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Di Rivolta in Rivolta – con Alessio Lega

DI RIVOLTA IN RIVOLTA
Con Alessio Lega
Sabato 12 novembre
al Teatrofficina Refugio

 

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Presidio per la giornata mondiale di solidarietà con Kobanê e il Kurdistan

Presidio per la giornata mondiale di solidarietà con Kobanê e il Kurdistan

PRESIDIO a Livorno
Sabato 5 novembre ore 16:30 Piazza Grande

Associazione Culturale Kurdistan Toscana

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Solidarietà agli occupanti della Torre della Cigna

Solidarietà agli occupanti della Torre della Cigna

Come Collettivo Anarchico Libertario e Federazione Anarchica Livornese esprimiamo piena solidarietà agli occupanti della Torre della Cigna.

L’ordinanza di sgombero della Torre della Cigna notificata il 30 settembre è un atto grave. È la prima volta che a Livorno viene emesso un simile provvedimento per un edificio occupato, non solo nell’ambito della lotta per la casa ma anche più in generale nei casi di occupazioni promosse da collettivi o realtà politiche e sociali. Questo provvedimento dimostra una volontà repressiva nei confronti delle forme di autorganizzazione. Le autorità, ancora una volta, non hanno avuto scrupoli a trasformare il dramma della crisi abitativa in un problema di ordine pubblico, di repressione. Questo provvedimento, emesso a ridosso dell’asta per la vendita dell’immobile, poi andata deserta, è anche l’ennesima dimostrazione della gestione speculativa che caratterizza sia la storia della Torre della Cigna, sia la modalità con cui l’amministrazione e le autorità cittadine intendono affrontare la questione abitativa.
Infine, questo provvedimento va a collocarsi in un contesto nazionale di sempre più forte repressione nei confronti dei movimenti di lotta per la casa, evidente sia nell’irrigidimento repressivo della legislazione, sia nelle azioni di sgombero condotte negli ultimi mesi in molte città.

L’ordinanza di sgombero della Torre della Cigna non è solo un atto contro gli occupanti dell’edificio, ma rappresenta un grave attacco verso tutti coloro che in città praticano o comunque supportano esperienze di autogestione e autorganizzazione.
Un simile provvedimento non ci sorprende: sappiamo bene che la legge difende l’ordine sociale ed economico che è all’origine delle diseguaglianze; sappiamo bene che la legalità non lascia spazio all’autogestione e all’azione diretta delle vittime della crisi.

Per questo oltre ad esprimere solidarietà, sosteniamo questa lotta, portata avanti dagli occupanti della Torre della Cigna, dal Comitato per il Diritto all’Abitare e da ASIA-USB.

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

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Spagna 1936: la rivoluzione possibile

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Lunedì 24 ottobre ore 21
presso la sede della Federazione Anarchica Livornese, Via degli Asili 33, Livorno

Spagna 1936: la rivoluzione possibile
Gli anarchici nella Rivoluzione spagnola, l’attualità dell’autogestione

Ne parleremo con Alfredo González, redattore del mensile Tierra y Libertad e della rivista Germinal, collaboratore delle “Ediciones Antorcha”, militante della Federación Anarquista Iberica di Madrid

In Spagna il 17 luglio del 1936 inizia la sollevazione militare guidata dal generale Francisco Franco, sostenuta dalla Chiesa, dai monarchici e dai nazionalisti, che mirava ad instaurare un regime autoritario fascista che sostituisse il governo repubblicano e stroncasse la volontà rivoluzionaria della classe lavoratrice spagnola.
Non è il governo ma lo sciopero generale a fermare il colpo di stato. A Barcellona, Madrid, nei principali centri urbani e nelle regioni più importanti della Spagna i militari sono sconfitti dalle lavoratrici e dai lavoratori che in armi si oppongono al tentativo fascista. Due giorni dopo la sollevazione, solo il Marocco e parte della Spagna sono sotto il controllo dei generali golpisti. Inizia la guerra che durerà fino al 1939. Ma è anche l’inizio della Rivoluzione.
La vittoria del popolo in armi rende possibile la collettivizzazione delle industrie, dei campi, la distribuzione dei prodotti. I militanti della Federazione Anarchica Iberica e del sindacato anarcosindacalista CNT sono impegnati nell’organizzazione della produzione, dei trasporti, del consumo, della sanità, dell’educazione e degli spettacoli. L’autogestione si realizza concretamente in ogni ambito della società.

Ottant’anni dopo questa Rivoluzione libertaria e autogestionaria non rappresenta solo un esempio. Con la sua forza e i suoi limiti, è un punto di riferimento per praticare oggi l’autogestione in una prospettiva rivoluzionaria attuale.

Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario

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Dalla Turchia all’Italia, abbattiamo le frontiere!

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Abbattere le frontiere!

La solidarietà tra abitanti e profughi a Izmir, in Turchia

 

Sabato 15 ottobre

ore 18:30 dibattito con Giacomo, compagno del Collettivo Anarchico Libertario appena tornato da Izmir

ore 20 aperitivo

 

presso la Federazione Anarchica Livornese, in Via degli Asili 33

 

Izmir, la terza città più popolosa della Turchia, è stata dagli anni ’90 ad oggi una tappa importante per milioni di profughi. Attualmente sono circa tre milioni quelli presenti nella metropoli che si affaccia sul Mar Egeo. Persone in fuga dalle guerre di saccheggio e occupazione condotte in Iraq e in Afghanistan dagli USA assieme agli altri paesi membri della NATO, tra cui l’Italia e la Turchia, ma in fuga anche dalla guerra in Siria che vede ormai da cinque anni scontrarsi potenze mondiali e regionali.

Molte di queste persone cercano di raggiungere via mare la Grecia per dirigersi in altri paesi europei. Molte altre restano ad Izmir dove, specie nel quartiere di Basmane, si sono sviluppati spazi di resistenza e solidarietà grazie alla presenza di gruppi rivoluzionari, tra cui anche gruppi anarchici, e grazie all’attiva partecipazione degli abitanti. Questi spazi riescono con estrema difficoltà a resistere nonostante il contesto di repressione e militarizzazione imposto dallo stato d’emergenza proclamato dopo il tentato colpo di stato del 15 luglio scorso. La spietata repressione del governo negli ultimi mesi ha colpito, anche se per ora non in modo massiccio, pure gruppi della sinistra rivoluzionaria, socialisti, comunisti e anarchici. Molti sono stati i militanti arrestati, i giornali chiusi, le sedi perquisite e sigillate dalla polizia. Anche il movimento curdo ha subito un duro attacco, prosecuzione della vera e propria guerra apertamente condotta contro la popolazione curda e il suo movimento di liberazione sullo stesso suolo turco.

Dallo scorso marzo l’accordo tra Turchia e Unione Europea sui migranti legittima la deportazione, la detenzione e lo sfruttamento come manodopera in condizioni prossime alla schiavitù a cui sono sottoposti molti dei milioni di profughi giunti nel paese anatolico.

Spazi di resistenza e solidarietà come quelli presenti ad Izmir sono più che mai indispensabili in una situazione come quella della Turchia, segnata dalla dura repressione del governo e da condizioni di sempre maggiore sfruttamento ed oppressione per profughi e migranti, merce di scambio nelle trattative internazionali. Queste esperienze di resitenza e solidarietà vanno propagandate e sostenute.

Parleremo di questo con Giacomo, compagno del Collettivo Anarchico Libertario appena tornato da Izmir.

CONTRO TUTTE LE FRONTIERE – CONTRO TUTTE LE GUERRE

COSTRUIRE SOLIDARIETA’ A LIVELLO INTERNAZIONALE

 

Collettivo Anarchico Libertario

Federazione Anarchica Livornese

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In memoria di Filippo Filippetti anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

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In memoria di Filippo Filippetti
anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

Martedì 2 agosto 2016

ore 19 Commemorazione presso la lapide

Via Provinciale Pisana 354, Livorno (andando verso Via Firenze, alla ex-scuola di fronte al circolo ARCI “Tamberi”)

Filippo Filipetti, giovane anarchico, viene ucciso il 2 agosto 1922 dai fascisti mentre si oppone, assieme ad altri antifascisti, ad una spedizione punitiva contro Livorno.

Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell’USI per il settore edile.
Nell’estate del 1922 si giocano le ultime carte per fermare la reazione antiproletaria: il paese è attraversato da un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio e dei singoli militanti; si contano decine di morti fra gli antifascisti.

Da mesi l’Unione Anarchica Italiana e il giornale “Umanità Nova” si battono a sostegno del movimento degli Arditi del Popolo, per costituire un fronte unico proletario che organizzi la difesa.
Su iniziativa del Sindacato Ferrovieri Italiano è costituita l’Alleanza del Lavoro, a cui partecipano tutti i sindacati, con l’appoggio dell’Unione Anarchica, del Partito Repubblicano, del Partito Comunista e del Partito Socialista.

L’Alleanza del Lavoro indice uno sciopero generale ad oltranza per fermare le violenze fasciste a partire dalla mezzanotte del 31 luglio.

I fascisti finanziati da agrari e industriali, armati da Carabinieri ed Esercito, protetti dalla monarchia e dalla chiesa, aggrediscono le roccaforti operaie.

In molte città, fra cui Piombino, Ancona, Parma, Civitavecchia, Bari i fascisti vengono respinti anche grazie all’azione degli Arditi del Popolo. Nel momento in cui la resistenza operaia cresce, CGL e PSI, sperando in un ennesimo compromesso, si ritireranno dalla lotta, aprendo la strada alla rappresaglia armata del Governo.
Livorno è uno dei centri dello scontro. Tra il 1° e il 2 Agosto 1922 squadre fasciste provenienti da tutta la Toscana lanciano la caccia agli antifascisti livornesi, facendo irruzione nei quartieri popolari che resistono all’invasione.

Molti furono gli assassinati in quei giorni. Popolani, militanti comunisti, anarchici, repubblicani e socialisti, tra i quali Luigi Gemignani, Gilberto Catarsi, Pietro Gigli, Pilade Gigli, Oreste Romanacci, Bruno Giacomini e Genoveffa Pierozzi.

Negli scontri in periferia viene ucciso il giovane anarchico Filippo Filippetti.

Gli anarchici invitano tutti gli antifascisti a partecipare alla commemorazione.

Federazione Anarchica Livornese
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Collettivo Anarchico Libertario
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IL GOLPE È LO STATO, LA RIVOLUZIONE È LIBERTÀ!

Comunicato del gruppo DAF di Istanbul sul tentato colpo di stato in Turchia

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IL GOLPE È LO STATO, LA RIVOLUZIONE È LIBERTÀ!
17 luglio 2016

Il golpe è stato una costante in questa area geografica sin dal golpe militare del 1980, e, si è ripresentato dopo 36 anni, la notte del 15 luglio. Molti edifici statali sono stati bloccati per alcune ore durante la mobilitazione militare che ha avuto come epicentro Istanbul e Ankara. Il golpe è iniziato con il sorvolo da parte di aerei da combattimento ad Ankara e con il blocco dei ponti a Istanbul da parte dei soldati, ed è continuato con la cattura del capo di stato maggiore, preso come ostaggio, con il rumore dei carri armati e degli spari nelle strade. Molti edifici statali sono stati colpiti dagli F16 e dagli elicotteri, inclusi il palazzo del parlamento e il quartier generale dell’Organizzazione dell’Intelligence Nazionale; ci sono stati scontri armati in molti luoghi tra polizia e soldati. A seguito degli eventi è stata interrotta la trasmissione della televisione nazionale di stato ed è stata letta la dichiarazione dei golpisti firmata dal “Consiglio di Pace in Casa”. Al termine del “golpe delle 5 ore” sono stati uccisi più di cento soldati, oltre ottanta poliziotti e più di ottanta civili scesi in piazza contro il golpe. 2839 soldati, tra i quali molti alti in grado, sono stati arrestati.

Durante questo periodo di 36 anni, il golpe come strumento di oppressione, violenza e soppressione politica, è stato utilizzato dall’esercito più volte come una minaccia. Nessun dubbio per noi, gli oppressi, che il golpe significhi tortura, soppressione e massacro dei popoli in questa area geografica e in questi periodi. È evidente che una struttura che prende il proprio potere attraverso i massacri che compie, continuerà a compiere massacri nel nome della “protezione dell’unità indivisibile del paese”. Il recente golpe è il risultato delle lotte interne allo stato tra gruppi di potere. Forse, l’esistenza celata di gruppi di potere con forti ramificazioni anche all’estero ha portato all’allargamento degli attori e degli interessi in gioco. Comunque non c’è dubbio che coloro che hanno visto il proprio potere rafforzato a seguito di questo golpe di cinque ore sono l’attuale governo e il capo dello stato.

La notte iniziata come un golpe militare si è trasformata in una “festa della democrazia” mentre il potere di Stato riconquistava il controllo. Il partito di governo, l’AKP, si è guadagnato il titolo di “respingitore del golpe” con la sua vittoria, dall’alto della sua legittimazione per il suo “esser stato eletto”. Durante tutta la notte, tutti i canali televisivi hanno mandato in onda trasmissioni che sono servite per questa vittoria e hanno propagandato l’illusione della democrazia personificata in Tayyip Erdoğan. Questa propaganda è stata continuata anche dai media considerati di opposizione. In questa lotta per il potere di stato, i media non solo hanno preso le parti di Tayyip Erdoğan, ma hanno anche avuto il ruolo di spingere le persone nelle strade.

Come i media, i partiti parlamentari d’opposizione non si sono “risparmiati” nel dar sostegno all’AKP fin dall’inizio di questa vicenda: sono caduti nella trappola del “prevenire che altri facciano politica” gestita dal potere di stato. La loro presa di posizione di “stare dalla parte della democrazia contro il golpe” ha coperto come una maschera la loro mancanza di consapevolezza politica. Questo indica chiaramente che nel breve periodo, questi non mobiliteranno nient’altro che non sia di rinforzo alle politiche del potere di stato. Definire come “sostenitori della democrazia” coloro che ripetono “morirò quando Tayyip Erdoğan mi dirà di morire, sparerò quando mi dirà di sparare”, che riempiono le piazze con slogan come “vogliamo la pena di morte”, che sono concentrati nel linciare chiunque gli passi davanti; non è forse questo un segno di stagnazione politica degli stessi partiti d’opposizione?

Con questo golpe e con la vittoria contro di esso, l’AKP ora ha creato le condizioni per compiere una trasformazione ideologica della società. Quel “50% che con difficoltà restava in casa” che veniva dipinto come una minaccia da Tayyip Erdoğan durante le proteste di Gezi Park, era nelle strade. La cultura fascista che è parte importante della trasformazione ideologica che si sta compiendo dal sistema legislativo alla vita sociale, è stata risvegliata con coloro che sono stati mobilitati nelle strade dallo stato. Non è solamente questo; costoro sono stati rappresentati come persone che stavano cercando di mantenere il proprio potere democratico… Non è difficile indovinare come queste “mobilitazioni democratiche” affronteranno gli oppressi in diversi modi e luoghi. Abbiamo già avuto notizia di episodi di linciaggio contro chi non ha sostenuto il rafforzato potere dello stato.

Questa lotta fra gruppi di potere per ottenere il controllo dello stato che opera al di sopra delle crescenti ingiustizie economiche e politiche non è altro che la prosecuzione dell’autorità degli oppressori sugli oppressi, per poter distruggere la libertà degli oppressi. Non c’è dubbio che né la dittatura, visibile o invisibile, né le strutture militari o civili, né il golpe, né le elezioni di poteri politici che sono i nemici del popolo, abbiano qualcosa a che fare con la volontà del popolo. Noi, che crediamo che una vita libera non possa essere creata da un golpe o dalle elezioni, riconosciamo l’esistenza dello Stato come un golpe contro la libertà e la nostra rivolta continuerà fino a quando non esisterà un mondo libero.
Lo Stato stesso è il golpe, rivoluzione è libertà.
Ciò di cui tutti abbiamo bisogno non è nutrire speranze nelle lotte fra autorità ma sapere che la speranza è rivoluzione per la libertà.

Devrimci Anarşist Faaliyet (DAF)
Azione Anarchica Rivoluzionaria (DAF)

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Solidarietà, anche con i Rom

Solidarietà, anche con i Rom

Un’ennesima persecuzione contro gli ultimi si è verificata a Livorno.

Secondo gli organi di informazione, la polizia municipale ha smantellato un accampamento di nomadi in Via del Levante, con tanto di foto dei rifiuti abbandonati. Secondo un quotidiano on-line, l’operazione sarebbe scattata dopo una denuncia della LIPU.

Non occorre andare tanto in là con gli anni per ricordarsi quando attorno a Via di Levante c’erano i campi. Poi è venuta l’idea di farci un’area per spettacoli viaggianti, ma è durata poco, visto che l’amministrazione comunale ha preferito la speculazione edilizia. Il Nuovo centro è stato e continua ad essere una colata di cemento; mentre per la messa in sicurezza del Rio Maggiore si sono sconvolti, campi, habitat e corsi d’acqua per chilometri.

Ora, i responsabili di tutto sarebbero quattro disgraziati che cercano di campare alla meglio tra le cattedrali di un’abbondanza da cui sono esclusi. Chi controlla il rispetto dei contratti fra le ditte edili che lavorano al nuovo centro, l’intreccio di appalti e subappalti, gli scarichi e quant’altro?

Semplice dare la caccia ai rom, un popolo che non hai mai fatto la guerra a nessuno, fanno paura a tutti e non c’è nessuno che li difende. I responsabili del degrado di un’area a vocazione agricola non sono certo le povere famiglie vessate.

Commissione di Corrispondenza

della Federazione Anarchica Livornese

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La lotta dei lavoratori portuali è la lotta di tutti i lavoratori livornesi, dei disoccupati, dei precari!

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La lotta dei lavoratori portuali è la lotta di tutti i lavoratori livornesi, dei disoccupati, dei precari!

Venerdì 22 i lavoratori dell’Agenzia per il Lavoro Portuale e di InTempo sciopereranno per 24 ore, mentre dalle ore 9,30 ci sarà un presidio di fronte alla Prefettura. La giornata di lotta è stata proclamata per l’assunzione dei lavoratori InTempo (il nucleo storico di 27 lavoratori) in ALP, assunzione già concordata con la dirigenza ALP e poi disattesa su pressione delle associazioni che fanno riferimento a Confindustria.
Il presidente di ALP, Massimo Provinciali, è segretario generale dell’Autorità Portuale, e questa detiene il 49% del capitale di ALP.
La Confindustria si batte per imporre il lavoro a chiamata, il lavoro a tempo determinato, il lavoro precario, per piegare i lavoratori alle proprie esigenze e sfruttarli di più. L’Autorità Portuale, che dovrebbe tutelare il rispetto delle leggi, dei regolamenti e dei contratti in porto, a difesa dell’interesse pubblico e quindi anche dei lavoratori, si rivela docile strumento della Confindustria. La CGIL, come ormai da tempo, svolge i lavori sporchi per padroni e istituzioni. Mentre i lavoratori portuali sono in stato di agitazione, apre una trattativa e firma un accordo al ribasso senza informare i lavoratori e le rappresentanze sindacali, perché i membri delle RSU aderiscono ad un sindacato di base e conflittuale, l’Unicobas.

La Federazione Anarchica Livornese invita i cittadini, i lavoratori, i precari, i disoccupati a sostenere la lotta dei lavoratori portuali e a partecipare al presidio, indetto dalle RSU e dalla segreteria provinciale dell’Unicobas, di fonte alla Prefettura venerdì 22 luglio a partire dalle 9,30.

Federazione Anarchica Livornese

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Kavala – I FASCISTI TIRANO FUORI LE ARMI DURANTE UN’AZIONE ANTIFASCISTA

Dai compagni di Kavala, grecia

I FASCISTI TIRANO FUORI LE ARMI DURANTE UN’AZIONE ANTIFASCISTA – Antifascismo militante ovunque – Kavala Antinazi

Kavala – Sabato 21 Maggio Alcuni nazi della città hanno fatto irruzione nel festival di 10 giorni dell’Università di Kavala, dove hanno dimostrato apertamente la loro vigliaccheria e distrutto la macchina della compagna di uno dei due antifascisti presi di mira, che era lì al festival. Sono poi immediatamente scomparsi, dato che hanno avuto la sfortuna di essere stati visti, mentre compivano la loro eroica azione, da molti occhi testimoni che casualmente passavano lì dove era parcheggiata la macchina e in quel momento.

Kavala – Domenica 22 Maggio Mentre i due antifascisti presi di mira erano al festival di 10 giorni, nel porto di Kavala quattro carogne fasciste sono state scoperte da alcuni antifascisti e sia loro che le loro macchine hanno avuto la lezione che si meritavano. Da veri codardi quali sono, essendo incapaci di gestirsi le conseguenze delle loro azioni fasciste, uno di loro, senza vergogna, mentre scappava ha tirato fuori la sua pistola e dopo aver sparato in aria, ha puntato la sua pistola verso gli antifascisti, che si sono fermati di colpo. Il deliro malato fascista di certo non si è fermato qui, hanno preso e picchiato gravemente una antifascista, che non ha esitato ad affrontare i vigliacchi, le hanno puntato alla testa la pistola e l’hanno presa a calci anche una volta svenuta a terra. Mentre alcuni antifascisti stavano accorrendo ad aiutarla, due dei quattro fascisti (Triantaphyllos Alexandridis and Andreas Rigoulis Sold) che stavano ripiegando – essendo sono stati traditi dagli altri due fascisti che li hanno lasciati lì da soli – hanno urlato “d’ora in poi solo con le armi” mentre mostravano le armi.

Di sicuro questo è il risultato della reale cooperazione e della rassomiglianza tra la polizia e la feccia di estrema destra, e della piena consapevolezza da parte della polizia delle azioni quotidiane dei fascisti con coltelli, pistole e qualsiasi altra cosa che stimoli il loro pene. A causa di tutte queste cose che connettono la polizia, i misantropi e i topi di fogna, nelle ore seguenti la città è stata messa sotto regime poliziesco, con gli sbirri sparsi in tutte le zone della città, dall’Università di Kavala fino al porto, facendo continui controlli a qualsiasi sospettato (possibilmente antifascista).
Permettendo così alla loro mano destra (i fascisti) di andare in giro liberamente e di mostrarsi per le strade in cerca di antifascisti, agendo evidentemente come parastato di polizia.

Gli antifascisti stavano difendendo il loro squat, e poi si sono raggruppati e hanno dato il via ad una protesta determinata, con una forte energia antifascista diretta verso il centro della città per cercare, con molta rabbia, i nazisti bastardi che già erano stati avvisati dalla polizia dell’arrivo del blocco antifascista nel centro città, dalla caccia che i fascisti avevano iniziato si sono ritrovati a nascondersi. Il corteo si è diretto poi al commissariato per insultare in ogni modo gli sbirri impauriti, che hanno tentato disperatamente di negare la loro responsabilità nell’incitamento e nella protezione alle gang fasciste della città. Il corteo è poi tornato allo squat Vyronos 3 e gli antifascisti si sono messi a guardia dello squat.
In mezz’ora i rigurgiti fascisti Triantaphyllos Alexandridis e Andreas Rigoulis si sono spostati nella zona dello squat con la macchina del secondo, che è un veicolo con il contrassegno disabili, perché suo padre è in sedia a rotelle, e che senza problemi il suo figlio neo nazista usa costantemente per le spedizioni fasciste.
Lasciateci dire che il sopracitato padre, il giorno che Kasidiaris – un parlamentare di Alba Dorata – organizzò un dibattito pieno d’odio all’Hotel Galaxy a Kavala, se ne stava di fianco alla polizia che si era disposta di fronte a Mikel (un bar di via Venizelos) impedendo al blocco antifascista di spostarsi in direzione dell’hotel che ospitava i rappresentanti del partito neonazista, i responsabili dell’assassinio di Pavlos Fyssas. Quel giorno, dopo che tutti i fascisti della città si erano definiti solamente patrioti e tentavano in tutti i modi di convincerci che non avevano niente a che fare con la politica di partito, cioè con Alba Dorata, sono stati pubblicati online da alcuni giornali dei video dell’evento che mostrano Triantaphyllos Alexandridis, Andreas Rigoulis e Kostas Tonios (uno dei dirigenti del neonato partito di estrema destra L.E.P.E.N., e uno dei 13 che hanno denunciato i due antifascisti presi di mira) tutti lì ad ascoltare le parole dello scagnozzo degli assassini (= Alba Dorata) che furbamente cercavano di nascondersi dietro agli altri partecipanti per non farsi riprendere dalle telecamere.

I fascisti che si muovevano attorno allo squat, sono stati visti dagli antifascisti che hanno urlato ai Nazi di avvicinarsi, e come ci si poteva immaginare, quando loro erano a una distanza sicura rispetto alla zona dello squat e al gruppo che stava difendendo lo spazio, lo schifoso vigliacco Triantaphyllos Alexandridis è uscito dalla macchina e ha provocando gli antifascisti di venire verso di lui, cosa che loro hanno fatto, e come risultato è risalito velocemente nell’auto scomparendo all’istante, cosa in cui i fascisti sono davvero abili ed esperti.

Martedì 24 maggio Gli antifascisti hanno fatto un corteo determinato nel centro della città. Circa 50 antifascisti hanno distribuito volantini descrivendo gli eventi sopra menzionati e scandendo costantemente slogan antifascisti. Il dipartimento di polizia si trovava lungo il tragitto del corteo, là ancora una volta i poliziotti sono stati insultati. La polizia ha tenuto un comportamento cauto, restando schierata dentro l’ingresso del dipartimento, indossando l’attrezzatura antisommossa. Il corteo si è concluso allo squat e sono stati distribuiti volantini presso i vicini blocchi di condomini, per rendere noti gli eventi e le ragioni del corteo.
Mercoledì 25 maggio Circa 100 antifascisti si sono riuniti a Faliro Park e hanno informato le persone che erano là riguardo agli attacchi fascisti che avevano avuto luogo a Kavala negli ultimi giorni. I compagni hanno appeso uno striscione in un luogo del parco dove potesse essere visibile dalla strada principale, hanno distribuito volantini e hanno intonato slogan antifascisti. All’inizio le forze di polizia hanno girato per la città, con due squadre antisommossa alla sede di Alba Dorata, le squadre DIAS in moto nel quartiere Vironos dove vive il nuovo Roupakiases (Roupakiases è il nazista di Alba Dorata assassino di Pavlos Fyssas) della città e ovviamente tutti gli agenti in borghese di Kavala setacciavano il centro della città, concentrandosi su Faliro Park e il quartiere intorno allo squat.
Naturalmente, i poliziotti in borghese non potevano mancare dal parco deve gli antifascisti si erano riuniti; questi poliziotti in borghese, codardi come i loro servi neonazisti, sono venuti al parco con le proprie figlie e i propri figli per ficcanasare, spingendo i propri figli sulle altalene a 5 metri dalla folla radunata. Per rispetto dei bambini che non sono responsabili della mancanza di senso della vergogna dei propri padri poliziotti, i compagni hanno deciso di non insultarli.
Dopo un’ora gli antifascisti hanno preso la strada principale dopo il parco e è iniziato il corteo, diretto verso il quartiere in cui vivono i due nazisti ( Triantafphyllos Alexandridis e Andreas Rigoulis) per tutta la durata del corteo, polizia antisommossa, polizia in moto (squadre DIAS) e agenti in borghese hanno seguito gli antifascisti. Possiamo dire che tutta la polizia di Kavala e tutto ciò che erano riusciti a portare dalle città vicine era persente.
Il corteo era molto acceso, slogan contro la polizia e contro i fascisti sono stati intonati incessantemente e i compagni hanno informato il quartiere sul nuovo Roupakiases che hanno nella loro area ed il fatto che la polizia non solo ha nascosto la minaccia con la pistola, ma anche che tutto questo è successo sotto la loro protezione.
I poliziotti hanno seguito la marcia fino a quando si è conclusa allo squat Vironos 3, tenendosi a meno di 20 metri dagli antifascisti e provocandoli con i loro commenti ironici. Quando il corteo è arrivato alla strada proprio sotto lo squat, gli antifascisti si sono fermati e hanno chiuso la strada ai poliziotti, rendendo loro chiaro che avrebbero dovuto fare dietro-front e andarsene. In particolare quando i residenti della zona hanno iniziato ad uscire sui balconi e ad essere informati degli eventi e delle ragioni del corteo, i poliziotti se ne sono andati totalmente irritati. Tale insoddisfazione dalla parte dei poliziotti era evidente ogni volta che il corteo si fermava e informava il quartiere.

A KAVALA COME IN OGNI ALTRO POSTO,
DISTRUGGI I FASCISTI IN OGNI QUARTIERE

POLIZIOTTI E NAZI SONO LA STESSA BANDA
FASCISTI TORNATE NELLE FOGNE

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