diagnostici per la salute mentale con cui viene formato il personale sanitario, così come la medicalizzazione delle persone intersessuali, che spesso si traduce in vere e proprie mutilazioni genitali senza il consenso dellə direttə interessatə. Denunciamo lo stigma e l’invisibilizzazione delle persone che vivono con HIV, la scarsa informazione sul tema e la carenza di servizi sul territorio. Il diritto alla salute non dovrebbe essere un privilegio, dovrebbe essere appannaggio di tuttə. Vogliamo guardare al concetto di salute come un concetto più ampio che non si limiti al mero aspetto fisico o all’accettazione di una norma sociale, ma che porti le persone ad un equilibrio e ad un benessere mentale e fisico persistente nel tempo. Il diritto alla salute non dovrebbe essere limitato dai pregiudizi, dalle discriminazioni, dall’omolesbobitransfobia o da una poca conoscenza: dovrebbe essere un diritto che davvero comprenda tuttə e che ci dia la possibilità di avere cure adeguate, adeguata assistenza, ascolto, comprensione e fiducia. Se la salute comprende dimensioni psicologiche, sociali, fisiche, spirituali chiediamo che questo costrutto sia davvero seguito e interiorizzato anche dalla nostra società!

Schifiamo la retorica pacifista: tutta la nostra solidarietà va ai popoli che subiscono le guerre. Ci stringiamo allə femministə e ai popoli che in ogni parte del mondo ripudiano la guerra, che lottano e resistono contro la dura repressione interna, a tuttə coloro che disertano, che lottano contro il capitalismo, il razzismo, il patriarcato. Per non lasciare nessunə indietro, per costruire una società diversa nella quale nessuna vita sia ritenuta sacrificabile.

La nostra Pride è antimilitarista perché sappiamo che la guerra definisce nuove strategie di profitto, impoverimento, devastazione ambientale. La nostra Pride è antimilitarista perché vediamo tutti i giorni che anche nei contesti cosiddetti di pace nelle nostre città – sempre più attraversate da militari armati – come donne siamo strumentalizzate per giustificare operazioni dal calibro di ‘strade sicure’, invocate ora come angeli del focolare da proteggere, ora come le cause dirette del disordine e del degrado se pratichiamo sex work, se ci sbronziamo e/o vestiamo come ci pare. La verità invece è sempre la solita: che i soldi per i militari nelle strade, per costruire nuove basi militari e per finanziare le guerre ci sono, ma non si può dire lo stesso per scuole e ospedali, per i centri antiviolenza, per garantire a tuttə una casa e un reddito minimo, perché l’economia di chi ci governa si fonda sulla guerra e sul nostro sfruttamento. Sappiamo anche che se la violenza ti arriva da un militare, come raccontano le centinaia di testimonianze raccolte durante l’ultima adunata degli alpini, è ‘solo’ goliardia, e fattela una risata, forse te la sei cercata. Non ci sentiamo più sicurə davanti ad un soldato con il mitra. Le strade sicure le fanno le donne e lə translellebifr0ce che le attraversano.

STAY TUNED PER I PROSSIMI AGGIORNAMENTI

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