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Presidio sabato 4 febbraio contro le politiche di sfruttamento del governo

PRESIDIO VERSO IL CORTEO CITTADINO DEL 18 FEBBRAIO
Sabato 4 Febbraio ore 16.30 piazza grande (angolo bar sole)

CONTRO IL NUOVO GOVERNO
CONTRO LE SOLITE POLITICHE DI SFRUTTAMENTO
23 MILIARDI PER LE SPESE MILITARI
20 MILIARDI PER IL MONTE DEI PASCHI
TAGLI ALLA SCUOLA E ALLA SANITÀ
NIENTE SOLDI PER I LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE E IN MOBILITÀ
RISPONDIAMO ALL’ARROGANZA DEL GOVERNO
RILANCIAMO LE LOTTE E RAFFORZIAMO LA SOLIDARIETÀ

SCENDIAMO IN PIAZZA SABATO 18 FEBBRAIO A LIVORNO ORE 15 DAVANTI ALLA PREFETTURA (P.ZZA UNITÀ D’ITALIA)
CORTEO CITTADINO

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CORTEO CONTRO IL GOVERNO SABATO 18 FEBBRAIO

Nelle ultime settimane si è costituita in città un’assemblea unitaria per la costruzione di un corteo contro le politiche di sfruttamento dei governi stiamo seguendo il percorso fin dall’inizio e  di seguito l’appello per il corteo.

Contro il nuovo governo
contro le solite politiche di sfruttamento
scendiamo in strada!

CORTEO A LIVORNO
SABATO 18 FEBBRAIO
ORE 15 IN PREFETTURA (Piazza Unità d’Italia)

Disoccupazione, licenziamenti, precarietà, emergenza abitativa, un generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, questa è la situazione in cui viviamo a Livorno come in molte altre città. Negli ultimi anni i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto che ripetere che per uscire dalla crisi erano necessari dei sacrifici, che i soldi non ci sono. Ma i soldi ci sono sempre per gli industriali, per le banche, per le spese militari, mentre per la scuola, per la sanità, per la casa ci sono solo tagli su tagli.

Le spese militari quest’anno ammonteranno a 23,4 miliardi, 64 milioni al giorno, il 10% in più rispetto allo scorso anno, mentre altri miliardi sono pronti per salvare il Monte dei Paschi di Siena. Per gli ammortizzatori sociali invece i soldi sembrano non esserci mai, chi riesce ad accedervi non può sperare in più di qualche centinaio di euro mensili per pochissimi mesi. Lo sappiamo bene pure nel nostro territorio, infatti tra Livorno e Piombino sono molti i lavoratori che perderanno entro l’anno anche queste minime briciole. Questo aggraverà ulteriormente la situazione sociale in città, segnata da una profonda crisi occupazionale e da un’emergenza abitativa che l’amministrazione locale tende ad aggravare.
Il nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni, che si è formato dopo le dimissioni dell’ex presidente del consiglio Renzi in seguito all’affermazione del No al referendum costituzionale, si pone in continuità con i governi che lo hanno preceduto. Molti ministeri chiave, in particolare quelli legati alle politiche economiche e sociali, sono guidati dagli stessi personaggi: la conferma di Poletti, Lorenzin, Padoan e Pinotti significa una conferma delle politiche di sfruttamento selvaggio sul lavoro, di tagli e privatizzazione dei servizi dal sociale alla sanità, delle politiche di guerra, riarmo e spese militari. Il nuovo ministro dell’interno Minniti, rispolvera le politiche razziste del governo Berlusconi, annunciando l’apertura di nuovi CIE, veri e propri lager per persone che non hanno i documenti in regola. Anche questo nuovo governo, come quello che lo ha preceduto, è formato sull’accordo centrodestra/centrosinistra, una conferma dell’unità dei diversi schieramenti politici nel portare avanti politiche antipopolari.

L’opposizione fatta dai partiti che siedono in parlamento è rappresentata in gran parte da forze politiche che quando hanno avuto modo di governare hanno portato avanti le stesse politiche di rapina e sfruttamento che caratterizzano l’attuale governo.
Proprio i partiti responsabili del peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro vogliono poi far credere che la colpa della disoccupazione o dell’emergenza abitativa sia degli immigrati.
Molti partiti e partitini infatti trovano sponda nella politica razzista del governo e, utilizzando una propaganda populista, autoritaria e razzista, se non apertamente fascista, strumentalizzano e deviano il malcontento sociale per guadagnare consensi alle elezioni, dividere i lavoratori e sostenere le politiche di sfruttamento e di oppressione.
In ogni caso è evidente che nessuna di queste forze politiche può segnare un reale cambiamento delle condizioni in cui ci troviamo a vivere, perché la stabilità di qualsiasi governo sarà legata alla difesa degli interessi, dei privilegi e dei profitti della classe dirigente.
Contro l’arroganza di questo “nuovo” governo pronto ad imporre le vecchie politiche di sfruttamento c’è quindi bisogno di dare una risposta forte da subito.
Per questo e per rafforzare un tessuto di lotta e solidarietà abbiamo organizzato un corteo a Livorno il 18 febbraio, l’appuntamento è alle ore 15 di fronte alla Prefettura, in Piazza Unità d’Italia.

Assemblea verso il 18 febbraio

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ASSEMBLEA CITTADINA – Scendiamo in piazza contro il nuovo governo!

Contro il nuovo governo
contro le solite politiche di sfruttamento
scendiamo in strada!

Assemblea cittadina Martedì 10 gennaio h 21,00
presso il POLPETTA Ristor_Orto Autogestito Veg & Freegan
in Via dei Mulini 27, Livorno

Disoccupazione, licenziamenti, precarietà, emergenza abitativa, un generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, questa è la situazione in cui viviamo a Livorno come in molte altre città. Negli ultimi anni i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto che ripetere che per uscire dalla crisi erano necessari dei sacrifici, che i soldi non ci sono. Ma i soldi ci sono sempre per gli industriali, per le banche, per le spese militari, mentre per la scuola, per la sanità, per la casa ci sono solo tagli su tagli.
Il nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni, che si è formato dopo le dimissioni dell’ex presidente del consiglio Renzi in seguito all’affermazione del No al referendum costituzionale, si pone in continuità con i governi che lo hanno preceduto. Molti ministeri chiave, in particolare quelli legati alle politiche economiche e sociali, sono guidati dagli stessi personaggi: la conferma di Poletti, Lorenzin, Padoan e Pinotti significa una conferma delle politiche di sfruttamento selvaggio sul lavoro, di tagli e privatizzazione dei servizi dal sociale alla sanità, delle politiche di guerra, riarmo e spese militari. Il nuovo ministro dell’interno Minniti, rispolvera le politiche razziste del governo Berlusconi, annunciando l’apertura di nuovi CIE, veri e propri lager per persone che non hanno i documenti in regola. Anche questo nuovo governo, come quello che lo ha preceduto, è formato sull’accordo centrodestra/centrosinistra, una conferma dell’unità dei diversi schieramenti politici nel portare avanti politiche antipopolari. L’opposizione fatta dai partiti che siedono in parlamento è rappresentata in gran parte da forze politiche che quando hanno avuto modo di governare hanno portato avanti le stesse politiche di rapina e sfruttamento che caratterizzano l’attuale governo.
Proprio i partiti responsabili del peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro vogliono poi far credere che la colpa della disoccupazione o dell’emergenza abitativa sia degli immigrati.
Molti partiti e partitini infatti trovano sponda nella politica razzista del governo e, utilizzando una propaganda populista, autoritaria e razzista, se non apertamente fascista, strumentalizzano e deviano il malcontento sociale per guadagnare consensi alle elezioni, dividere i lavoratori e sostenere le politiche di sfruttamento e di oppressione.
In ogni caso è evidente che nessuna di queste forze politiche può segnare un reale cambiamento delle condizioni in cui ci troviamo a vivere, perché la stabilità di qualsiasi governo sarà legata alla difesa degli interessi, dei privilegi e dei profitti della classe dirigente.
Contro l’arroganza di questo “nuovo” governo pronto ad imporre le vecchie politiche di sfruttamento c’è quindi bisogno di dare una risposta forte da subito.
Per questo e per rafforzare un tessuto di lotta e solidarietà proponiamo di organizzare un corteo a Livorno nel mese di febbraio. Per discutere di questo convochiamo un’assemblea cittadina martedì 10 gennaio alle 21 presso il Ristor_Orto autogestito Polpetta in Via dei Mulini 27.

Assemblea per la costruzione di un corteo contro il governo

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Repressione contro gli anarchici in Turchia: condannato responsabile del giornale anarchico Meydan

REPRESSIONE CONTRO GLI ANARCHICI IN TURCHIA
Condannato a 1 anno e 3 mesi il resposabile della redazione del giornale anarchico Meydan, accusato di “propagandare i metodi di un’organizzazione terroristica” in relazione ad alcuni articoli apparsi sul giornale.
SOLIDARIETA’ AL GIORNALE ANARCHICO MEYDAN
SOLIDARIETA’ AL COMPAGNO HUSEYIN CIVAN!

segue il comunicato dei compagni di Meydan:

Sentenza di carcerazione al responsabile della redazione del giornale anarchico Meydan

L’ufficio del Procuratore capo di Istanbul aveva avviato un’indagine riguardo al nostro giornale in relazione agli articoli “Sia l’arrivo che la partenza dello Stato viene dalla paura”, “Vietato fino a nuovo ordine” e “Ricreare la vita” pubblicati nel numero 30 del nostro giornale uscito a dicembre 2015 con il titolo d’apertura “Vietare tutto” (Her şeyi yasaklamak). La causa che ha seguito l’indagine è finita dopo quasi un anno di processo.

Nel Giudizio direttissimo di ieri [22/12/16], il tribunale ha emesso nei confronti di Hüseyin Civan, responsabile della redazione del nostro giornale, una sentenza di condanna ad 1 anno e 3 mesi di carcere con l’accusa di “fare propaganda per i metodi di un’organizzazione terroristica che costituiscono coercizione, violenza o minacce, attraverso la legittimazione o l’elogio o l’incoraggiamento dell’uso di questi metodi”.

Come abbiamo fortemente sostenuto negli articoli che hanno suscitato l’indagine, “Lo Stato non riuscirà ad accettare la passione dei popoli per la libertà, la loro fede nella libertà”.

Come giornale anarchico, sapendo che la vita libera in cui crediamo può essere creata solo attraverso la lotta, non smetteremo mai di scrivere ciò per cui lottiamo e di distribuire ciò che scriviamo. Noi continueremo a resistere, agire e scrivere contro l’oppressione, le indagini, le detenzioni e gli arresti.

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IFA: sostegno alle proteste contro l’insediamento di Donald Trump

da Umanità Nova

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IFA: sostegno alle proteste contro l’insediamento di Donald Trump

#DisruptJ20

Come Internazionale di Federazioni Anarchiche (IAF-IFA) sosteniamo le manifestazioni che si terranno durante l’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio 2017.

Ovviamente non sosteniamo Hillary Clinton o altri politici. Sappiamo che entrambi sono facce del capitalismo, del razzismo, della guerra. Ma l’insediamento di Trump significa la legittimazione del suprematismo bianco, del neo nazismo e della misoginia.

Non ci interessano le elezioni; il cambiamento per cui lottiamo sarà raggiunto da noi stessi attraverso l’azione diretta.
Non ci aspettiamo niente dai politici se non sofferenza, sfruttamento e oppressione.

Noi siamo al fianco di tutti coloro che devono affrontare gli attacchi della polizia, gli omicidi razzisti e la violenza sessista.

In solidarietà,

CRIFA (Commissione Relazioni dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche)

riunita a Marsiglia il 3-4 dicembre 2016

www.i-f-a.org

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Turchia: intimidazioni della polizia al caffè anarchico 26A di Istanbul

Il caffè del Collettivo Anarchico 26A di Kadikoy ad Istanbul oggi è stato preso di mira dalla polizia antisommossa. La polizia, con il pretesto della sicurezza per una partita di basket, ha occupato la strada del caffè. Hanno poi provato a chiedere un tè. Naturalmente gli assassini non hanno mai preso niente al 26A.

La polizia si è irritata e ha chiuso entrambe le uscite della strada con il pretesto della “sicurezza”. La polizia “oltraggiata” da questa “discriminazione”, non ha lasciato che le persone potessero venire al caffè che si trova nella strada.

Inoltre essi come atto di disturbo hanno fatto controlli d’identità dei volontari del caffè e hanno chiamato la polizia municipale di Kadikoy perché conducesse controlli di regolarità. Dal momento che non funzionava hanno continuato a disturbare con controlli per lavoratori senza documenti nel nostro caffè dove ciascuno è un volontario del collettivo 26A. Molte persone a Kadikoy, incluse quelle appartenenti a organizzazioni rivoluzionarie, hanno dimostrato la propria solidarietà di fronte alle intimidazioni della polizia. La polizia ha dovuto fare un passo indietro di fronte alla solidarietà rivoluzionaria e alla determinazione dei volontari.

Gli assassini degli oppressi non avranno niente nel nostro collettivo!

#PoliseÇayYok #NoTeaForPolice

Collettivo Anarchico 26A

1 dicembre 2016

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Dalla Turchia: Lo Stato è stupro

Lo Stato è stupro

Anche se il progetto di legge sull’abuso sessuale preparato da 6 deputati dell’AKP e proposto il 17 novembre adesso è bloccato, è importante capire qual è il suo significato per noi donne; questa proposta che è stata contestata con le proteste delle donne sin da quando è stata resa nota. La proposta di legge messa a punto dai deputati diminuiva l’età minima del consenso per rapporti sessuali da 15 a 12 anni e mirava a gettare le basi per: impunità per i molestatori e gli stupratori attualmente in giudizio e soggetti a futuri procedimenti; l’assoluzione per i reati sessuali; la non colpevolezza di molestatori e stupratori nel caso in cui sposino le bambine di cui hanno abusato; l’esposizione delle ragazze alla molestia e allo stupro dall’età di 12 anni e l’esistenza del fenomeno delle spose bambine. Il blocco di questa mattina della proposta di legge è diventato uno dei più solidi esempi che mostrano da una parte che noi donne diventiamo libere attraverso la resistenza, e dall’altra l’attendismo che caratterizza le politiche dello stato.

Le politiche di genere dello stato vanno oltre l’ignorare l’identità e il corpo delle donne e sono costruite allo scopo di creare la “società conservatrice”. Il proporre nel dibattito pubblico il controllo delle nascite come un “peccato”, l’abolizione dell’aborto definito come un “massacro”,mostra già di per sé la direzione delle politiche demografiche. Ma oltre a ciò, tutte queste politiche sono collegate allo scopo del potere dell’AKP di creare e sviluppare una società conservatrice.

Lo stato che è interessato nel “conservare” la donna che partorisce molti figli o la donna che è costretta dal divieto di aborto a tenere il figlio dopo essere stata stuprata, da un lato mantiene l’identità “sottomessa” della donna e dall’altro conserva l’autorità dell’uomo, attraverso le politiche contro le donne che riguardano la popolazione e il corpo.

Lo stato che vieta oggi le strade utilizzando lo Stato Di Emergenza come scusa, sta conducendo politiche di attacco direttamente contro la lotta delle donne, chiudendo le associazioni delle donne, arrestando quelle che lottano contro il patriarcato e la tortura delle donne. Lo stato che fonda la propria esistenza sulla propria mascolinità, e le leggi dello stato, diviene un attacco totale alle nostre vite, alla vita delle donne. Noi Donne Anarchiche, sappiamo che la nostra emancipazione non è legata né alle leggi che lo stato propone e poi blocca, né alle sue punizioni, né alla sua presunta giustizia. Noi sappiamo con sicurezza che la proposta di legge sull’abuso sessuale sarà rivista e proposta un po’ di tempo più tardi e reinserita nell’agenda politica con nuove proposte che mirano ad attaccare le nostre vite.

Inoltre sottolineiamo ancora una volta che il solo modo in cui possiamo affermare la nostra esistenza contro lo stato, che sostiene la propria esistenza distruggendo le nostre vite, è essendo organizzate, è attraverso la nostra lotta.

Contro lo stato con le sue leggi, divieti e presunta giustizia, che si attende che no lo supplichiamo, noi stiamo resistendo e diventando libere di creare una nuova vita; noi stiamo chiamando tutte le donne a lottare fino a quando non distruggeremo il patriarcato e lo stato.

Viva la nostra lotta!

Viva la solidarietà delle donne!

 

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ASSEMBLEA ASTENSIONISTA – Non votare, lotta!

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NON VOTARE, LOTTA!

Il dibattito sulla riforma istituzionale, e il referendum che si terrà domenica 4 dicembre, è centrale solo per il ceto politico preoccupato per la propria esistenza.

Il‭ ‬contrapporsi tra‭ ‘‬riforma‭’ ‬e‭ ‘‬conservazione‭’, tra “SI” e “NO” ‬occulta ‬la realtà delle forme di sfruttamento attuali; il rinnovamento di cui si parla è utile solo al Governo e alle classi dominanti, alle prese con i ricatti delle istituzioni sovranazionali e con le emergenze del sistema imperialistico mondiale.

Il risultato è distogliere l’attenzione delle masse dalle questioni che ci toccano dal vivo come gli ennesimi tagli alla sanità, già al collasso, o una politica estera sempre più guerrafondaia con nuovi bombardamenti in Libia e l’invio di 10 soldati in Lettonia.

La scarsa fiducia del movimento anarchico verso lo strumento referendario è accentuata nel caso del referendum del 4 dicembre perchè non si vota su una tematica sociale, bensì su una questione istituzionale.

Per noi l’azione isitituzionale , a qualunque livello, produce effetti nulli o del tutto irrisori a breve termine e nefasti a lungo termine .

L’esperienza e l’osservazione di fatti vicini e lontani rafforza questa nostra convinxzione .

L’esempio della Grecia dove il referendum sulle misure imposte al popolo greco dall’Unione Europea, è stato ignorato dallo stesso governo che lo aveva voluto e sostenuto.

In casa nostra come non ricordare le frustrazioni seguite ai referendum vinti sull’onda di mobilitazioni significative e importanti,‭ ‬come quello contro la privatizzazione dell’acqua,‭ ‬o di battaglie di opinione come quello sul finanziamento pubblico ai partiti vanificati dalle furberie della casta

I rapporti di forza si sono sempre modificati con la lotta diretta e la via elettorale ha sempre rappresentato il disarmo della conflittualità sociale.‭ ‬Con questa consapevolezza noi ci asteniamo.

Astenersi ‬vuol dire porre le basi per un’incisiva azione rivoluzionaria che colpisce ‬un sistema di governo che impone leggi e tasse,‭ ‬decise da una cerchia ristretta di privilegiati,‭ ‬indipendentemente ‭ ‬dalla volontà degli elettori.

Astenersi,‭ ‬per gli anarchici,‭ ‬vuol dire manifestare la volontà di non essere governati,‭ ‬vuol dire non rendersi corresponsabili dello sfruttamento e dell’oppressione,‭ ‬vuol dire volontà di una società di libere associazioni federate.

Non può esistere capitalismo senza Stato, non può esistere Stato senza capitalismo, ed entrambi non possono esistere senza lo sfruttamento crescente della classe operaia, senza l’accelerazione dei ritmi di lavoro e conseguentemente di vita, senza la crescente alienazione. Il dominio del capitale e dello Stato si risolve, prima o poi, nella guerra civile; nessuna elezione ha mai fermato questa dinamica. Il solo limite all’oppressione e alla violenza del governo è la forza che il proletariato e i ceti popolari, i movimenti di lotta sapranno opporgli.

L’astensione apre la strada all’unità dei movimenti di lotta e all’azione diretta nelle piazze.

Mercoledì 30 novembre, alle ore 21.00

in Via degli Asili 33

ASSEMBLEA ASTENSIONISTA

 

Federazione Anarchica Livornese

cdcfedanarchica livornese@virgilio.it

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it| http://collettivoanarchico.noblogs.org/

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Ricordando Amedeo Bertolo

Ricordando Amedeo Bertolo

Nel giorno del funerale di Amedeo Bertolo, la Commissione di Corrispondenza della Federazione
Anarchica Livornese ricorda il militante anarchico che mise a rischio la propria sicurezza e la
propria libertà per un atto concreto di solidarietà, l’impegno nella difesa degli arrestati per la Strage
di Stato e per la verità sull’assassinio del compagno Giuseppe Pinelli, il contributo al dibattito sul
futuro dell’anarchismo.
Ad Amedeo va il saluto degli anarchici livornesi.
La Commissione di Corrispondenza
della Federazione Anarchica Livornese

 

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Solidarietà ai compagni di Kavala sotto processo

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Il Collettivo Anarchico Libertario esprime solidarietà con uno striscione ai compagni antifascisti di Kavala che sono sotto processo per la loro quotidiana lotta contro lo stato e il capitalismo.

Di seguito il comunicato sulla montatura repressiva nei confronti dei compagni.

NESSUN PROCEDIMENTO CONTRO I DUE ANTIFASCISTI DI KAVALA

La cosiddetta crisi di Imia, avvenuta nel 1996 è servita ai fascisti para statali che per anni hanno approfittato di questo particolare incidente per organizzare celebrazioni d’odio. Dal 2011 il Movimento Patriottico di Kavala, simile alla gang nazista di Alba Dorata, organizza annualmente una chiamata a livello nazionale in città. Una festa fascista fallita, che si svuota anno dopo anno, come il “famoso” sentimento nazionalista dei fascisti.

Un giorno prima del raduno fascista del 26/01/2014 e a seguito di uno scontro tra fascisti ed un gruppo di persone, gli attuali collaboratori nazisti di Kavala ruppero la vetrina del negozio che appartiene ad un nostro compagno, preso di mira per la sua azione antifascista e cercarono anche di dar fuoco al suo interno, mettendo così in pericolo anche la vita degli inquilini dell’edificio.

Il nostro compagno viene costretto ad andare alla stazione di polizia locale dato che il tentato incendio doloso è un crimine il cui procedimento parte d’ufficio (perciò gli vengono richieste alcune formalità) e dopo un’attesa di 3 ore, scopre che è in arresto perchè dei membri del movimento patriottico hanno sporto denuncia contro di lui.

Con già un compagno in custodia cautelare da due giorni per una denuncia ridicola contro di lui presentata da alcuni membri del movimento patriottico, nel pomeriggio di lunedì 27 gennaio 2014, un secondo compagno (fratello del primo) – anche lui preso di mira per la sua azione antifascista – viene informato di una denuncia a suo carico sporta dagli stessi codardi fascisti, e si presenta volontariamente agli uffici di polizia di Kavala. Sbirri e fascisti hanno montato il caso: i nostri compagni sono accusati di far parte di un’organizzazione criminale, reato contro l’ordine pubblico (travisamento), incitamento a lesioni personali gravi, danni aggravati, possesso e uso di armi, esplosione e possesso di bombe esplosive.

Venerdì, 31/01/2014, dopo essere apparsi di fronte al GIP e al PM, i nostri due compagni vengono rilasciati con le seguenti condizioni: non possono lasciare il paese, devono presentarsi al dipartimento di polizia locale ogni mese e devono pagare la cauzione.

Il primo processo, che era stato fissato per il 10/06/2015, è stato posticipato a casa dell’assenza dei loro avvocati difensori,mentre il successivo è stato rimandato a causa di uno sciopero nazionale degli avvocati.

Dalla prima udienza i fascisti hanno continuato a provocare con il loro comportamento; hanno minacciato persone e scritto disgustosi slogan nazionalisti e nazisti (riferendosi per nome ai nostri compagni perseguti) sia in giro per la città che nella zona in cui vivono risiedono i nostri compagni.

E qui dobbiamo sottolineare che in tutto questo tempo nessun fascista è stato chiamato per un’indagine o accusato per la distruzione del negozio del nostro compagno perseguitato. Potrebbe essere che il caso sia stato “dimenticato” ed archiviato? se questa non è un’insabbiatura e una collaborazione con l’apparato esecutivo e le autorità repressive, allora cos’è!
Ma i neonazi della città non si sono fermati qui. hanno provato ad organizzare una scena di odio e violenza, mirando e colpendo studenti minorenni, mentre lo scorso maggio hanno distrutto la macchina di una antifascista e testimone della difesa al processo dei notri compagni, mostrando quindi chiaramente le loro intenzioni codarde. il giorno dopo gli stessi invertebrati hanno menato un’altra antifascista nella zona del porto della citttà (una zona centrale, che era affollata in quel periodo dell’anno)  ementre uno dei due nazi  stava scappando, ha tirato fuori la pistola e ha sparato in aria, minacciando gli antifascisti che erano sul luogo. Ovviamente nessuno li ha disturbati e non è stata fatta nessuna azione contro di loro. Dall’altro lato, uno dei due compagni presi di mira si sta aspettando l’ennesima fittizia denuncia contro di lui sporta da questi fascisti. Più di recente, atttraverso ad un’agenzia di vigilanza, alcuni di loro hanno preso parte negli attacchi contro i lavoratori in sciopero dell’industria di fertilizzanti fosforici; inotlre, attraverso un comitato di cittadini indignati che hanno creato, hanno tentato di provocare pogrom e reazioni – con il beneplacito del consiglio comunale- contro i rifugiati “ospitati” a Kavala. naturalmente, durante questi incidenti, gli sbirri sono sempre rimasti semplici spettatori, cercando di equiparare i due “estremi” per apparire produttivi alla società.

Le continue e pubbliche azioni ntifasciste e la presenza dei nostri compagni nella città ha condotto all’isolamento di questi nostalgici sentimenti per il regime militare. Non è una coincidenza che il Movimento Patriottico, i membri del  LE P.E.N. (un nuovo partito fascista greco), i membri di Alba Dorata, persone come Roupakias (l’assassino nazista di Pavlos Fyssas), e i nazionalisti non allineati (AME), nel loro sforzo di reincarnarsi dalle loro ceneri, abbiano lavorato insieme come una squadra sotto il nuovo nome del Movimento Popolare dei cittadini di Kavala- PHOENIX.
Non vogliamo più i nostalgici della dittatura e del nazimo. Fascisti tornate nelle vostre tane.

INVITIAMO TUTTI IN SOLIDARIETÀ DAVANTI AL TRIBUNALE DI XANTHI IL 24/11/2016 ALLE 9.
ANDIAMOCI TUTTI!

NESSUN COMPAGNO SOLO NELLE MANI DELLO STATO! LA SOLIDARIETÀ È LA NOSTRA ARMA!

Collettivo Autonomo di Kavala
Squat Vironos 3

 

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