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Milano odia, la polizia arresta

 

Milano, 13 Nov 2009 – Novanta tra
poliziotti, carabinieri e spie della Digos fanno irruzione nelle case
di Ripa di Porta Ticinese 83, occupate da alcuni studenti della
Statale. Gli sbirri perquisiscono le abitazioni e arrestano 5 studenti.
Ad uno di questi viene convalidato l’arresto e finisce diretto in
carcere, mentre agli altri quattro vengono costretti agli arresti
domiciliari.

La spettacolare operazione poliziesca viene giustificata come risposta ad un furto di fotocopie (!) all’interno della Libreria Universitaria del Culs, uno dei terminali della rete politica di Comunione e Liberazione all’interno dell’università.

Di fronte all’ennesima mossa repressiva,
che come quelle che si stanno susseguendo in tutta italia si aggrappa
ad ogni (anche minimo) pretesto per mettere in galera chi continua a
lottare in modo autonomo e radicale, la risposta degli studenti non si
è fatta attendere: striscioni, manifesti, volantini ed interruzioni
delle lezioni hanno iniziato a spezzare la normalità della vita
universitaria e hanno informato dei fatti gli altri studenti.

16 Nov 2009 – Gli studenti
tornano a fare visita al libreria Culs, portando un po di meritato
disordine alla «libreria cattomafiosa o cartoparrocchia legata a Cl» e
richiedendo con forza la liberazione dei «cinque studenti che non hanno
mai smesso di portare dentro l’università un agire critico verso
l’esistente e la sua miseria».

17 Nov 2009 – Anche a Milano gli
studenti scendono in piazza in concomitanza con la giornata di
mobilitazione mondiale. Dopo gli arresti della Statale e lo sgombero
del liceo Civico Gandhi, la rabbia degli studenti esplode: invece del
classico corteo, gli studenti decidono di effettuare diversi blocchi
stradali in grado di creare il maggiore disagio possibile. Tra i
cassonetti rovesciati dagli studenti, la polizia carica spaccando teste
e arrestando altri due studenti. Questa volta si tratta di due studenti
medi di 18 anni, che verranno rilasciati il giorno dopo senza la
convalida dell’arresto.

 tratto d: http://400colpi.org/

Posted in Scuola/Università.


Due pesi e due misure

Lo scorso 13 settembre, in occasione del rituale Padania Day a
Venezia, un manipolo di leghisti bergamaschi, in stato di esuberanza
alcolica e razzista, entrarono in un bel locale nel centro di Venezia,
da tempo gestito da alcuni immigrati, che già l’anno precedente
era stato teatro di una scena analoga: altri leghisti, dopo aver
mangiato e bevuto, se ne erano andati via senza pagare il dovuto.
Quest’anno gli squadristi bossiani invece prima hanno virilmente quanto
pesantemente importunato due giovani clienti americane, poi
perché erano stati allontanati dai titolari decisero di spaccare
tutto e mandare all’ospedale due camerieri, un algerino e un albanese,
gridando loro offese razziste; uno dei due ha riportato una prognosi di
un mese. Dopo appena qualche indagine, almeno 4 degli aggressori in
camicia verde sono stati identificati e recentemente denunciati dalla
Digos veneziana per lesioni, danneggiamento e furto, aggravati dalla
discriminazione etnica. I quattro aggressori in camicia verde sono
risultati essere tutti giovani leghisti della provincia bergamasca, tra
i quali un dirigente dei giovani padani, rapidamente scaricati dal
partito preoccupato della pessima ricaduta d’immagine.


Ora sono in attesa di processo e non ci risulta che siano stati
ordinati nei loro confronti provvedimenti restrittivi della
libertà; eppure la ben nota imputazione di "Devastazione e
saccheggio" era plausibile, visto che per una sede neofascista di Casa
Pound messa sottosopra a Pistoia ben 7 antifasciste/i toscani risultano
attualmente in stato di arresto proprio con l’imputazione suddetta che
prevede pene sino a 15 anni di detenzione.
Costituzione di associazione paramilitare: è l’accusa mossa
contro 13 appartenenti al sedicente "Autogoverno del popolo veneto",
gruppo venetista, che avrebbero promosso la costituzione di una
«polisia veneta» guidata da Paolo Gallina, comandante dei
vigili urbani di Cornuda, presso la cui abitazione sono state
sequestrate ben 9 pistole automatiche, due fucili e 727 proiettili. Tra
gli inquisiti risultano pure Sergio Bortotto, ex agente della Questura
di Treviso e designato quale ministro dell’interno dell’Autogoverno del
popolo veneto; Eros Biondo, poliziotto in servizio dell’aeroporto di
Venezia, e Daniele Quaglia, sino a pochi mesi fa presidente della LIFE.
Hanno dichiarato più o meno esplicitamente di non riconoscere lo
stato italiano e, in particolare, la legittimità del referendum
di annessione del Veneto allo Stato italiano svoltosi nel 1866; eppure
nonostante la gravità delle imputazioni, nessuno degli
"insorgenti" trevigiani risulta in stato d’arresto.
Invece, a Firenze, dopo una serie di perquisizioni presso abitazioni di
compagni e compagne appartenenti a centri sociali e non solo, è
stato arrestato un antifascista sulla base di un complesso inquisitorio
che va dalla detenzione di presunti esplosivi, ai rapporti di
solidarietà internazionale, alle iniziative contro la presenza
dei fascisti in città, alle iniziative contro Forza Nuova in
provincia di Firenze. Il GIP Pezzuti ha pensato bene di tentare la
carta dell’aggravante di terrorismo, utilizzando in maniera piuttosto
stravagante quanto previsto dal Decreto Pisanu sulla nuova definizione
di terrorismo stesso " Sono considerate con finalità di
terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono
arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale
e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i
poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o
astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere
le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e
sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale,
nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con
finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto
internazionale vincolanti per l’Italia".
Poco da commentare, purtroppo: teoremi già visti, a senso unico.

Aranea – Info

Posted in Repressione.


Immagini della contestazione alla commemorazione di el alamein

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Comunicato della F.A.L. sulla commemorazione di El Alamein

Lavoro per Livorno, libertà per l’Afghanistan.

La disoccupazione aumenta
ogni giorno nella nostra città; oltre alle aziende che chiudono e ai lavoratori
in cassa integrazione, ci sono i lavoratori a tempo determinato a cui non viene
rinnovato il contratto, ci sono i tagli nella scuola, veri e propri
licenziamenti mascherati.
Non arrivare alla fine del mese è un incubo sempre
più diffuso, tanti lavoratori non riscuotono la cassa integrazione per mancanza
di fondi, o devono anticipare il TFR, mancano i soldi per le varie forme di
integrazione del reddito per i più bisognosi, mentre sempre per mancanza di
fondi vengono tagliati i servizi sociali.
Gli sfratti sono un’altra minaccia:
è partita una campagna contro la morosità, che si aggiunge alla minaccia
incombente su chi ha sempre più problemi con le rate del mutuo.
La situazione
è chiara: il Governo non tirerà fuori un euro per nuovi investimenti, per i
serviizi sociali, per detassare le tredicesime.
Per le missioni militari
all’estero, per i piani di guerra, per le nuove armi e le ronde volute da Bossi
i soldi ci sono sempre.
I militari che torneranno sabato dall’Afghanistan si
portano dietro un bel gruzzolo, si dice 10.000 (diecimila) euro al mese di base,
per i graduati e gli ufficiali sicuramente di più in proporzione, oltre a tutto
quello che costano come armi, logistica ecc.
Ecco allora che il cerchio si
chiude: ecco dove vanno a finire i soldi delle tasse, ecco la causa del deficit
pubblico, ecco per che cosa facciamo i sacrifici.
Facciamo i sacrifici
affinché i governanti italiani possano sedersi al tavolo della spartizione
dell’Afghanistan, lucrare sui traffici e sulla ricostruzione. Facciamo i
sacrifici per permettere all’imperialismo italiano di opprimere un altro popolo,
un popolo indomito e geloso della propria libertà, che ha già sconfitto la
Russia, la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica-
Il nostro lavoro, i nostri
salari, i nostri servizi sociali spariscono nell’abisso senza fondo della
guerra.
Le autorità locali, dopo un’estate passata a farsi vedere a fianco
dei lavoratori in lotta, vanno ad accogliere questi eroi del saccheggio del
pubblico denaro.
Il 14 novembre è una giornata internazionale di lotta, il
Day of Action, indetta dall’Internazionale delle Federazioni Anarchiche, contro
i centri di detenzione per i migranti; la Federazione Anarchica Livornese sarà
in piazza per protestare contro la guerra e il militarismo.
Libertà per
l’Afghanistan vuol dire, anche, lavoro e reddito, anche per
Livorno.
L’appuntamento è per le 10,00 alla Pinetina – Viale della
Libertà.


Per la Commissione di Corrispondenza
della Federazione
Anarchica Livornese
Tiziano Antonelli

 

Posted in Antimilitarismo.


Comunicati sulla commemorazione di E-Alamein

RIPORTIAMO ALCUNI COMUNICATI SULLA COMMEMORAZIONE DI EL ALAMEIN CHE SI TROVANO IN RETE
 
 
In relazione alla cerimonia della festa della Folgore prevista per il
prossimo 14 novembre presso lo stadio e, in particolare, alla possibile
partecipazione di scolaresche , si sottolinea quanto segue.


La cerimonia rievoca un episodio della seconda guerra mondiale -la
battaglia di El Alamein- che vide la partecipazione  di reparti della
Folgore a fianco della Germania nazista di Hitler. E’ probabilmente per
le suggestioni collegate a quella fase storica che, per via telematica,
elementi di estrema destra sollecitano in questi giorni una
partecipazione politicamente caratterizzata alle cerimonie in
questione.

Si ritiene pertanto che l’evento celebrato ed il
possibile contesto della manifestazione non rendano opportuna la
partecipazione delle scolaresche ai festeggiamenti in questione.


Livorno, 10 novembre 2009
 
 


Patrizia Nesti         -segretaria provinciale Unicobas Scuola
Claudio Galatolo   – segretario regionale  Unicobas
Eustachio Fontana – RSU Scuola Media Mazzini
Stefania Casu         –  RSU  Scuola Media  Bartolena
Antonella Giusti    – RSU  Istituto Comprensivo 1 Collesalvetti
Roberta Puccini  . -RSU Istituto Comprensivo Bolognesi
Maila La Comba    –  RSU  Istituto Comprensivo  Don Angeli
Maria  Spagnoli     –  RSU  ISIS  Niccolini Palli
Anna Torni            –  RSU  ITI   Galilei
Paola Menicagli    –  RSU  ITI   Galilei
Grazia Pagni          –   RSU Liceo  Enriques

Seguono firme di alcuni docenti e non docenti del Liceo Enriques:

Tiziana Bartimmo, Monica Cosci, Maila Villano, Maurizio Sciuto, Franco Volpi, Paola Lazzeri, Annalisa Matteini, Tania Pascucci.


***

Il Movimento Antagonista Livornese parteciperà al presidio indetto in
occasione delle celebrazioni per la battaglia di El Alamein. Anche
quest’anno in città non si celebrerà soltanto la festa della Folgore,
ma come ogni anno arriveranno vecchi nostalgici del ventennio e novelli
aspiranti camerati da tutta Italia. Già in passato in città gruppetti
di parà e di neofascisti si sono resi protagonisti di provocazioni
varie oltre che di saluti romani in risposta ai presidi di protesta.
Senza considerare il via vai verso i banchi del mercatino americano
dove alcuni per l’occasione espongono gadget della flottiglia X Mas o
simboli fascisti e nazisti.

In questa occasione la Folgore ha addirittura rilanciato, infatti la
celebrazione sarà arricchita con la presenza dei militari di ritorno
dalla guerra per gli oleodotti in Afghanistan e di alcune scolaresche.
A tal proposito c’è da apprezzare il coraggio di tutti quei docenti che
si sono opposti alla presenza dei propri alunni a questo teatrino
bellico. In una fase di conformismo patriottico e menefreghismo di
fronte ai danni della guerra non è un fatto scontato.

Chiediamo al popolo livornese di contrastare con ogni mezzo necessario
questo atto di propaganda bellica in una città che chiede la pace e il
ritiro immediato di tutte le truppe da ogni azione imperialista.
I baschi amaranto non sono mai stati graditi: né ora né mai.


Movimento Antagonista Livornese


***


Il Coordinamento Studentesco Livornese, assemblea dei collettivi
studenteschi e dei singoli studenti livornesi, ritiene importante
prendere una posizione sulla questione della commemorazione di
El-Alamein, fonte, da diversi giorni,.di un acceso dibattito in città.
Prendere una posizione come studenti è importante anche come risposta a
chi vorrebbe strumentalizzare la popolazione scolastica, dalle
elementari agli istituti superiori, facendola partecipare alla parata
militare organizzata dalla Brigata Folgore. Questa commemorazione non
sarà altro che un momento di esaltazione del militarismo e del
nazionalismo, vi si celebrerà da una parte una battaglia combattuta al
fianco della germania nazista e dall’altra il ritorno dei militari
dalla guerra in Afghanistan.
Come studenti non abbiamo niente da imparare da chi fa guerra. A questo
bisogna aggiungere che, come ogni anno, questo appuntamento richiamerà
l’attenzione di numerosi nostalgici e neofascisti, che hanno infatti
già sparso i loro appelli su internet.
Inoltre è importante ricordare che questa presa di posizione si pone
sullo stesso piano delle lotte che stiamo portando avanti contro la
politica scolastica ed economica del Governo: una delle principali voci
di bilancio per le quali l’esecutivo deve far cassa tagliando
finanziamenti anche alla scuola, è proprio la voce delle spese militari
e della sicurezza. Ci viene detto che non ci sono soldi, che bisogna
sacrificarsi, ma al contrario i fondi pubblici che vengono spesi per il
settore militare e per la sicurezza sembrano non subire gli effetti
della crisi. Si pagano migliaia di euro i militari in guerra in altri
paesi e miliardi per finanziare le missioni all’estero, si comprano
nuovi aerei da guerra f-35 pagandoli 15 miliardi di euro, si assicurano
le commesse all’industria bellica e gli interessi di chi sulla guerra e
sulle ricostruzioni o dal controllo di un’area strategica crea tutto il
proprio profitto. I militari italiani oggi hanno un ruolo sempre più
forte sia nei conflitti sparsi per il mondo, sia all’interno del paese
con l’uso in molte città dei militari per garantire l’ordine pubblico.
E’ quindi chiaro il ruolo di difesa degli interessi del Governo e dei
poteri economici che sono deputati a svolgere i militari con la
partecipazione a conflitti in corso in alcune zone del mondo e con la
militarizzazione del territorio nazionale.
Numerose organizzazioni politiche e sindacali hanno pubblicamente
criticato tale manifestazione, ed in particolare hanno ritenuto
inammissibile la strumentale partecipazione delle classi di alcune
scuole alla parata.
Noi infatti non parteciperemo e riteniamo inammissibile tale tentativo
di strumentalizzazione, fatto soprattutto ai danni degli studenti più
piccoli o degli alunni delle scuole medie ed elementari.
Per la mattina di sabato 14, alle ore 10, alla curva di V.le della
Libertà nei pressi della Pinetina, è stato organizzato il ritrovo per
tutti coloro che intendono manifestare la propria opposizione ad ogni
guerra e ad ogni nostalgia nei confronti nel regime fascista. Sarà
presente, tra gli altri, una delegazione del Coordinamento Studentesco
Livornese.

Coordinamento Studentesco Livornese

Posted in Antimilitarismo.


ANCORA ARRESTI E PERQUISIZIONI A LIVORNO E PISTOIA

 

da: www.senzasoste.it

repressione.jpg

Questa
mattina verso le 6.30 la polizia ha perquisito la casa di due compagni
del Movimento Antagonista Livornese nell’ambito dell’inchiesta per i
fatti di Pistoia dell’11 ottobre. Ad entrambi è stata notificata la
misura degli arresti domiciliari. Sembrerebbe a prima vista una svolta
per le indagini in corso, invece i due perquisiti e arrestati non sono
altro che due dei denunciati che furono portati in questura l’11
ottobre stesso dopo essere stati prelevati da un’assemblea pubblica.
Quindi nessuna novità sulle dinamiche della vicenda a seguito di
un’azione che ha sorpreso tutti, a iniziare dall’avvocatessa Davini che
segue gli arrestati. Infatti non si capisce come mai debbano essere
dati gli arresti domicialiari dopo un mese a chi era già denunciato a
piede libero. C’è il pericolo di fuga, reiterazione dell’atto o
inquinamento delle prove dopo così tanto tempo?

Da parte nostra non possiamo che prendere atto che
una simile azione verso due persone che, come le altre, stavano
partecipando ad un’assemblea pubblica non aggiunge altro ai fini
dell’indagine ma allo stesso tempo è un’altra chiara rappresaglia
politica all’indomani della manifestazione cittadina per la liberazione
dei tre che già erano stati arrestati. Misure ingiustificate dal punto
di vista procedurale e legale ma di alto contenuto politico e
repressivo. Insomma, la conferma di ciò che dicevano fin dal primo
giorno: a Pistoia la questura di fronte ad un atto ritenuto grave a cui
però non ha potuto dare una risposta investigativa, ha messo in atto
una rappresaglia verso chi stava partecipando ad un’assemblea pubblica
contro le ronde.


Perquisizioni e arresti anche a Pistoia. A breve gli aggiornamenti.

red. 9 novembre 2009

 

 

da: http://anarchicipistoiesi.noblogs.org/

Hanno arrestato Marco e Yuri , stamani mattina dopo aver perquisito le loro abitazioni ,


senza trovare niente li hanno portati in questura  . .a seguire aggiornamenti!!


Oggi alle 15 TUTTI SOTTO AL COMUNE A PISTOIA!!!

Posted in Repressione.


[Livorno] 800 in piazza per la liberazione dei tre arrestati di Pistoia

da: senzasoste.it 

 

Almeno 800 persone in piazza a Livorno nella
manifestazione organizzata dal Movimento Antagonista Livornese per
chiedere la fine della custodia cautelare per i tre arrestati in
seguito all’irruzione nella sede fascista di CasaPound a Pistoia
dell’11 ottobre.


Manifestazione che si è snodata nel centro cittadino e conclusa in
Piazza Cavallotti con un concerto dei Carneigra. Durante il corteo sono
stati scanditi cori per la liberazione dei tre arrestati di cui due
livornesi agli arresti domiciliari. All’altezza di Corso Amedeo il
corteo si è soffermato sotto casa di Elisabetta con cori e saluti da
parte dei manifestanti.

 

 

Ecco il volantino distribuito durante il corteo:

Fatti di Pistoia: ancora ingiustizia e repressione
 
Ancora una volta scendiamo in piazza per denunciare la rappresaglia
politica che la questura di Pistoia ha messo in atto nei confronti di 3
compagni prelevati da un’assemblea pubblica contro le ronde e
arrestati. Una rappresaglia avvenuta dopo due ore da un’irruzione nella
sede fascista di CasaPound, quando la polizia ha scelto senza prove e
per presunta affinità politica di portare tutti i partecipanti di
quell’assemblea in questura. Una rappresaglia perpetuata anche
dall’autorità giudiziaria che proprio ieri ha respinto il ricorso sia
per l’arrestato che per i due agli arresti domiciliari.

Una decisione che lascia tutti sorpresi sia per
l’estraneità ai fatti di tutti e tre, sia alla luce della diffusa
solidarietà che gli arrestati hanno trovato fin dall’inizio in vasti
settori della politica e della società, confermato anche dall’appello
fatto dal Comitato dei familiari e amici di Alessandro ed Elisabetta a
cui hanno aderito esponenti politici del Pd, consiglieri comunali,
rappresentanti dei lavoratori (Rsu) di importanti fabbriche del
territorio, sportivi, artisti e semplici cittadini che conoscevano bene
il lavoro politico e sociale che Alessandro e Elisabetta portavano
avanti in città con la loro militanza nel Movimento Antagonista
Livornese.
 
Un atteggiamento incomprensibile da parte dell’autorità giudiziaria
che, visti gli scarsi elementi che ha in mano e l’impossibilità di
inquinamento delle prove da parte degli accusati, può essere letto solo
come una volontà di colpire politicamente e preventivamente un’area
politica che sta lavorando su temi come l’antifascismo e l’antirazzismo
oltre che a fianco dei lavoratori per far valere i propri diritti in
fase di smantellamento.
 
In una fase di profonda crisi economica e di risveglio di frange
fasciste e autoritarie, le istituzioni politiche e repressive della
Toscana hanno scelto un attacco frontale verso quelle voci fuori dal
coro del conformismo politico condiviso da Pd e PdL. Una repressione a
360 gradi fatta di denunce, processi e addirittura perquisizioni e
accuse di terrorismo come avvenuto a Firenze con i militanti del Cpa.
Misure ingiustificate sia politicamente che giuridicamente in rapporto
anche a episodi del tutto marginali rispetto invece alla vera emergenza
che si sta riscontrando in molte città: quella dell’intolleranza e
della violenza fascista verso gay, immigrati e soggetti “deboli”.
 
Continueremo a lottare per le nostre idee e perchè venga fatta giustizia. E per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti/e
 
Ale, Eli, Ale liberi
 
Movimento Antagonista Livornese


 

Posted in Repressione.


[Firenze] centinaia in piazza contro la repressione

Solidarietà avevamo chiesto e solidarietà abbiamo avuto. Sùbito. Il 6
ed il 7 novembre, in due manifestazioni distinte messe in piedi in meno
di tre ore, centinaia di LAVORATORI e di rappresentanti della Firenze
che non conta sono scesi in corteo in solidarietà con gli undici
perquisiti e con Mannu prigioniero.
Un primo nutrito corteo improvvisato, un secondo ancora più numeroso:
molte persone, pochissime bandiere, un solo striscione. Negli stessi
giorni, nelle stesse ore a Livorno, a Pistoia, a Roma, altre migliaia
di persone scendevano in piazza in solidarietà con i prigionieri a
seguito dei fatti dell’11 ottobre e per chiedere la verità per Stefano
Cucchi, per la sua solitaria e spaventosa fine.
Nelle carceri si continua a morire -sessanta i suicidi riusciti
dall’inizio dell’anno, ammesso che suicidi si possa chiamarli- mentre
il lavoro continua ad uccidere. Il 7 novembre 2009 Domenico Ricco è
morto travolto da un treno alla stazione fiorentina di Rifredi, mentre
stava riparando uno scambio.

Perché non ci siano più un Francesco, uno Stefano, un Domenico.

Mannu askatu.



Il comunicato stampa sulle giornate del sei e del sette novembre.

cpa_corteo.jpgDopo la spontanea e partecipata iniziativa di ieri, oggi oltre un
migliaio di compagni/e amici e familiari in corteo hanno attraversato
le vie del centro fiorentino passando per i luoghi significativi del
potere politico (P.za Signoria) giudiziario (P.za San.Firenze) ed
emblematici della “serietà” dell’inchiesta nei confronti di Mannu: al
Ristorante Rossini è stata “restituita” la pianta che secondo le
motivazioni di arresto sarebbe stata sottratta e dimostrerebbe la
pericolosità sociale di Mannu.
Durante il corteo di oggi è stato esposto uno striscione che riportava
la scritta ”va in carcere chi lotta, muore chi lavora” per denunciare
l’ennesima morte di un operaio: il ventisettenne travolto da un treno
alla stazione di Rifredi nella giornata di ieri.
L’alta partecipazione e la determinazione di chi ha manifestato,
dimostrano che nonostante le azioni repressive, la solidarietà è
costante e continua.

La mobilitazione non si ferma certamente con la manifestazione odierna.
Nei prossimi giorni faremo altre iniziative in città e non solo, fino a quando non avremo ottenuto la sua liberazione.

La
nostra solidarietà si estende anche a tutti i compagni che oggi come
noi hanno manifestato nelle altre città come a Roma, dove i compagni e
gli amici di Stefano Cucchi si sono anche scontrati con la polizia;
come a Livorno in solidarietà con i tre compagni arrestati per i fatti
avvenuti alla sede di Casa Pound di Pistoia.

CpaFiSud, Cantiere Sociale K100, CSA Next Emerson, Movimento di
Lotta per la Casa, Individualità anarchiche fiorentine, Collettivo
politico Scienze Politiche, Assemblea delle Scuole in Lotta, Voci dalla
Macchia, Rignano Antifascista.

Posted in Repressione.


Comunicato sulla repressione a Firenze

Comunicato sull’arresto e le perquisizioni avvenute tra venerdì e sabato notte a Firenze. Si sono svolti venerdì un presidio e sabato un corteo in solidarietà con i perquisiti e per la liberazione di Mannu.
 
MANNU
LIBERO


 

SOLIDARIETA’
AGLI ANTIFASCISTI PERQUISITI


 

Stamani
le solerti forze di polizia hanno perquisito numerosi abitazioni di
compagni e compagne appartenenti a centri sociali e non solo. Se
questo non bastasse un compagno è stato arrestato adducendo ad un
presunto pericolo di fuga per un viaggio in sud America che avrebbe
dovuto, e farà, nel mese di Febbraio.

Le
accuse vanno dalla detenzione di presunti esplosivi, ai rapporti di
solidarietà internazionale, alle iniziative contro la presenza dei
fascisti in città, alle iniziative contro Forza Nuova a Rignano
sull’Arno.

Il
GIP Pezzuti ha pensato bene di tentare la carta dell’aggravante di
terrorismo, utilizzando in maniera piuttosto stravagante quanto
previsto dal Decreto Pisanu sulla nuova definizione di terrorismo
stesso “
Sono
considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro
natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad
un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di
intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o
un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal
compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le
strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e
sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale, nonché
le altre condotte definite terroristiche o commesse con finalità di
terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale
vincolanti per l’Italia
”.

Non
stiamo qui a leccarci le ferite ma lanciamo da subito quello che deve
essere per ognuno di noi una pratica da cui nessuno può
“dissociarsi”: la solidarietà

Fuori
da ogni richiesta di giustizialismo pensiamo che non sia casuale che
in prossimità dell’ennesimo tentativo di svolgere iniziative in
città da parte di quei fascisti di Forza Nuova, si vada a colpire
proprio chi in questi anni è stato protagonista nell’impedire
qualsiasi tipo di agibilità politica a questi loschi figuri.

Nell’ultimo
anno magistratura, questura hanno operato in maniera tale da cercare
di stroncare nella nostra città ogni tentativo di protagonismo
politico, attraverso gli avvisi orali e le perquisizioni agli
studenti, convocazioni in questura, fino ad arrivare a quanto è
successo oggi.

Un
clima davanti al quale, come più volte abbiamo detto e scritto, non
si può sottacere.

Particolarmente
in questo momento non possiamo pensare e tollerare che qualcuno si
possa sentire non coinvolto da quanto sta succedendo.

Che
sappia chi di dovere, davanti a quanto venuto alla luce in questi
mesi, che non tollereremo nessun atto di vessazione verso il compagno
arrestato.


 

 CPA
FI-SUD, CANTIERE SOCIALE K100, CSA NEXT EMERSON, MOVIMENTO DI LOTTA
PER LA CASA, INDIVIDUALITA’ ANARCHICHE FIORENTINE, COLLETTIVO
POLITICO SCIENZE POLITICHE, ASSEMBLEA DELLE SCUOLE IN LOTTA

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4 novembre: Niente da festeggiare

 

Oggi,
4 novembre, come ogni anno sarà celebrata la Festa delle Forze Armate
nell’anniversario della "vittoria" della prima guerra mondiale.
Milioni di morti, miseria e distruzione. Non c’è niente da festeggiare.
Assisteremo anche quest’anno a parate e cerimonie che esalteranno la
guerra, il nazionalismo ed il militarismo in nome della vittoria e
dell’unità nazionale. Non è però una giornata orientata solo alla
commemorazione del passato, come ogni anno le cerimonie srarnno
occasione di propaganda, saranno occasione per esaltare le Forze Armate
e l’impegno militare dell’Italia.

Tuttora ci viene infatti imposta la guerra, i militari italiani sono presenti in
numerosi conflitti in diversi paesi del mondo. Per quanto si cerchi di
spacciare tali interventi militari come “missioni di pace” o “missioni
umanitarie”, essi sono invece inviati armati per combattere, per far
valere gli interessi del governo italiano e dei sui alleati, per
garantire gli interessi dell’industria bellica ed in generale dei
poteri economici che traggono profitto dalle guerre, dalle
ricostruzioni e dal controllo di determinate zone del mondo. Ma la
guerra in atto è anche interna, è la guerra dichiarata agli immigrati,
portata avanti con criminalizzazione, segregazione nei CIE, retate,
ronde ed altri provvedimenti razzisti volti a deviare ogni malcontento.
E’ la guerra al dissenso, ad ogni opposizione sociale, una guerra vera,
fatta con l’esercito armato nelle strade, con la repressione che
colpisce i movimenti e chi lotta, con leggi liberticide contenute nel
pacchetto sicurezza. Questa guerra, sia sul fronte esterno che sul
fronte interno è pagata sulla pelle di chi vede peggiorare le proprie
condizioni, di chi viene sfruttato sul lavoro, di chi lavoro non ce
l’ha, di tutti coloro ai quali viene detto che bisogna sacrificarsi
perché la crisi economica è ancora lunga, mentre per l’apparato
militare e per quello repressivo vengono spesi miliardi su miliardi di
euro.


Tra i tanti protagonisti di questa
guerra che si combatte oggi c’è la Brigata Paracadutisti Folgore,
presente a Livorno ed impegnata adesso a combattere in Afghanistan. La
Folgore, in Afghanistan come in molte altre missioni degli ultimi anni,
si è distinta per uccisioni di civili, torture e violenze nei confronti
delle popolazioni delle zone in cui ha svolto servizio. La Folgore
inoltre ogni anno assieme alle autorità locali celebra l’anniversario
della battaglia di El Alamein, battaglia della seconda guerra mondiale,
nella quale gli italiani della Folgore, al fianco della Germania
nazista di Hitler vennero sconfitti.

Quest’anno tale celebrazione, anziché
svolgersi a fine ottobre si svolgerà il 14 novembre, per attendere il
ritorno dei paracadutisti della Folgore dalla missione in Afghanistan,
l’esaltazione della missione di guerra sarà infatti parallela alla
cerimonia di quest’anno per l’anniversario di El Alamein.

DISERTIAMO
OGNI PARATA!

DISERTIAMO OGNI CELEBRAZIONE!

DISERTIAMO OGNI GUERRA!

 

 Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

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