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MANOVRATORI E MANOVRATI: Assemblea Pubblica sabato 24

Chi ci guadagna: governanti, militari, Chiesa.
Non sappiamo quanto sia grave la crisi finanziaria di cui parlano i mezzi di comunicazione, di sicuro c’è chi ci guadagna.
Berlusconi si può permettere di spendere milioni per comprare parlamentari e tacitare testimoni;
le missioni all’estero arricchiscono i militari che vi partecipano, dal generale al fantaccino, mentre si spendono cifre folli per bombardare la Libia e acquistare nuovi aerei da guerra;
la Chiesa continua a ricevere ricche prebende, attraverso le scuole e le istituzioni sanitarie di sua proprietà, e non paga l’ICI.

I conti chi li paga?
Chi deve andare in pensione, che si vede posticipata la data di ritiro dal lavoro;
chi ha bisogno di curarsi e deve pagare i ticket;
chi va a fare la spesa e si vede aumentata l’IVA;
chi fa il 730 per recuperare qualche spicciolo e, con la delega fiscale, si vede abolite tutte le detrazioni e deduzioni.
E, ciliegina sulla torta, l’articolo 8 della manovra dà libertà di licenziare ai capitalisti.

Per il reddito proletario.
La classe operaia, i ceti popolari, sono nuovamente taglieggiati per permettere alle classi dominanti di continuare i propri bagordi.
Occorre rilanciare la lotta per la redistribuzione del reddito, per forti aumenti di salario al di fuori della concertazione voluta dai sindacati di Stato. Il miglioramento delle nostre condizioni di vita è nelle nostre mani.

Lo Stato è il problema, non la soluzione.
Non possiamo aspettarci alcun miglioramento, né dalle elezioni, né da un cambio di governo. Ogni governo, per pagare la polizia, i militari, i politici stessi, deve rivolgersi ai banchieri: e per aver credito deve onorare i debiti precedenti.

LIBERIAMOCI DAL DEBITO DEI GOVERNI, LIBERIAMOCI DALLO STATO

Sabato 24 settembre alle ore 17
ASSEMBLEA PUBBLICA SULLA MANOVRA
presso la Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33

FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE – FAI
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

COLLETTIVO ANARCHICO LIBERTARIO
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org/

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Bombe di ieri e di oggi

Questo è il testo del volantino diffuso stamani 10/09/2011 dalla Federazione Anarchica Livornese nel quartiere della Venezia. Domani il quartiere e gran parte del centro della città verrà sgomberato per il disinnesco di un ordigno bellico, residuato della II guerra mondiale.

La bomba che è stata trovata in Venezia è uno dei regali che il fascismo ha fatto a Livorno, grazie alla guerra scatenata nel 1940, e che le potenze imperialiste hanno vinto anche grazie ai bombardamenti a tappeti che hanno provocato centinaia di migliaia di vittime civili.

Questa bomba è la nonna di quelle che sono state sganciate su Tripoli, Misurata, Kabul, Bagdad, dovunque fosse necessario difendere la democrazia.

I disagi che oggi gli abitanti di Livorno soffrono sono un piccolo esempio di quello che soffrono le popolazioni vittime delle aggressioni imperialistiche.

Ogni bomba sganciata sulla Libia, ogni giorno che le truppe di occupazione italiane passano all’estero scava voragini nei bilanci pubblici, che i ceti popolari devono pagare con i tagli alla scuola e alla sanità, con i tagli alle pensioni, l’aumento dell’IVA e tutti i taglieggiamenti che la fantasia dei governanti sa inventare.

 

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

 

 

 

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Torano: Festa per Umanità Nova 2011

 

Tre giorni di dibattiti, teatro e musica a sostegno del giornale.

presso l’ex-scuola di Torano, frazione di Carrara

Programma

Venerdì 2 settembre
ore 18.00 dibattito:
Ambiente e nocività:
dall’esperienza dell’Assemblea Permanente all’amianto
Parteciperanno:
Federica Barbieri – Ass. Famiglie Esposti Amianto
Marcello Palagi – Direttore Trentadue
Ore 21,30 concerto:
La Ciurma
Ucroniutopia

Sabato 3 settembre
ore 18.00 dibattito:
Razzismo e repressione
Le nuove emergenze
Parteciperanno:
Antonio D’Errico – Coordinamento Antirazzista F.A.I.
Simone Ruini – Federazione Anarchica Reggiana
Ore 21,30 concerto:
Tarrat
Redelnoir

Domenica 4 settembre
ore 16.00 dibattito
Usi Civici nelle Apuane
A cura del Comitato Usi civici versiliese
ore 18.00 presentazione del libro e dibattito:
CRONACHE ANARCHICHE – Il giornale Umanità Nova nell’Italia del Novecento
Saranno presenti Franco Schirone, autore, Massimiliano Ilari e alcuni/e compagni/e delle precedenti redazioni.
Ore 21,30 concerto:
Addetti alla nostalgia società cooperativa

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Comunicato della F.A.L. contro la stretta repressiva

Livorno 23/08/2011

 

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Livornese

rileva come anche a Livorno l’atteggiamento degli organi repressivi dello Stato sia diventato sempre più intollerante delle manifestazioni di dissenso: da una parte decine di denunce in occasione di manifestazioni pubbliche di protesta, dall’altra il rafforzamento del ruolo repressivo delle polizie (vedi la decisione di dotare la polizia municipale dei manganelli);

la stretta repressiva è legata alla volontà delle istituzioni di peggiorare le condizioni dei lavoratori e dei ceti popolari: si chiedono nuovi sacrifici mentre si sperperano miliardi per le feste delle classi dominanti, per la guerra, per i privilegi della chiesa cattolica; contemporaneamente si tenta

di mettere a tacere l’opposizione sociale alla vigilia delle nuove lotte che partiranno in difesa del tenore di vita e dei diritti dei lavoratori.

La Commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Livornese esprime la propria solidarietà a coloro che sono stati colpiti dalla repressione e invita tutti a fare altrettanto.

 

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

Per la Commissione di Corrispondenza

Tiziano Antonelli

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Contro la stretta autoritaria

In seguito alle numerose denunce che nelle scorse settimane hanno raggiunto studenti, lavoratori, compagne e compagni è necessario intervenire nuovamente contro il grave attacco alla libertà di espressione e manifestazione in corso nella nostra città. Di nuovo ci troviamo di fronte a veri e propri atti repressivi che hanno la funzione di colpire, in base a semplici pretesti, chi lotta, chi partecipa attivamente alle mobilitazioni, chi si impegna per creare solidarietà.

Questi provvedimenti, relativi principalmente a manifestazioni studentesche e sindacali, costituiscono un attacco al dissenso politico e sociale.

Questa grave situazione non è circoscritta a Livorno.

La repressione infatti colpisce ovunque e dipende non solo dall’iniziativa delle questure e delle procure, ma soprattutto dalle scelte di chi governa.

Una manovra finanziara devastante per gli sfruttati, il tentativo di cancellare il Primo Maggio, l’inasprimento delle leggi razziste, la repressione dei movimenti e la criminalizzazione di chi lotta. Ci troviamo di fronte ad una stretta autoritaria alla quale è possibile rispondere solo stringendo le maglie della solidarietà e rilanciando le mobilitazioni.

 

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org

 

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Sabato 27 agosto: Testimonianze da Manduria. Iniziativa e cena sociale

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Di ritorno dalla Grecia

da: Umanità Nova, n. 24 del 24 luglio 2011 – http://www.umanitanova.org/

 

Il movimento anarchico ad Atene

Quindici giorni ad Atene, tra i due grandi scioperi generali (11 maggio e 15 giugno) a cui è seguita una violenta repressione da parte della polizia, non sono sicuramente sufficienti per avere un quadro preciso di quello che è il movimento anarchico greco, considerando inoltre la particolare situazione che il paese sta attraversando.
Quello che si può dire con certezza è che si tratta di un movimento in fermento e pieno di energia, consistente e giovane. Se le scritte sui muri di una città possono considerarsi espressione di ciò che di più vero e vivo accade nel ventre pulsante di una società, ebbene, Atene è tappezzata dal centro alle periferie di graffiti firmati con una “A cerchiata”. Nella capitale si trovano, per ovvie questioni demografiche – qui vivono 4 degli 11 milioni di persone che abitano il paese – tutte le varie espressioni dell’anarchismo greco.
Nel periodo che abbiamo passato nel paese abbiamo incontrato alcuni compagni del Gruppo dei Comunisti Libertari (eleftheriakoi-it.blogspot.com), che stanno portando avanti una delle esperienze più interessanti: le Comunità Locali di Lotta. Dal 2004 organizzano assemblee aperte con cadenza settimanale, in dieci delle municipalità in cui è suddivisa amministrativamente la metropoli, assemblee a cui sono invitati tutti i cittadini per discutere e cercare soluzioni ai problemi del quartiere.
Le assemblee seguono un metodo libertario e le proposte vanno nella stessa direzione. Tra le altre, abbiamo preso parte alla riunione nella municipalità di Agia Paraskevi, nella periferia nord-ovest di Atene.
L’incontro è molto partecipato, soprattutto da giovani; ci raccontano che qualche anno fa sono riusciti ad impedire la realizzazione di una strada nella parte collinare del quartiere, voluta dall’amministrazione per scopi meramente speculativi, riuscendo a convogliare su questo problema l’attenzione di tutti gli abitanti del luogo; all’ordine del giorno dell’assemblea a cui abbiamo partecipato c’era invece l’imminente chiusura degli asili materni per mancanza di fondi statali e il problema delle ronde organizzate dai neofascisti a caccia di immigrati.
Il lavoro sul territorio e l’apertura verso tutte le realtà che sono radicate sul territorio sono una priorità per gli anarchici greci e sotto questo punto di vista l’assenza di un passato e di una tradizione consolidati pare essere un vantaggio, poiché permette loro una libertà e flessibilità di organizzazione che forse non sarebbe possibile altrimenti. Le attività che svolgono sono diverse, dalla creazione di centri libertari, in cui prendono vita piccole biblioteche e archivi, all’occupazione di luoghi di proprietà statale, lasciati in abbandono, che vengono sistemati e resi pubblici nel senso pieno della parola, recuperando spazi per l’incontro o per dare vita a realtà alternative risolutrici di problemi concreti.
Nella municipalità di Agios Dimitrios, periferia sud di Atene, il parco Asyrmatos (asyrmatos.espivblogs.net) è stato creato occupando il sito, ormai in disuso, in cui erano collocate le antenne radio per l’aeroporto, trasformato nel tempo in una discarica e parcheggio per i camion della nettezza urbana.
Oggi è il centro di aggregazione del quartiere, dove si svolgono eventi culturali e ricreativi, si coltivano ortaggi e frutta, e in cui i bambini possono giocare. Il parco di Agros (eleftherosagros.blogspot.com), alla periferia ovest, occupa invece la porzione di un immenso parco cittadino lasciato al degrado, e porta avanti un progetto legato alla coltura di vegetali con semenze non transgeniche e attraverso metodi di coltivazione tradizionale.
La parte numericamente più consistente del movimento è quella cosiddetta insurrezionalista, che raggruppa la maggior parte dei giovani al di sotto dei 25 anni; l’episodio fondamentale che ha segnato un aumento di partecipazione giovanile al movimento è stato l’assassinio di Alexandros Grigoropoulos nel 2008: da quel momento si sono susseguite azioni dimostrative forti e risposte anche violente alla violenza dei fascisti e della polizia.
Ci sembra importante sottolineare che l’unica forza politica extraparlamentare che ha degli effetti positivi e tangibili nella realtà in cui opera è quella anarchica, in cui confluiscono le esperienze più diversificate. Oltre ai gruppi politici propriamente detti, ci sono ad esempio gli squats, che rivestono un ruolo molto importante per contrastare l’azione dei fascisti e il dilagare di sentimenti xenofobi; qui si organizzano inoltre le tipografie per la stampa di manifesti e volantini politici.
Tutte le realtà, pur avendo approcci e metodi differenti, sono in contatto tra loro, hanno un luogo comune in cui posso ritrovarsi: ogni mercoledì c’è un’assemblea al Politecnico in Exarcheia (l’università gode di un regime legislativo particolare, per cui gli edifici universitari costituiscono uno spazio che non potrebbe essere violato, nemmeno dalla polizia). La rete che formano appare come una sorta di federazione, non istituzionalizzata, non dichiarata, ma che di fatto si comporta come tale, cosciente del fatto che ogni contributo è fondamentale per il cammino dell’anarchia.

Ica

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TESTIMONIANZE DA MANDURIA: INIZIATIVA E CENA SOCIALE

“…OVUNQUE UNO SFRUTTATO SI RIBELLI

NOI TROVEREMO SCHIERE DI FRATELLI…”

Primavera 2011: In seguito alle rivolte contro le dittature che hanno infiammato il Mediterraneo ed alle tragiche conseguenze della guerra in Libia, migliaia di giovani approdano in Italia alla ricerca di una vita migliore, ma viene impedito loro persino il transito verso i vari paesi europei. Sono imprigionati e chiusi nei CIE esistenti o nei campi profughi allestiti in fretta e furia, come a Manduria, in Puglia. Sopraffazioni, violenze, negazioni dei diritti fondamentali da parte di forze dell’ordine: questa la quotidianità di chi aspetta per mesi il permesso di soggiorno o il riconoscimento dello status di profugo. Questa è la tanto decantata legalità.

Estate 2011: dopo mesi la situazione è ancora irrisolta. La carcerazione immotivata alimenta esclusivamente l’esibizione razzista di controllo dello straniero, mantiene pretestuosamente una situazione di emergenza da gestire con militarizzazione, segregazione e brutalità. In Puglia, come ovunque, si moltiplicano fughe e proteste da parte degli immigrati; nel centro richiedenti asilo di Bari Palese esplode la rivolta.

Il governo vara misure pesantissime per i lavoratori, colpiti nei salari, nei diritti, nell’identità. La politica razzista diventa ancora più strategica; il razzismo resta uno dei pochi elementi in grado di dividere una massa pressoché indistinta di sfruttati, di impedire che si sviluppi solidarietà generalizzata.

SABATO 27 AGOSTO

presso FEDERAZIONE ANARCHICA LIVORNESE,
Via degli Asili 33

ore 20.30 CENA SOCIALE

ore 22 TESTIMONIANZE DA MANDURIA

Primavera 2011, report di un’esperienza diretta.

Proiezione di video e foto a cura di Irene, autrice dei resoconti su Umanità Nova

(per info e prenotazioni cena: 3331091165/3339861219)

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

Collettivo Anarchico Libertario

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Rigassificatore: sicurezza zero ma il Comune spinge per affrettare i tempi

da: senzasoste.it

Nei giorni scorsi è apparso su QuiLivorno.it un articolo che riferiva di una riunione della commissione comunale sulla viabilità urbana che aveva all’ordine del giorno… il rigassificatore. Cosa ci incastra la commissione “viabilità urbana” con il rigassificatore non riusciamo a comprenderlo, ma lasciamo perdere. Dall’articolo veniamo informati che l’assessore Picchi è intervenuto presentando un documento in cui si chiede alla Regione Toscana di concludere l’iter del rapporto sulla sicurezza presentato dalla OLT, la società costruttrice del rigassificatore, in modo da poter dare inizio alle procedure di realizzazione dell’impianto. L’articolo prosegue con un paio di inesattezze. La prima riguarda il Comitato tecnico regionale, organo che deve dare il suo parere positivo al rapporto sulla sicurezza presentato da OLT: nell’articolo si sostiene che sarebbe un organo della Regione Toscana mentre il C.T.O è un apposito organismo, presieduto dal comandate del Corpo dei Vigili del Fuoco della Toscana, di cui la Regione Toscana è solo una dei componenti assieme ad altre istituzioni pubbliche, come ad esempio la Capitaneria di porto di Livorno. La seconda riguarda il porto dove si starebbe trasformando la ormai ex-gasiera Golar Frost in terminale di rigassificazione, denominato Toscana FSRU: non in Turchia come si sostiene nell’articolo ma a Dubai.

Quello che però colpisce è il fatto che l’assessore Picchi non si ponga alcun problema riguardo le questioni sulla sicurezza sollevate lo scorso autunno dalla commissione internazionale: 12 prescrizioni e 66 rilievi. Ci limitiamo ad elencare quelli più rilevanti:

la OLT non ha fornito alcuna prova del fatto che i bracci usati per il trasferimento del gas siano capaci di funzionare correttamente; vale la pena di osservare che il trasferimento del gas da nave a nave è la procedura più critica, punto cruciale di tutta l’operazione e che mai i bracci oggi disponibili sono stati usati per lo scambio di gas tra una nave e un rigassificatore pure galleggiante;

la OLT non ha fornito alcuna prova che il sistema di ormeggio tra le due navi, anche questo parte essenziale del sistema di trasferimento del gas tra le stesse, possa resistere alla rottura di uno dei cavi di ormeggio, possibile in caso di mare in tempesta, con il conseguente danneggiamento dei bracci di carico;

la OLT non ha preso in considerazione l’effetto che cattive condizioni meteo potrebbero avere sui bracci di scarico che collegano il terminale dalla gasiera durante le 12 ore durante le quali avverrebbe lo scarico del GNL. Vale la pena di osservare che nel 2001 proprio le non adatte condizioni metereologiche della zona costrinsero l’apposita commissione ministeriale a dare parere negativo alla realizzazione di un impianto offshore di GPL nelle stesse acque ;

la OLT non ha preso in considerazione gli effetti di una collisione fra il terminale e un’altra nave eppure quel tratto di mare è uno dei più transitati del Mediterraneo;

la OLT non ha fornito alcuna informazione sulla “nave guardiana”, quella che deve “assistere” il terminale 24 ore su 24, e soprattutto non ha dato nessuna garanzia sulla capacita di questa nave di impedire l’effettivo avvicinamento di un altro natante al terminale;

la OLT non ha neppure preso in considerazione la possibilità di attacchi terroristici;

la OLT non ha preso in considerazione il periodo in cui il terminale verrebbe messo in servizio, periodo in cui le probabilità di incidente sono maggiori;

la OLT ha ritenuto impossibile ciò che invece si è verificato con effetti devastanti (27 morti) all’impianto di liquefazione di Skikda, Algeria, nel 2004;

la OLT ha ripetutamente affermato erroneamente nel suo rapporto che il GNL versato in mare appena ritornato gas si alza e si dissolve rapidamente. E’ il caso di osservare che questo grossolano errore, evidenziato dalla Commissione internazionale, porta a sottostimare drasticamente la gravità degli effetti di un incidente;

la OLT ha fornito una spiegazione insufficiente delle misure prese per evitare il roll-over, cioè l’effetto della creazione di vapore all’interno dei serbatoi a seguito di una miscelazione di strati a differente densità e temperatura;

la OLT non ha fatto neppure cenno alla qualità del GNL che arriverebbe al terminale di Livorno, questione non secondaria perché il grado di pericolo presentato dal GNL dipende anche dalla sua “purezza”, cioè dalla percentuale di idrocarburi in esso contenuta.

Come si vede si tratta di questioni fondamentali, tanto più in una struttura che, finalmente, tutti ammettono essere la prima al mondo nel suo genere (dopo che per anni ci avevano riempito di bugie, su questo come su molti altri aspetti dell’affare rigassificatore)

La OLT ha risposto solo nel luglio scorso alle contestazioni della commissione internazionale ma queste “integrazioni” sono rimaste “segrete”: la Regione Toscana si è ben guardata dal pubblicarle sul proprio sito, come invece aveva fatto per la sintesi del rapporto di sicurezza e per il documento della commissione internazionale. Sulla questione sembra essere calato un silenzio tombale che non può che preoccupare. Come non può che preoccupare la indecente solerzia con la quale Comune e Confindustria cercano di affrettare i tempi per una risposta positiva che sblocchi l’iter autorizzativo.

Dobbiamo invece pretendere.

che la Regione Toscana pubblichi le integrazione presentate da OLT, in modo che tutti possano valutarle

che prima di ogni decisione il documento integrativo presentato dalla OLT venga analizzato dalla Commissione internazionale che ha sollevato i problemi.

Inviato a Senza Soste da M.Z.

11 agosto 2011

***

L’articolo citato di QUILIVORNO.it

LIVORNO – Si è riunita il 27 luglio la sesta commissione sulla vivibilità urbana che aveva all’ordine del giorno il rigassificatore: alla seduta era presente anche l’assessore Bruno Picchi, intervenuto per presentare un documento in cui si chiede che la Regione concluda al più presto la redazione del rapporto di sicurezza per poter dare inizio alle procedure di realizzazione dell’impianto, di cui si parla ormai dal 2002. La Regione Toscana, tramite la commissione tecnica regionale, è il solo ente preposto a valutare i rapporti sulla sicurezza per dare l’ok sui lavori. Solo due settimane fa da parte della società OLT Offshore LNG Toscana S.p.A, promotrice del progetto, sono state depositate le integrazioni al rapporto di sicurezza definitivo, ribadendo che non vi è alcun rischio di pericolo, e che il sito in cui sorgerà il rigassificatore può essere ritenuto sicuro e che non creerà problemi per chi si trova sulla terraferma.
Quel che è sicuro, aspettando il pronunciamento della Regione, è che dal mese di settembre la società OLT trasferirà i suoi uffici da Milano a Livorno, dove è già stato reclutato il personale che da settembre occuperà quegli uffici e che a maggio 2012, la nave che è al momento in costruzione in Turchia, verrà ormeggiata in mare aperto davanti al litorale pisano e dopo due mesi di prova, a ottobre 2012, entrerà in funzione, facendo essere Livorno la prima città al mondo a possedere un impianto di rigassificazione di questo tipo.

27 luglio 2011

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Appello per la libertà di espressione e manifestazione

Gli ultimi provvedimenti repressivi che hanno raggiunto compagne e compagni appartenenti a diverse realtà, hanno spinto diversi collettivi, singoli, soggetti politici e sindacali a ritrovarsi per organizzarsi di fronte ad una situazione ormai troppo grave di attacco alla libertà di espressione.
Dal confronto assembleare nasce questo appello, con il quale chiediamo a tutti i collettivi, i comitati, le associazioni, i gruppi, le organizzazioni politiche e sindacali, i partiti, di prendere posizione con dei comunicati su quanto sta accadendo in città. Si invitano inoltre tutti i soggetti interessati a partecipare e contribuire ad un percorso di opposizione alla stretta autoritaria in corso, che si intende sviluppare a partire dai prossimi mesi e di cui si discuterà nelle prossime scadenze assembleari che saranno in seguito comunicate.
Si indica in lunedì 22 agosto il giorno in cui inviare i comunicati alla stampa.

Quanto avvenuto in questi mesi, rende necessario denunciare la stretta autoritaria, l’attacco alla libertà di espressione e all’agibilità politica in corso in città. A Livorno, come in tutta Italia, sono colpiti coloro che sul lavoro, nella scuola e nelle piazze, lottano e decidono di non chinare la testa di fronte a delle condizioni di sempre maggiore sfruttamento ed oppressione, di fronte ad una crescente riduzione dei diritti e degli spazi di espressione, di fronte a tagli alla scuola e al sociale, di fronte all’attacco al mondo del lavoro.
E’ ormai da un anno che con provocazioni, intimidazioni, identificazioni, denunce ed altri provvedimenti, si tenta di criminalizzare ogni forma di conflitto sociale. Infatti nella maggior parte dei casi questi provvedimenti sono relativi a manifestazioni studentesche e sindacali, come nel caso dello sciopero generale del 28 gennaio 2011 o del corteo studentesco del 16 dicembre 2010.

Più volte negli ultimi tempi associazioni, collettivi, realtà politiche e sindacali, partiti e soggetti sociali, hanno denunciato questa grave situazione.

L’inasprimento del clima repressivo risponde alla volontà di soffocare ogni malcontento sociale, sia da parte di Questura e Procura, sia da parte della Giunta comunale, che con le scelte politiche intraprese si è resa responsabile della stretta autoritaria in città.

A tale proposito vale la pena ricordare l’assurda militarizzazione delle scale del Municipio, allo scopo di impedire l’esposizione di striscioni, a cui puntualmente si assiste quando si svolgono manifestazioni evidentemente non gradite all’amministrazione. Esempio ancora più chiaro e molto più concreto è la delibera del consiglio comunale di Livorno per dotare i vigili urbani di manganello e spray urticante. Quest’ultimo fatto chiarisce il modo in cui si intendono gestire le future situazioni di tensione sociale. Già abbiamo visto l’uso che è stato fatto negli ultimi tempi di quella che ormai viene chiamata “Polizia locale”, dall’uso della forza negli sfratti, alla persecuzione dei migranti al mercato e nelle zone del centro. Questa stretta autoritaria, sia a livello nazionale che locale, mira a colpire ogni malessere sociale e costituisce l’ennesimo attacco a chi già subisce sulla propria pelle gli effetti della manovra finanziaria, dell’accordo sindacale, dell’emergenza abitativa, della politica di guerra, della devastazione ambientale, dell’attacco alla salute, delle leggi razziste, dei tagli ai servizi e all’istruzione.

Nelle ultime settimane il clima in città si è fatto ancora più pesante.
11 persone denunciate per un totale di 17 denunce relative al corteo studentesco del 16 dicembre 2010, una manifestazione che si inseriva nel contesto della grande mobilitazione studentesca dello scorso autunno, animata dalla contestazione simbolica alla sede di confindustria e che non ha registrato particolari momenti di tensione. Fra le accuse l’accensione di lamperogeni o fumogeni durante i cortei (fatto fra l’altro usuale in ogni corteo), oppure deviazioni di cortei perseguite applicando il “democratico” art. 18 del TULPS, Regio Decreto del 1931, legge fascista meglio conosciuta come “assemblea non autorizzata”.

Una persona denunciata per essere salita sulle famigerate scalinate del Comune. Lo scorso 28 gennaio, durante lo sciopero generale dei sindacati di base, la polizia cercò di impedire agli autisti Atl in sciopero, ai lavoratori Asa e agli studenti di salire sulle scalinate per attaccare alcuni striscioni durante il comizio finale di lavoratori e rappresentanti sindacali. Alla fine lavoratori e studenti salirono ugualmente sulla scala.
Ad altre 6 compagni e compagne sono state prelevate le impronte digitali e sono state scattate foto segnaletiche, oltre che denunciate per “imbrattamento di cose altrui” e per “apologia di reato”. Tutto questo a causa di semplici adesivi attaccati in città.
Questi provvedimenti sono stati notificati tutti insieme nelle prime settimane di luglio.

Ma questo clima si prepara già da oltre un anno. Si ricordino i decreti penali di condanna (sempre per “accensione pericolosa”) recapitati a tre studenti per il corteo studentesco del 6 novembre 2009. Si ricordino le denunce a due studenti dell’Istituto Nautico per un tentativo di occupazione che si concluse con una trattativa che portò alla convocazione in quella scuola di un’assemblea permanente contro la politica scolastica del Governo. In quell’occasione le forze dell’ordine, tra minacce e provocazioni, identificarono decine e decine di minorenni.
Si ricordi la militarizzazione della città a cui abbiamo dovuto assistere più volte in questi ultimi due anni, sia per manifestazioni studentesche e sindacali, sia in altri casi. Come in occasione dell’incontro sulla “sicurezza” organizzato a marzo di quest’anno tra il sindaco di Livorno Cosimi ed il sindaco di Verona Tosi, uno degli esponenti leghisti più legati alla destra neofascista ed al tradizionalismo cattolico. La militarizzazione di una città completamente blindata, rese in modo chiaro l’idea di cosa significa per il sindaco Cosimi la “sicurezza”.
Dall’estate del 2009 decine e decine di denunce, 4 arresti, varie condanne.

Questa è la situazione a Livorno.

Denunce a chi spontaneamente contestava la presenza dei fascisti di Forza Nuova alla processione dei cattolici tradizionalisti a Montenero. Una montatura e 4 persone agli arresti per diversi mesi, per chi partecipava a Pistoia ad un’ assemblea sull’incostituzionalità delle ronde. Denunce e condanne a chi partecipa a manifestazioni studentesche e sindacali.

Questi provvedimenti sono del tutto pretestuosi. L’intenzione in questi casi è quella di colpire determinati compagni e compagne, di colpire certe posizioni politiche, di colpire percorsi unitari e legami di solidarietà che si sono costruite in questi anni. Che i fatti contestati non siano che dei pretesti è chiaro sia da come certi provvedimenti risultino quasi ridicoli, sia dal fatto che vengano colpiti, con particolare accanimento, quei compagni e quelle compagne più impegnati. Vengono prese di mira infatti quelle persone che spesso costituiscono le cerniere tra i vari collettivi e soggetti politici, che hanno un ruolo importante in quei meccanismi di solidarietà, collaborazione e confronto, che hanno permesso che in questa città si sviluppassero importanti percorsi di lotta.

Questa stretta autoritaria mira quindi a reprimere ogni forma di dissenso, costituendo un attacco diretto alla libertà di espressione e manifestazione. Un attacco diretto a chi lotta, ma soprattutto diretto a studenti, lavoratori, migranti, un attacco ad ogni malcontento sociale.
Per questo è necessario spezzare questa morsa ed estendere le maglie della solidarietà. Sostenere coloro che vengono colpiti da provvedimenti repressivi e rivendicare l’agibilità politica e la libertà di manifestazione. Contrastare la stretta repressiva ha bisogno di una specifica campagna politica che non può essere slegata dai percorsi di lotta che vedono protagonisti i lavoratori, gli studenti, i migranti.
Va infatti ricordato che quando si parla di stretta autoritaria, si parla dell’azione delle Questure e delle Procure, ma si parla anche della riduzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, della precarietà, delle leggi razziste che ricattano e perseguitano i lavoratori immigrati, del militarismo e delle politiche di guerra. Lo si può vedere in Val di Susa, dove il governo ed il PD usano continuamente la violenza, giungendo fino a schierare l’esercito contro un movimento di resistenza popolare in difesa della salute. Lo si può vedere a Firenze, dove con una enorme montatura da oltre 90 indagati, si cerca non solo di affossare il movimento studentesco fiorentino ma di bloccare ogni forma di dissenso in città.

Con questo attacco, anche a Livorno si cerca di organizzare la repressione del malessere sociale.

Ma questa stretta autoritaria non può fermare il malcontento ormai diffuso. Non può spezzare la solidarietà che lega movimenti sociali, collettivi, soggetti politici e sindacali, né tanto meno potrà fermare le mobilitazioni dei prossimi mesi.

Coordinamento Studentesco Livornese
Collettivo Studentesco Universitario Livornese
Comitato di lotta per il lavoro
Unicobas Livorno
Cobas
C.S.A. Godzilla
Officina Sociale Refugio
Teatrofficina Refugio
Sinistra Critica
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

13/08/11

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