Collettivo Anarchico Libertario – Livorno
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Commenti disabilitati su Perquisizioni all’Ex Mutua Occupata – Comunicato di solidarietà
– Novembre 6, 2013
da senzasoste.it
Dopo il presidio di questa mattina durante la perquisizione è stato fatto un appello di ritrovo alle ore 16 sotto la ex mutua occupata. Poi un corteo non autorizzato ha attraversato la città fino al Comune dove i manifestanti si sono piazzati nella zona del salone consiliare a chiedere spiegazioni a sindaco e assessori. In particolare l’attenzione è stata rivolta verso Gulì e Picchi.
Foto e video della giornata
Il comunicato della Ex Caserma
Da stamani presso l’edificio occupato in via Ernesto Rossi, l’ex mutua di cui l’Asl sarebbe proprietaria, sono in corso perquisizioni a tappeto, sia nelle abitazioni che nei luoghi, sempre interni alla struttura, in cui sono organizzati i progetti sul reddito, come l’ostello ed il centro di riciclo e riuso.
La perquisizione è stata accompagnata da uno spiegamento inspiegabile di forze dell’ordine, tale da lasciare intendere la volontà di procedere verso uno sgombero dell’edificio. Oltre ai progetti sul reddito, la struttura dà asilo ad almeno 14 famiglie per un totale di circa 50 persone.
Le ragioni di questa prepotenza sono sicuramente politiche ed è facile supporre quale volontà si nasconda dietro l’intervento delle forze dell’ordine e militari. Il Partito Democratico livornese, realtà politica che ormai fa fatica a coprire alla città le proprie mille insufficienze e malefatte, ha deciso di favorire un intervento mirato a colpire l’Ex Caserma, dato che questa negli ultimi due anni si è proposta alla città come autentica forza di opposizione. Chi siano i mandanti è chiaro, poiché sta scritto negli ultimi due anni di politica cittadina chi siano i nemici. Un Pd indebolito e spaventato che reagisce in maniera isterica e prepotente.
Il centro di riciclo e riuso è stato un argomento molto discusso. Furono aperte anche delle trattative con le istituzioni, redatti dei progetti credibili presentati all’assessorato all’ambiente. Come sia meschina la politica di chi ci governa emerse però a trattativa in corso, quando venimmo sottoposti a ricatto dallo stesso assessore Gulì, che ci intimò di abbandonare una politica di opposizione, di sanare le ferite aperte magari durante l’estate con iniziative come la contestazione a Bruno Picchi, personaggio di dubbio spessore morale e per questo soggetto da parte del primo partito cittadino ad una difesa ad oltranza, tesa ad occultare le porcate realizzate nel corso degli ultimi mandati amministrativi dallo stesso. Evidentemente il destino di 14 famiglie interessa meno di una disputa capricciosa.
Ricordiamo come prima dell’occupazione della mensa sia stato organizzato un dibattito sul tema del reddito che vide la partecipazione di numerose forze politiche, con risultati soddisfacenti e convergenza di vedute. Ebbene questo è il momento di fare quadrato nel tentativo di isolare politicamente quei criminali che con il loro lavoro a perdere, in tutti questi anni, hanno causato la degradazione economica, sociale e politica del nostro territorio.
Invitiamo tutta la città a partecipare al percorso di resistenza che da questa mattina ha impegnato decine di persone presso la struttura di via Ernesto Rossi. L’appuntamento è per un presidio ad oltranza presso via ernesto rossi, angolo via fagioli, da ora fino a che le forze dell’ ordine non avranno abbandonato la struttura lasciando a vita pacifica gli occupanti. Noi resisteremo finchè non sarà pensata una soluzione alternativa, sia per le famiglie che per il centro di riciclo e riuso.
EX CASERMA OCCUPATA
Presidio ore 16 in via Ernesto Rossi (angolo via Fagiuoli)
***
Gli aggiornamenti
Ore 11.45: Il presidio davanti all’ex mutua continua così come la perquisizione e la presenza di polizia e carabinieri. Nel pomeriggio ci saranno riunioni per valutare l’accaduto. Gli occupanti invitano tutti a raggiungere l’immobile di via Ernesto Rossi a portare solidarietà. La digos passerà il materiale fotografico e la documentazione sequestrata alla Procura, cioè al Pm Masini nemico giurato dei movimenti di lotta e di tutti coloro che non hanno una divisa. Sono state denunciate per occupazione 16 persone, 4 occupanti di casa e 12 militanti della ex caserma rei, secondo la Procura, di aver aiutato le famiglie ad entrare nella ex mutua un anno fa. L’ennesima denuncia per alcuni compagni che ormai si possono tranquillamente definire dei perseguitati politici. Naturalmente in tutto ciò c’è il placet politico dell’amministrazione comunale, in particolare dell’assessore Picchi e del sindaco Cosimi. Presto vi aggiorneremo sulle iniziative che saranno intraprese.
Ore 9: E’ in corso una perquisizione alla ex mutua occupata di via Ernesto Rossi a Livorno. Polizia e Carabinieri con agenti antisommossa e camionette hanno bloccato la strada di accesso alla ex mutua. Al momento, secondo le dichiarazioni raccolte, sembrerebbe una perquisizione e non uno sgombero ma molti compagni sono già arrivati sul posto a portare solidarietà e a controllare cosa stia accadendo.
Ricordiamo che all’interno della ex mutua occupata vivono una decina di famiglie che erano rimaste senza casa, è stato allestito un centro di riuso e riciclo, un’ostello e un consultorio gratuito.
redazione 5 novembre 2013
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– Novembre 6, 2013
Oggi 26 ottobre centinaia di persone in piazza a Livorno contro la guerra, contro le spese militari e le politiche di austerità, per dire basta al facismo e alla commemorazione di El Alamein.
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– Ottobre 26, 2013
Si è tenuto oggi in Piazza Mazzini il presidio organizzato dal Comitato 26 ottobre contro la commemorazione nostalgica della battaglia fascista di El Alamein organizzata dalla Brigata Folgore. Circa un centianio di persone hanno partecipato a questa prima iniziativa cittadina contro la guerra, le spese militari ed ogni fascismo. Mentre in Piazza Mazzini si susseguivano gli interventi al microfono per spiegare ai passanti i motivi della protesta, alla Rotonda d’Ardenza si concludeva con l’esposizione di armi, veicoli militari e strumenti di morte la commemorazione di El Alamein. La fiera della guerra organizzata dalla Folgore avrebbe dovuto tenersi alla Terrazza Mascagni, ma dopo la convocazione del presidio nella non lontana Piazza Mazzini, gli stand con sponsor e armi da guerra sono stati installati alla Rotonda, circondati dalle camionette della polizia, mentre i blindati dei carabinieri hanno militarizzato l’intero lungomare. Questa mattina si è invece tenuta presso la Caserma Vannucci la commemorazione ufficiale che ha visto la presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Graziano e del Sottosegretario alla Difesa Alfano. Nei loro interventi hanno sottolineato l’importanza dell’impegno dell’esercito italiano all’estero, esaltato il valore della famiglia, e la “leggenda” di El Alamein, ma il Genrale Graziano non ha mancato di prenderci in giro, lamentando “i troppi tagli che rischiano di indebolire l’esercito”. Ma si sa a militari e industria bellica i soldi non bastano mai, infatti il recente aumento dell’IVA, che ammonta ad un miliardo di euro e peserà sulle tasche di lavoratori e disoccupati, servirà a pagare i 975 milioni di euro spesi dal governo per acquistare elicotteri, aerei, apparati elettronici per l’Esercito prodotti da aziende della holding Finmeccanica.
Il presidio di oggi è servito a riaffermare le ragioni dell’opposizione a questo genere di celebrazioni, alle spese militari, al militarismo, alle politiche di austerità. Per tutto il pomeriggio la piazza è stata animata da interventi, striscioni e bandiere; dopo le 18 l’esibizione del Coro Garibaldi d’Assalto, intervenuto con canti popolari a sostegno delle iniziative di questi giorni, ha raccolto una piccola folla attorno al presidio. L’iniziativa si è conclusa con l’invito a partecipare all’importante manifestazione di domani. Il corteo che partirà alle 15:30 da Piazza Garibaldi domani sabato 26, concluderà queste due giornate di mobilitazione contro la guerra e le politiche di austerità.
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– Ottobre 25, 2013
Da “Umanità Nova” n.32 del 27 ottobre 2013
Puoi acquistare il nuovo numero del settimanale anarchico presso le edicole di Piazza Garibaldi, Piazza Damiano Chiesa e di Piazza Grande (angolo Bar Sole), presso l’edicola Dharma Viale di Antignano 110, la Libreria Belforte in Via della Madonna e presso la sede della Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33 (apertura ogni giovedì dalle 18 alle 20).
La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario lanciano un appello per uno spezzone anarchico all’interno della manifestazione indetta da un arco di forze cittadine per protestare contro la consueta esibizione di strumenti di morte e paccottiglia nostalgica che accompagna la celebrazione della battaglia di El Alamein, alla Rotonda di Ardenza.
Il successo dello sciopero generale ha costretto anche i sindacati di regime a proclamare uno sciopero generale “itinerante”, con manifestazioni territoriali fino al 15 novembre, senza un’unica data in cui far scendere compatto il movimento dei lavoratori. Ad esso si è accompagnata la partecipazione alle manifestazioni indette per il 18 ottobre in varie città italiane, ed la riuscita della successiva manifestazione del 19, indetta da alcune forze legate al movimento di lotta per la casa.
Questi episodi dimostrano che la volontà di lotta, anziché rifluire, si è andata sviluppando sia sui posti di lavoro, sia sulle tematiche legate alla vita quotidiana, sia nella lotta contro le grandi opere e la militarizzazione del territorio.
La visione catastrofica della congiuntura economica può tuttavia condurre in un vicolo cieco il movimento di lotta. Il Governo prevede un miglioramento della congiuntura già a partire dall’ultimo trimestre del 2013; già altre volte in questi ultimi anni i governi che si sono succeduti hanno fatto annunci ottimisti sul futuro, che dopo poche settimane sono stati smentiti. Nel caso però in cui questa volta avesse ragione, potrebbe delinearsi un quadro dirompente per le prospettive del movimento di lotta, a partire dai luoghi di lavoro.
I miglioramenti delle performances delle varie aziende si tradurrà, prima o poi, oltre alla diminuzione della cassa integrazione, in un aumento della parte del salario legata alla produttività. Questo riguarderà soltanto i lavoratori diretti a tempo determinato, e approfondirà il fossato fra questi lavoratori e la massa dei precari, interinali, terzisti ecc. che magari si trovano a lavorare fianco a fianco nello stesso posto di lavoro. Questo salario di produttività è costituito dalle briciole dei sovraprofitti che i capitalisti realizzano grazie all’imperialismo e grazie al supersfruttamento dei dipendenti indiretti e precari. Si può formare così un’aristocrazia operaia che, per pochi spiccioli, è disposta a trasformarsi in aguzzina dei propri compagni di lavoro meno fortunati. E’ da questa aristocrazia operaia che traggono i propri militanti e i propri quadri di base i sindacati di regime e i partiti della sinistra parlamentare; è per solleticare questa aristocrazia operaia che questi partiti e sindacati sostengono le misure “legge e ordine” del Governo, le politiche razziste e xenofobe, le avventure militari.
La ripresa economica porterà ad un accentuarsi dei contrasti fra le varie potenze imperialiste. L’aumento della produttività non porterà all’aumento del benessere delle masse popolari: esso è tutto orientato ai beni di lusso, alle grandi opere, alle spese militari; mentre aumenterà la massa di beni e servizi lanciati sul mercato, il mercato si restringerà, ed ogni Stato, ogni Governo, cercherà di trovare sbocchi alle proprie merci e nuove fonti di materie prime, con la concorrenza, la guerra monetaria, l’espansionismo militare.
L’uscita dalla crisi, l’aumento della produttività finiranno per peggiorare le condizioni del proletariato nel suo complesso, anche di quell’aristocrazia operaia che crede di essere indispensabile al capitalismo. Le condizioni delle masse popolari peggioreranno perché, nel bilancio pubblico, le spese militari sostituiranno le spese sociali, e perché il pericolo di guerra si farà sempre più concreto.
Se il movimento ha al centro soprattutto il tema del reddito, rischia di essere facilmente recuperato dal Governo e dalle forze politiche e sindacali che lo sostengono. Il miglioramento della congiuntura economica metterà certamente a disposizione dei recuperatori qualche spicciolo con cui accontentare questa o quella protesta, salvaguardando il potere politico, il sistema delle classi, la proprietà privata. In questo momento la lotta contro la guerra e il militarismo, e il fascismo che ne rappresenta il coronamento politico, può essere il modo per unificare veramente le lotte, attrarre anche quegli strati sociali meno sensibili alla tematica del reddito, collegare la lotta per la libertà e per l’uguaglianza alla lotta contro l’austerità, minare alla base la politica di costruzione del nemico interno ed esterno.
La celebrazione della battaglia di El Alamein, l’esposizione degli strumenti di morte e della paccottiglia nostalgica rappresenta da anni per i vari governi che si sono succeduti l’occasione per inneggiare al militarismo e all’imperialismo italiano, celebrare i nuovi fasti delle missioni imperialiste dell’Italia, cercare di creare consenso attorno alla Folgore e al suo impegno “pacificatore”, all’interno e all’estero.
La protesta contro El Alamein, nella situazione in cui si trovano oggi i movimenti di lotta, diventa così un’importante occasione per uscire dal rivendicazionismo e dall’economicismo, per offrire quella risposta politica di cui ha bisogno il movimento di lotta. Dopo le manifestazioni del 18 e 19, il 26 è un ulteriore passo per la costruzione della consapevolezza della necessità di trasformare questa società, abbattendone non solo la base economica, ma anche l’apparato politico-ideologico, il complesso militare.
In questo quadro il ruolo del movimento anarchico è fondamentale. Mentre il ministro dell’Interno si complimenta in modo provocatorio con il movimento per aver saputo isolare i violenti, e dopo che per una settimana gli anarchici erano stati descritti come violenti, il movimento anarchico ripropone le sue tematiche caratterizzanti, per arricchire tutto il movimento di lotta. Non contro questo o quell’esercito, non contro questa o quella guerra, non contro questo o quel governo, ma contro ogni governo, contro ogni guerra, contro ogni militarismo, combattendo ogni illusione guerrafondaia, anche se proveniente da file vicino alla nostra.
Ecco perché il 26 siamo presenti a Livorno, ecco perché sosteniamo la manifestazione unitaria e ci impegnamo per il suo successo.
Tiziano Antonelli
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Commenti disabilitati su Basta El Alamein! A Livorno il 26 ottobre contro la guerra, l’austerità e il fascismo!
– Ottobre 25, 2013
Da “Umanità Nova” n.31 del 20 ottobre 2013
Puoi acquistare il nuovo numero del settimanale anarchico presso le edicole di Piazza Garibaldi, Piazza Damiano Chiesa e di Piazza Grande (angolo Bar Sole), presso l’edicola Dharma Viale di Antignano 110, la Libreria Belforte in Via della Madonna e presso la sede della Federazione Anarchica Livornese in Via degli Asili 33 (apertura ogni giovedì dalle 18 alle 20).
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha dichiarato che il governo italiano vuole “triplicare la nostra presenza, in termini di uomini e mezzi, nell’area sud del Mediterraneo, per una missione militare-umanitaria con lo scopo di contenere la crisi attuale dovuta in parte alla situazione di ‘non Stato’ in cui si trova la Libia”.
Un addetto stampa della Marina Militare, Alessandro Busonero, spiega che la Marina è pronta a fare la propria parte: “il capo di Stato Maggiore ha già disposto il rafforzamento del dispositivo che va avanti da venerdì scorso”.
La Marina Militare italiana dispone già di un’importante base in Sicilia, ad Augusta, seconda sul piano operativo solo a quella di Taranto; attualmente ospita il comando forze di pattugliamento. E’ curioso il fatto che le prime strutture della futura base navale risalgono al 1911-1912, al tempo della guerra di Libia.
Ma che ci combinano le navi da guerra, i cacciabombardieri e il Battaglione San Marco con l’emergenza profughi? Non sarebbe stato meglio allertare la Protezione Civile con le sue tende, i, prefabbricati, le cucine da campo? Non sarebbe stato meglio mandare rimorchiatori e navi-ospedale?
Probabilmente il governo intende difendere con la massima energia i “corridoi umanitari” invocati da tante anime belle e dagli antimperialisti a corrente alternata. Se l’Italia, cioè il governo e la Marina Militare, intende fare la propria parte nell’attuale emergenza umanitaria, ciò probabilmente vuol dire risolvere almeno una delle cause dell’emergenza stessa, che il ministro Mauro individua apertamente nell’attuale situazione libica.
Proprio in concomitanza con le ultime tragedie del mare, in Libia si è consumato l’ennesimo scacco per le potenze occidentali, con il rapimento del capo del governo fantoccio ad opera di milizie locali; è urgente, anche per garantire l’afflusso di petrolio e gas, ristabilire la situazione.
L’emergenza umanitaria.
Ecco che allora l’emergenza umanitaria offre l’alibi per un dispiegamento di forze da battaglia nel Canale di Sicilia, tratto di mare che separa la Sicilia dalle coste libiche, con aerei, navi da guerra e truppe da sbarco.
Il corridoio umanitario è una zona smilitarizzata, temporaneamente destinata a consentire il transito sicuro di aiuti umanitari, e/o rifugiati da una regione in crisi. Tale corridoio può anche essere associato a una zona chiusa al traffico aereo. Il concetto di corridoio umanitario si richiama alla risoluzione 45/100 delle Nazioni Unite, avente per oggetto l’assistenza umanitaria alle vittime dei disastri naturali e a situazioni d’emergenza similari; essa prevede il consenso e la collaborazione dello Stato interessato e degli Stati vicini nel caso in cui siano coinvolti nell’operazione umanitaria. Se si accetta il concetto che in Libia esiste una situazione di non-Stato, è evidente che il corridoio deve essere aperto dagli Stati vicini: ecco allora che si comprende il ruolo del San Marco, tenere aperta la porta del corridoio dalla parte della Libia.
D’altra parte, l’evoluzione del dibattito e della pratica all’interno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite porta a legittimare l’intervento umanitario, anche armato. Nel 1991, l’allora segretario generale dell’ONU Perez de Cuellar sottolineò, nel suo rapporto annuale all’Assemblea Generale, come la violazione sistematica e massiccia dei diritti umani mettesse in discussione il principio del non-intervento negli affari interni di uno Stato. Da allora non esiste guerra, non esiste aggressione imperialista che non sia giustificata con la violazione sistematica e massiccia di questo o quel diritto dell’uomo. E’ forse un caso che, anche nel caso dei massacri in Siria, si parli di “corridoi umanitari”?
Il consenso dei governi.
L’intervista doppia che si è svolta alla festa de “La Repubblica” a Mestre, e che ha coinvolto il presidente del consiglio Enrico Letta ed il presidente del parlamento europeo Martin Schulz, è stata l’occasione utilizzata dal premier italiano per lanciare la missione militare umanitaria nel Mediterraneo, come risposta al dramma dei naufragi. Ora, per quanto commosso sia Letta, per quanto drammatica sia la vicenda dei naufraghi, riesce difficile credere che in meno di due settimane si sia potuta organizzare una missione dal nulla, triplicando il numero degli aerei e delle navi precedentemente impegnati. E’ probabile che da tempo Governo e Stati maggiori avessero allo studio un’operazione nei confronti della Libia; che i recenti fatti di Tripoli l’abbiano resa necessaria, e la tragedia nel Mar Mediterraneo ne abbia dato la copertura ideologica.
Il presidente del parlamento europeo ha fatto una dichiarazione che suona come copertura alle avventure nel Mediterraneo: “In Europa assistiamo alla recrudescenza di partiti fascisti e movimenti nazisti e razzisti che vogliono mettere in crisi i nostri valori. L’Europa deve essere in grado di esportare questi diritti nelle altre parti del mondo per migliorare le loro condizioni. E ogni cittadino deve mobilitarsi contro i movimenti neo nazisti e razzisti in Europa”. Con questo intervento Schulz si guadagna il titolo di socialimperialista ad honorem, visto che mescola lotta al fascismo e missione civilizzatrice dell’Europa. Innanzi tutto nasconde il fatto che i “diritti” sono minati all’interno dell’Unione Europea dalla politica della Commissione, accettata supinamente dal Parlamento di cui Schulz è presidente; nasconde inoltre il fatto che l’Unione Europea, anziché farsi promotrice di diritti nelle altre parti del mondo, accetta le politiche di distruzione dei diritti portate avanti dall’amministrazione USA; infine fa propri i concetti dei peggiori guerrafondai, dei neoconservatori USA che hanno sempre accompagnato le loro aggressioni imperialiste con la fanfara dell’esportazione della democrazia.
Che cosa ci stanno preparando questi due furboni? L’unica cosa che mi sento di affermare è che ancora una volta si conferma la tesi secondo cui l’antifascismo legalitario e interclassista è il continuatore del fascismo.
La propaganda mediatica.
Il fatto che queste dichiarazioni del presidente del consiglio italiano e del presidente del parlamento europeo siano state fatte alla “Repubblica delle idee”, la festa periodica di “Repubblica”; che autore dell’intervista sia stato Ezio Mauro, è un altro segno della preparazione accurata che questa avventura ha avuto.
Anche al tempo della guerra di Libia i trusts dei siderurgici e dei produttori di armi, che sostenevano la guerra, avevano a libro paga politici e giornali, che mascheravano i reali motivi della guerra con frasi retoriche. Anche uno dei più importanti poeti, Giovanni Pascoli, si arruolò nel servizio propaganda dei guerrafondai e dei circoli militari. Non c’è da stupirsi se oggi Repubblica accompagna il suo ruolo di tribuna delle avventure militari di ScodinzoLetta con l’inutile raccolta di firme contro la Bossi-Fini: oggi le firme giacciono in qualche cassetto del Parlamento, mentre le navi da guerra incrociano al largo della Libia.
A proposito di ricorsi storici, è significativo che Eugenio Scalfari, nel suo editoriale pubblicato domenica 13 ottobre, tiri in ballo la questione della schiavitù, quella stessa schiavitù che fu agitata da Mussolini come scusa dell’aggressione italiana all’Etiopia. Chissà se la mano di Scalfari, che ha vissuto quegli anni ruggenti, non ha tremato pensando ad un tal paragone.
In piazza contro la guerra.
Sabato 26 ottobre saremo in piazza a Livorno, per dire no alla guerra, al militarismo, al fascismo e all’imperialismo.
Anche quest’anno si svolgerà la cerimonia che ricorda la battaglia di El Alamein, avvenuta in territorio egiziano durante la seconda guerra mondiale tra le truppe italo-tedesche e quelle anglo- americane e terminata con la sconfitta delle prime. La cerimonia è organizzata dalla Brigata paracadutisti Folgore, che prende il nome dalla divisione paracadutisti Folgore massacrata nella battaglia. E’ una cerimonia in cui non si pone minimamente la domanda su che cosa ci facessero italiani ed inglesi in Africa, sulle ragioni della Seconda Guerra Mondiale, sul tipo di mondo in cui vivremmo se ad El Alamein gli anglo-americani fossero stati sconfitti, se Hitler, Mussolini e il re-imperatore avessero vinto la guerra.
Si tratta di una cerimonia nostalgica, che celebra le attuali missioni di guerra e gli strumenti di morte a disposizione dei militari della Folgore; strumenti indispensabili nelle varie missioni “umanitarie”.
Gli anarchici livornesi sono stati tra i promotori, assieme ad altre realtà cittadine, della manifestazione di protesta; un vasto arco di forze si è raccolto dietro lo slogan “BASTA GUERRA! BASTA SPESE MILITARI! BASTA POLITICHE DI AUSTERITÀ! NO ALLA COMMEMORAZIONE DI EL ALAMEIN!”.
Occorre saldare la lotta antimperialista ed antimilitarista alla lotta contro le politiche di austerità, per evitare che quest’ultima da sola si trasformi in lotta per la spartizione dei sovraprofitti dell’imperialismo.
Perché le nostre tematiche caratterizzino ancora di più la manifestazione, invitiamo tutti a partecipare e a far partecipare alla manifestazione del 26 ottobre a Livorno: formiamo uno spezzone rosso e nero!
Tiziano Antonelli
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– Ottobre 25, 2013
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Commenti disabilitati su STASERA LUNEDÌ 21: ASSEMBLEA CITTADINA VERSO IL CORTEO NO EL ALAMEIN
– Ottobre 21, 2013
Testo del volantino distribuito al presidio itinerante di oggi
AZIONE DIRETTA E AUTOGESTIONE!
Il 15 ottobre è la giornata mondiale di lotta contro l’austerità. Le manovre di
“austerità” come i tagli nel settore dell’istruzione, della sanità, l’aumento delle spese
militari e la riduzione di diritti per i lavoratori, non sono una novità eslclusivamente
odierna. Queste politiche, propagandate dai governi come soluzioni alla crisi
economica mondiale, sono consolidate già da tempo come poliltiche d’attacco alle
classi sfruttate.
Le cosiddette politiche di “austerità”, vengono condivise a livello europeo con
responsabilità diretta dei governi che difendono gli interessi del potere economico
sia finanziariamente che politicamente. Questo avviene attraverso finanziamenti
diretti, con leggi specifiche, e con polizia e militari che difendono materialmente gli
interessi del padronato ad esempio reprimendo le lotte dei lavoratori e dei
movimenti popolari contro le nocività, il saccheggio dei territori e le grandi opere.
Questa è una giornata di mobilitazione che s’inserisce in una serie d’iniziative
nazionali ed in un percorso locale che può avviare un nuovo sviluppo di lotte e
battaglie sul territorio.
Riteniamo sia molto importante, in questo senso, creare dei reali percorsi
autogestionari in ogni contesto locale, aperti ed assembleari, che sviluppino
autonomamente pratiche di autogestione diretta ed esperienze di autogoverno.
È importante che i lavoratori si organizzino praticando l’azione
diretta, superando i meccanismi di delega e le trappole della
concertazione sindacale, per difendere le proprie libertà e conquistare
migliori condizioni di lavoro.
Bisogna organizzare reti solidali, strutture di mutuo appoggio, casse di
solidarietà e strumenti di sostegno autogestiti, autonomi dalle logiche
del profitto e dalle pratiche assistenziali caratteristiche dello Stato e
della Chiesa.
Come Collettivo riteniamo fondamentale che queste lotte si sviluppino
in una prospettiva rivoluzionaria di trasformazione sociale, di
autogestione dei mezzi di produzione, iniziando a preparare una
nuova e libera organizzazione della società.
Collettivo Anarchico Libertario
collettivoanarchico@hotmail.it
http://collettivoanarchico.noblogs.org
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– Ottobre 16, 2013
OGGI MARTEDI’ 15/10 PRESIDIO ITINERANTE – ORE 18 PIAZZA XX SETTEMBRE
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Commenti disabilitati su Tutti in piazza contro le olitiche di austerità ed il saccheggio dei territori
– Ottobre 15, 2013
Comitato 26 ottobre
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Commenti disabilitati su STOP EL ALAMEIN: 25/10 PRESIDIO – 26/10 MANIFESTAZIONE
– Ottobre 13, 2013