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Pisa: Benefit per Umanità Nova

 

Roots And Culture, il reggae-benefit per Umanità Nova che si tiene a Pisa periodicamente dal gennaio del 2008 (quando vi fu la prima edizione al csa Rebeldia), per il decimo anniversario torna ai grandi spazi e va al Cantiere Sanbernardo (la chiesa sconsacrata che alcuni intenditori definiscono “il centro sociale più stiloso d’Italia”). Il programma di venerdì 12 gennaio prevede alle 18 un dibattito sull’informazione e la controinformazione ai tempi dei trolls a cui parteciperà un redattore di Umanità Nova e poi apericena vegetariana e musica reggae e dub fino a chiusura con Buska Sound e Roots Militant HiFi. Tutti i proventi della serata verranno versati a sottoscrizione di Umanità Nova

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Il pifferaio del Quirinale

Il pifferaio del Quirinale

Il punto centrale del discorso che Sergio Mattarella, attuale presidente della repubblica, ha tenuto il 31 dicembre è l’appello ai ragazzi del ’99, che sono iscritti per la prima volta nelle liste elettorali, perché partecipino in massa alle elezioni.
Ha paragonato gli attuali ragazzi del ’99 con quelli della prima guerra mondiale, quando i nati nel 1899 vennero avviati al fronte per fermare l’esercito austro-ungarico dopo la rotta di Caporetto. Il paragone ci dice molto sulla considerazione che hanno le classi dominanti per le masse oppresse e sfruttate: esse contano solo come carne da cannone, e l’accostamento fra i nuovi elettori e i massacrati nelle trincee della guerra 15-18 per la grandezza di Casa Savoia dovrebbe illuminare i giovani del 1999 sul destino che li attende.
Del resto, anche la considerazione sul “lungo periodo di pace del nostro Paese e dell’Europa”, visto che ancora oggi in Europa, perché l’Ucraina è in Europa, è in corso un sanguinoso conflitto. Ma i paesi europei sono comunque stati in guerra, Francia e Regno Unito soprattutto, dalla crisi di Suez alla guerra d’Algeria, ma anche l’Italia che fra l’altro, proprio nell’anno in cui nascevano i nuovi elettori, partecipava alla guerra di aggressione contro la Federazione Jugoslava, e poi partecipava all’aggressione nei confronti della Libia.
La pace dei padroni e dei governanti consiste solo nella possibilità di sfruttarci sempre di più.
Come le guerre sono immani massacri per la gloria di assassini gallonati, per l’arricchimento dei pescecani capitalisti e il potere degli Stati, così le elezioni servono solo a consolidare il potere della borghesia. I giovani che andranno a votare per la prima volta riceveranno solo la speranza illusioria di poter cambiare le cose. Ogni volta che la democrazia ha minacciato gli interessi delle classi privilegiate, queste hanno usato tutta la forza e l’influenza che deriva dal monopolio della ricchezza per rovesciare il sistema democratico e imporre governi succubi del potere economico. Questa è l’origine del fascismo e del nazismo.
E’ bene inoltre che i giovani chiamati a sostenere questa infame baracca che chiamano Stato, non si facciano illusioni sui reali poteri dei rappresentanti del popolo. Lo Stato vive solo grazie al debito pubblico, cioè grazie ai finanziamenti che il sistema del credito, cioè l’oligarchia finanziaria, concede al Governo. Le tasse servono solo a pagare gli interessi su un debito pubblico sempre crescente. Ogni provvedimento del Governo ha bisogno di essere finanziato, il denaro viene fornito dal mercato, cioè dall’oligarchia finanziaria, che è la vera arbitra dell’azione del Governo. Qualunque sia la maggioranza che vince le elezioni, l’azione del Governo sarà finanziata nella misura in cui corrisponde agli interessi dei creditori.
Come dice giustamente Mattarella, partecipando alle elezioni si diviene protagonisti della vita democratica, ci si impegna a pagare un debito che altri hanno contratto per noi, che è stato usato a vantaggio di una minoranza privilegiata. La Repubblica è basata sul lavoro, il lavoro è la fonte di ogni ricchezza che minorane privilegiate si appropriano grazie all’ordinamento giuridico e alla proprietà dei mezzi di produzione.
I giovani del 1999, come i loro antenati di cento anni fa, aspirano ad una società più giusta e più libera, ma la partecipazione alle elezioni è uno degli inganni di cui si serve il Governo per mantenere l’attuale organizzazione sociale. L’astensionismo quindi è un primo segnale di ribellione, a cui deve seguire un impegno concreto per cambiare le cose.
Le menzogne di Mattarella sono uno strumento di governo.
Sostiene Francesco Guicciardini che uno Stato, per sopravvivere, ha bisogno di due cose: le armi e la religione. L’affermazione del Guicciardini è stata variamente tradotta: forza e consenso, coercizione e persuasione, Stato e Chiesa, o, nella versione anarchica, violenza e inganno.
Gli interventi degli uomini politici rientrano nella seconda categoria: con l’inganno cercano di spingere le masse oppresse e sfruttate ad accettare l’oppressione e lo sfruttamento. D’altra parte la menzogna, per essere efficace, deve dare un’immagine distorta della realtà e delle intenzioni delle classi dominanti, degli obiettivi che intendono raggiungere con le loro menzogne.
La critica di queste menzogne non è quindi solo un esercizio moralistico, il nostro scopo non è ristabilire la verità perché anche noi siamo uomini di parte, siamo dalla parte degli sfruttati e della rivoluzione sociale. La critica della visione offerta dalla comunicazione ufficiale è quindi la premessa indispensabile della critica dello sfruttamento e dell’oppressione, della trasformazione sociale. I ragazzi del ’99 hanno già provato sulla propria pelle le contraddizioni dell’attuale formazione sociale; ora è bene che prendano coscienza delle possibilità che hanno di cambiarla, con l’azione diretta e l’autorganizzazione.
Tiziano Antonelli

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La Strage è di Stato, la storia è collettiva

 

La strage è di Stato, la storia è collettiva


In occasione dell’anniversario della strage di Piazza Fontana e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli, il Collettivo Anarchico Libertario e la Federazione Anarchica Livornese organizzano un dibattito presso la propria sede, in Via degli Asili 33, sabato 16 dicembre alle ore 17,30.


Il 12 dicembre 1969 scoppiano alcune bombe; quella posta nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, a Milano, fa 16 vittime. Le indagini si indirizzano subito verso il movimento anarchico e l’estrema sinistra. Migliaia di fermi e perquisizioni si svolgono in tutta Italia, alcuni giovani anarchici vengono arrestati.
La notte fra il 15 e il 16 dicembre 1969, dopo giorni di interrogatorio ininterotto, muore Giuseppe Pinelli. Verrà gettato dal quarto piano della Questura di Milano per simulare un suicidio.


Con l’assassinio del compagno Pinelli le istituzioni statali, mandanti della strage, intendevano mettere a tacere il movimento anarchico e attribuirgli la responsabilità della strage. Per anni gli anarchici, gli antifascisti, militanti di partiti e sindacati saranno impegnati nella controinformazione, nelle mobilitazioni di massa, nelle manifestazioni antifasciste represse inutilmente con violenza, che portarono alla morte del compagno Franco Serantini. Subissato dalla protesta sociale e dal crollo della montatura poliziesca, il Governo fu costretto a rilasciare i compagni ingiustamente carcerati e a riconoscere la loro innocenza, avviando processi inconcludenti contro i servi fascisti.


Oggi come ieri i fascisti sono sempre quelli delle bombe e delle violenze, contro le donne, i lavoratori, i disoccupati; sono quelli della disoccupazione, della miseria e della guerra, risultati della dittatura di Mussolini.
Oggi come ieri sono al servizio del governo che li protegge. Non si può battere il fascismo se non si batte il governo e la sua politica antiproletaria.
Oggi come ieri è possibile battere governo e fascisti con la controinformazione, la mobilitazione di massa, l’antifascismo militante.

Discutiamo insieme sabato 16 alle 17, 30 – in Via degli Asili 33

Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese

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Alluvione: solidarietà e lotta

volantino che sarà distribuito al corteo organizzato dai comitati autorganizzati e dalle BSA
corteo sabato 18/11
ore 17 p. municipio
SOLIDARIETÀ E LOTTA
La notte tra il 9 e il 10 settembre ha segnato questo territorio e chi lo abita. Ha segnato coloro che nell’alluvione hanno perso qualcosa, in alcuni casi tutto. Ha segnato l’intera città, sia per lo sforzo di solidarietà concreta e spontanea che subito si è sviluppata, sia perché si è reso a tutti evidente la responsabilità e l’indifferenza dei padroni, delle istituzioni e delle autorità locali. Il vergognoso rimpallo di responsabilità tra Comune di Livorno e Regione Toscana non è stato che il primo atto del teatrino elettorale tra i partiti che si contendono il potere a livello locale e nazionale (PD, M5S, MDP), messo in scena mentre ancora alcune zone erano isolate e ancora si cercavano i dispersi.
L’alluvione ha mostrato quale sia la gestione del territorio che porta avanti chi ci governa: la mancanza di informazione ed interventi, sia in termini di prevenzione e manutenzione sia di interventi di messa in sicurezza idraulica, la cementificazione, la mancanza di previsione del rischio di incidenti industriali, gli effetti dell’inquinamento. Questo rende evidente a tutti come né le autorità e gli enti pubblici, né le compagnie private possano garantire la sicurezza idrogeologica del territorio, perché seguono il profitto e gli interessi delle classi privilegiate, che si scontrano sia con l’ecologia sia con la salute e la sicurezza delle persone.
E’ uno spettacolo già visto: in Liguria e a Carrara con l’alluvione, in Valsusa con la Tav, in Sicilia con il Muos, a Venezia con il Mose, nelle tante zone terremotate d’Italia, ma anche a Camp Darby, che con l’ampliamento programmato renderà ancora più pesante e pervasiva la propria presenza. Ovunque in nome dell’interesse, delle speculazioni e delle logiche di dominio il territorio subisce devastazione e saccheggio ai danni dell’ambiente e delle popolazioni.
Ma abbiamo anche visto l’opposizione costante, tenace e decisa di tanta parte della popolazione, che si organizza collettivamente per reagire a questa vergogna.
Anche Livorno ha reagito. Sosteniamo i comitati nati nelle zone alluvionate e tutte le iniziative di autorganizzazione e mutuo appoggio che possono, oltre a far fronte alle necessità contingenti, rappresentare un’alternativa. L’attività delle Brigate di Solidarietà Attiva in questo senso è molto significativa, perché è riuscita anche a far emergere attraverso indagini indipendenti il legame tra speculazione edilizia e riduzione delle aree per le casse d’espansione, nonché l’enorme rischio sanitario e ambientale costituito dalla contaminazione da idrocarburi nelle aree abitate di Stagno in seguito all’alluvione.
Partecipiamo alla manifestazione di sabato
Facciamo sentire la nostra rabbia contro le istituzioni responsabili della tragedia
Sosteniamo e partecipiamo alle iniziative autorganizzate di solidarietà
e per la messa in sicurezza del territorio.
FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE  cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it
COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO  collettivoanarchico@hotmail.it – collettivoanarchico.noblogs.org

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Sciopero Generale a Livorno

Sciopero Generale a Livorno

Oggi a Livorno circa 500 in piazza per il corteo organizzato da Unicobas e USB. Hanno preso parte alla manifestazione studenti e operai, lavoratori della scuola e portuali, disoccupati, precari e sfrattati che vivono nelle occupazioni. Da molti anni non si vedeva in città un corteo come questo, tanto partecipato e rappresentativo dell’opposizione al governo presente in città, sui posti di lavoro, nelle scuole. Da segnalare che alla MAGNA di Guasticce la direzione della fabbrica ha chiamato a lavorare gli interinali per sostituire i numerosi scioperanti e continuare la produzione.

Questa è una parte del comunicato a sostegno dello sciopero diffuso nei giorni scorsi dalla Federazione Anarchica Livornese e dal Collettivo Anarchico Libertario:

“Lo scorso 27 ottobre in molte città vi sono state manifestazioni di lavoratrici e lavoratori per lo sciopero generale convocato da USI-AIT, CUB e altre sigle sindacali […] Governo e sindacati servi tentano di illudere chi è sceso in piazza il 27, di calmare il malcontento sociale con misure temporanee, che permettano loro di superare lo scoglio delle elezioni politiche. Lo sciopero del 10 è un’occasione per dire ancora una volta a questi signori e ai padroni che vogliamo l’abbassamento dell’età della pensione, che sappiamo che è l’unica strada per risolvere il problema della disoccupazione giovanile, che i soldi promessi ai padroni siano usati per le pensioni e gli ammortizzatori sociali.
Questi scioperi possono costituire la base per costruire e rafforzare le lotte, per unire non solo e non tanto le sigle sindacali e politiche, ma soprattutto i diretti interessati, cementando legami di solidarietà tra gli sfruttati, contro le divisioni che il governo e molti partiti cercano di imporre. Contro le divisioni di categoria e di settore tra i lavoratori, contro la falsa contrapposizione tra giovani precari e anziani garantiti, contro il razzismo e la xenofobia che mirano a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Uniti siamo tutto!”

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Comunicato sullo sciopero generale del 10 novembre

10 NOVEMBRE SCIOPERO GENERALE E MANIFESTAZIONE
Concentramento ore 9 Piazza Garibaldi

I sindacati Unicobas, USB e Cobas hanno proclamato lo sciopero generale nazionale contro le politiche economiche e sociali del governo Gentiloni, che peggiorano le condizioni di vita e di lavoro di tutte e tutti noi.

Agli studenti nelle scuole superiori viene imposta l’alternanza scuola-lavoro, centinaia di ore di lavoro non pagato, senza tutele, e spesso senza sicurezza, tanto che vi sono stati casi di incidenti, con studenti gravemente infortunati, durante l’alternanza. Il Governo vuole una scuola che insegni ad essere servi obbedienti. Il Governo promette lavoro e propone di ridurre a quattro anni il ciclo delle superiori, un bel risparmio!

Al contempo, paradossalmente, per i giovani l’accesso al lavoro non c’è, oppure è sottopagato, supersfruttato, saltuario e senza contratto. Per chi conclude o abbandona percorsi di istruzione le possibilità spesso sono: la disoccupazione, l’emigrazione, oppure condizioni di lavoro pessime, dopotutto “… di che ti lamenti, è già tanto che lavori!”

Intanto si allontana sempre di più il pensionamento per milioni di lavoratrici e lavoratori, con il pretesto dell’aumento dell’aspettativa di vita stanno portando a 67 anni e 7 mesi l’età in cui sarà possibile andare in pensione. In questo modo il Governo e Confindustria non solo risparmiano sulle pensioni, ma possono anche mantenere elevato il livello di disoccupazione, specie tra i giovani, in modo che siano più ricattabili e disposti ad accettare peggiori condizioni di lavoro.

La solidarietà e l’unione delle forze per migliorare le condizioni di vita, di studio e di lavoro di tutti e di tutte, per liberare le nostre vite, questa è la risposta che dobbiamo dare.

A Livorno Unicobas e USB hanno convocato alle ore 9 in Piazza Garibaldi un appuntamento per le lavoratrici e i lavoratori in sciopero, per i disoccupati, per gli studenti, per i pensionati, per tutti coloro che vogliono opporsi alle politiche autoritarie e di sfruttamento condotte da questo governo. Il 10 novembre saremo al fianco dei lavoratori della scuola, del porto, delle cooperative sociali, del trasporto pubblico, assieme ai disoccupati, per sostenere questa giornata di lotta, come Federazione Anarchica Livornese e Collettivo Anarchico Libertario.

Lo scorso 27 ottobre in molte città vi sono state manifestazioni di lavoratrici e lavoratori per lo sciopero generale convocato da USI-AIT, CUB e altre sigle sindacali, a Firenze oltre 200 lavoratori hanno partecipato ad un corteo in cui la presenza anarchica è stata forte e visibile.

Governo e sindacati servi tentano di illudere chi è sceso in piazza il 27, di calmare il malcontento sociale con misure temporanee, che permettano loro di superare lo scoglio delle elezioni politiche. Lo sciopero del 10 è un’occasione per dire ancora una volta a questi signori e ai padroni che vogliamo l’abbassamento dell’età della pensione, che sappiamo che è l’unica strada per risolvere il problema della disoccupazione giovanile, che i soldi promessi ai padroni siano usati per le pensioni e gli ammortizzatori sociali.
Questi scioperi possono costituire la base per costruire e rafforzare le lotte, per unire non solo e non tanto le sigle sindacali e politiche, ma soprattutto i diretti interessati, cementando legami di solidarietà tra gli sfruttati, contro le divisioni che il governo e molti partiti cercano di imporre. Contro le divisioni di categoria e di settore tra i lavoratori, contro la falsa contrapposizione tra giovani precari e anziani garantiti, contro il razzismo e la xenofobia che mirano a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Uniti siamo tutto!

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Collettivo Anarchico Libertario
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Sciopero generale!

Sciopero Generale!

Venerdì 10/11 ore 9 – Piazza Garibaldi Livorno

Agli studenti nelle scuole superiori viene imposta l’alternanza scuola-lavoro: centinaia di ore di lavoro non pagato, senza tutele, e spesso senza sicurezza, tanto che vi sono stati casi di incidenti, con studenti gravemente infortunati durante l’alternanza. Il Governo vuole una scuola che insegni ad essere servi obbedienti. Il Governo promette lavoro e propone di ridurre a quattro anni il ciclo delle superiori, un bel risparmio!
Al contempo, paradossalmente, per i giovani l’accesso al lavoro non c’è, oppure è sottopagato, supersfruttato, saltuario e senza contratto. Per chi conclude o abbandona percorsi di istruzione le possibilità spesso sono: la disoccupazione, l’emigrazione, oppure condizioni di lavoro pessime, dopotutto “… di che ti lamenti, è già tanto che lavori!”
Intanto si allontana sempre di più il pensionamento per milioni di lavoratrici e lavoratori, con il pretesto dell’aumento dell’aspettativa di vita stanno portando a 67 anni e 7 mesi l’età in cui sarà possibile andare in pensione. In questo modo il Governo e Confindustria non solo risparmiano sulle pensioni, ma possono anche mantenere elevato il livello di disoccupazione, specie tra i giovani, in modo che siano più ricattabili e disposti ad accettare peggiori condizioni di lavoro.

La solidarietà e l’unione delle forze per migliorare le condizioni di vita, di studio e di lavoro di tutti e di tutte, per liberare le nostre vite, questa è la risposta che dobbiamo dare.
Venerdì 10 novembre è sciopero generale, i sindacati Unicobas, USB e Cobas, hanno proclamato uno sciopero contro le politiche economiche e sociali del governo Gentiloni. A Livorno l’appuntamento è alle ore 9 in Piazza Garibaldi. Saremo in piazza per rafforzare legami di solidarietà tra gli sfruttati, contro le divisioni che il governo e molti partiti cercano di imporre. Contro le divisioni di categoria e di settore tra i lavoratori, contro la falsa contrapposizione tra giovani precari e anziani garantiti, contro il razzismo e la xenofobia che mirano a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Uniti siamo tutto!

Federazione Anarchica Livornese

Collettivo Anarchico Libertario

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4 novembre: Basta militarismo, sessismo, violenza!

Basta militarismo, sessismo, violenza!
A Livorno decine di persone al presidio antimilitarista organizzato da Non Una Di Meno in occasione del 4 novembre, giorno in cui lo stato celebra la guerra e l’esercito. Anche le anarchiche e gli anarchici in piazza, contro tutte le guerre contro tutti gli eserciti.

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4 novembre: Contro ogni guerra, contro ogni esercito

4 novembre: Contro ogni guerra, contro ogni esercito

Lo stato italiano è in guerra, a circa 14000 unità ammonta il personale impiegato in missioni militari. Se metà sono impegnati all’estero, come truppe di aggressione e occupazione in molti paesi tra cui Libia, Iraq, Libano, Afghanistan, un’altra metà sono impegnati nell’operazione “Strade Sicure” e pattugliano in assetto da guerra le strade, le piazze e le stazioni delle nostre città.

64 milioni di euro il giorno. Ecco quanto costa mantenere in piedi il baraccone militarista, dalle missioni al sostegno alla produzione bellica, dai privilegi per gli ufficiali alle spese per gli armamenti. Miliardi e miliardi che vengono sottratti a sanità, pensioni, istruzione, reddito. Un saccheggio delle condizioni di vita della maggior parte della popolazione, una vera e propria guerra contro gli sfruttati, per la quale sono schierati anche i militari nelle strade. Questa guerra colpisce innanzitutto le donne, che sono il soggetto che più viene colpito dagli effetti dei tagli ai servizi, alla sanità e all’istruzione.

Il militarismo, sia come ideologia, sia come concreto disciplinamento economico e politico della società, ha sempre accompagnato la difesa della Famiglia alla difesa della Patria, perpetuando e consolidando i ruoli subordinati imposti alla donna dal patriarcato, escludendo e criminalizzando ogni soggetto che si sottraesse al rigido schema patriarcale. Anche oggi l’Esercito è, assieme alla Chiesa Cattolica, una delle organizzazioni più reazionarie attive in questo paese, non solo perché si fonda su un modello machista e violento, ma sopratutto perché la sua funzione è difendere e diffondere con le armi l’attuale ordinamento sociale e politico. Nessuna quota rosa nelle truppe e nessuna apertura a “gay e lesbiche in divisa” può cancellare la natura violenta e machista dell’Esercito. Infatti per quanto le politiche di uno Stato possano orientarsi verso la tutela dei diritti civili, la funzione del suo apparato militare sarà sempre orientata alla repressione e al controllo dei soggetti oppressi.

Per questo vogliamo costruire una liberazione sociale che rovesci l’organizzazione statale e gerarchica della società, l’oppressione di genere, la divisione in classi sociali, la proprietà privata e gli apparati coercitivi come l’esercito e la polizia. Vogliamo costruire un mondo di liberi e di eguali.

Siamo convinti che sia necessaria, specie quest’anno in cui la Festa delle Forze Armate del 4 novembre si caratterizza ancor più del solito in senso nostalgico e guerrafondaio, una presa di posizione contro la violenza sessista e di genere attraverso una riaffermazione delle pratica dell’antifascismo, dell’antimilitarismo, dell’antirazzismo. Per questo aderiamo all’appello lanciato da Non Una Di Meno Livorno e invitiamo a partecipare al presidio di sabato 4 novembre.

Sabato 4 novembre

Piazza Cavour ore 17

Presidio antimilitarista

Federazione Anarchica Livornese

cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

collettivoanarchico.noblogs.org

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4 novembre: Donne contro il militarismo

Il 4 Novembre a Livorno Non Una di Meno organizza un presidio antimilitarista a cui aderiamo, pubblichiamo di seguito il volantino unitario che sarà diffuso domani.

Il 4 novembre, festa delle Forze Armate, la rete femminista NON UNA DI MENO è presente in molte piazze italiane per esprimere il rifiuto della violenza sessista che si manifesta in molti modi, oltre che con la violenza diretta e soggettiva.

Militarismo, fascismo, razzismo hanno una matrice di violenza e di sessismo evidentissima.

DONNE CONTRO IL MILITARISMO PERCHÈ:

– Il militarismo è espressione di maschilismo e di sessismo. Esalta il culto della forza, l’aggressività, l’esercizio della violenza, la gerarchia, i ruoli e la subordinazione. Esalta il culto del maschio vincitore, l’idea di virilità espressa attraverso il suprematismo maschile.

Le donne in divisa rappresentano solo l’estensione di un modello violento e maschilista. E’ una “parità” che non ci interessa.

– Il militarismo e le guerre usano spesso lo stupro e la violenza sessuale come arma di guerra. La guerra in Bosnia è stata portata avanti con l’utilizzo sistematico dello stupro per imporre la supremazia etnica di un gruppo. Ma stupri di guerra sono stati sistematicamente compiuti in Somalia, in Afghanistan, in Siria e in molte altre zone di conflitto.

– Il militarismo invade le nostre strade imponendo la violenza di presenze armate. Con la scusa della sicurezza la nostra libertà è di fatto limitata da presenze inquietanti e pericolose, che danno un’immagine violenta alle nostre città. L’operazione “Strade sicure” non serve alla donne. Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano. In libertà e senza scorte.

-Il militarismo fa nascere una delle industrie più fiorenti del pianeta, l’industria bellica. Il mantenimento dell’apparato militare sottrae risorse alla salute, all’istruzione, alle spese sociali, settori che potrebbero consentire una maggiore autonomia delle donne.

Le spese militari danneggiano la società nel suo insieme, vanificando il diritto di tutte e tutti ad una vita migliore.

BASTA VIOLENZA – BASTA GUERRA

BASTA MILITARISMO

Antisessismo-Antimilitarismo- Antifascismo- Antirazzismo:

questa la nostra risposta alla violenza

questa la nostra affermazione di libertà

4 NOVEMBRE ORE 17 PIAZZA CAVOUR

PRESIDIO organizzato da NonUnadiMeno – Livorno

Le iniziative antimilitariste del 4 novembre promosse in varie città dalla rete NonUnadiMeno fanno parte della campagna nazionale in vista del prossimo 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

NonUnadiMeno-Livorno

aderiscono: Collettivo Anarchico Libertario, Communia, Federazione Anarchica Livornese, Unione Sindacale di Base Livorno, Unicobas Livorno

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