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Pisa: No War, No Cie

da:  http://www.kronstadt-toscana.org

 

Si è svolto sabato 2 aprile di fronte al comune, un presidio contro la guerra e contro la costruzione di un Cie anche in Toscana.

 

La politica del governo, come anche quella del Partito Democratico al  potere in Toscana  è concorde nella necessità di costruire veri e propri Lager per migranti, secondo il governo, luoghi grandi e ben protetti da recinzioni e filo spinato, secondo l’”umanitario” Rossi piccoli e diffusi.

Come è ovvio il governo della città, con a capo Marco Filippeschi, fedele servitore del  Partito Democratico, attraverso le sue  politiche securitarie alimenta sentimenti razzisti e xenofobi nella popolazione,  salvo poi il fittizio tentativo di “pulirsi la faccia” sostenendo il modello regionale di “Cie buono”.

Al presidio , al quale hanno preso parte circa cento persone, erano presenti molteplici organizzazioni collettivi e gruppi antirazzisti .

Il  presidio è stato promosso dall’assemblea cittadina svoltasi giovedì 31 marzo e che ha scelto il nome di Assemblea per i Diritti dei Migranti. Questo per sottolineare la centralità di rispondere ai bisogni di uomini e donne attraverso misure adeguate a seconda delle esigenze, diritto alla  sanità, diritto alla casa e, per noi anarchici altrettanto prioritario, diritto alla libertà di movimento. Una libertà di movimento che di fatto viene limitata, se non negata come nel caso dello Stato italiano con i suoi Cie/lager, a migliaia di persone con leggi restrittive e lesive della volontà umana di muoversi verso i luoghi  maggiormente ritenuti opportuni nel continuo tentativo di affrancarsi da situazioni di sfruttamento e disagio.

Al presidio erano presenti molti comitati  cittadini che hanno denunciato in particolar modo la connessione fra la guerra in Libia e il peggioramento delle condizioni di vita di milioni di persone.

Durante l’assemblea cittadina di giovedì è infatti emerso come la guerra in Libia oltre ad esser combattuta per interessi geopolitici, economici e di approvvigionamento energetico, risponda solo alle definizioni e ridefinizioni di potere fra le elites europee e internazionali. Si è pertanto concluso che la propaganda della guerra Umanitaria, trita e ritrita in uno squallido teatrino che svilendo i più basilari sentimenti umani, si erge solo a paravento della difesa di interessi di pochi potenti. Si è sottolineato inoltre come questo abbia contribuito ad un inpennata dei flussi migratori verso i paesi europei.

Per questa ragione  è stato scelto di sottolineare nella giornata del 2 le opposizioni alla guerra congiuntamente alle opposizioni ai Cie, sia come li vuole il governo che come li vuole Rossi,  e alle richieste di diritti per i migranti.

Berni

A seguire il volantino diffuso al presidio dal Kronstadt Toscano e il volantino unitario degli  individui e delle organizzazioni/collettivi riuniti nell’assemblea del 31 marzo.

NO ALLA GUERRA!

NO AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO CIE!

REALE ACCOGLIENZA PER I MIGRANTI!

Guerra esterna e guerra interna agli sfruttati e oppressi.

Guerra alle popolazioni libiche, mentre continua quella alle popolazioni afgane. Guerra ai migranti che arrivano sulla penisola italiana, i dannati della Terra, che fuggono alla ricerca di una speranza di vita per sè e per i propri cari.

Piovono le bombe assassine “democratiche” sulle città della Libia sommandosi a quelle del dittatore amico fino a ieri: il colonnello Gheddafi coccolato e armato  da quelli che ora bombardano le città della Libia, ammazzando civili e devastando territori, in nome dell’ “umanità”. Gli stessi, quelli della Fortezza Europa con l’Italia in testa, che hanno banchettato e stretto accordi con il raìs, mentre questi opprimeva e violentava le popolazioni libiche ed imprigionava, torturava e

ammazzava i migranti nei campi di concentramento o li abbandonava nel deserto a morire: a migliaia! Il tutto d’intesa con i governi Prodi e Berlusconi. Popolazioni martoriate e devastate per il petrolio e per strategie politiche, per  insediare l’ennesimo fantoccio-autocrate, al solito! In particolare l’Italia ha nella sua storia già massacrato le popolazioni libiche per crearsi la “sua” colonia, la storia, in altro contesto, si ripete! Le guerre “umanitarie” devastano situazioni già difficili e la gente è costretta a fuggire, ma dove giunge non trova di certo sostegni umanitari, bensì politiche governative securitarie! A Lampedusa giungono i migranti dall’Africa alla ricerca di un futuro e trovano abbandono e cattiveria pianificati. Giungono in particolare dalla Tunisia, in cui è soffiata e ancora soffia il vento della rivolta per la libertà e la giustizia sociale, rivolta che ha cacciato un dittatore, dittatore a suo tempo appoggiato nella sua ascesa al potere proprio dai governanti italiani ( vedi Craxi, l’amico di merende di Berlusconi). Contro di loro il razzismo di stato imperversa: leghisti e berluscones utilizzano ancora una volta l’ideologia del capro espiatorio, dell’ “orda alle porte”, per seminare paura e odio. Il loro “rimedio” antiumano e barbaro è la deportazione, i campi di concentramento, la segregazione, le violenze fisiche e psicologiche sui migranti. Il centrosinistra, PD in testa, li segue di fatto sullo stesso terreno ma coprendosi dietro l’ipocrita e cinica “umanizzazione” del sistema concentrazionario .

Di tutto ciò è lo specchio fedele anche l’aberrante vicenda di Coltano. Il leghista Maroni vuole una grande lager in cui ammassare e violentare degli esseri umani; i centrosinistri Rossi, Filippeschi ecc… vogliono tante piccole prigioni diffuse sul territorio in cui comunque verranno negati diritti umani alle persone.

Destri e sinistri, nelle rispettive versioni, continuano ad utilizzare termini antitetici rispetto alla realtà: i cosiddetti “centri di accoglienza” sono in realtà dei tremendi carceri, non/luoghi di privazione della libertà e della dignità, sia nella versione fascio-leghista che in quella democraticista piddina.

Dunque per oscene e ignobili ragioni di propaganda politico-elettorale e per sostanziose ragioni economiche – il clandestino si può sfruttare molto bene da parte di padroni e padroncini e il sistema dei centri di detenzione è un grosso business per ditte, cooperative, associazioni e politici di ogni colore – si crea l’emergenza strumentalmente e così si legittima una ulteriore stretta repressiva e militarizzatrice che colpisce in primo luogo i migranti ma che poi si estende sempre più a tutte le classi subalterne. Di fronte ad un peggioramento delle condizioni di vita lorsignori spingono la gente a prendersela con chi è più debole: così chi governa, i padroni, i burocrati, i politici possono continuare ad accumulare immensi privilegi e potere mentre chi sta sotto, i dominati, si scannano fra di loro.

Come anarchici, come libertari e socialisti, diciamo che c’è bisogno di autorganizzare la lotta risoluta contro il sistema concentrazionario, di ogni tipo. Nessun CIE a Coltano e in nessun altra parte della Toscana! No ai CIE ovunque, chiusura di quelli già esistenti! Libertà di movimento per tutti e tutte! Le persone hanno il fondamentale diritto di cercare una possibilità di vita e di ricongiungersi ai propri cari e amici ovunque, senza prigioni e senza frontiere. No alla repressione statale!

C’è bisogno di lottare – unendosi dal basso, autoctoni e migranti – per sconfiggere la barbarie del potere, per conquistare migliori condizioni di vita per tutti e tutte. C’è bisogno autorganizzare la solidarietà internazionalista con le popolazioni in rivolta nel Nord Africa  e contro la guerra predatrice e normalizzatrice neocolonialista. C’ è bisogno di autorganizzare la solidarietà per una reale accoglienza dei migranti.

Quante risorse “pubbliche” vengono spese per imprigionare, per fare le guerre, militarizzare i territori e i mari!?Risorse che potrebbero essere utilizzate dalla gente, attraverso l’autogestione, per poter star meglio tutti e tutte, senza confini fisici e mentali. Uniamoci e coordiniamoci contro un sistema di potere globale mortifero, in nome della vita!

Infatti che vita è quella che accetta come “normale” la guerra permanente all’umanità dolente! Che si inaridisce nell’odio per l’altro che ti sta accanto solo perché non ha un pezzo di carta! Che sprofonda nella melma delle paranoie identitarie e che si nutre di feroci quanto alienanti egoismi! Che vita è quella in cui non si riesce a vedere negli occhi dei migranti se stessi! E’ la non-vita che ci vuole imporre chi ha il potere! Una non-vita che è  antiumana e profondamente irrazionale! Il sistema dominante si fonda sulla sistematica distruzione della vita sul pianeta, in tutte le sue forme!  Esso produce ad ogni latitudine miseria e violenza!

Dunque occorre ribellarsi, rompere con tutto ciò, e cominciare a progettare, insieme, senza gerarchie ed egemonie, senza sfruttatori, attraverso una  libera sperimentazione, un modo diverso e migliore

Kronstadt Anarchico Toscano

No alla guerra e all’hub militare, sì alle politiche di pace

Siamo fermamente contrari all’allestimento della struttura di Coltano, destinata ai migranti e ai profughi sbarcati a Lampedusa. Si tratta di un luogo isolato, chiuso da due recinti di filo spinato, pensato per sorvegliare e rinchiudere. Di fatto si sta costruendo un “CIE”, un centro di detenzione, tra l’altro a due passi dall’aeroporto: è evidente che da lì si effettueranno espulsioni e respingimenti. Noi siamo contrari ai centri di detenzione per migranti, comunque denominati. Pensiamo, anzi, che non esistano CIE “buoni”, modelli “umani” o “umanizzabili” di gestione di queste strutture: la loro funzione è da sempre quella di rinchiudere ed espellere, di negare la libertà di movimento e i diritti fondamentali. Noi siamo fermamente contrari alla guerra in Libia, per più ragioni. La più evidente è che la guerra è mossa da interessi economici e geopolitici e non da intenti umanitari o democratici; una altra importantissima è data dall’inequivocabile dimostrazione che hanno dato i popoli maghrebini di potersi affrancare senza l’intervento militare di potenze straniere che mirano esclusivamente a controllare la politica economica, migratoria ed energetica della sponda Sud del Mediterraneo. Noi siamo contrari all’HUB militare di Pisa, da cui partiranno le prossime missioni militari italiane all’estero, che aumenterà il numero di voli che sorvolano il territorio pisano, il livello di rischio per la nostra città e l’inquinamento ambientale.

Per noi, però, tutto questo non significa opporsi all’arrivo o all’accoglienza dei migranti. Al contrario. Riteniamo molto pericolose le affermazioni di chi dice che “il territorio è saturo”, e che perciò “non possiamo accogliere anche i profughi”. Abbiamo sentito, in questi giorni, frasi apertamente xenofobe, come quella secondo cui Coltano, ospitando già centinaia di rom, non potrebbe farsi carico anche dell’accoglienza di cittadini tunisini e libici. Noi vogliamo far sentire una voce diversa. La voce di chi rivendica i diritti dei migranti. Di chi si oppone alla guerra, e che proprio per questo sostiene il diritto alla protezione per chi fugge da situazioni di conflitto. Non esiste nessuna “emergenza profughi”: gli sbarchi di questi giorni sono un fenomeno numericamente rilevante ma tutt’altro che ingestibile. Sono le politiche del governo a creare un’emergenza che non c’è, a suscitare paure per legittimare soluzioni repressive ed espulsive. E noi non vogliamo assecondare questa logica, né avallare la paura e la diffidenza nei confronti dei profughi.

Chiediamo che i migranti siano accolti al di fuori di ogni circuito detentivo o di reclusione, in luoghi aperti dove si possa liberamente entrare e uscire. Chiediamo forme di protezione che garantiscano il diritto di restare in Italia, e che impediscano espulsioni e respingimenti, non solo per chi viene dalla Libia (come persino la normativa vigente consentirebbe). Chiediamo, in particolare, che sia dato pieno accesso alla procedura per la richiesta di asilo o di protezione umanitaria e sussidiaria. Chiediamo che si attivino adeguate iniziative finalizzate all’inserimento sociale, abitativo e lavorativo.

Per questo saremo in piazza sabato 02 aprile per un presidio contro questa barbarie.
Appuntamento in piazza XX settembre alle ore 15:00

Assemblea per i diritti dei migranti

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Profughi, una nave in arrivo a Livorno dopo le 22

da: senzasoste.it

lampedusa_profughi_molo

 

Dovrebbe attraccare stasera tra le 22 e le 23 al Molo Sgarallino, nel porto di Livorno, la nave “Superba” con a bordo 306 migranti provenienti da Lampedusa che verranno distribuiti nei centri d’accoglienza di diverse province della Toscana (30 a Livorno e 100 al Calambrone).
Oltre alle forze dell’ordine, sulla banchina i migranti saranno attesi da due medici, un’infermiera e almeno una trentina di volontari di Misericordia, Pubblica Assistenza e Croce Rossa presenti con un posto medico avanzato, tre ambulanze e un’automedica. Allo sbarco dovrebbe assistere anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi. (red.)

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Profughi a Livorno e in Toscana, comunicato dell’Assemblea contro i Centri di Espulsione

LIBERTA’ PER TUTTE E PER TUTTI!

SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI

 

In questi mesi il governo ha voluto creare strumentalmente a Lampedusa una situazione di emergenza che poteva essere evitata. Alcune migliaia di uomini e donne, provenienti soprattutto dal Nord Africa sono stati costretti per settimane a vivere in condizioni disumane a Lampedusa senza consentire loro di transitare e di spostarsi liberamente. si sono create così tensioni con gli abitanti dell’isola e si è costruita mediaticamente la paura dell’invasione, alimentando ovunque sentimenti di razzismo.

In questi giorni arrivano anche a Livorno ed in Toscana i migranti giunti negli ultimi tempi a Lampedusa. A Livorno è stata attrezzato l’ostello di Villa Morrazzana per la permanenza di 30 persone. La soluzione toscana di piccoli centri di accoglienza si è imposta sull’ipotesi della megatendopoli di Coltano prospettata in un primo momento. Si è detto da ogni parte che una struttura del genere, recintata da filo spinato e militarizzata, sarebbe stata un lager, ritenendo tale sistemazione inaccettabile dal punto di vista umanitario. Non dimentichiamo però che lager simili in Italia esistono già da diversi anni: sono i C.I.E., Centri di Identificazione ed Espulsione.

Sono strutture recintate e supersorvegliate da militari, dove per il solo fatto di essere privo di documenti e quindi clandestino, si viene carcerati, privati della libertà personale, isolati dai contatti con l’esterno, sottoposti a ispezione e controllo continui da parte delle forze dell’ordine, spesso sottoposti a violenze.

Anche questi sono dei lager!

La regione toscana aveva a suo tempo dato la disponibilità a costruirne uno sul proprio territorio.

E’ ora di fare chiarezza: se i lager sono inaccettabili, come vanno sostenendo i vari sindaci toscani che hanno proposto la soluzione dei piccoli centri di accoglienza, la strada deve essere una sola:

no definitivo alla costruzione di un C.I.E. In Toscana e libertà di circolazione per tutti coloro che vengono accolti in queste settimane nelle strutture.

I migranti con le loro proteste e con le loro fughe dimostrano quotidianamente che intendono spostarsi, ricercare una propria collocazione, costruirsi un futuro. Il governo, al contrario, alimenta la paura dell’invasione.

In questo periodo di crisi, di attacco ai salari, ai contratti, di tagli alla sanità, ai servizi e all’istruzione, questa emergenza può deviare la rabbia ed il malcontento verso gli immigrati, verso gli stranieri, disinnescando ogni conflitto sociale.

 

L’Assemblea contro i Centri di Espulsione fa appello a tutte le antirazziste e gli antirazzisti affinché in queste settimane si alzi il livello di mobilitazione al fine di:

-Portare solidarietà concreta ai migranti

-Vigilare attivamente sul rispetto dei diritti dei migranti

-Respingere ogni forma di detenzione

-Sostenere i migranti nella rivendicazione della libertà di circolazione

 

Assemblea contro i Centri di Espulsione

 

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Comunicato della Federazione Anarchica Livornese

La Federazione Anarchica Livornese – F.A.I. ritiene gravissime e diffamatorie le affermazioni rilasciate all’emittente Telegranducato dal capogruppo PdL al consiglio provinciale Zingoni nei confronti della Federazione stessa.

Lo Zingoni ha affermato che sul sito della Federazione Anarchica Italiana sono presenti esaltazioni della violenza e che la stessa federazione ha collegamenti con chi compie attentati. La redazione di Telegranducato ha mandato in onda le calunnie dello Zingoni senza accertare la loro veridicità né dare alla Federazione Anarchica Livornese la possibilità di precisare la propria posizione, nonostante abbia a disposizione i recapiti della Commissione di Corrispondenza.

La Federazione Anarchica Livornese, organizzazione che fa parte della Federazione Anarchica Italiana, è conosciuta sul territorio per la sua attività politica quotidiana alla luce del sole e basata unicamente sul volontariato.

Lontana dal politicantismo personalista ed elettoralesco, così come dal funzionariato permanente, la F.A.L. partecipa e promuove iniziative di lotta a sostegno degli sfruttati e degli oppressi, spingendo le masse popolari a pretendere sempre maggiori diritti, sempre maggiore libertà, fino all’emancipazione completa.

Questo il nostro programma, questi i nostri mezzi, della Federazione Anarchica Livornese e della Federazione Anarchica Italiana.

La Federazione Anarchica Livornese è stata attiva nella lotta antifascista, nell’esperienza del CLN e nella ricostruzione di Livorno; vanta una radicata presenza sul territorio e si è distinta nella lotta antifascista conquistando un diritto alla sede fino dal 1945.

Sottolineiamo che la nostra organizzazione è l’unica organizzazione politica che ha mantenuto inalterata la propria sigla dal 1945.

Risulta particolarmente odiosa l’ignoranza politica di Zingoni che si accompagna alla volontà strumentale di equivocare sulla sigla della Federazione Anarchica Italiana, con accostamenti inaccettabili, inseribili nell’ambito della provocazione politica della peggiore specie.

Chi si rechi sul sito della Federazione Anarchica Italiana (http://federazioneanarchica.org/index.html) può vedere di persona quali sono gli appelli alla violenza di cui farnetica lo Zingoni; vi troverà inoltre diversi documenti, fra cui l’ultimo approvato al Congresso di Roma, che condannano pratiche estranee ai propri metodi di lotta (l’urgenza dell’anarchia http://federazioneanarchica.org/archivio/20110109roma.html).

La Federazione Anarchica Livornese si riserva di tutelarsi nella forme opportune.

 

La Commissione di Corrispondenza

della Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

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DA LIVORNO ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO GUERRA E LAGER, PER I DIRITTI DEI MIGRANTI

Appuntamento alle 14:45 di sabato 2 aprile davanti alla stazione di Livorno per andare a Pisa al presidio-manifestazione organizzato per le 15 in Logge dei Banchi

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Toscana: si fa sempre più realtà la costruzione di uno o più Cie

da: http://www.kronstadt-toscana.org/

 

 

Apprendiamo oggi che dopo un braccio di ferro fra governo e regione Toscana sono stati individuati siti volti alla reclusione di migranti.

Sembra sfumare l’ipotesi Coltano, ma il Partito Democratico con a capo il suo leader Rossi individua 10  luoghi volti ad “accogliere” i migranti.

 

Pare ovvio che l’intento della regione sia di realizzare il modello, meschinamente sbandierato in campagna elettorale, del Cie Buono!

Gia abbiamo denunciato in varie occasioni con presidi,  attraverso la partecipazioni in manifestazioni di protesta e con una massiccia contro-informazione che non può esistere nessun modello di Cie buono. A modo di vedere di chi scrive queste poche righe, l’unico modello di bontà che possiamo riconoscere è quello che fornisce diritti e garanzia di libertà a qualsiasi individuo Migrante o meno.

Riteniamo un ossimoro quanto affermano gli esponenti del Pd e denunciamo con forza le politiche razziste che si celano dietro ad ogni concetto di fittizia accoglienza.

Per noi accoglienza significa garanzia di libertà e di risposta a bisogni basilari dell’uomo come la libertà di muoversi, il diritto ad un’assistenza sanitaria e ad una casa, basandoci sul principio della solidarietà e dell’appoggio mutuo, fuori dai giochi di potere dei palazzi che invece regolano i rapporti umani sulla base di principi volti prima di ogni altra cosa a mantenere i privilegi delle loro elites.

Pubblichiamo di seguito la mappa dei siti individuati dalla regione nei quali vogliono rinchiudere uomini donne e quanti ricerchino la libertà e condizioni di vita migliori.

http://www.umapper.com/maps/view/id/95711/

Berni

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SABATO 2 ORE 20:30 CENA SOCIALE ALLA FAL

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Sabato 2 manifestazione a Pisa contro guerra e lager

Nessun campo lager sì ai diritti No alla guerra e all’hub militare, sì alle politiche di pace

 

Siamo fermamente contrari all’allestimento della struttura di Coltano, destinata ai migranti e ai profughi sbarcati a Lampedusa. Si tratta di un luogo isolato, chiuso da due recinti di filo spinato, pensato per sorvegliare e rinchiudere. Di fatto si sta costruendo un “CIE”, un centro di detenzione, tra l’altro a due passi dall’aeroporto: è evidente che da lì si effettueranno espulsioni e respingimenti. Noi siamo contrari ai centri di detenzione per migranti, comunque denominati. Pensiamo, anzi, che non esistano CIE “buoni”, modelli “umani” o “umanizzabili” di gestione di queste strutture: la loro funzione è da sempre quella di rinchiudere ed espellere, di negare la libertà di movimento e i diritti fondamentali. Noi siamo fermamente contrari alla guerra in Libia, per più ragioni. La più evidente è che la guerra è mossa da interessi economici e geopolitici e non da intenti umanitari o democratici; una altra importantissima è data dall’inequivocabile dimostrazione che hanno dato i popoli maghrebini di potersi affrancare senza l’intervento militare di potenze straniere che mirano esclusivamente a controllare la politica economica, migratoria ed energetica della sponda Sud del Mediterraneo. Noi siamo contrari all’HUB militare di Pisa, da cui partiranno le prossime missioni militari italiane all’estero, che aumenterà il numero di voli che sorvolano il territorio pisano, il livello di rischio per la nostra città e l’inquinamento ambientale.

Per noi, però, tutto questo non significa opporsi all’arrivo o all’accoglienza dei migranti. Al contrario. Riteniamo molto pericolose le affermazioni di chi dice che “il territorio è saturo”, e che perciò “non possiamo accogliere anche i profughi”. Abbiamo sentito, in questi giorni, frasi apertamente xenofobe, come quella secondo cui Coltano, ospitando già centinaia di rom, non potrebbe farsi carico anche dell’accoglienza di cittadini tunisini e libici. Noi vogliamo far sentire una voce diversa. La voce di chi rivendica i diritti dei migranti. Di chi si oppone alla guerra, e che proprio per questo sostiene il diritto alla protezione per chi fugge da situazioni di conflitto. Non esiste nessuna “emergenza profughi”: gli sbarchi di questi giorni sono un fenomeno numericamente rilevante ma tutt’altro che ingestibile. Sono le politiche del governo a creare un’emergenza che non c’è, a suscitare paure per legittimare soluzioni repressive ed espulsive. E noi non vogliamo assecondare questa logica, né avallare la paura e la diffidenza nei confronti dei profughi.

Chiediamo che i migranti siano accolti al di fuori di ogni circuito detentivo o di reclusione, in luoghi aperti dove si possa liberamente entrare e uscire. Chiediamo forme di protezione che garantiscano il diritto di restare in Italia, e che impediscano espulsioni e respingimenti, non solo per chi viene dalla Libia (come persino la normativa vigente consentirebbe). Chiediamo, in particolare, che sia dato pieno accesso alla procedura per la richiesta di asilo o di protezione umanitaria e sussidiaria. Chiediamo che si attivino adeguate iniziative finalizzate all’inserimento sociale, abitativo e lavorativo.

Per questo saremo in piazza sabato 02 aprile per un presidio contro questa barbarie.
Appuntamento in piazza XX settembre alle ore 15:00

Assemblea per i diritti dei migranti

 

 

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Manifesto del collettivo contro il lager di coltano (e non solo) e contro ogni razzismo

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Assemblea No Cie: comunicato sui profughi

da:  senzasoste.it

lampedusa_cptA Lampedusa il governo ha creato strumentalmente una situazione esplosiva; quello che poteva essere un transito di poche migliaia di persone, del tutto prevedibile in una fase di rivolgimenti politici nel Mediterraneo, è stata volutamente trasformata in qualcosa di diverso. E’ bastato impedire il deflusso dei migranti,  concentrati e imprigionati su un’isola piccolissima, per creare un’emergenza umanitaria  da gestire secondo le linee della politica razzista del governo: da un lato la prospettiva di rimpatri forzosi, dall’altro la deportazione verso le cosiddette “strutture di accoglienza”, una di queste a Coltano, vere e proprie tendopoli lager che si vanno ad aggiungere ai famigerati CIE.

Si continua  con la solita logica governativa  che sta dietro tutti i provvedimenti sull’immigrazione, dai centri di identificazione e espulsione al decreto sicurezza: repressione, negazione dei diritti, privazione della libertà, discriminazione razzista. Le  persone  fuggono da situazioni spesso drammatiche, ma una volta arrivati da questa parte del Mediterraneo sono considerati clandestini,illegali, destinati ad essere rinchiusi in CIE o in  tendopoli, pronti ad essere identificati per decidere nel frattempo che fare di loro: espellerli per rispedirli da dove sono arrivati oppure riconoscere loro lo status temporaneo di profugo, oppure destinarli allo sfruttamento, renderli funzionali alle esigenze dell’economia di mercato dell’occidente “democratico”. 

Proprio per queste ragioni, oggi più che mai, di fronte alle politiche razziste dei governi c’è bisogno di combattere contemporaneamente sia l’instabilità della cittadinanza che quella del lavoro. E ‘ inammissibile che l’essere privo di documenti, soprattutto in una situazione internazionale come questa, dia luogo allo status di clandestino. E’ inammissibile che la clandestinità sia un reato. E’ inammissibile che, in una situazione di crisi, la perdita del lavoro si traduca in perdita dei diritti fondamentali, che si diventi clandestino e quindi carcerabile. E’ inammissibile che ci siano meccanismi come il permesso di soggiorno a tempo vincolato al contratto di lavoro.
Ed è inammissibile che, in una situazione straordinaria, l’Italia gestisca i flussi migratori  con la repressione e la carcerazione, esasperando migranti e popolazioni locali; ricordiamo che la Tunisia in questo periodo è riuscita a gestire 160.000 profughi in fuga dalla Libia in modo assai diverso da quello del governo italiano.
C’è necessita di assicurare assistenza sociale e sanitaria ai migranti, ma qualunque sistemazione non deve precludere in alcun modo la libertà personale e il diritto dei migranti di muoversi e circolare. Rifiutiamo la divisione tra profughi e presunti clandestini;  non c’è differenza tra chi scappa da una guerra e chi scappa da una situazione di miseria  determinata  spesso da politiche economiche imposte dai paesi occidentali e concordate con i tiranni locali. Tutti hanno diritto alla libertà di circolazione.
Rifiutiamo ancora una volta l’esistenza di strutture di detenzione,siano esse tendopoli o CIE, ma rifiutiamo anche l’ennesima riproposizione, da parte degli amministratori locali, di CIE “dal volto umano”, piccoli, diffusi sul territorio, ma sempre concepiti come strutture carcerarie funzionali alla politica razzista del governo. Ora come non mai è doveroso ribadire: nessun CIE né qui né altrove, nessuna tendopoli lager, nessuno spazio al razzismo, libertà per tutti e per tutte. Solidarietà internazionalista

Assemblea contro i Centri di Espulsione – Livorno

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