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“Ripescare subito i bidoni tossici”: Presidio giovedì 2 febbraio ore 16 p.zza del Municipio

da:senzasoste.it

A quasi due mesi di distanza dall’incidente del cargo “Venezia” della compagnia Grimaldi, che ha scaricato nel nostro mare quasi 200 bidoni contenenti sostanze tossiche, la vicenda sembra finita nel dimenticatoio.
Nonostante la gravità del fatto (il contenuto dei bidoni può contaminare le acque marine e il pesce e incendiarsi al contatto con l’aria) sulla vicenda è calato il silenzio: la stampa locale ha messo la sordina, niente è dato di sapere del piano di recupero dei bidoni che la Grimaldi avrebbe presentato alle autorità e niente è trapelato dell’inchiesta che avrebbe aperto la magistratura.
Le forze politiche cittadine, sempre pronte a polemizzare tra loro sul nulla, non ritengono di dover approfondire le pesanti responsabilità di chi ha omesso di avvisare tempestivamente dell’incidente la popolazione.
Primo fra tutti il sindaco Cosimi, che ha addirittura mentito dichiarando che il Comune non era stato informato subito dell’incidente dalla Capitaneria di Porto.
L’assoluta indifferenza delle autorità dimostra ancora una volta che per loro l’ambiente e la salute di tutti non contano nulla di fronte al profitto di pochi.
Del resto non si contano più i progetti devastanti che Regione, Provincia e Comune vogliono imporre al nostro territorio: rigassificatore offshore, inceneritore di area vasta, centrali a biomasse, megadiscariche, impianti il più delle volte autorizzati con procedure di dubbia regolarità e senza nessun riguardo per la sicurezza dei livornesi e il rispetto dell’ambiente.
Noi non accettiamo che anche questa vicenda finisca a tarallucci e vino: vogliamo che venga fatta chiarezza su quanto è accaduto -manca ancora una ricostruzione ufficiale del disastro- ma soprattutto pretendiamo che i bidoni vengano recuperati al più presto a spese della Grimaldi. I politici e i funzionari irresponsabili (sindaco in testa) che non hanno tempestivamente informato la popolazione dell’incidente devono dimettersi.
Inoltre è assolutamente necessario e urgente accertare la verità sui traffici di rifiuti tossici nel nostro mare, sull’inquinamento che ne deriva e sulle conseguenze di tale inquinamento sulla salute dei cittadini. Per questi motivi convochiamo un

PRESIDIO DI PROTESTA
GIOVEDI 2 FEBBRAIO 2012 ALLE ORE 16,00
IN PIAZZA DEL MUNICIPIO

Rete Vertenza Livorno per la difesa della salute pubblica e dell’ambiente

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Anche a Livorno solidarietà al movimento NO TAV

Oltre un centinaio i partecipanti al presidio in solidarietà con il movimento NO TAV, che si è svolto nel pomeriggio di sabato 28 Gennaio alla Stazione Centrale di Livorno.
Dietro lo striscione “Solidali e Complici con gli/le arrestati/e della Val di Susa” è stato improvvisato un corteo all’interno della stazione, con slogan, interventi e volantinaggi. Nonostante la massiccia presenza di polizia e carabinieri, che hanno di fatto militarizzato la zona, l’iniziativa di solidarietà è stata comunicativa e vi hanno preso parte anche i locali comitati ambientalisti.
Il piccolo corteo ha poi percorso il primo binario per andare ad attaccare uno striscione di fronte agli uffici del personale, mentre un gruppo di compagni è riuscito a calare un altro striscione sulla facciata principale della stazione.
Da tutte le realtà presenti è stato sottolineato il carattere politico di questa operazione repressiva, con gli arresti del 26 gennaio si è voluto colpire l’intero movimento NO TAV.
La Federazione Anarchica Livornese ed il Collettivo Anarchico Libertario erano presenti ed il Collettivo ha distribuito un proprio volantino.
Prima che si sciogliesse la manifestazione è stato fatto appello a partecipare il più possibile alle prossime iniziative di solidarietà.

 

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Solidarietà al Movimento NO TAV!

All’alba del 26 Gennaio è scattata, in seguito ad un’inchiesta della digos e della Procura di Torino, un’operazione di polizia che ha visto perquisizioni di vari spazi sociali della città ed arresti nei confronti di abitanti della valle, che da anni lottano contro la realizzazione della linea ad alta velocità Torino – Lione.

Il Collettivo Anarchico Libertario di Livorno esprime la sua piena solidarietà nei confronti dei  compagni e delle compagne arrestati all’alba del 26 Gennaio ed a tutti coloro colpiti da perquisizioni o da altri provvedimenti repressivi. Un’operazione repressiva che tenta di colpire al cuore il movimento NO TAV, per quanto il democratico PM Caselli sostenga di non aver portato avanti una inchiesta contro il movimento, ma “un’operazione di cesello” contro gli autori delle violenze.

La dura repressione, ha colpito anche compagni e compagne di tutta la penisola, con arresti e perquisizioni a Milano, Bergamo, Belluno, Foggia, Sassuolo, Genova, Roma, Parma, Macerata, Cremona, Cosenza e Pistoia .
Ancora una volta la macchina repressiva dello Stato colpisce un movimento, che da oltre venti anni, attraverso con la lotta dal basso e le pratiche assembleari, continua a resistere alla decisione dei vari governi di centro sinistra e di centro destra, di realizzare con la violenza una “grande opera” inutile e dannosa, il TAV.

Ancora una volta si tenta da parte delle autorità di dividere il movimento tra “buoni” e “cattivi”, giustificando le azioni repressive in termini di “lotta alla violenza”.

Ma tutti sanno da che parte sta la violenza. Basti pensare alla militarizzazione continua della valle, con l’utilizzo di reparti militari specializzati atti a reprimere qualsiasi protesta o resistenza, con l’utilizzo di blindati per intimidire la popolazione e l’impiego di ruspe contro i manifestanti. Come avvenuto durante la grande manifestazione del 3 Luglio, nella quale molte persone hanno riportato ferite gravi ed ustioni dovute al lancio ad altezza uomo di lacrimogeni tossici CS.

Il movimento NO TAV, ad oggi rappresenta una sempre più forte minaccia per i potenti, proprio per la sua caratteristica fondamentale di ferma opposizione alle logiche autoritarie. Opposizione portata avanti con metodi autogestionari da gran parte delle soggettività della valle, un’esperienza che è stata esempio per tutta la penisola.
Proprio per questo la resistenza della Val di Susa ha sputo dimostrare fin da subito di non aver paura, la sera stessa del 26 gennaio, a poche ore dagli arresti, 8000 NO TAV hanno manifestato a Bussoleno contro la repressione ed oggi, sabato 28 un’altra grande manifestazione si sta svolgendo a Torino. La repressione non fermerà il movimento NO TAV, perché non si lascia dividere e perché non ha capi o vertici da eliminare.

La verità è quindi solo una: in un contesto generale di malcontento e di conflittualità sempre più diffusa, ecco che si utilizzano manganelli, blindati, ruspe, arresti, perquisizioni e manovre antipopolari; in un contesto che vede crescere sempre di più la mobilitazione dal basso , si effettuano tentativi di distruzione del dissenso attraverso metodi di soffocamento delle lotte , tentando di tagliare le varie reti di sostegno e resistenza che si creano giorno per giorno tra la popolazione.

Adesso più che mai, è urgente stringere ancor di più i nodi che tengono salde queste reti, utilizzando l’arma potente della solidarietà tra gli oppressi, distruggendo i continui attacchi dello Stato oppressore
.
Con i compagni arresati, con la Val di Susa che resiste !
Per l’autorganizzazione delle lotte, contro ogni repressione !

Collettivo Anarchico Libertario

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No Tav. Quelli che si mettono di mezzo

riceviamo e pubblichiamo

 

No Tav. Quelli che si mettono di mezzo

Arresti, perquisizioni, obblighi di dimora. Questa la ricetta della
Procura di Torino, che da lunghi mesi si è assunta l’incarico di regolare
i conti con il movimento No Tav. Sin dal giugno scorso si sono
moltiplicati avvisi di garanzia, arresti, denunce, fogli di via nei
confronti degli attivisti No Tav. Tutti firmati da Giancarlo Caselli,
l’eroe della sinistra giustizialista, che vuole farla finita con un
movimento cui si sono ispirati i tanti che si battono contro lo
devastazione del territorio, contro un’idea di sviluppo folle e
distruttiva, contrastando discariche, centrali, fabbriche inquinanti e
installazioni militari. Giancarlo Caselli, il procuratore antimafia, che
si schiera con la mafia del Tav.
La strategia della lobby Si Tav è molto chiara: trasformare la protesta
nei confronti di un’opera inutile, dannosa, follemente costosa in una
questione di ordine pubblico.
La scelta di occupare militarmente il territorio, di invadere l’area
archeologica, trasformandola in un bivacco per le truppe di occupazione,
culminata a gennaio nella trasformazione della zona in area di interesse
strategico, la dice lunga sulla volontà di imporre con la forza la nuova
linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.
Le ragioni della forza contro la forza delle ragioni.
In tanti anni i sostenitori dell’alta velocità saputo articolare solo
discorsi densi di vuota retorica. La retorica della piccola Italia
schiacciata dietro le Alpi, isolata dall’Europa, condannata al declino. Un
retorica falsa che nasconde dietro una foglia di fico un sistema di
drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi, sostenuto in maniera
bipartisan dalla destra come dalla sinistra, pronte a spartirsi la torta.
I No Tav sono colpevoli.
Sono colpevoli di aver mostrato la trama sottile che sostiene la tela
delle grandi opere. Sono colpevoli di essersi schierati dalla parte dei
tanti che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Sono colpevoli di stare
con chi vorrebbe che i 22 miliardi della Torino Lyon fossero usati
migliorare la vita di noi tutti, garantendo ospedali, pensioni, trasporti
pubblici, scuole a tutti in modo eguale.
Sono colpevoli di aver pensato che un altro mondo è possibile. Sono
colpevoli di aver cominciato a vivere frammenti di relazioni politiche e
sociali che vivono già oggi l’utopia concreta della partecipazione diretta
alle scelte, della solidarietà, del mutuo appoggio.
Sono colpevoli di sapere che la testimonianza non basta, che occorre
mettersi in mezzo, anche a rischio della propria libertà, per offrire uno
scampolo di libertà a tutti.
Sono colpevoli di pensare che l’ordine ingiusto e predatorio in cui siamo
forzati a vivere possa e debba essere spezzato, sono colpevoli di sapere
che il futuro non è già segnato, che la precarietà, lo sfruttamento, la
fame dei poveri, le guerre debbano divenire retaggio di un passato da
dimenticare.
Sono colpevoli di non essersi mai tirati indietro, di aver resistito per
oltre vent’anni.
Dopo la rivolta popolare del 2005, sindaci ed amministratori locali
sedotti dalle sirene del denaro e del potere, hanno fatto il salto della
quaglia, ma non sono riusciti a spezzare il movimento.
Lo scorso maggio, il governo, smessa la finzione della mediazione
politica, ha deciso di passare nuovamente alle maniere forti. Manganelli,
lacrimogeni, botte, denunce e carcere. Gran parte degli organi di
informazione si sono messi al servizio per diffamare e falsificare,
sperando in una divisione tra “buoni” e “cattivi”. Hanno fallito.
Un movimento popolare, un movimento tanto radicato quanto radicale, sa che
di fronte alla violenza di carabinieri, poliziotti, militari reduci dalla
guerra in Afganistan, di fronte all’occupazione militare, di fronte alla
violenza legale ma non legittima dello Stato, ribellarsi è giusto.
Mettersi in mezzo è un impegno morale.
I No Tav arrestati il 26 giugno sono colpevoli. Colpevoli di aver tenuto
fede all’impegno che tutti ci siamo presi. Colpevoli di resistere.
Partigiani della libertà di tutti.
Li vogliamo liberi. Liberi subito.

Torino
Sabato 28 gennaio
Manifestazione No Tav
Ore 14,30 piazza Carlo Felice – di fronte alla stazione FS

Federazione Anarchica Torino

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Sabato 28 presidio di solidarietà ai No Tav a Livorno. Ore 17 Stazione Centrale

da: senzasoste.it

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Giovedì 26 gennaio una vasta operazione repressiva ,che ha interessato diverse città Italiane, ha portato all’arresto di decine di compagni e compagne, attivisti e attiviste del movimento No Tav.

Ancora una volta il governo di turno, invece di ascoltare le ragioni di chi lotta da oltre 20 anni contro un progetto devastante, inutile e costosissimo, usa la repressione, cercando di mettere a tacere le ragioni di una lotta sacrosanta e popolare.

Il 3 luglio  in quei boschi , dietro a quelle barricate c’eravamo tutte e tutti. Sarebbe dovuto essere un assedio pacifico e di massa ma la risposta delle forze dell’ordine fu di inaudita violenza. Decine di feriti , lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo , cariche e pestaggi indiscriminati.

Come occupanti dell’ex caserma Del Fante esprimiamo la nostra solidarietà e complicità con i
compagni e le compagne arrestati\e e invitiamo tutti\e a partecipare al presidio di solidarietà

Sabato 28 Gennaio alle ore 17 di fonte alla stazione centrale.

Qui la paura non è di casa!
Solidarietà al movimento no Tav!

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Arresti No Tav

da: http://anarresinfo.noblogs.org/2012/01/26/arresti-no-tav/

 

È scattata all’alba di stamane un’operazione di polizia nei confronti del movimento No Tav. Arresti e perquisizioni in varie parti della penisola.

Un motivo in più per partecipare alla manifestazione di sabato 28 a Torino

La Questura di Torino ha emesso venticinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, quindici con obbligo di dimora, un compagno è agli arresti domiciliari.
Perquisiti a lungo il Mezcal di Collegno e il Barocchio di Grugliasco e il Paso di Torino, dove hanno arrestato Gabriela. Un arresto anche alla casa occupata di via Muriaglio a Torino, dove hanno portato via Mambo.
Tra gli arrestati c’è anche Tobia Imperato, l’autore de “le scarpe dei suicidi”, Guido Fissore del Comitato No Tav di Fillarfocchiardo, tre esponenti del centro sociale Askatasuna.
A Torino è ancora trattenuta in questura Maja di Macerie, nei cui confronti l’ordine di arresto potrebbe non essere eseguito, perché è incinta.
A Milano hanno arrestato tre compagni, ne stanno ricercando altri tre. Ad Asti è stato arrestato Samuele, un compagno del movimento per la casa. A Robassomero hanno perquisito e arrestato Federico, a Rovereto Juan. Due arresti a Roma e uno a Genova.
I vari provvedimenti sono relativi allo sgombero – il 27 giugno – della Libera Repubblica della Maddalena e alla manifestazione del 3 luglio a Chiomonte.
La regia dell’operazione è di Giancarlo Caselli, che da maggio sta coordinando le numerose operazioni repressive che hanno colpito i No Tav.
I PM sono Giuseppe Ferrando e Manuela Pedrotta.

 

Di seguito una prima rassegna stampa:
Il Corriere della sera
La Stampa
Repubblica

Prime iniziative di lotta:
Giovedì 26 gennaio:
– Torino ore 17 appuntamento in piazza Castello
– Bussoleno ore 20,30 fiaccolata

Sabato 28 gennaio
Torino. Manifestazione No Tav – ore 14,30 piazza Carlo Felice

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27 gennaio sciopero generale: da Livorno a Roma in pullman.

riceviamo e pubblichiamo:

 

L’USB e l’UNICOBAS, insieme a Orsa – SlaiCobas –  Snater – SiCobas – Usi, hanno indetto lo sciopero generale per l’intera giornata del 27 gennaio con grande manifestazione nazionale a Roma (concentramento piazza della Repubblica ore 9,30).
Uno sciopero che si rivolge a tutti i lavoratori del pubblico e del privato e che intende coinvolgere in una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma nella stessa giornata anche i pensionati, i disoccupati, i migranti e tutti coloro che intendono protestare contro le politiche del governo Monti.
Questo governo falsamente definito “tecnico”  è in realtà un “governo politico” che rappresenta gli interessi delle banche, della finanza internazionale e dei padroncini nostrani  e che, nell’ottica neoliberista, vuole eliminare tutte le conquiste ottenute dai lavoratori e riportarci ai tempi del padrone delle ferriere.
Infatti questo governo non solo ha confermato tutti i provvedimenti del suo predecessore Berlusconi ma ha continuato l’assalto intervenendo disastrosamente su pensioni, IVA, casa, servizi, welfare e potere d’acquisto dei salari. Neanche l’ombra di una patrimoniale che toccasse i grandi capitali e patrimoni, mentre viene riconfermata la spesa per l’acquisto di 29 miliardi di cacciabombardieri F 35 ed elicotteri da combattimento (un importo equivalente a quello della manovra montiana).
Il primo stadio della manovra del governo Monti è compiuto, è stata approvata con  il consenso di un’ampia e articolata maggioranza parlamentare, favorevole a far pagare a chi ha sempre pagato il costo di una crisi che ha prodotto e continua a produrre profitti a padroni, banche, speculatori e finanza internazionale.
A questa prima manovra che recepisce in pieno le direttive della BCE e dell’Unione Europea seguirà nei prossimi giorni la seconda fase, centrata sul mercato del lavoro e sulle nuove misure in tema di flessibilità in uscita; si tratta insomma della modifica dell’art.18 e della libertà di licenziare, richiesta a gran voce dalla Confindustria con il consenso non solo della destra, più o meno moderata, ma perfino da settori non marginali del centro sinistra.
È ora di dire NO e di ribellarsi
− Ti riducono il potere d’acquisto
− Ti fanno pagare le tasse sulla prima casa
− Ti aumentano l’IVA, l’Irpef locale, i ticket sanitari e le accise sulla benzina
− Ti allungano l’età pensionabile
− Il nuovo Governo non farà nulla per modificare le controriforme della Scuola e dell’Università.
− Ti prendono in giro dicendoti che sei un privilegiato perché ti è rimasto ancora un salario e qualche diritto sul posto di lavoro, perché non possono licenziarti senza un valido motivo e ti promettono con feroce e inaudita strumentalità che tuo figlio troverà sicuramente un lavoro se permetterai al tuo padrone di poterti licenziare con più facilità.
− Ti raccontano che Cgil, Cisl e Uil stanno opponendosi alle manovre del governo Monti e vogliono farti dimenticare che il 28 giugno 2011 hanno sottoscritto un accordo con Confindustria che ha “autorizzato” il governo Berlusconi ad approvare il famigerato art. 8 che distrugge diritti e contratto nazionale.
− Ti vogliono convincere che questo è un governo tecnico, serio, che è nato per “salvare l’Italia” mentre le misure adottate da Monti sono in perfetta continuità con quelle di Berlusconi e ci porteranno alle stesse condizioni della Grecia.

IL 27 GENNAIO SCIOPERIAMO e MANIFESTIAMO CONTRO TUTTO QUESTO !

Prenotazione pulman – partenza per Roma da piazza Stazione FS di Livorno ore 3,15
rientro ore 19,30 – costo biglietto € 10,00 A/R. tel. 0586 210116 oppure 3356825103

CIB UNICOBAS LIVORNO                                                                      USB LIVORNO

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Buon anno?

da: Umanità Nova, n. 1 del 15 gennaio 2012

Vi ha spaventato il 2011? Tranquilli, il 2012 sarà peggio!
Monti crisi

L’anno nuovo è cominciato peggio di come era finito quello vecchio.
Dalla mezzanotte del 31 dicembre sono aumentate le tariffe di luce (+ 4,9%), gas (2,7%) ed autostrade (3,52%). Si tratta di tariffe amministrate, decise cioè direttamente dai pubblici poteri.
Ci sono stati poi altri aumenti di altre tariffe amministrate, come il canone RAI (per chi lo paga), e di tariffe controllate, come quelle delle assicurazioni per le auto. In sei regioni sono aumentate anche le accise regionali sulla benzina.Il grosso degli aumenti di capodanno riguarda l’autotrasporto e questo, in un paese dove l’80% delle merci viaggia su gomma, si trasformerà in un ulteriore aumento dell’inflazione. L’ennesimo aumento delle tariffe autostradali merita qualche considerazione specifica, visto che si tratta di una delle più cospicue rendite percepite da pochi “imprenditori” privati (in particolare la famiglia Benetton) a scapito della collettività.
Dal 2000 (anno successivo alla privatizzazione della società Autostrade) i pedaggi autostradali sono aumentati del 52,6% (in media per tutta la rete, in alcuni tratti di più, in altri meno). Nello stesso periodo il costo della vita è aumentato del 27,1%.
Nel 2011, utilizzando come riferimento i dati dei primi 9 mesi del 2011 e quelli dell’anno precedente, la società Atlantia (proprietaria della società Autostrade S.p.A., concessionaria di una grossa parte della rete autostradale) dovrebbe avere incassi da pedaggi pari a 3 miliardi 400 milioni di euro. Di tutti questi soldi allo stato vanno solo 309 milioni di euro come oneri concessori. La redditività è altissima: il margine operativo lordo è del 62,1% pari a 2 miliardi 413 milioni di Euro. Né vale il discorso che la società Autostrade effettua investimenti sulla rete. Ad oggi hanno completato – secondo quanto dichiara la stessa società Atlantia – solo il 62% del piano di investimento elaborato nel 1997 (quando Autostrade era ancora di proprietà dell’IRI) e il 33% del piano del 2002. Secondo la Banca d’Italia i dati più recenti sono anche peggiori: “sono stati completati meno del tre per cento degli investimenti decisi nel programma del 2004, il programma più recente, quello del 2008, è ancora in fase di studio”.
Nel 2011 Gilberto Benetton (proprietario di Atlantia, insieme alla sua famiglia) ha così incrementato il proprio patrimonio personale di 300 milioni sul 2010: adesso possiede un patrimonio personale di 2,4 miliardi di dollari. E poco meno hanno i suoi tre fratelli Giuliana, Carlo e Luciano. Nessuno dei loro patrimoni è stato intaccato in alcun modo di tutte le manovre economiche varate sia da Berlusconi, che, anzi, gli ha prolungato le concessioni autostradali da trenta a cinquanta anni, sia da Monti.
Dopo non averli toccati nella “fase uno” delle lacrime e sangue ai danni di lavoratori e pensionati adesso il governo provvederà a fargli fare altri soldi con la “fase due” delle feste e regali per ricchi e potenti. Spacciano la “fase due” come quella del rilancio dell’economia, solo per mascherare la stessa formula che da circa trenta anni sta mettendo in ginocchio il paese: precarietà, privatizzazioni e liberalizzazioni gattopardesche.
Gli unici ad avere i soldi per poter acquistare a prezzo stracciato i servizi di pubblica utilità che saranno privatizzati sono proprio quelli (come i Benetton per autostrade) che si sono arricchiti con la crisi. Abbiamo già visto a cosa servono le privatizzazioni: a regalare pezzi di patrimonio pubblico a pochi privati che sfruttano situazioni di monopolio (o fanno accordi di “cartello” come per banche, benzina e assicurazioni) per trarne profitti altissimi.
Lo stesso vale per le case degli enti regalate ai politici. In questo governo c’è chi lo sa bene: Filippo Patroni Griffi, Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, è proprietario di una casa, con vista sul Colosseo e sul Palatino, a 50 metri di distanza da quella comprata da Scajola “a sua insaputa”. Patroni Griffi la casa l’ha comprata “in piena consapevolezza” dall’INPS. Il problema è che ha pagato, per una casa di 109 metri quadrati con vista Colosseo e Palatino, solo 177 mila 754 euro nel 2008. Il valore commerciale dell’appartamento, tanto per capire di quanto stiamo parlando, supera il milione di euro. Oltre ad avere il dubbio di come mai abbia pagato così poco, resta il mistero di come uno che faceva il giudice abbia ottenuto una casa qualificata come “popolare” con un canone d’affitto intorno agli 850 euro l’anno. Sarà per l’eccessivo dispendio di denaro dovuto all’acquisto della casa che mantiene, nonostante sia da anni in aspettativa e fuori ruolo, lo stipendio di presidente di sezione del Consiglio di Stato, a cui ha cumulato – in omaggio alla lotta ai privilegi – lo stipendio di ministro.
Le altre privatizzazioni, quelle dei terreni demaniali, stanno facendo rinascere il latifondo, che finirà per uccidere la già stremata agricoltura italiana. Per quanto riguarda le liberalizzazioni faranno la solita manfrina per fare poco o nulla. Del resto hanno annunciato che adotteranno “i suggerimenti provenienti dall’Autorità Antitrust”, cioè quella stessa Autorità che in questi anni si è contraddistinta per non aver fatto nulla contro il cartello delle assicurazioni, delle banche, dei petrolieri e della televisione. Si limiteranno ad abolire le tariffe minime decise dagli ordini professionali e non toccheranno nessuno dei privilegi, tanto per non far esempi, dei notai. Sull’orario dei negozi, punteranno a favorire la grande distribuzione commerciale a scapito dei piccoli esercenti, come se il problema del crollo dei consumi fosse che i negozi sono chiusi la notte e non che non ci sono soldi. L’unico elemento di incertezza è nello scontro tra la grande distribuzione commerciale e i petrolieri per la liberalizzazione della vendita di carburante. Devono trovare un modo per abbassare i prezzi perché il consumo di carburanti è crollato dopo gli ultimi aumenti ed hanno paura che non entrino in bilancio tutti i soldi iscritti per l’aumento delle accise.
Il nodo “politico” vero della “fase due” sarà la riforma del mercato del lavoro. La presa in giro è che la stanno presentando come “riorganizzazione degli ammortizzatori sociali”. Peccato che i soldi non ci siano e si limiteranno a redistribuire la miseria! Fa addirittura ridere la proposta del “modello danese”: libertà di licenziamento e un’indennità di disoccupazione molto alta con una struttura statale di riqualificazione e di ricollocamento efficace. Peccato che per adesso approvino solo la libertà di licenziamento. Per il resto non ci sono i soldi, tra due mesi diranno che “l’Italia non è la Danimarca” e rimarrà solo la disoccupazione. Se proprio vogliono adottare il “modello danese”, comincino con una alta indennità di disoccupazione e poi parliamo del resto! Un’escamotage per abolire l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori ed il conseguente divieto di licenziamenti discriminatori (checché ne dicano, quelli per motivi economici già li possono fare ed infatti li fanno) è la proposta di abolirlo solo per i nuovi assunti. Tempo un paio d’anni, ci sarà un valzer di attività tra un’impresa e un’altra dello stesso padrone e diventeranno tutti “nuovi assunti”.
In ogni caso, mentre aspettate la “fase due”, non vi crediate che, con il capodanno, sia finita la “fase uno”. Gli effetti delle manovre economiche varate nel corso del 2011 si devono ancora vedere tutti. Nel 2011, l’impatto della manovra è stato di 2,8 miliardi, nel 2012 la manovra sarà di 48,3 miliardi di Euro: 17 volte di più e nei due anni successivi sarà ancora peggio fino ad arrivare agli 81,2 miliardi di Euro nel 2014. Non è neanche detto che tutti questi soldi bastino ad evitare il default dell’Italia.
L’Italia è in recessione. I consumi del periodo natalizio sono calati di quasi il 20% (tra l’altro aumentando molto gli acquisti “made in China” – più economici – per i regali). Nel mese di novembre 2011, prima dei recenti aumenti, è addirittura diminuito il consumo di benzina (-8,1%) e gasolio (-4,2%), oltre ai consumi elettrici (-2%). L’ISTAT ha certificato il calo del PIL nel terzo trimestre (subito dopo le manovre estive) di -0,2%. Il quarto trimestre sarà andato sicuramente peggio, alla luce della diminuzione dei consumi (nel terzo trimestre erano scesi “solo del -0,4%). Questo significa che il PIL italiano nel 2011, invece di crescere dell’1,1% (come previsto nelle manovre estive) o dello 0,6% (come avevano previsto a settembre) crescerà di meno dello 0,5% (addirittura diminuirà su base annua se dovessero avverarsi le previsioni di confindustria di un calo del PIL del -0,7% nel quarto trimestre).
Nel 2012 andrà anche peggio. Ad oggi le previsioni sono per una diminuzione del PIL del 2%, ma tendono a peggiorare (un mese fa parlavano di diminuzione dell’1%, quest’estate di crescita dell’1,3%). Siccome il problema è il rapporto deficit/PIL, se diminuisce il PIL deve diminuire anche il deficit per mantenere il valore inalterato. Oltretutto, diminuendo il PIL, diminuiscono le entrate e il deficit peggiora. In linea di massima ogni punto di PIL in meno obbliga a fare una manovra aggiuntiva di 8 miliardi di Euro. Il che significa una manovra aggiuntiva tra i 16 e i 24 miliardi di euro per il 2012.
Inoltre, nonostante tutti i proclami di avvenuto risanamento, il tasso di interesse sui BTP rimane superiore al 7%. Nella manovra economica di Monti hanno stimato che il tasso d’interesse fosse al 5,8% nel 2012 con una spesa per interessi di 94,2 miliardi. Se i tassi si manterranno al 7% la spesa per interessi diventerà di circa 112 miliardi di Euro. Con un ulteriore aggravio per 17,8 miliardi di euro. E non è finita. Il nuovo trattato europeo “fiscal compact”, che verrà discusso alla fine di gennaio per essere firmato a marzo prevede, oltre a un rapporto deficit/PIL massimo dello -0,5% annuo, che ci sia un rientro verso il rapporto debito/PIL del 60% con una progressione di un ventesimo l’anno. Per l’Italia, che ha un rapporto debito/PIL del 120% significa una manovra di 46 miliardi di euro per il 2012, altrimenti scatteranno le sanzioni automaticamente.
Insomma ci sarà obbligatoriamente una manovra per un ammontare tra i 20 e gli 87 miliardi di euro per il 2012, in un paese in recessione questo significa accentuare la recessione, dover fare un’altra manovra e finire in quella spirale recessiva da “tragedia greca” da cui non si esce. Questi fattori, noti a tutti gli operatori economici, sono quelli mantengono alto lo spread: se i mercati credessero davvero che l’Italia possa arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 e possa tener fede al fiscal compact, lo spread sarebbe poco superiore allo zero. Non ci credono quelli che investono i soldi, guadagnandoci dalla crisi e non ci crediamo neanche noi, che della crisi paghiamo il conto. Insomma, aspettiamoci il peggio.
E nel massacro sociale che si prepara, aspettiamoci anche una svolta autoritaria. Ormai, quando anche le banche non escludono la possibile uscita dall’euro, la paura del default potrebbe non bastare, a un governo che non ha il consenso sociale, per imporre questi sacrifici.
Ricordiamoci che, in questi casi, fa molto comodo un “nemico interno”: il clandestino, la criminalità, il terrorismo, gli anarchici.

Fricche

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Sgombero Conciatori: comunicato del Circolo Anarchico Fiorentino

riceviamo e pubblichiamo!

 

Il giorno 19/01/2012 il comune di firenze, con ampio dispiegamento di forze della questura, ha militarmente sgomberato la sede del circolo Anarchico fiorentino di Via dei Conciatori, unitamente agli altri spazi occupati da altre realtà presenti da tempo nell’intera palazzina.

Dalle 05.30 della mattina tutta quanta la strada è stata accerchiata e gli accessi delle vie limitrofe bloccati nell’intero quartiere.

Alcuni compagni sono saliti sul tetto con l’intento di resistere allo sgombero ed hanno tenuto la posizione fino dopo mezzogiorno.

La celere ha forzato il copioso presidio creatosi, guadagnando vigliaccamente le porte di accesso allo stabile, successivamente forzate.

Il presidio si è poi concluso con una manifestazione lungo le vie del quartiere.
L’immobile è stato consegnato dal comune e dalla questura alla società immobiliare TOSCO TRE, intenta a portare avanti una spietata speculazione edilizia nel quartiere storico centrale di santa croce.

Il circolo Anarchico fiorentino porterà avanti ad ogni costo le battaglie e le lotte sinora intraprese nelle forme e nei modi necessari.

RINGRAZIAMO TUTTI I COMPAGNI PER LA SOLIDARIETÀ DIMOSTRATA E PER IL CONCRETO APPOGGIO NELLE FUTURE AZIONI DI RISPOSTA A QUESTO INFAME SGOMBERO!

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Circolo Anarchico Fiorentino
di Via dei Conciatori 2/R

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Comunicato: solidarietà ai compagni sgomberati a Firenze

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI VIA DEI CONCIATORI

Giovedì 19 gennaio 2012. A Firenze, in via dei Conciatori è stata sgomberata con la violenza dalla polizia la palazzina sede del Circolo Anarchico Fiorentino, dell’Unione Sindacale Italiana e del Progetto Conciatori.
Mentre le compagne ed i compagni erano saliti sul tetto, nella strada la polizia ed i carabinieri hanno caricato le decine di persone in presidio, accorse per opporsi allo sgombero.
Oltre 150 tra occupanti e solidali, hanno tentato fino all’ultimo di difendere lo stabile occupato di proprietà del Comune.
Il quartiere per l’occasione è stato militarizzato, via dei Conciatori è stata completamente blindata dalle camionette e dagli agenti in tenuta antisommossa.
Quanto è avvenuto è estremamente grave. Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi con la sua firma ha fatto sgomberare con la violenza una sede politica, una sede sindacale, uno spazio autogestito motore di attività culturali, politiche e aggregative.

Uno sgombero che il buon Renzi ha voluto nel nome del mattone e della repressione.
Quello stabile, a due passi dal centro della città vetrina, sarà infatti oggetto di una speculazione edilizia che renderà moltissimo a chi ci sfrutta e ci governa.
Profitti che non andranno mai nelle tasche degli sfruttati! Anzi, come sempre saranno lavoratori, precari, migranti, disoccupati, studenti a dover pagare il costo delle speculazioni, mentre allo stesso tempo saranno privati di uno spazio liberato e autogestito.

Con questo sgombero si è voluto chiudere un’importante esperienza di autogestione come quella del Progetto Conciatori, si è voluto chiudere la sede del Circolo Anarchico Fiorentino e dell’Unione Sindacale Italiana. Con questo sgombero si tenta ancora una volta di soffocare la voce degli anarchici. Si tenta di soffocare la voce di chi lotta, di chi si organizza dal basso. Si tenta di soffocare la voce di coloro che trovano nelle realtà di via de Conciatori un punto di riferimento.

Sostegno e Solidarietà
al Circolo Anarchico Fiorentino
all’Unione Sindacale Italiana (AIT)
al Progetto Conciatori

Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
cdcfedanarchicalivornese@virgilio.it

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