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In memoria di Filippo Filippetti – anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

In memoria di Filippo Filippetti
anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

Venerdì 2 agosto 2019

ore 19 Commemorazione presso la lapide

Via Provinciale Pisana 354, Livorno

(andando verso Via Firenze, alla ex-scuola di fronte al circolo ARCI “Tamberi”)

Filippo Filipetti, giovane anarchico, viene ucciso il 2 agosto 1922 dai fascisti mentre si oppone, assieme ad altri antifascisti, ad una spedizione punitiva contro Livorno.

Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell’USI per il settore edile.

Nell’estate del 1922 si giocano le ultime carte per fermare la reazione antiproletaria: il paese è attraversato da un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio e dei singoli militanti; si contano decine di morti fra gli antifascisti.

Da mesi l’Unione Anarchica Italiana e il giornale “Umanità Nova” si battono a sostegno del movimento degli Arditi del Popolo, per costituire un fronte unico proletario che organizzi la difesa.

Su iniziativa del Sindacato Ferrovieri Italiano è costituita l’Alleanza del Lavoro, a cui partecipano tutti i sindacati, con l’appoggio dell’Unione Anarchica, del Partito Repubblicano, del Partito Comunista e del Partito Socialista.

L’Alleanza del Lavoro indice uno sciopero generale ad oltranza per fermare le violenze fasciste a partire dalla mezzanotte del 31 luglio.

I fascisti finanziati da agrari e industriali, armati da Carabinieri ed Esercito, protetti dalla monarchia e dalla chiesa, aggrediscono le roccaforti operaie.

In molte città, fra cui Piombino, Ancona, Parma, Civitavecchia, Bari i fascisti vengono respinti anche grazie all’azione degli Arditi del Popolo. Nel momento in cui la resistenza operaia cresce, CGL e PSI, sperando in un ennesimo compromesso, si ritireranno dalla lotta, aprendo la strada alla rappresaglia armata del Governo.

Livorno è uno dei centri dello scontro. Tra il 1° e il 2 Agosto 1922 squadre fasciste provenienti da tutta la Toscana lanciano la caccia agli antifascisti livornesi, facendo irruzione nei quartieri popolari che resistono all’invasione.

Molti furono gli assassinati in quei giorni. Popolani, militanti comunisti, anarchici, repubblicani e socialisti, tra i quali Luigi Gemignani, Gilberto Catarsi, Pietro Gigli, Pilade Gigli, Oreste Romanacci, Bruno Giacomini e Genoveffa Pierozzi.

Negli scontri in periferia viene ucciso il giovane anarchico Filippo Filippetti.

Gli anarchici invitano tutti gli antifascisti a partecipare alla commemorazione.

Federazione Anarchica Livornese

cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org/

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Contro la discarica di Livorno al Limoncino

CONTRO LA DISCARICA DI LIVORNO AL LIMONCINO

Da lunedì 8 luglio è in corso all’incrocio tra via della Valle Benedetta e via del Limoncino un presidio permanente contro la discarica che la società Livrea sta attivando nella ex cava del monte la Poggia.

La discarica si trova in una zona a rischio idrogeologico che ha subito l’impatto dell’alluvione del settembre 2017. Tra i rifiuti destinati alla discarica ci sono anche fanghi di dragaggio, scorie di fonderie, ceneri dell’inceneritore.

Dal 4 luglio alcuni camion hanno iniziato a conferire rifiuti nel sito e solo la presenza del presidio animato da residenti che da circa dieci anni si oppongono al progetto ha fatto in modo che i trasporti di rifiuti si fermassero per qualche giorno e che due camion tornassero indietro.

Questo dimostra che solo l’azione diretta, in questo caso realizzata attraverso il presidio permanente, può fermare questa ulteriore bomba ecologica su Livorno.

L’azione diretta è stata ed è la pratica più efficace per ostacolare le devastazioni del Tav in Val Susa, del Muos in Sicilia, del Tap e di tante altre “opere”, piccole e grandi ma comunque inutili e nocive.

La discarica del Limoncino, se sarà portata a regime, sarà uno degli impianti più pericolosi in una città in cui sono già presenti molte attività industriali a rischio di incidente, e già colpita dallo sfruttamento dei territori e dalle nocività, con gravi danni sulla salute di tutte e tutti.

Per questo sosteniamo la lotta in corso e siamo solidali con chi venerdì 12 luglio è stato aggredito da uno degli esponenti dell’azienda. Di fronte a questi atti è ancor più evidente la necessità dell’impegno diretto, dal basso, e sopratutto della solidarietà.

Federazione Anarchica Livornese – cdcfedanarchicalivornese@vigilio.it

Collettivo Anarchico Libertario – collettivoanarchico@hotmail.it

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Per la libertà, contro le frontiere!

Per la libertà, contro le frontiere!

Giovedì 4 luglio
dalle 21

Nel giardino della Federazione Anarchica Livornese
Via degli Asili 33-35, Livorno

La vicenda della Sea Watch 3 non è che uno degli ultimi e più eclatanti casi che rendono evidenti le politiche repressive e razziste in atto ormai da anni. Confrontiamoci sulle forme di resistenza e azione contro questa stretta autoritaria a partire dal “Decreto sicurezza bis” recentemente approvato dal governo e dalla situazione a Malta nel contesto della guerra ai migranti in atto nel Mediterraneo. Ne parliamo con Giacomo e Francesco, appena tornati da Malta, dove hanno lavorato ad un reportage sulla situazione dei migranti e sulle attività di solidarietà.

Saranno proiettate le foto di Giacomo Sini

Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese

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Solidarietà a* prigionier* in sciopero della fame

nella foto: striscione esposto oggi sulla scalinata del palazzo comunale a Livorno

Solidarietà a* prigionier* in sciopero della fame
Chiudere AS2! Liber* tutt*!

Da un mese due prigioniere anarchiche, Silvia e Anna, sono in sciopero della fame contro le durissime condizioni di detenzione. Chiedono di essere trasferite dalla Sezione AS2 del carcere de L’Aquila in cui si trovano e la chiusura di quella stessa sezione. In queste settimane molte e molti altri prigionieri anarchici si sono uniti a questa lotta, mentre le rivolte e le proteste nelle carceri sono aumentate in questo mese. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha però deciso come risposta di trasferire nella stessa AS2 de L’Aquila anche un’altra anarchica, Natascia.
È necessario rompere il silenzio e l’isolamento. Solidarietà e libertà per tutte e tutti!

Collettivo Anarchico Libertario
Livorno, 27 giugno 2019

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Per Lorenzo Orsetti

Ieri (23 giugno) abbiamo salutato Lorenzo Orsetti, Orso, Tekoşer. Molti erano presenti la mattina al trasporto da Careggi alla Società di Mutuo Soccorso di Rifredi, dove sono state presenti ancora più persone nel corso della giornata. Oltre ad amici ed amiche, familiari, fiorentini e abitanti del suo quartiere Rifredi, erano presenti con striscioni molte realtà di movimento da tutta Italia, erano presenti compagne e compagni di lotta di Lorenzo in Rojava, delegazioni da diversi paesi. Presenti compagne e compagni anarchici oltre che da tutta la Toscana anche da Milano, Roma, Reggio Emilia, da Cosenza, e da molte altre località. Tra i molti interventi, un compagno della Federazione Anarchica Livornese ha letto questo messaggio di saluto della FAI – Federazione Anarchica Italiana

“Saluto a Lorenzo Orsetti

L’aspirazione ad un mondo di libertà, uguaglianza e solidarietà hanno mosso le scelte di Lorenzo Orsetti, per questo la Federazione Anarchica Italiana è vicina ai familiari, alle amiche e agli amici, alle compagne e ai compagni.

Salutiamo Lorenzo come un partigiano, un internazionalista, un anarchico.

Nel suo impegno di combattente in Rojava e in Siria a sostegno di un processo rivoluzionario complesso, schiacciato tra le guerre degli stati, Lorenzo ha sempre rivendicato apertamente i propri ideali, fino a scegliere di unirsi negli ultimi mesi alla formazione anarchica Tekoşîna Anarşîst. Anche per questo, come molte e molti altri, Lorenzo non è morto per sostenere una causa lontana, ma per rendere possibile la rivoluzione, perché la vita cambiasse pure qui. Una vita e un mondo liberi dallo sfruttamento, dall’oppressione, dal patriarcato, che costruiremo anche per Lorenzo.

Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica Italiana”

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Funerali di Lorenzo Orsetti

Pubblichiamo il comunicato dell’assemblea fiorentina che ha organizzato le iniziative per i funerali di Lorenzo Orsetti a Firenze
Lorenzo Orso Tekosher, partigiano fiorentino, torna a casa
 
DOMENICA 23
alle 9.30 APPUNTAMENTO al capolinea della Tramvia davanti all’ingresso di Careggi (fermata “Careggi – Ospedale”) per accompagnare insieme Orso fino al
SMS di Rifredi in Via Vittorio Emanuele 303
dalle 10.00 camera ardente fino alle 20.00 presso SMS di Rifredi
All’interno della giornata tutti coloro che vorranno portare un saluto o un omaggio a Lorenzo potranno farlo, con interventi, letture, riflessioni. Nel corso della giornata saranno proiettati materiali video, fotografie e videomessaggi inviati dai compagni in Rojava.
Sono previsti due momenti più “ufficiali” di interventi, il primo la mattina dalle 11.30 e il secondo il pomeriggio dalle ore 17.00.
LUNEDI’ 24
alle 10.00 momento di ricordo pubblico di ricordo sul piazzale delle Porte Sante a San Miniato
dalle 17.00 festa aperta a tutti in ricordo di Orso a Villa Ruspoli, in Via di Montughi 61N
Per chi viene in pullman da fuori Firenze, diamo indicazione di uscire dall’autostrada a Villa Costanza e da là prendere la tranvia T1 e scendere al capolinea “Careggi-Ospedale” per arrivare all’appuntamento alle 9.30.
Oppure scendere alla fermata “Sms Rifredi – Teatro”.
 
INDIRIZZO DI CROWDFUNDING
 
La famiglia, le amiche e gli amici di Orso hanno attivato una compagna di crowdfunding presso la piattaforma di PRODUZIONI DAL BASSO, sulla quale sarà possibile effettuare donazioni volte a coprire le spese per il funerale e per l’organizzazione di un’associazione culturale che porti avanti, tramite varie iniziative, gli ideali che Lorenzo aveva abbracciato.
Link al crowdfunding:
https://www.produzionidalbasso.com/project/lorenzo-orso-tekoser-per-continuare-la-lotta/
 
 
Per Orso
Il 18 marzo Lorenzo Orsetti, Orso, nome di battaglia “Tekoser”, ha perso la vita in un’imboscata mentre con alcuni compagni era impegnato nella liberazione delle ultime zone rimaste sotto controllo dello Stato Islamico in territorio siriano.
 
La sua scelta di unirsi alle YPG-YPJ nel Kurdistan, non è stata un caso, dettata da incoscienza o da ricerca di fama o di emozioni forti. Sapeva benissimo di correre dei rischi, ma sentiva forte il bisogno di superare i limiti e le ingiustizie che il sistema capitalista ci impone sia a livello individuale che collettivo. Orso era in Siria perché aveva trovato nella rivoluzione kurda la cosa più vicina ai suoi ideali di libertà, antifascismo, uguaglianza, rispetto, perché credeva che ognuno di noi deve fare la sua parte se vogliamo costruire una società dove questi non siano altro che parole vuote. E lui la sua parte ha avuto il coraggio di farla, sostenendo la rivoluzione nata dal PKK in Turchia ed oggi difesa anche in Rojava da migliaia di compagni/e kurdi, arabi, assiri, ezidi e da centinaia di altri internazionalisti come lui.
 
La sua morte ci ha colpito e ha lasciato in tutti noi un segno. Ma come lui stesso ha scritto, non possiamo cedere alla tristezza ed alla rassegnazione. Perché è necessario continuare a combattere per ciò che è giusto, per ciò che si ama; la lotta non è finita e non lo è nemmeno la speranza di vittoria. E questa speranza, come faceva Orso, dobbiamo tenercela ben stretta.
 
Orso adesso torna a casa, e noi, con la famiglia, la cui dignità deve essere di esempio per tutti, gli amici e le amiche, i compagni e le compagne, Domenica 23 giugno a Firenze ci ritroveremo per una giornata dedicata al suo ricordo, prima che lunedì prenda posto accanto ai 5 partigiani già sepolti al cimitero delle Porte Sante di Firenze.
 
Ricorderemo Orso consapevoli che la sua esperienza, come quella di tutti coloro che sono morti per la libertà, dovrà esserci di esempio per proseguire nella lotta, in Italia come in Kurdistan, continuando a sostenere il movimento kurdo, a denunciare ed attaccare il ruolo dell’Italia e della Ue nelle politiche di guerra e sfruttamento. Per ricordarlo nella maniera migliore, e con lui le altre migliaia di compagni/e che hanno trovato la morte combattendo per i propri ideali rivoluzionari, continueremo a lottare e a tenere alti i valori dell’antifascismo e della libertà!
 
Per fare in modo che tutto questo non venga dimenticato, ma diventi stimolo per tutti noi a rinnovare l’impegno personale e collettivo nella nostra lotta comune.
 
 
Perché chi ha compagni non muore mai!
Biji berxwedana PKK!
Serkeftin! Fino alla vittoria!
 
Assemblea Cittadina di Firenze per Orso Tekoser, Familiari, amiche/i di Lorenzo

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Ballottaggio? Non ci stiamo.

Ballottaggio? Non ci stiamo.

 
La recente tornata elettorale ha dimostrato una volta di più quanto il meccanismo delle elezioni sia di per sé inutile e dannoso. Attraverso il meccanismo elettorale non solo si consegna a qualcuno il potere di decidere al nostro posto, ma si consente ai padroni, alla chiesa, ai militari, alla mafia di attivare i loro canali di consenso e orientare voti. In occasione delle elezioni i capitali si muovono, ma non certo a vantaggio dei lavoratori e della gran parte della popolazione, che vive di sfruttamento e oppressione. È attraverso le elezioni che la miseria dei fascisti trova una rappresentazione numerica, anche se modesta, e può essere spacciata per consenso, narrata come avanzata delle destre.
 
In uno scenario post elettorale in cui tutti si dichiarano vincitori è bene uscire dalla follia creata dai media ufficiali. Considerando l’elevato dato di astensione, la Lega alle europee in Italia non ha raggiunto che il 17% dei consensi degli elettori. A livello locale, a Livorno, con le amministrative comunali, la destra non ha raggiunto risultati eccezionali: pur recuperando i voti persi nelle elezioni del 2014, si è mantenuta sul bacino di consensi che ha avuto negli ultimi 20 anni (20000/25000 voti), senza sfondare nelle periferie in cui aveva pur visto una crescita nelle politiche dello scorso anno.
 
Se le elezioni sono un gioco inutile e dannoso, il ballottaggio lo è ancora di più. La polarizzazione dello schieramento pretende di annullare qualsiasi analisi politica, qualsiasi valutazione critica, qualsiasi esperienza e pratica alternativa per collocarsi a difesa di una fortezza. Cinque anni fa lo scontro era tra un PD che aveva fatto scempio della città e un M5S che si presentava come il cambiamento, ma che era sostenuto da tutta la destra. Ora è la destra a giocare il ballottaggio con il PD, che per l’occasione si scopre antifascista e cerca di usare un richiamo irresistibile nella nostra città.
 
È curioso che lo spettro del pericolo fascista sia agitato in vista delle elezioni da una sinistra istituzionale che ha sdoganato il revisionismo storico, che ha invocato il manganello contro i partigiani no tav, che ha voluto nel 2017 l’invio di truppe di occupazione in Libia e Niger e ha votato assieme ad altre spedizioni di guerra, anche leggi razziste e repressive su sicurezza e immigrazione che hanno aperto la strada alle destre. Una sinistra istituzionale che è responsabile della riduzione dei diritti dei lavoratori, che ha modellato l’accordo sulla rappresentanza sindacale sul patto fascista di Palazzo Vidoni del 1925, e che ha messo sotto repressione giudiziaria decine di giovani livornesi colpevoli di essersi opposti al degrado politico imposto alla città.
 
L’inganno delle elezioni è evidente poi se si guarda alla vicenda della destra cittadina. Dopo oltre un anno di attività, la Lega locale, considerando i mezzi di cui può disporre essendo un partito di governo, non aveva raccolto che pochissimi attivisti e seguaci, in buona parte volti noti della destra cittadina, fondamentalisti cattolici, transfughi da vari partiti, ex MSI, poliziotti e militari. L’incapacità di creare un gruppo dirigente e il compimento del processo che ha portato la Lega da partito delle autonomie a polo della destra nazionale ha determinato a Livorno come in molte altre zone prive di una “tradizionale” presenza leghista, la scelta, imposta a livello nazionale, di puntare su candidati di Fratelli d’Italia o comunque espressione di una destra locale già in vari modi parte integrante dei poteri locali, utilizzando come volano di consensi il brand della Lega, che assicura fortune elettorali. Così anche chi ha sostenuto la riforma Fornero, anche chi ha contribuito con la Legge Biagi a portare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone indietro di mezzo secolo, anche chi si presenta con l’odiato simbolo della fiamma tricolore, chi deve andare al mercato scortato da centinaia di guardie, anche chi non raccoglie neanche il 4% dei consensi tra i votanti può partecipare al più grande ballottaggio di tutti i tempi sperando di vincere.
 
La legittimazione della destra e l’avanzata autoritaria ci sono, sono processi reali in corso da decenni a cui dobbiamo opporci quotidianamente, non sono spettri che compaiono solo con le votazioni. Lottiamo contro i fascisti da quasi un secolo, e la storia ha insegnato che non sono state le urne a debellarli ma la pratica della lotta antifascista.
I partiti della sinistra istituzionale usano toni forti per attaccare la destra, ma sono subito pronti a condannare chi fa opposizione reale, che, immediatamente accusato di essere violento, viene isolato e denunciato. Basta uno striscione esposto su un muro della Venezia a far saltare i nervi a tanti sedicenti antifascisti.
 
Le elezioni vorrebbero imporre una scelta: destra erede dei fascisti del MSI, accozzaglia di soggetti riciclati e impresentabili; PD e sinistra istituzionale che nonostante il tentativo di riverniciarsi con l’antifascismo, resta quella che ha in mano il potere della città, che ha portato avanti per decenni politiche di sfruttamento e repressione, anche a livello locale. Una scelta che assomiglia molto a un ricatto.
 
Non ci stiamo.
 
E siamo sicuri che come noi non ci stanno coloro che sanno che la politica è altra cosa dalle elezioni. Qualunque scenario ci doni il ballottaggio, ci troveremo di fronte il panorama desolato che già oggi domina la città. Sarà necessario riorganizzare un’opposizione sociale, di fronte alle prepotenze e alle violenze di nuovi padroni o all’arroganza dei padroni di un tempo, tornati alla ribalta con la faccia pulita. In ogni caso ci sarà da lottare per ogni centimetro di libertà contro manganelli e licenziamenti, cemento e veleni, ricatti e razzismo.
 
Se vogliamo cambiare davvero, la società e non il Sindaco, dobbiamo mettere da parte la prospettiva elettorale. Per questo non votiamo. Non dobbiamo convincere nessuno, noi non contiamo i punti alla fine della partita, perché non abbiamo squadre da tifare. Non facciamoci illudere da chi vuole ridurre la politica ad una gara in cui ci si confronta sportivamente con l’avversario. Dobbiamo avere il coraggio di immaginare un orizzonte politico più largo del conto dei seggi. Gli anarchici e le anarchiche, come tanti, lottano giorno per giorno, in qualsiasi contesto di aggregazione sociale e lavorativa, per contrastare l’autoritarismo, la repressione, la negazione degli spazi di libertà, per affermare i legami di solidarietà e spezzare la rassegnazione. Questa è l’opposizione sociale che può veramente incidere.
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
Collettivo Anarchico Libertario

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Sulla deportazione dai centri di accoglienza a Livorno, una testimonianza

Circa un mese fa ha preso il via in molte città l’operazione di chiusura di centri di accoglienza con conseguente deportazione delle persone che vi vivevano. Quella che segue è la testimonianza di Franco, coordinatore dell’associazione Africa Academy Calcio, che da alcuni anni lavora con giovani stranieri nel campo dello sport e del sociale, riguardo a quello che è avvenuto a Livorno il 29 aprile.

 

Livorno ha dimenticato la sua storia fatta di accoglienza e solidarietà 

Dopo che molti Centri di accoglienza per richiedenti asilo gestiti da associazioni hanno chiuso i battenti per il Decreto Salvini, anche a Livorno, da lunedi 29 aprile, nell’indifferenza di tutte le forze politiche che in questo tempo di elezioni sbandierano il loro antifascismo, molti giovani migranti sono stati caricati su un pullman e deportati nella Val di Cornia.

Io ero presente in quell’occasione e ho visto scene che mai avrei pensato di vedere nel corso della mia vita. La sofferenza dei ragazzi con i loro bagagli e le loro poche cose mentre salire su un pullman con destinazione il niente per una vita d’inferno. Siamo tornati a quelle notti in cui gli ebrei venivano caricati sui camion tedeschi e deportati nei campi di concentramento e intorno, come ha detto sempre Primo Levi, non c’era nessuno a protestare. La polizia, come al solito, presenziava con aria minacciosa impedendo ai giovani migranti qualsiasi contatto con l’esterno.

Anche i militari tedeschi facevano così, tenevano a distanza gli “estranei” con metodi violenti. Dopo gli abbracci ai ragazzi, di cui due appartenevano ad Africa Academy Calcio, il pullman è partito. Non mi aspetto niente dalle forze politiche né dall’Amministrazione locale ma è stata una vergogna per una Livorno che si è sempre contraddistinta per il suo antifascismo non vedere nessuno a portare un po’ di solidarietà a quei ragazzi, un abbraccio, fargli vedere che comprendevamo il loro star male. La Livorno delle Livornine non esiste più,  è stata abolita dall’indifferenza!!

Dal 29 aprile il disinteresse e la mancanza di umanità hanno trionfato per la gioia di leghisti e fascisti. Sarebbe stata anche una testimonianza per coloro che vedono nella migrazione il problema dei problemi ben sapendo di fingere alla grande, perché sanno benissimo quale sarà il destino di questi di questi giovani.

Infatti molti di loro sono stati deportati alla Franciana, vecchia scuola adibita a Centro di Prima Accoglienza per rifugiati politici situata tra Piombino e Venturina.

Sono stato alla Franciana in quanto ho portato documenti sanitari ai ragazzi della Africa Academy Calcio e vestiti a tutti quanti. La cosa incredibile è che questa scuola è situata in mezzo alla campagna, isolata da tutto e da tutti.

Le aule sono state trasformate in camere dove sono stati sistemati 10 letti in cui i ragazzi dormono e mettono le loro cose in armadietti fatiscenti. La noia e la malinconia sono le condizioni con cui hanno a che fare. Privacy zero quando sono tutti in camerata. Leggere, meditare, pregare diventa veramente difficile causa il sovraffollamento.

Quando escono lo possono fare solo nelle vicinanze, non perché non possono uscire ma perché non sanno dove andare. Piombino dista 17 km e Venturina 6. Gli addetti della Croce Rossa che hanno la gestione della struttura vanno a pulire le stanze ciclicamente e il mangiare viene portato da una cooperativa di Piombino.

Il responsabile è talmente ligio al diktat della Prefettura che non lascia entrare nessuno nemmeno per una parola di conforto o la distribuzione di indumenti. Perché la paura della perdita del posto di lavoro è più forte dell’umanità che si può provare per questi ragazzi.

Davanti al cancello scorre un fosso colmo di acqua putrida e puzzolente piena anche di plastica e scartoffie. Non mi meraviglierebbe che prossimamente venisse bonificato dai ragazzi a costo zero.

D’estate le zanzare abbonderanno e saranno fastidiose. Quale speranza dunque per questi ragazzi?

Le associazioni livornesi che li ospitavano hanno detto che sono state scelte le migliori soluzioni per la loro vita.

La Franciana è una struttura deficitaria sia dal punto di vista strutturale sia perché non offre niente ai ragazzi, solo noia e abbattimento morale. I ragazzi della Africa Academy infatti dopo una settimana di permanenza in questa struttura hanno palesato problemi psicologici notevoli, perché passare da una vita fatta d’impegni ad una vita fatta di niente è drammatico.

La legge Salvini ha vanificato anche tutti gli sforzi che sono stati fatti per ricreare una armonia nella psiche di questi ragazzi che presentavano segni di problematiche dovute ai bombardamenti visti e vissuti nei luoghi di provenienza, agli stupri, agli annegamenti, alle percosse in Libia e sul nostro territorio. Riportarli in una condizione di smarrimento totale in un ambiente come la Franciana, con l’ombra minacciosa del caporalato, può portarli a peggiorare di nuovo, ben sapendo che l’abbattimento ha portato in altre realtà anche al suicidio.

Quando sono andato alla Franciana sono stato inizialmente scambiato per un caporale da alcuni che vivono là da diverso tempo, e ho pensato a quanti caporali si presenteranno o si sono già presentati in questa struttura per portare i ragazzi a lavorare nella Val di Cornia.

Il territorio agro alimentare della zona è vastissimo e penso che l’intento della Prefettura di Livorno sia stato proprio quello di mandare questi ragazzi ad alimentare la forza lavoro degli imprenditori locali che pur di realizzare il loro profitto pagheranno pochi spiccioli ai ragazzi.

È la manodopera di riserva, quella che serve ai padroni per realizzare una rete capillare di profitto di cui anche il caporalato fa parte.

La pace per questi ragazzi è davvero dura !!

Franco Marrucci

(questo articolo sarà pubblicato su Umanità Nova)

 

 

 

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Viviamo in un’enorme discarica

Volantino prodotto dal Gruppo di lavoro sulle devastazioni ambientali della FAI.

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Si cambia con la lotta, non col voto!

Alcune immagini del presidio astensionista di giovedì 23 maggio in p. Cavour

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