
“Livorno non si piega!”: presenza solidale durante l’ultima udienza di giovedì 19
Giovedì 19 novembre alle ore 9 si terrà l’udienza conclusiva del processo per i presidi e le manifestazioni del 30 novembre, 1 e 2 dicembre 2012. Il PM ha chiesto infatti di fare una replica alle arringhe conclusive degli avvocati difensori effettuate lo scorso 29 ottobre; la sentenza è prevista nella giornata. Arriva così a conclusione il primo grado di un processo avviato da oltre due anni e che ha manifestato essere una colossale montatura finalizzata a reprimere l’agibilità politica nella nostra città mirando a colpire i settori politicamente più attivi con richieste di condanna che complessivamente assommano a ben 38 anni. Nella scorsa udienza la difesa ha efficacemente smontato il teorema dell’azione preordinata su tre giorni, mettendo in risalto le responsabilità delle forze dell’ordine in relazione ai fatti e segnalando le numerose irregolarità che nella conduzione del processo vi sono state.
Il Comitato fa appello a tutti coloro che hanno a cuore la libertà di manifestazione e di espressione del dissenso affinche manifestino ancora una volta, come continuamente è stato fatto finora, il sostegno agli imputati attraverso una presenza solidale sotto il tribunale (via Falcone e Borsellino) nel corso dell’udienza di giovedì 19 novembre, a partire dalle ore 9.
Comitato di solidarietà “Livorno non si piega!”
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– Novembre 18, 2015
Parigi: il cordoglio di Mattarella
Dopo aver graziato il killer di Arzago d’Adda, Sergio Mattarella, presidente della repubblica italiana, ha espresso il sostegno dello Stato italiano a quello francese, per “difendere i valori di democrazia, libertà, tolleranza su cui tutta l’Europa, oggi lacerata da un crimine senza precedenti, è stata fondata e si è sviluppata”.
Tutti sanno bene quale sia la “democrazia” e la “libertà” dei governanti: pistole contro gli studenti come a Pisa, manganelli contro gli insegnanti come a Napoli, sgomberi e deportazioni contro chi occupa come è successo in Via Asti a Torino.
Se quelle di Mattarella non fossero vuote parole, il presidente della repubblica dovrebbe chiedere al governo di iniziare passi concreti per isolare e combattere quelle forze che, nel complesso scacchiere del Medio Oriente, ostacolano la diffusione della democrazia, della libertà e della tolleranza. Accanto ad Israele ci sono gli emirati del Golfo, la monarchia saudita, la Turchia di Erdogan. Si tratta di governi autoritari che reprimono e combattono con violenza e terrore ogni aspirazione alla libertà nella regione. Sono governi ampiamente sostenuti economicamente e dipendenti politicamente dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, fedeli alleati della NATO.
E’ credibile che Renzi e Mattarella abbiano il coraggio di mettere i piedi nel piatto ai padroni del mondo?
Del resto, se i paesi “occidentali” volessero veramente ridurre la violenza internazionale, dovrebbero rinunciare alle politiche di saccheggio, guerra e destabilizzazione che conducono nel Medio Oriente, in Africa e nel resto del mondo.
Esprimiamo tutto il cordoglio degli anarchici livornesi per le stragli di Parigi, e la solidarietà nei confronti dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime. Contro la guerra e il terrore degli stati, il 25 novembre saremo a Firenze, alla manifestazione indetta contro il vertice NATO, a contestare quell’alleanza che è una delle principali fonti dell’instabilità e del pericolo di guerra nel mondo.
La Commissione di Corrispondenza
della Federazione Anarchica Livornese
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– Novembre 15, 2015

Con qualche giorno di ritardo pubblichiamo una foto dello striscione del presidio antimilitarista del 4 novembre in Piazza Cavour e il testo del volantino distribuito. Al presidio hanno preso parte circa una quarantina di persone, un buon risultato, dal momento che si trattava di un’iniziativa a carattere principalmente informativo.
4 novembre,
non c’è niente da festeggiare!
Il 4 novembre, festa delle forze armate, viene esaltata la guerra, vengono esaltati i massacri di ieri e di oggi in preparazione di quelli di domani: i “festeggiamenti” di oggi, sono solo un insieme di retorica patriottarda e guerrafondaia.
A sud e a nord del Mediterraneo, ad Est e a Ovest, in Israele, in Siria, in Egitto, in Turchia, gli stati, con la scusa del terrorismo scatenano guerre che si rivolgono principalmente contro le popolazioni e i civili massacrati sono dieci volte più numerosi dei militari morti.
Con la scusa del terrorismo il governo italiano ha sguinzagliato i militari nelle strade, un’altra missione, un altro saccheggio del pubblico erario.
Tutto questo ha un costo di vite umane, militari e civili e economico, in un periodo di crisi in cui si taglia su scuola, sanità, salari e pensioni
Nei giorni scorsi aerei occidentali hanno bombardato ospedali dediti alla cura delle vittime dei “danni collaterali”, allo stesso modo in Italia e nel resto dell’Europa viene bombardata la sanità con tagli e privatizzazioni. Tutto questo mentre non si accenna neppure lontanamente a ridurre le commesse per l’acquisto di nuove armi.
Ed è scandaloso, dato che almeno l’1,7% del nostro Pil è impiegato per armare e addestrare l’esercito, mentre alla ricerca e allo sviluppo viene destinato solo lo 0,5%.
Nel 2014 il Governo italiano ha impegnato 67 miliardi di euro per spese militari e armamenti. Ma a quanto ammontino veramente le spese militari è un mistero: la spesa è stata spezzettata tra varie voci, e assegnata solo in parte al bilancio della Difesa, in parte ai bilanci di altri ministri (come quello dello Sviluppo economico), le spese militari sono per giunta nascoste grazie al “segreto militare”.
Operazioni come quelle compiute dalla Turchia nel Kurdistan, con attentati che provocano migliaia di morti, non avvengono senza l’avallo o il tacito consenso dei servizi segreti, che sono integrati a livello internazionale con quelli degli Stati Uniti, sotto la copertura dell’alleanza atlantica.
Lo stesso si può dire dell’operazione Strade Sicure o del pattugliamento delle coste libiche deciso dal governo italiano.
La NATO è il braccio militare del Fondo Monetario Internazionale, e viceversa, il FMI è il braccio finanziario della NATO: fra i due organismi c’è collaborazione e scambio di dirigenti.
La guerra viene usata dagli stati come principale strumento di gestione della politica internazionale, della spartizione economica e delle aree di influenza.
La politica di guerra dell’esercito e del governo va contrastata con l’azione antimilitarista:
-
boicottando le iniziative di propaganda, come quella di oggi o come il TAN, che cercano di coinvolgere i giovani e la cittadinanza;
-
liberando le nostre strade dall’odiosa presenza di militari armati
-
denunciando il carattere guerrafondaio delle cerimonie commemorative;
-
sostenendo i movimenti popolari di lotta, come il movimento NO MUOS, quello contro gli F-35, quello contro le esercitazioni militari in Sardegna;
-
costruendo un movimento che con la lotta riesca a chiudere le basi militari straniere, a cacciare la NATO dall’Italia, a ritirare le truppe italiane dagli scenari di guerra.
Se vuoi la pace, denuncia, ostacola, combatti chi prepara la guerra!
Antimilitariste/i Livornesi
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– Novembre 11, 2015

4 NOVEMBRE, non c’è niente da festeggiare!
Il 4 novembre, festa delle forze armate, viene esaltata la guerra, vengono esaltati i massacri di ieri e di oggi in preparazione di quelli di domani: i “festeggiamenti” di oggi, sono solo un insieme di retorica patriottarda e guerrafondaia.
A sud e a nord del Mediterraneo, ad Est e a Ovest, in Israele, in Siria, in Egitto, in Turchia, gli stati, con la scusa del terrorismo scatenano guerre che si rivolgono principalmente contro le popolazioni e i civili massacrati sono dieci volte più numerosi dei militari morti.
Con la scusa del terrorismo il governo italiano ha sguinzagliato i militari nelle strade, un’altra missione, un altro saccheggio del pubblico erario.
Tutto questo ha un costo di vite umane, militari e civili e economico, in un periodo di crisi in cui si taglia su scuola, sanità, salari e pensioni
Nei giorni scorsi aerei occidentali hanno bombardato ospedali dediti alla cura delle vittime dei “danni collaterali”, allo stesso modo in Italia e nel resto dell’Europa viene bombardata la sanità con tagli e privatizzazioni. Tutto questo mentre non si accenna neppure lontanamente a ridurre le commesse per l’acquisto di nuove armi.
Ed è scandaloso, dato che almeno l’1,7% del nostro Pil è impiegato per armare e addestrare l’esercito, mentre alla ricerca e allo sviluppo viene destinato solo lo 0,5%.
Nel 2014 il Governo italiano ha impegnato 67 miliardi di euro per spese militari e armamenti. Ma a quanto ammontino veramente le spese militari è un mistero: la spesa è stata spezzettata tra varie voci, e assegnata solo in parte al bilancio della Difesa, in parte ai bilanci di altri ministri (come quello dello Sviluppo economico), le spese militari sono per giunta nascoste grazie al “segreto militare”.
Operazioni come quelle compiute dalla Turchia nel Kurdistan, con attentati che provocano migliaia di morti, non avvengono senza l’avallo o il tacito consenso dei servizi segreti, che sono integrati a livello internazionale con quelli degli Stati Uniti, sotto la copertura dell’alleanza atlantica.
Lo stesso si può dire dell’operazione Strade Sicure o del pattugliamento delle coste libiche deciso dal governo italiano.
La NATO è il braccio militare del Fondo Monetario Internazionale, e viceversa, il FMI è il braccio finanziario della NATO: fra i due organismi c’è collaborazione e scambio di dirigenti.
La guerra viene usata dagli stati come principale strumento di gestione della politica internazionale, della spartizione economica e delle aree di influenza.
La politica di guerra dell’esercito e del governo va contrastata con l’azione antimilitarista:
boicottando le iniziative di propaganda, come quella di oggi o come il TAN, che cercano di coinvolgere i giovani e la cittadinanza;
liberando le nostre strade dall’odiosa presenza di militari armati
denunciando il carattere guerrafondaio delle cerimonie commemorative;
sostenendo i movimenti popolari di lotta, come il movimento NO MUOS, quello contro gli F-35, quello contro le esercitazioni militari in Sardegna;
costruendo un movimento che con la lotta riesca a chiudere le basi militari straniere, a cacciare la NATO dall’Italia, a ritirare le truppe italiane dagli scenari di guerra.
Se vuoi la pace, denuncia, ostacola, combatti chi prepara la guerra!
Antimilitariste/i Livornesi
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– Novembre 4, 2015

COMUNICATO
L’assemblea di Anarchici Toscani, riunitasi a Firenze in data 25 ottobre 2015 ha deciso di aderire alla manifestazione di solidarietà con il popolo kurdo organizzata per il giorno sabato 31 ottobre a Firenze dalla Comunità Kurda e dalle reti di solidarietà.
Gli Anarchici Toscani saranno presenti in maniera organizzata al corteo che partirà da Piazza Santa Maria Novella alle ore 15,30 di sabato ed invitano tutti i compagni anarchici e libertari della Toscana a partecipare, dando vita con noi ad uno spezzone rosso-nero all’interno del corteo stesso.
L’Assemblea di Anarchici Toscani
Di seguito il testo del volantino che sarà distribuito
CON LA ROJAVA LIBERA, CON L’AUTORGANIZZAZIONE KURDA
Un anno fa, come in molte altre città, anche a Firenze si manifestava per sostenere Kobanê, la città che si trova a pochi chilometri dalla Turchia in Rojava, il Kurdistan occidentale in territorio siriano. La città allora era stretta sotto l’assedio da un lato delle truppe fasciste dello Stato Islamico e dall’altro dei soldati e dei carri armati dello Stato turco.
Gli Stati che assediavano Kobanê volevano distruggere un esempio di libertà, un’alternativa di autogoverno dal basso sviluppata dal movimento curdo assieme ai popoli della regione e basata su democrazia radicale, femminismo ed ecologismo. Un processo plurale in cui sono presenti attivamente, a fianco delle altre correnti rivoluzionarie, anche gli anarchici. Un processo rivoluzionario, iniziato nel 2012 che rappresenta un pericolo per le potenze regionali e mondiali.
Oggi grazie alla resistenza condotta dalle forze di autodifesa popolare YPG e YPJ la città di Kobanê è libera. La città, completamente distrutta dopo 4 mesi di assedio, si sta ripopolando e sta iniziando la ricostruzione. Ricostruire Kobanê significa ricostruire la società su nuove basi, ricostruire la vita. Sostenere oggi la ricostruzione di Kobanê significa quindi sostenere la rivoluzione sia nella Rojava, sia in Anatolia.
Lo Stato turco cerca con ogni mezzo di fermare i rivoluzionari, arrivando a scatenare una guerra entro i propri confini contro le opposizioni e l’intera popolazione. Città, villaggi e quartieri hanno dichiarato l’autogoverno anche nel territorio turco, per reagire alla repressione e per estendere il processo rivoluzionario. Il governo turco ha risposto con i carri armati, i cecchini, con il bombardamento delle case delle città ribelli e contro le postazioni del PKK.
Ha risposto il terrorismo: l’attentato di Amed (Diyarbakir) che ha colpito un comizio del Partito Democratico dei Popoli (HDP) nel giugno scorso; le bombe di luglio a Suruci (in cui sono stati uccisi anche 5 giovanissimi compagni anarchici), che hanno voluto colpire i giovani della sinistra rivoluzionaria turca; le bombe di Ankara lo scorso 10 ottobre contro una manifestazione sindacale, per colpire l’intera opposizione e il movimento sindacale, provocando centinaia di feriti e 128 morti, tra cui anche i nostri compagni Ali Kitapçi, ferroviere e anarcosindacalista di Ankara e Tayfun Benol, sindacalista e militante del gruppo anarchico DAF di Istanbul.
Questa politica di terrore condotta dallo Stato turco contro i rivoluzionari e contro la popolazione è sostenuta dalla NATO, che ha affermato di sostenere la lotta del governo turco “contro il terrorismo”. Le potenze mondiali e regionali che intervengono militarmente nell’area, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Francia alla Cina, si stanno scontrando per spartirsi la Siria e tutto il Medio Oriente, ma sono tutti d’accordo nel combattere la rivoluzione della Rojava. Il governo italiano guidato da Renzi che già interviene in Iraq con i ricognitori, sta valutando anche operazioni di bombardamento.
CONTRO IL TERRORISMO DELLO STATO TURCO!
CONTRO LA GUERRA CONDOTTA DALLA NATO E DALLE ALTRE POTENZE PER SPARTIRSI IL MEDIO ORIENTE!
SOSTENIAMO LA RIVOLUZIONE DELLA ROJAVA, PER UNA SOCIETA’ LIBERA E AUTOGESTITA!
SOSTENIAMO LA LOTTA PER LA LIBERAZIONE DI TUTTI GLI SFRUTTATI IN ANATOLIA E MESOPOTAMIA!
Anarchici Toscani
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By collettivo
– Ottobre 31, 2015

Solidarietà!
La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario esprimono piena solidarietà a tutti gli imputati attualmente sotto processo per le manifestazioni svoltesi a Livorno nei giorni 30 novembre, 1 e 2 dicembre 2012.
Denunciano ancora una volta la montatura poliziesca e giudiziaria con cui si è cercato maldestramente di nascondere le responsabilità di chi in quelle giornate ha gestito l’ordine pubblico in modo autoritario e brutale, con cui si è portato avanti il teorema dell’azione predeterminata da parte dei manifestanti, con cui sono stati attribuiti presunti reati di concorso morale per chi ha semplicemente partecipato a una manifestazione, con cui si è negato un’evidenza fatta di manganellate e di minacce.
Questa mistificazione, tesa a criminalizzare i settori politicamente più attivi nella nostra città e ad intimidire qualsiasi cittadino che voglia esercitare la propria libertà di espressione e manifestazione è culminata nella richiesta, da parte del PM, di 38 anni complessivi di carcere per gli imputati.
Se si può parlare di premeditazione riguardo a quei giorni, è tutta dalla parte di chi, il venerdì e il sabato, ha lanciato le cariche contro pacifici manifestanti, in difesa di un potere politico che ha lasciato miseria e disoccupazione per i ceti popolari.
La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario aderiscono al presidio di solidarietà indetto per il prossimo 29 ottobre e si associano alla richiesta di assoluzione per tutti gli imputati.
Livorno, 25.10.2015
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
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By collettivo
– Ottobre 28, 2015

LIVORNO NON SI PIEGA!
DOMANI 29 OTTOBRE ORE 16:30
PRESIDIO SOTTO IL TRIBUNALE DI LIVORNO
Il comitato “Livorno non si piega”, attivo dal 2013 in solidarietà con tutti gli imputati attualmente sotto processo per i presidi e le manifestazioni del 30 novembre, 1 e 2 dicembre 2012 convoca un presidio per giovedì 29 ottobre alle ore 16.30 sotto il tribunale di Livorno, in via Falcone e Borsellino. In occasione dell’udienza conclusiva del processo vogliamo ribadire con la nostra presenza il sostegno e la solidarietà agli imputati, di cui chiediamo l’assoluzione, denunciare le mistificazioni create con questa manovra repressiva, affermare ancora una volta la libertà di manifestazione e di espressione del dissenso per tutti.
Per questo invitiamo alla più larga partecipazione al presidio che si terrà giovedì 29 ottobre, a partire dalle 16.30 sotto il tribunale di Livorno.
“Livorno non si piega”
Comitato di solidarietà
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By collettivo
– Ottobre 28, 2015

ANCHE IN TURCHIA L’ASSASSINO E’ LO STATO!
La guerra scatenata dai governi contro i ceti popolari divampa in tutto il mondo, in una parte più apertamente, altrove in modo più latente.
Le bombe esplose ad Ankara, che hanno provocato centinaia di morti, sono l’ultimo episodio di un’aggressione che è cominciata con l’attentato a Diyarbakir a giugno e con quello a Suruç a luglio.
Il governo turco ha immediatamente rivendicato l’attentato, attaccando con cariche e lacrimogeni le vittime e impedendo l’arrivo dei mezzi di soccorso e, poco dopo, bombardando proprio le regioni del kurdistan turco per cui quel corteo chiedeva la pace.
Il presidente turco Erdogan non è il solo pazzo sanguinario che per mantenere il potere massacra il proprio popolo, ma viene considerato come un interlocutore affidabile dai governi occidentali abituati ad esportare democrazia con le bombe.
La Turchia è un alleato fedele della NATO, l’esercito che compie i massacri in Kurdistan partecipa in questi giorni alle manovre Trident; i servizi segreti turchi sono addestrati dalla CIA; nei vertici internazionali il presidente turco siede a fianco, tra gli altri, di Barak Obama, di Angela Merkel, di Matteo Renzi.
Il governo italiano ha le sue responsabilità, vista la volontà espressa da Renzi di far intervenire le forze armate italiane in Medio Oriente, a fianco dello stato turco.
La Federazione Anarchica Italiana esprime la propria solidarietà alle vittime e ai loro familiari, e si stringe agli anarchici ed alle anarchiche dell’Azione Anarchica Rivoluzionaria (DAF) turchi e curdi che hanno visto propri compagni e militanti colpiti dalle bombe assassine.
Per un mondo nuovo, per una vita di libertà, gli assassinati non saranno dimenticati, gli assassini non saranno perdonati!
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
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– Ottobre 13, 2015

MERCOLEDI’ 14 OTTOBRE ore 18,00 P.zza Grande PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ AL POPOLO CURDO!
Scendiamo in piazza anche a Livorno per denunciare la strage di Stato in Turchia e la politica di terrore del governo turco appoggiata dalla NATO.
Strage di Ankara
sappiamo chi è STATO!
La mattina di sabato 10 ottobre ad Ankara due bombe sono esplose durante la manifestazione “Pace, Lavoro e Democrazia”, organizzata da varie organizzazioni sindacali riunite nella “Piattaforma del Lavoro” contro la politica di guerra condotta dal governo turco dentro i propri stessi confini nella regione curda contro la popolazione, il PKK, i rivoluzionari egli oppositori.
Nell’attacco sono morte 128 persone e 516 sono state ferite. Le vittime sono donne e uomini di tutte le età, curdi, armeni e turchi, lavoratori, sindacalisti, militanti politici.
Una strage di Stato.
Dopo le bombe ad Amed (Diyarbakır)e a Pirsûs(Suruç), dopo gli arresti, le torture e gli omicidi politici, dopola guerra scatenata con l’intervento armato dell’esercito nei quartieri e nelle
città insorte in Anatolia contro la repressione, la responsabilità del governo turco nel terrificante attentato di Ankara è chiara.
La politica di terrore che il presidente turco Erdoğan e il suo partito AKP stanno conducendo mira sia a mantenere il potere, destabilizzando il paese in vista delle elezioni legislative del primo novembre, sia a soffocare nel sangue ogni spinta rivoluzionaria e ogni aspirazione di cambiamento sociale nel paese e nell’ intera regione.
Anche in Turchia, come nel resto della regione, le politiche di guerra e di destabilizzazione degli stati fanno leva sulle differenze religiose per dividere i popoli, alimentare i conflitti e disgregare ogni movimento che aspira ad un cambiamento sociale.
Negli ultimi anni il governo conservatore-religioso dell’AKP ha imposto in Turchia politiche sempre più oppressive e ha sostenuto in funzione controrivoluzionaria e in particolare anti-curda gruppi come lo Stato Islamico (IS) .
Al contrario le forze politiche e sociali colpite dall’attentato di Ankara e nello specifico il movimento curdo aspirano ad una società libera in cui sia pienamente riconosciuta la pluralità culturale della regione.
Scendiamo in piazza anche a Livorno per denunciare la strage di Stato in Turchia e la politica di terrore del governo turco appoggiata dalla NATO.
Contro la guerra e il fascismo, in Turchia così come in Italia.
Sosteniamo la lotta per la libertà del popolo curdo.
Sosteniamo la lotta per la liberazione sociale di tutti gli sfruttati in Anatolia e in Mesopotamia.
Livorno solidale con la resistenza del popolo curdo
ADERISCONO ( in continuo aggiornamento..):
ALBA livorno, Buongiorno Livorno, Centro Politico 1921, CIB-Unicobas Segreteria Provinciale, Collettivo Anarchico Libertario, Communia Livorno, Ex Caserma Occupata, Federazione Anarchica Livornese, Federazione PRC Livorno, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Anticapitalista Livorno, Usb Livorno
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By collettivo
– Ottobre 13, 2015

Ovunque Kobane, Ovunque Resistenza!
proiezioni, interventi e dibattito
Intervengono:
Giacomo Sini (Collettivo Anarchico Libertario) autore del reportage
e Dario Antonelli (Federazione Anarchica Livornese)
organizzano:
Collettivo Anarchico Libertario e Federazione Anarchica Livornese
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By collettivo
– Ottobre 3, 2015