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No Tav. Una giornata di ordinaria resistenza

da: http://anarresinfo.noblogs.org

L’appuntamento è alle 17,30 al presidio di Susa. I segusini sono in pista dalla notte precedente, quando, approfittando delle tenebre e del sonno di chi per campare deve lavorare, centinaia di poliziotti e carabinieri hanno accompagnato di soppiatto tre trivelle per l’ennesimo sondaggio politico in Val Susa.
L’assemblea è veloce veloce. C’è chi vuole andare a vedere da vicino l’area militarizzata, chi invece opta per il blocco dei mezzi obbligati dalla polizia ad uscire a Susa.
Sin dalla notte precedente la polizia aveva bloccato la statale 24, rendendo difficile muoversi agli abitanti di Traduerivi, e chiudendo la A32 in direzione Torino. I cartelli della Sitaf avvertivano che il blocco era dovuto ad una fantomatica manifestazione No Tav.
Questa sera i No Tav hanno bloccato davvero i Tir, lasciando passare le auto e i mezzi di lavoro più snelli. Intorno alle sette e mezza la coda sulla statale 25 era di quasi undici chilometri.
Intorno alle 19,30 un poliziotto perde la testa e minaccia con la pistola i No Tav di ritorno dalla visita alle trivelle: alla fine dovrà andarsene di corsa spinto dalla naturale indignazione dei manifestanti. Il Tg3 trasformerà l’episodio in “aggressione alla polizia”.
I No Tav sono ormai avvezzi alla neolingua dei media e non ci badano più di tanto.
Intorno alle ventidue la protesta si sposta alla rotonda di Chianocco e, di lì, all’autostrada. In breve in corrispondenza con le due rampe di accesso vengono erette barricate poi date alle fiamme.
Per questa notte per il cambio turno i poliziotti di guardia alle tre trivelle e al fortino/cantiere di Chiomonte dovranno fare il giro lungo, su e giù dal Sestriere. Intanto la maternità dell’ospedale di Susa è stata chiusa. Un pezzo di sanità che se ne va, aggiungendosi ai tanti altri tagliati in quest’ultimo anno. L’ennesimo insulto a chi lotta contro lo sperpero di risorse pubbliche per finanziare le varie clientele dei partiti. Di governo e di opposizione. Qualunque sia il governo, qualunque sia l’opposizione.
La resistenza continua. Ogni giorno.

Prossimi appuntamenti:
Giovedì 15 novembre assemblea contro la repressione nella sala consiliare del comune di Bussoleno in via Traforo.
Martedì 20 novembre assemblea popolare al Polivalente di Bussoleno.
Mercoledì 1° novembre presidio al tribunale di Torino per la prima udienza di uno dei processi ai No Tav
Lunedì 3 dicembre manifestazione No Tav a Lyon in occasione del vertice Monti/Hollande.

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Trivelle a Susa, valle militarizzata. Assemblea ore 17,30 al presidio di Susa

riceviamo e pubblichiamo

Trivelle a Susa, valle militarizzata. Assemblea ore 17,30 al presidio di Susa

Nella notte tra il 12 e il 13 novembre decine di blindati e centinaia di
uomini in armi hanno militarizzato l’area tra la borgata Tra due Rivi e S.
Giuliano di Susa. La zona dell’autoporto è completamente bloccata dai
mezzi della polizia, che sorvegliano tre trivelle portate nella notte in
Val Susa.
Ieri il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri non si è fatta vedere
né al Municipio di Chiomonte, né al cantiere/fortino di Clarea. Nonostante
avesse annunciato da tempo la data all’ultimo ha dato forfait, con il
pretesto di altri impegni.
Il sindaco Pinard, che ne aveva chiesto la visita, si è dovuto
accontentare di un invito alla riunione del comitato per l’ordine e la
sicurezza tenutasi in prefettura a Torino.
All’appuntamento erano invece presenti i No Tav, che hanno presidiato sia
la zona del Municipio a Chiomonte sia l’area del cantiere/fortino della
Maddalena.

La mossa del ministro non si è fatta attendere. Sin dalla serata le strade
e l’autostrada sono state trapuntate dalle luci blu dei lampeggianti. In
nottata il blitz con le trivelle.
Si trivella in zone ben note, dove non servono sondaggi. Ma questo – è
chiaro – è l’ennesimo sondaggio politico, per saggiare e spezzare la
resistenza No Tav.
In vista del vertice tra Monti e Hollande fissato per il 3 dicembre a Lyon
il governo italiano vuole dimostrare di avere sotto controllo la
situazione anche nell’area dove dovrebbe sorgere il mega cantiere per il
tunnel di base. Non solo. Mercoledì 21 novembre comincia il processo ai No
Tav per lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e per la
manifestazione della settimana successiva: il governo vuole dare una
ulteriore prova di forza.
Sarà un buon banco di prova per una lotta che – inutile illudersi – non si
combatterà nella trincea di Clarea ma per le strade della Val Susa. E non
solo.

Appuntamento di lotta oggi – 13 novembre – ore 17 al presidio di Susa –
zona San Giuliano all’uscita dell’autostrada.

per evitare blocchi e rallentamenti si consiglia di ascoltare radio
blackout sui 105,250 delle modulazioni di frequenza

http://anarresinfo.noblogs.org

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Piacenza.Cariche all’IKEA

da: http://senzafrontiere.noblogs.org

pubblicato sul n. 34 di Umanità Nova del 11/11/2012

La mappa della logistica in Emilia-Romagna e Lombardia? È una mappa dello sfruttamento e della violenza. La violenza dei caporali, la violenza dello stato. La violenza di Ikea. Quella di azienda “friendly” è solo una patina. Ma la lotta dei lavoratori prosegue: nemmeno le manganellate, le botte e i lacrimogeni la fermano.

 

Piacenza. Area logistica di Le Mose. Una distesa enorme di capannoni e edifici anonimi. Col minimo comune denominatore dello sfruttamento. Il magazzino Ikea è lunghissimo, l’emblema del nuovo schiavismo: contratti non rispettati, minacce di licenziamento, salari pagati la metà di quella prevista. E così come ai magazzini dell’Esselunga a Basiano, come alla Tnt di Piacenza i lavoratori, tutti immigrati, si rivoltano.
I lavoratori lottano? La polizia carica. Violenza ed attacchi padronali la mattina del 2 novembre. Cinque feriti tra i lavoratori che dalle 6 stavano partecipando al picchetto per bloccare gli ingressi al magazzino. Che si vanno ad aggiungere ai feriti dei giorni precedenti. Da 12 giorni infatti i lavoratori stanno manifestando davanti ai cancelli per reclamare il rispetto del contratto.
Già nelle altre mattine polizia era intervenuta su ordine del questore facendo il proprio lavoro contro i lavoratori e i solidali seduti a terra. Dopo l’attacco della celere quattro lavoratori sono finiti al Pronto Soccorso. Le botte non hanno fermato la lotta ed i lavoratori hanno rifatto i picchetti. La risposta è stata altra violenza contro il presidio dei lavoratori della consorzio CGS, di cui fanno parte tutte e tre le cooperative che lavorano per il magazzino Ikea (Euroservizi, Cristall e San Martino).
Chi è il presidente della cooperativa San Martino? Mario Spezia, vicepresidente della Camera di Commercio di Piacenza, ex-presidente della Provincia di Piacenza nella giunta targata Pd. Nel 2009 Spezia era finito sotto inchiesta per un giro di false fatturazioni relativo ad alcune cooperative di cui era presidente. Anche le immagini parlano chiaro: i celerini si accaniscono su ragazze e ragazzi indifesi, colpevoli di essere solidali con la lotta degli operai. Ma Ikea non tollera nessuna protesta. Tutto deve filare liscio. Tutto deve tacere.

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Emergenza casa: occupata la ex Asl di via Ernesto Rossi

da: senzasoste.it

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Oggi sabato 10 novembre come Ex Caserma abbiamo sostenuto l’occupazione dell’edificio  in via Ernesto Rossi di proprietà dell’ asl. Il nostro gesto ha una ragione specifica: rispondere alla situazione di estrema gravità legata alle emergenze abitative.

Gli sfratti si avvicendano giorno dopo giorno (appena ieri ne sono stati eseguiti 3 e due nuclei di questi  sono presenti all’interno dell’occupazione), il patrimonio pubblico subisce speculazioni e non viene destinato a scopi sociali (questo edificio, anche se non è da considerarsi come completamente pubblico ne è un esempio conclamato, dato che la privatizzazione dei servizi rappresenta uno snodo decisivo del ritiro dello stato sociale).

Di fronte all’incapacità istituzionale di assorbire le richieste di stato sociale, davanti in pratica ad una paralisi degli organi di governo , inutili nel risolvere le problematiche di migliaia di famiglie oggi ridotte in povertà, prive di lavoro o reddito, tanto da vedere minato un diritto fondamentale come quello all’abitare, noi rispondiamo con l’organizzazione dal basso dei soggetti bisognosi e le pratiche di riappropriazione dei beni di cui questi hanno bisogno.

La casa, dal nostro punto di vista, è un diritto universale, e consideriamo clamorosa l’esistenza di situazioni di privazione in materia di diritto all’abitare: la casa deve essere garantita a chiunque. Considerandolo poi un diritto universale, è impensabile per noi che categorie sociali come i singoli, come le famiglie unipersonali, non ricevano alcun riconoscimento e siano abbandonate a se stesse, dimenticate da ogni sistema di protezione, aggrappate a casuali legami di parentela, alle pensioni dei nonni e dei genitori.

Per questo, in un clima di esasperazione sociale, con migliaia di famiglie sbattute in mezzo di strada, noi scegliamo la via della lotta, della riappropriazione, e scegliamo questo edificio come megafono delle nostre rivendicazioni e come soluzione abitativa per 10 nuclei familiari, allargati e non. Non lasceremo l’edificio a meno che non venga offerta una soluzione alternativa alle famiglie. La nostra rivendicazione è lucida e chiara perché amplificata dal contesto che la ospita.

L’edificio che occupiamo al momento è di proprietà di un ente impegnato a smobilitare il proprio patrimonio per sostenere una speculazione edilizia legata alla riforma del sistema sanitario, riforma di certo peggiorativa per tutti noi. Si inserisce alla perfezione nel clima di ritiro dello stato sociale, che trova, come abbiamo già scritto sopra, un passaggio saliente anche nella privatizzazione dei servizi. La volontà da parte di Asl di monetizzare con la vendita dell’immobile è forte, ma forti sono anche le necessità della gente che si organizza e la volontà di chi sceglie di lottare. La battaglia non è facile ma con l’aiuto della città, di tutti voi che ora leggete, riuscirà a conquistarsi un tetto  chi è in emergenza ed a fare discutere, finalmente con la dovuta attenzione, del problema casa, da sempre troppo sopravvalutato. Abbiamo bisogno di tutti voi.

EX CASERMA OCCUPATA

10 novembre 2012

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Sabato 3 in piazza Cavour: giornata informativa contro il megainceneritore

da: senzasoste.it

Sabato 3 novembre dalle ore 17 in piazza Cavour verrà organizzato un banchetto con materiale informativo e proiezioni video sull’inutilità e la nocività degli inceneritori con particolare riferimento al megainceneritore che vorrebbero costruire a Livorno. In queste settimane è uscito il nuovo Piano interporvinciale dei rifiuti dove, oltre ad una serie di dati pilotati volti solo a difendere la scelta dell’inceneritore, iniziano ad emergere le possibili localizzazioni. Sarà la prima di una lunga serie di iniziative che i comitati e i soggetti politici contrari a questo impianto metteranno in piedi. Invitiamo la cittadinanza a passare da piazza Cavour: è importante che una comunità sia informata su scelte che incideranno sul proprio futuro e sulla propria salute per molti anni. Informarsi è importante, per resistere e per proporre. red. 1 novembre 2012

Di seguito uno dei volantini che verranno distribuiti sabato.

INCENERITORE? NO, GRAZIE!

inceneritori_no

Comune, Provincia e Regione vogliono costruire in città un megainceneritore cinque volte più grande dell’attuale- che dovrebbe bruciare i rifiuti di mezza Toscana.

L’incenerimento è una scelta criminale condizionata dagli interessi di potenti gruppi politico-industriali, come quello dell’ex presidente di Confindustria Marcegaglia o Hera, azienda legata a doppio filo al PD. Non a caso il governo Monti taglia gli incentivi per le energie rinnovabili ma trova i soldi per chi brucia i rifiuti.

Anche se ogni tanto gli cambiano nome (termovalorizzatore, pirogassificatore ecc.) e si inventano  che gli “impianti di nuova generazione” non inquinano, è provato che l’incenerimento dei rifiuti produce nano-polveri, diossine, furani ed altre sostanze tossiche che provocano cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus.

A Livorno il nuovo inceneritore andrebbe ad aggravare una situazione già insopportabile: nella nostra provincia, la più inquinata d’Italia dopo Taranto, molti studi scientifici hanno ormai dimostrato la relazione tra inquinamento ambientale e una preoccupante diffusione di malattie croniche e degenerative.

L’incenerimento brucia solo il 35% dei rifiuti totali. I restanti rifiuti finiscono COMUNQUE in discarica. E anche 70mila tonnellate l’anno di ceneri altamente tossiche dovrebbero essere smaltite in discariche speciali. È per questo che a Livorno si cerca di aprire nuove discariche con procedure autorizzative molto discutibili. Inoltre l’incenerimento necessita di consumare grandi quantità di acqua che viene sottratta dalle falde acquifere del territorio e quindi all’uso pubblico.

I rifiuti maggiormente riciclabili vanno a costituire il combustibile per rifiuti. Per questo l’incenerimento è uno spreco di risorse ed è incompatibile con la raccolta differenziata. Anche perché i comuni si impegnano a garantire al gestore un certo livello di profitti e per questo il flusso di rifiuti da bruciare non può scendere sotto un certo limite. Altrimenti pagano lo stesso con i soldi di tutti.

Ma il mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata stabiliti dalla normativa europea porterà -ed ha già portato- a dover pagare multe salatissime che graveranno sulla comunità; inoltre gli inceneritori vengono finanziati da ingenti fondi PUBBLICI attraverso un aumento del 7% sulla bolletta ENEL. Senza questi finanziamenti sarebbero fallimentari. Quindi è una balla che costruire nuovi inceneritori permette di abbassare le tariffe.

Ma dire NO non basta perché il tema dei rifiuti necessita di risposte concrete sia di breve che di lungo periodo.

Noi proponiamo di adottare la strategia RIFIUTI ZERO (già approvata dal consiglio comunale di Livorno) che prevede:

-Un’efficace raccolta differenziata porta a porta con decine di nuovi posti di lavoro (a Capannori in un bacino di 80mila abitanti ne sono stati creati 40);

-Una forte riduzione della produzione di rifiuti tramite il riciclo, il recupero e il riuso, difendendo la salute e l’ambiente;

-L’abbandono di un modello culturale basato sul consumo di prodotti inutili e sullo spreco.

Vertenza Livorno – Medicina Democratica – Ex caserma occupata

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DOMANI 30/10 ORE 15:30 PRESIDIO IN PROVVEDITORATO

riceviamo e pubblichiamo

LEGGE DI “STABILITÀ” = CROLLO DELLA SCUOLA

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

L’attacco crescente alla scuola pubblica, culminato recentemente con la volontà di elevare l’orario di docenza a 24 ore frontali chiede una risposta decisa.

Facciamo appello ai docenti di tutte le scuole livornesi affinchè si costituisca una rete di mobilitazione e di iniziative, in collegamento con la protesta già avviata in molte scuole del paese.

E’ indispensabile sostenere le varie iniziative: manifestazioni, scioperi, presìdi, flash mob, attività di sensibilizzazione nei confronti di studenti e genitori, limitazione alla didattica essenziale, settimane di blocco delle attività aggiuntive etc.


Le mobilitazioni in corso hanno costretto il governo ad annunciare una parziale marcia indietro: non abbassiamo la guardia e continuiamo a mobilitarci fino a quando tutti i tagli previsti dalla Legge di stabilità non saranno definitivamente eliminati in Parlamento.

Primo appuntamento:

MARTEDI’ 30 OTTOBRE ore15.30 davanti al PROVVEDITORATO

      diffondete diffondete diffondete                                  partecipate partecipate partecipate

docenti delle scuole di Livorno e provincia

 

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Pisa: occupazione della facoltà di scienze politiche contro la guerra, le spese militari, la commemorazione di El Alamein

riceviamo e pubblichiamo

Il Collettivo Aula R e L’Assemblea dell’Aula R hanno deciso di occupare i locali del Dipartimento di Scienze Politiche di Via Serafini. L’occupazione nasce dalla necessità di esprimere, come studentesse e studenti di Scienze Politiche, una forte protesta contro la commemorazione della battaglia di El Alamein che si terrà allo stadio di Pisa sabato 27 ottobre.

Non è possibile infatti restare in silenzio di fronte a una simile parata nostalgica, di fronte ad una tale celebrazione della guerra, passata e presente. Ad El Alamein nel 1942 migliaia di soldati italiani vennero lasciati morire per permettere la fuga dei gerarchi e dei generali fascisti e nazisti, fu un massacro che oggi viene mitizzato dalla propaganda militarista come un esempio di “valore”. Ma nella guerra, e tanto più in una guerra fascista, non può esserci nessun valore.

La celebrazione, inserita nella Festa di specialità della Brigata Folgore, attirerà nostalgici ed estremisti di destra da tutta Italia, come dimostrato dal sostegno dato alla parata da certe organizzazioni neofasciste. Tra gli stand saranno anche esposte armi, mezzi militari, strumenti di morte che vengono utilizzati nelle guerre di occupazione in cui l’esercito italiano è impegnato.

Non è possibile restare in silenzio di fronte al saccheggio dei diritti e dei salari dei lavoratori, di fronte ai sempre più drastici tagli alla spesa sociale ed in particolare alla scuola ed all’università.

Le tasse universitarie aumentano mentre dietro la maschera della meritocrazia, si modella un’università sempre più classista. Intanto, le spese militari non vengono minimamente intaccate, a 30 miliardi di euro ammontano infatti per quest’anno le spese militari dell’Italia (fonte SIPRI).

Questa occupazione è un atto di protesta contro tutte le guerre, contro le spese militari e i tagli del governo, contro la commemorazione della battaglia di El Alamein, una celebrazione nostalgica che cerca di riscrivere la storia secondo le necessità della propaganda militarista.

Gli studenti universitari devono rifiutare queste operazioni culturali, per opporsi alla guerra e ad ogni sua celebrazione, proprio per questo riteniamo importante far sentire in modo così forte la nostra protesta.

L’occupazione sarà anche un momento di confronto, di dibattito e riflessione, per aprire l’università alla città. Per questo saranno tra le altre cose organizzate proiezioni e discussioni nel pomeriggio di venerdì 26.

L’azione di protesta si concluderà sabato 27 ottobre, prima del corteo cittadino che partirà alle ore 15 dalle Logge di Banchi

               Collettivo Aula R, Assemblea dell’Aula R

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SABATO 27 A PISA CONTRO TUTTE LE GUERRE, CONTRO OGNI FASCISMO

Come ogni anno la Brigata Paracadutisti Folgore e le istituzioni si preparano a commemorare la battaglia fascista di El Alamein.

La parata nostalgica quest’anno si terrà a Pisa il 27 ottobre, allo stadio e in Piazza dei Miracoli. “No alla guerra! No alle spese militari! No El Alamein!”, con queste parole l’assemblea cittadina “Pisa contro la guerra” ha convocato un corteo per quello stesso giorno, alle ore 15 in Piazza XX Settembre (Logge di Banchi).
Gli Anarchici Toscani saranno presenti anche quest’anno, per rilanciare la lotta contro tutte le guerre, contro il militarismo e contro ogni fascismo!
Diamo appuntamento a tutte le compagne e i compagni a Pisa il 27 ottobre per formare uno spezzone rosso e nero.

Sabato 27 ottobre a Pisa
Piazza XX Settembre (Logge di Banchi)
Ore 15

Anarchici Toscani

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El Alamein: la Folgore commemora nello stadio di Pisa. Il 27 ottobre la manifestazione di “Pisa contro la guerra”

da: http://www.senzasoste.it

Volevano per forza uno stadio e alla fine sono andati a Pisa. Per il 70esimo anniversario della battaglia di El Alamein la Folgore voleva per forza uno stadio e aveva chiesto l’Armando Picchi. Ma Livorno-Verona del 20 ottobre e Livorno-Cesena del 26 ottobre hanno messo i bastoni fra le ruote. L’unica ipotesi era uno spostamento di una delle partite ma motivi di ordine pubblico e la sicura contestazione che avrebbero subito in città li hanno fatto desistere. E anche a Pisa continueranno la tradizione della contestazione a questa assurda e costosa commemorazione. Invitiamo, dunque, i livornesi che in questi anni si sono sempre presentati numerosi in occasione della manifestazione “No El Alamein” a recarsi a Pisa per gridare “No El Alamein ne’ qui ne’ altrove”. red 17 ottobre 2012

Di seguito l’appello di “Pisa contro la guerra” er la manifestazione del 27 ottobre e l’articolo di Senza Soste.

Nella foto la manifestazione a Livorno del 23 ottobre 2010

NO ALLA GUERRA!
NO ALLE SPESE MILITARI! NO EL ALAMEIN!

corteo_el_alamein_2010_via_ricasoli

Sabato 27 ottobre a Pisa la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà il 70° anniversario della battaglia di El Alamein, nella quale venne sconfitta assieme alle forze naziste. Si tratta di una parata nostalgica, di uno sfoggio di armi e strumenti di morte che radunerà fascisti, estremisti di destra e guerrafondai da tutta Italia. Una vergogna per la città, che vedrà l’occupazione e la militarizzazione dello stadio, di Piazza dei Miracoli, dove si svolgeranno le celebrazioni e delle zone circostanti.

Nella guerra non c’è niente di valoroso, niente da festeggiare, tanto meno in una guerra fascista.
Ma queste non sono soltanto celebrazioni nostalgiche: da sempre celebrare le guerre del passato serve a giustificare quelle del presente, a preparare le guerre di domani.
La Folgore è stata infatti in prima fila in numerose missioni “umanitarie”, tra cui le guerre di occupazione in Afghanistan e Iraq, ed è stata spesso protagonista di violenze e brutalità contro la popolazione civile. Intanto il governo ha deciso negli scorsi mesi di bombardare l’Afghanistan e dopo l’attacco alla Libia, in Siria si aprono nuovi scenari di guerra. Monti lo ha detto chiaramente più volte: “Siamo in guerra”.
È la guerra condotta dal governo contro lavoratori e lavoratrici per aumentare i profitti delle banche e degli industriali, per proteggere i privilegi della Chiesa e della casta militare. È la guerra del governo contro qualsiasi dissenso interno, che militarizza i territori e reprime chi solleva la testa.
Quella che si terrà a Pisa il 27 ottobre sarà la celebrazione della rapina quotidiana nei confronti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti e delle fasce più deboli della popolazione. Il governo Monti e l’UE impongono sempre maggiori sacrifici, ci dicono che le casse sono vuote, ma i soldi ci sono!
Infatti mentre crollano salari e diritti, mentre aumentano licenziamenti, tasse e tagli al sociale ed all’istruzione, la casta militare non rinuncia alle proprie autocelebrazioni ed ai propri privilegi. Le spese militari complessive per il 2012 in Italia sono di 30 miliardi, oltre 10 miliardi nei prossimi anni per l’acquisto di cacciabombardieri F35, per le missioni all’estero sono spesi 1,4 miliardi di euro, e intanto l’industria bellica fa affari d’oro.

A Pisa in questi anni i militari, le istituzioni locali e la stampa hanno imbastito una campagna per mostrare il lato “sportivo” e “umanitario” dell’esercito, coinvolgendo nella propaganda militarista anche i bambini delle scuole elementari. Una propaganda che serve a far passare una nuova idea di città, la città militare. La città dell’Hub, il nuovo aeroporto militare in costruzione, secondo in Europa, che arriverà a movimentare fino a trentamila militari al mese. A Pisa è dunque fondamentale opporsi alla commemorazione di El Alamein.

È arrivato il momento di dire basta! Basta alla guerra, al militarismo, al nazionalismo! Basta al governo Monti, ai sacrifici, alle politiche di austerità! Basta alle spese militari, ai tagli, ai licenziamenti! Basta alla militarizzazione e alla repressione del dissenso! Basta deliri nostalgici e relitti del fascismo! Basta El Alamein!

La giornata del 27 ottobre vedrà manifestazioni in diverse città europee contro le politiche operate dai diversi governi subalterni alle imposizioni della Banca Centrale Europea, a Roma si svolgerà una manifestazione nazionale per il NOMonti day. Tutte queste mobilitazioni possono divenire l’inizio di un nuovo grande movimento contro la guerra e le politiche antipopolari dei governi europei.

Scendiamo in piazza sabato 27 ottobre con un corteo contro la guerra, la crisi, il militarismo, contro ogni fascismo. Prepariamo questa giornata con iniziative e assemblee. El Alamein: non c’è niente da commemorare!

CORTEO ORE 15
P.zza XX Settembre – Logge di Banchi

Pisa contro la guerra

***

Le vostre feste nelle vostre caserme

Il 27 ottobre la Folgore vuole commemorare El Alamein allo stadio. Ma la sera prima c’è Livorno-Cesena

Probabilmente quando uscirà questo articolo la notizia sarà già di dominio pubblico, ma nel momento in cui scriviamo non è più solo una voce il fatto che il comando della Folgore abbia chiesto ufficialmente al Comune di Livorno l’utilizzo dello stadio per la giornata del 27 ottobre (con annessa disponibilità di un altro paio di giorni per montaggio e smontaggio). Ma la sera prima, in anticipo, è prevista in calendario allo stadio Livorno-Cesena, per cui girano già voci di spostamento della partita. Inizialmente la scelta era ricaduta sul 20 ottobre, ma quel sabato sarebbe stato in programma Livorno-Verona, partita difficile da ricollocare in altra data per vari e ovvi motivi.

Non ci dilunghiamo certo sulla questione delle possibili date di rinvio della partita perché il nocciolo della questione è un altro. Ed è sia simbolico che sostanziale. In un momento in cui ai lavoratori vengono tagliati diritti, stipendi e pensioni, ai cittadini vengono tagliati scuola, sanità e servizi, ai giovani e ai disoccupati viene tagliato welfare e futuro, la casta dell’esercito viene ad occupare il territorio livornese per una commemorazione nostalgica e fascista e per autocelebrare le proprie gesta, inutili, mortali e costose, nei conflitti di mezzo mondo.

Ma andiamo con ordine, perché la questione dello sbarco di nostalgici fascisti che commemorano una battaglia combattuta al fianco di Hitler non è certo nuova ed in questi anni ha creato polemiche,  e scontri in città.

La storia

La Campagna del Nord Africa, conosciuta anche come Guerra nel Deserto, si riferisce ad un teatro di guerra in cui si confrontarono italo-tedeschi da una parte e Alleati dall’altra tra il 1940 e il 1943.
L’esercito italiano in Libia, forte di 200mila uomini, ma del tutto impreparato ad una guerra moderna, aveva invaso, nel settembre del 1940, l’Egitto, difeso da 30mila soldati inglesi, con lo scopo di impossessarsi del canale di Suez. Dopo qualche successo iniziale nel dicembre dello stesso anno gli inglesi iniziarono la loro controffensiva. Quando Mussolini chiese aiuto ad Hitler, la Germania inviò alcuni reparti della Luftwaffe e l’Afrika Korps con al comando di Erwin Rommel, che sarebbe divenuto celebre come la Volpe del Deserto. Dopo una serie di offensive in Libia e in Egitto, la decisiva vittoria degli inglesi di Montgomery ad El Alamein costrinse le forze italo-tedesche ad abbandonare la Libia e ad attestarsi in Tunisia.

Tensioni in città

elalamein8Durante la  ricorrenza di El Alamein la città si è spesso riempita di giovani ex parà o nostalgici combattenti che cercavano gadgets, teschi e magliette della XMAS (La Russa in un appassionato discorso di 3 anni fa elogiò questa milizia di massacratori di partigiani e antifascisti) aell’ex mercatino di piazza XX settembre. Nel 2006 però avvenne il primo scontro. Un gruppetto di ex parà di Verona con tanto di magliette con celtiche e simboli fascisti vari, si scontrò con un gruppo di livornesi dopo essere stato protagonista di varie provocazioni proprio nella zona di Piazza XX Settembre nei pressi del Csa Godzilla. I veronesi furono costretti a lasciare la città scortati dalla polizia fino all’autostrada. Nel 2007 invece la sede delle tensioni si spostò alla Rotonda d’Ardenza. Infatti la Folgore aveva deciso di uscire dai confini della propria caserma e mettere in bella mostra tendoni proprio alla Rotonda con tanto di bambini in posa che si facevano fotografare impugnando mitragliatrici e “cavalcando” carri armati. Un presidio di protesta sfociò presto in rissa, sedata con l’arrivo della celere che si schierò ai 3 ponti per dividere i gruppi (vedi foto). Dalla parte del parco gli antifascisti, alla Rotonda giovani e meno giovani con saluti romani in bella mostra difesi dalla polizia. Negli ultimi due anni invece la città ha risposto alla commemorazione con cortei partecipatissimi che avevano come oggetto il No ai tagli della spesa sociale e SI ai tagli della spesa militare. Ma la Folgore, con al fianco le istituzioni locali, si è allargata, e per il rientro dei contingenti dall’Afghanistan ha sempre voluto lo stadio. Quest’anno invece ricorre il settantesimo anniversario di El Alamein e il comando della Folgore vuole rilanciare con un’altra presa dello stadio.

Media e politica

Sorprende, ogni anno, l’enfasi con cui il sindaco Cosimi ricorda questa ricorrenza. Commemorare una guerra è già un errore, lo è ancor più quando il ruolo avuto nella guerra in questione è quello di aggressori e per di più senza alcun risultato. E come se non bastasse gli fa eco Kutufà e il sempre fedele Tirreno che addirittura confeziona paginate sul ruolo benefico della Folgore nel mondo in quanto portatori di pace, fino ad auspicarne una presenza nelle scuole per raccontare ai bambini le loro splendide avventure nel segno della solidarietà e della democrazia.

Ma ancora più grave è la presenza dell’Anpi, l’associazione partigiani o meglio la succursale storico-retorica del Pd, che si presenta ogni anno al fianco della Folgore durante la commemorazione. Se oggi la presenza della Folgore è diventata visibile, ingombrante e costosa è anche colpa dell’attuale sindaco che ha sempre dato la sua benedizione politica all’evento ed ha messo sempre a disposizione strutture e uomini per l’organizzazione. Per altri tipi di manifestazione, sportiva o politica che sia, c’è difficoltà anche a farsi portare le seggiole…

La casta dei militari

Fra tutte le campagne anticasta, politica o sindacale che sia, nessuno osa toccare quella che veramente ci costa di più, quella militare. Poche settimane fa è scoppiato lo scandalo dei cappellani militari che ci costano la bellezza di 12 milioni di euro l’anno. Tutti pagati dallo Stato italiano e non con l’8×1000 della Chiesa. In Italia i generali delle Forze armate sono 425. Negli Stati Uniti gli alti ufficiali sono 900, ma coman­dano 1 milione e 400 mila uomini, sette volte più di noi. Le pensioni si aggirano intorno ai 15mila euro e per le alte cariche c’è una buonuscita aggiuntiva di 409mila euro lorde. Ma lo scandalo più grande sono i 30 miliardi complessivi di spesa (fonte Sipri) nel 2012, oltre 10 miliardi nei prossimi anni per i cacciabombardieri F35 e ben 1,4 miliardi di euro per le missioni militari all’estero.

Messaggio finale

Il messaggio quindi è chiaro. Che facciano le loro commemorazioni nelle loro caserme. Chi permetterà che le facciano altrove saranno loro complici. Livorno sveglia

tratto da Senza Soste n.74 (settembre 2012)

Vedi anche

Giornata NO El Alamein: galleria fotografica del corteo e reportage della commemorazione fra bambini e mitragliatrici

El Alamein, niente da festeggiare. Anche quest’anno calata di nostalgici in città

I nostalgici di El Alamein occupano lo stadio e Cosimi manda i bambini ad ammirare la guerra

Commemorazione di El Alamein, un’offesa alla citt

mein, un’offesa alla citt

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Umanità Nova: nuovo punto di distribuzione a Livorno

L’ edicola di Piazza Cavour che per anni è stata punto di distribuzione di Umanità Nova è in chiusura.

Sarà possibile trovare il settimanale anarchico presso la Libreria Belforte in via Della Madonna 31.

Come sempre UN è in distribuzione presso la Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33, durante l’apertura settimanale, ogni giovedì dalle 18 alle 20.

 

Dove trovare Umanità Nova:

http://www.umanitanova.org/distribuzione

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