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09/07 Resoconto/dibattito sull’Incontro Internazionale dell’Anarchismo di Saint Imier

Venerdì 7 settembre
presso la Federazione Anarchica Livornese
in Via degli Asili 33, Livorno
ore 20: Aperitivo abbondante
ore 21: Resoconto e dibattito sull’Incontro Internazionale dell’Anarchismo di St. Imier
Dall’8 al 12 agosto migliaia di persone hanno partecipato all’Incontro Internazionale dell’Anarchismo che si è tenuto a Saint Imier, in Svizzera, a 140 anni di distanza dalla fondazione dell’internazionale antiautoritaria avvenuta proprio in quella cittadina.
Anarchici ed anarchiche da tutto il mondo hanno dato vita a cinque giornate di confronto e di solidarietà. Dibattiti, cinema, assemblee, e poi giornali, libri, musica e spettacoli. Numerose delegazioni hanno preso parte al congresso dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche.
Un appuntamento storico, manifestazione della vitalità e della diffusione del movimento anarchico, della lotta per un mondo senza stati né classi.
Ne parleremo con i compagni di Livorno che hanno partecipato a queste giornate presentando anche foto e materiali.
Collettivo Anarchico Libertario
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

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Giornata in ricordo di Filippo Filippetti, anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti

Giornata in ricordo di Filippo Filippetti, anarchico livornese, antifascista, ucciso dai fascisti
a novant’anni dalla morte.
Giovedì 2 agosto
ore 18:30
Commemorazione presso la lapide
Via Provinciale Pisana 354
(andando verso Via Firenze, alla ex-scuola di fronte al circolo ARCI “Tamberi”)
dalle ore 21:00
Serata di memoria antifascista
Mostre, interventi, distribuzione stampa e materiale anarchico
Al Teatro Officina Refugio, Scali del Refugio 8
Filippo Fillipetti, giovane anarchico, viene ucciso il 2 agosto 1922 dai fascisti mentre si oppone, assieme ad altri antifascisti, ad una spedizione punitiva contro Livorno.
Il 2 Agosto 1922 un gruppo di giovani antifascisti, tra i quali alcuni anarchici, ingaggia uno scontro armato nei pressi di Pontarcione con i camion dei fascisti di ritorno dall’aver assassinato i fratelli
Gigli la sera prima. Muore nella sparatoria Filippo Filippetti, membro degli Arditi del Popolo, sindacalista dell’USI per il settore edile.
Gli anarchici invitano tutti gli antifascisti a partecipare alla commemorazione.
Nel novantesimo anniversario dei fatti dell’Agosto 1922, la Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertariohanno organizzato un ciclo di iniziative per la valorizzazione della memoria antifascista e degli arditi del popolo. La commemorazione di Filippo Filippetti è il momento più significativo del programma, che si concluderà in autunno.
Agosto 1922 Livorno si oppone al fascismo
Nell’estate del 1922 il paese è attraversato da un crescendo di aggressioni compiute dai fascisti nei confronti delle organizzazioni del movimento operaio e singoli militanti; si contano decine di morti fra gli antifascisti.
Su iniziativa del Sindacato Ferrovieri Italiano è stata costituta l’Alleanza del Lavoro, a cui partecipano le principali organizzazioni del movimento operaio, con l’appoggio dell’Unione Anarchica e del Partito Socialista.
L’Alleanza del Lavoro indice uno sciopero generale ad oltranza per fermare le violenze fasciste a partire dalla mezzanotte del 31 luglio.
I fascisti finanziati da agrari e industriali, armati da Carabinieri ed Esercito, protetti dalla monarchia e dalla chiesa, aggrediscono le roccaforti operaie.
In molte città, fra cui Piombino, Ancona, Parma, Civitavecchia, i fascisti vengono respinti anche grazie all’azione degli Arditi del Popolo. Nel momento in cui la resistenza operaia cresce, CGL e PSI, sperando in un ennesimo compromesso, si ritireranno dalla lotta, aprendo la strada alla rappresaglia armata del Governo.
Livorno è uno dei centri dello scontro. Tra il 1° e il 2 Agosto 1922 squadre fasciste provenienti da tutta la Toscana lanciano la caccia agli antifascisti livornesi, facendo irruzione nei quartieri popolari che resistono all’invasione.
Molti furono gli assassinati, tra popolani e militanti comunisti, anarchici, repubblicani e socialisti, tra i quali Gemignani, Catarsi ed i fratelli Gigli.
Negli scontri in periferia viene ucciso il giovane anarchico Filippo Filippetti.
Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.
Collettivo Anarchico Libertario

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6 luglio: presentazione dell’Incontro Internazionale dell’Anarchismo di Saint Imier

Venerdì 6 luglio, alle ore 18,00 presso la Federazione Anarchica Livornese, Via degli Asili 33.

Incontro Internazionale dell’Anarchismo e

IX Congresso dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche

che si svolgeranno dall’8 al 12 agosto a St-Imier (Svizzera)

presentati dal compagno Simone Ruini, della Commissione di Relazioni Internazionali della Federazione Anarchica Italiana.

A seguire cena sociale

I governi di molti paesi del mondo, spesso supportati da tecnocrati, hanno avviato misure di austerità su grande scala. Continua a manifestarsi una resistenza che assume forme anche molto conflittuali: che si tratti del movimento popolare Occupy, degli scioperi generali contro le “misure” dei governi, di manifestanti anti-tagli, di sindacati di base o di rivoltosi, prosegue la lotta contro il ricatto occupazionale e l’imposizione dei sacrifici con cui si vorrebbe ridurre al silenzio qualsiasi opposizione.

L’estendersi a macchia d’olio della disoccupazione di massa e il massiccio indebitamento dei ceti popolari – anche per consumi di prima necessità, sono aspetti dell’offensiva lanciata dai potentati politici ed economici contro i lavoratori che mira a fiaccarne la capacità di lotta. I governi e i capitalisti sperano così di inasprire le condizioni di sfruttamento a cui sono costretti dai continui ricatti i lavoratori salariati, e poterne quindi disporre senza limite alcuno.

La consapevolezza che oggi si combatte una battaglia decisiva tra capitale e lavoro salariato anima gli anarchici che, protagonisti in tutto il mondo delle lotte di questi ultimi mesi, si ritroveranno dall’8 al 12 agosto 2012 a St-Imier (Giura Bernese, CH), in occasione del 140° anniversario del Congresso dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, che sancì la nascita del movimento anarchico.

E’ da questa consapevolezza che i movimenti di lotta possono ripartire: nessuna illusione di compatibilità tra gli interessi della classe lavoratrice e quelli dei suoi sfruttatori; nessuna illusione sulla possibilità di un uso rivoluzionario o sociale dello Stato; creare le condizioni perché possa svilupparsi l’alternativa, sulla base dell’autogestione e dell’azione diretta, all’attuale società.

 

I PRINCIPI ANARCHICI

quali furono formulati nel 1872 al Congresso di Saint-Imier:

 

  1. La distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato.
  2. Ogni organizzazione di un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario per giungere a tale distruzione non può essere che un inganno di più, e sarebbe così pericoloso per il proletariato come tutti i governi oggi esistenti.
  3. Respingendo ogni compromesso per giungere al compimento della Rivoluzione sociale i proletari di tutti i paese devono stabilire, all’infuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell’azione rivoluzionaria.

 

Federazione Anarchica Livornese – F.A.I.

Collettivo Anarchico Libertario

 

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Comunicato sull’operazione repressiva del 13 giugno

Il 13 giugno abbiamo assistito all’ennesima ondata repressiva antianarchica che ha portato all’arresto di dieci persone, a 40 perquisizioni e 24 indagati. Il titolare dell’inchiesta è il PM della Procura di Perugia Manuela Comodi, già nota per fantasiosi teoremi repressivi puntualmente crollati. L’operazione è stata effettuata dal ROS, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri che più volte si è distinto per montature in grande stile ed il cui Generale, Giampaolo Ganzer, è stato condannato a 14 anni per spaccio internazionale di stupefacenti e prescritto, per scadenza termini, per traffico internazionale di armi. La coppia Comodi-Ganzer già si rese protagonista di un’altra famigerata montatura, l’operazione “Brushwood” del 2007.

Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le persone colpite dall’ondata repressiva del 13 giugno.

Questi fatti si collocano in uno scenario che non può e non deve essere sottovalutato. In nome della “crescita” e dei sacrifici per uscire dalla crisi si fa sempre più duro l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro, in difesa dei profitti e dei privilegi, per rendere gli sfruttati più divisi e ricattabili. Per sostenere questa offensiva i governi e i padroni aprono la strada ad una sempre più forte stretta autoritaria, ad un incremento della tensione repressiva, ad un aumento della violenza dello stato. In questo contesto è in atto un attacco specifico al movimento anarchico. Ora più che mai è importante affermare la solidarietà come mezzo di risposta a questi attacchi. Solidarietà tra gli sfruttati, nelle situazioni di lotta, nella criminalizzazione e nella repressione, tra chi subisce quotidianamente l’oppressione dello stato. Solidarietà per un mondo senza stati né classi.

Libertà per tutte e per tutti!

 

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org


22/06/2012

 

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14 giugno: presentazione “Elementi libertari nel Risorgimento livornese e toscano”

Presentazione
Atti del convegno di studi
“Elementi libertari nel Risorgimento livornese e toscano”


in memoria di Luigi di Lembo

Il volume che viene presentato raccoglie gli atti del convegno di studi organizzato nel marzo 2010 dal Circolo Culturale “Errico Malatesta”.
Il lavoro vuole essere un contributo storiografico originale e significativo, frutto di un progetto scientifico e culturale ideato da Gigi Di Lembo e da Fabio Bertini, che ha visto la partecipazione di studiosi appassionati.
Quella che si propone è una ricerca sulle commistioni tra Risorgimento e primo movimento operaio, sugli spunti libertari e le radici dell’anarchismo a dimensione “italiana”.
“Storie” che si intrecciano in queste pagine, tutte trasversalmente percorse da pulsioni socialistiche, libertarie e federaliste.
Al centro di questi studi c’è la Toscana del primo Ottocento, cuore politico e culturale, ma anche luogo di movimenti collettivi legati ai grandi cambiamenti economici in atto.
C’è un Risorgimento particolare, popolano e refrattario, più sovversivo che patriottico.
Emerge dunque una realtà politica e sociale interessantissima e poco conosciuta: la diffusione dei circoli libertari a Prato, nella zona apuana e a Livorno; i contatti dei libertari toscani con Mazzini, Guerrazzi, Rattazzi, con i garibaldini di Rosolino Pilo; e, ancora, la partecipazione ai tanti eventi insurrezionali, dagli assalti alle guarnigioni, agli attentati, alle rivolte contro il carovita. E poi i fogli di agitazione, i giornali, i luoghi di ritrovo, la presenza attiva delle donne, i primi nuclei sindacali, i locali da ballo.
Mille rivoli di aggregazione popolare e dal basso di un Risorgimento così diverso da quello aristocratico consegnatoci dalla storiografia più consueta.
Un Risorgimento animato anche da figure gigantesche: il messaggio inequivocabilmente libertario di Pisacane, la visita di Bakunin a Livorno e i suoi incontri e scontri con Mazzini e Guerrazzi.
Una società viva e pulsante, in cui nessuno è marginale.
Un mondo reso piccolo dalla comunanza e larghissimo dalle prospettive.

Giovedì 14 Giugno ore 17
Sala consiliare della Provincia di Livorno
Interverranno gli autori

Circolo Culturale “Errico Malatesta”
con la collaborazione del Comitato Livornese per la promozione dei valori risorgimentali

 

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E’ scomparso il compagno Paolo Braschi, i funerali si terranno martedì 29 maggio alle ore 16

Gli anarchici livornesi annunciano con immenso dolore l’improvvisa scomparsa di Paolo Braschi, avvenuta il giorno 26 maggio, per le conseguenze di un incidente stradale di cui è stato vittima.
Fin da giovane Paolo aveva cominciato a frequentare la sede della Federazione Anarchica Livornese, in Via Ernesto Rossi, sotto la spinta libertaria che si stava diffondendo in una città di provincia come Livorno, assieme a tanti altri giovani livornesi attratti dal movimento dei Provos.

L’adesione all’ideale anarchico fu il naturale approdo di uno spirito che cercava la solidarietà, la giustizia sociale, la libertà.

Insieme ad altri giovani costituì un gruppo che fu attivo nelle lotte a cavallo dell’inverno ’68 e ’69, finché non fu coinvolto, assieme ad altri compagni, nella strategia della tensione. Paolo fu arrestato il 27 aprile 1969 con l’accusa di aver messo le bombe all’ufficio cambi della Stazione Centrale e alla Fiera Campionaria di Milano. Dopo due anni di carcerazione preventiva, fu assolto e scarcerato insieme agli altri compagni, mentre venivano alla luce le responsabilità dei servizi segreti ed i collegamenti internazionali alla base dello stragismo di stato e delle montature contro il movimento anarchico. Dopo la scarcerazione riprese l’attività e partecipò alla nascita del Gruppo Anarchico Azione Diretta.

E’ rimasto coerente con i nostri ideali fino alla morte; nell’ultimo periodo, oltre a partecipare attivamente alle iniziative anarchiche nella zona, si era impegnato perché la memoria della Strage di Stato, con l’incarcerazione di tanti compagni e l’assassinio di Giuseppe Pinelli, divenisse patrimonio comune delle giovani generazioni, aveva partecipato alla fondazione dell’Associazione Pietro Valpreda – Gli anarchici per la verità sulle stragi, ed era sempre pronto ad accorrere quando chiamato a testimoniare della sua storia di repressione subita.
Con Paolo piangiamo un fratello, un pezzo della nostra storia, della nostra vita che se ne va, lasciando un ricordo di entusiasmo, di umanità, di disponibilità solidale.
Siamo vicini alla famiglia e agli amici in questo triste momento.

I funerali di Paolo Braschi si terranno domani, 29 maggio, alle ore 
16, a partire dalla stanza mortuaria dell'Ospedale di Livorno.
Secondo le sue volontà, si svolgeranno in forma civile e con la presenza  delle bandiere anarchiche.

Federazione Anarchica Livornese

Collettivo Anarchico Libertario

 

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Disinformazione e criminalizzazione: comunicato del Collettivo Anarchico Libertario

In questi ultimi giorni le testate giornalistiche locali, al pari di quelle nazionali, si danno molto da fare, utilizzando certi fatti di cronaca per criminalizzare situazioni di lotta, per creare confusione sulle pratiche, le idee e l’identità di realtà politiche e sociali ben conosciute e che da anni sono presenti in città con manifestazioni ed iniziative pubbliche che coinvolgono migliaia di persone.

In particolare, come spesso accade quando si presenta una stretta autoritaria e repressiva, è il movimento anarchico il primo obiettivo della criminalizzazione e della disinformazione dei media.

 

Il Collettivo Anarchico Libertario nasce nell’autunno del 2005, nel corso delle proteste studentesche contro la riforma della scuola dell’allora Ministro Letizia Moratti. Prima con il nome di Collettivo Anarchico Libertario Giovanile e dal 2007 con la sigla che conserva anche adesso, in questi anni è stato un punto di riferimento per molti giovani e studenti che si sono avvicinati alle idee ed alle pratiche libertarie. Il Collettivo in questi anni si è riunito ed ha organizzato molte delle sue iniziative in Via degli Asili 33, nella sede della Federazione Anarchica Livornese, con cui mantiene un saldo rapporto di collaborazione.

 

Ci troviamo costretti ad intervenire dopo le menzogne e la disinformazione prodotte in questi giorni da certa stampa, ed in particolare in seguito all’attacco diffamatorio portato dal consigliere provinciale PDL Corsinovi contro la Federazione Anarchica Livornese.

Per l’ennesima volta, un consigliere provinciale del centrodestra, utilizza in modo strumentale un fatto di cronaca, come il lancio di bottiglie incendiarie contro la sede di Equitalia di Livorno, per ricavarsi un momento di notorietà.

Per l’ennesima volta un esponente del PDL, estraneo alla realtà cittadina, tenta di criminalizzare il movimento anarchico in città, chiedendo che venga annullato il contratto di affitto che la Provincia di Livorno ha con la Federazione Anarchica Livornese, che dal 1945 ha diritto ad una sede in un edificio pubblico per l’impegno avuto nella lotta antifascista.

 

Gli articoli che in questi giorni abbiamo potuto leggere sui giornali meritano certo il premio “fantasia”. Si giunge persino ad inventare una nuova area politica, quella “anarcoantagonista”, si tirano in ballo sigle di realtà come il “Godzilla” o il “Movimento Antagonista Livornese” che da alcuni anni non sono più attive e che comunque si caratterizzavano per una presenza e un impegno portato avanti in maniera aperta, alla luce del sole. Spesso inoltre si parla in modo fumoso di “Circoli anarchici di Pisa e Livorno”, quando invece le realtà anarchiche che si muovono in queste città sono conosciute pubblicamente e sicuramente sono note pure alla stampa.

In certi articoli addirittura si citano come elementi su cui indagare i manifesti di propaganda della manifestazione nazionale anarchica che si è svolta sabato 12 maggio a Pisa, a quarant’anni dalla morte di Franco Serantini, compagno anarchico “colpito a morte dalla polizia mentre si opponeva ad un comizio fascista”.

I manifesti, affissi in ogni quartiere della città, annunciano una manifestazione pubblica, convocata dagli Anarchici Toscani, assemblea regionale di cui fa parte anche il nostro Collettivo assieme alla Federazione Anarchica Livornese. Una manifestazione comunicativa che ha visto la partecipazione di oltre mille persone.

Riteniamo grave che, a pochi giorni da una manifestazione pubblica e partecipata, i giornali locali continuino a creare ambiguità e confusione sul movimento anarchico, contribuendo alla sua criminalizzazione.

Le nostre idee ed i nostri mezzi sono ben noti e sempre affermati pubblicamente nelle piazze nelle nostre iniziative.

 

Chi scrive certi articoli meriterebbe, come già detto, il premio “fantasia”. Ma non c’è niente di creativo nel copiare le “veline” della Questura o nel cavalcare l’onda di disinformazione che caratterizza in questi giorni i principali mezzi di informazione.

 

Riteniamo preoccupante il clima che è stato creato in città dalla stampa e dalla Questura attorno all’episodio avvenuto di fronte alla sede di Equitalia di Livorno.

 

Denunciamo quindi un tentativo di criminalizzare il movimento anarchico in città, un attacco che comunque si va a rivolgere, più in generale, verso tutte quelle realtà politiche e sociali dell’area antagonista, che fanno politica in maniera autonoma da partiti e istituzioni.

Un attacco ancora più preoccupante se inserito in un contesto nazionale di stretta autoritaria.

Le dichiarazioni del Ministro dell’Interno in merito all’uso dell’esercito per la repressione politica ci fanno capire da che parte stia la violenza ed il terrorismo.

Per fermare repressione e criminalizzazione è necessario estendere le lotte ed affermare pratiche di libertà e solidarietà, per rovesciare la crisi sui padroni e bloccare i meccanismi d’oppressione dello Stato.

 

 

Collettivo Anarchico Libertario

collettivoanarchico@hotmail.it

http://collettivoanarchico.noblogs.org

 

19/05/2012

 

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Il corteo del 12 maggio – Con Franco, per l’anarchia

 

Umanità Nova, n.17 del 20 maggio 2012

Il corteo del 12 maggio

Con Franco, per l’anarchia
“Per l’anarchia, con Franco, Per un mondo di liberi e di eguali”: Questo il grande striscione d’apertura della manifestazione nazionale convocata a quarant’anni dall’assassinio di Franco Serantini dagli Anarchici Toscani sabato 12 maggio a Pisa.
Oltre mille partecipanti, per una manifestazione anarchica composita, decisa e comunicativa che ha attraversato il centro della città, da Piazza Sant’Antonio a piazza Franco Serantini (Piazza S. Silvestro).
Il corteo ha iniziato a muoversi poco dopo le 16 attraverso via Crispi, alla testa le realtà toscane promotrici della manifestazione, poi lo striscione della Federazione Anarchica Italiana con molti compagni e compagne che hanno risposto alla convocazione nazionale, seguono numerosi gruppi e realtà, con proprie bandiere, cartelli e striscioni. Lungo la manifestazione sventolano anche le bandiere NO Tav e dell’Unicobas. Chiude il corteo lo spezzone dell’Unione Sindacale Italiana, aperto dal furgone dei compagni modenesi di Libera con la musica dal vivo della A-band. Hanno partecipato alla manifestazione anche realtà cittadine come l’Osservatorio Antiproibizionista, il Partito Comunista dei Lavoratori, l’Associazione Italia-Cuba ed il Collettivo Aula R, che nei giorni precedenti aveva posto sulla facoltà di Scienze Politiche lo striscione “Franco Serantini vivo nelle nostre lotte”.
Su Lungarno Gambacorti il corteo si è fermato per alcuni minuti. Un mazzo di garofani è stato deposto vicino al punto in cui Franco fu arrestato dopo essere stato accerchiato e picchiato da una quindicina di agenti di PS, durante le cariche selvagge della sbirraglia che quel 5 maggio 1972 difendeva il comizio fascista organizzato dal MSI. Un intervento al microfono ha ricordato come la lotta antifascista, la lotta contro ogni potere e per la libertà che animava Franco, viva nelle battaglie quotidiane che come anarchici portiamo avanti in ogni situazione di lotta. Il corteo è quindi ripartito, per poi fermarsi, poche centinaia di metri più avanti, nella centralissima piazza XX Settembre, dove ha sede il Comune di Pisa.
Qui un nuovo intervento ha denunciato le politiche razziste e repressive portate avanti dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi, che il 25 aprile ha sgomberato il campo rom delle bocchette e che si pone all’avanguardia nell’applicazione dei più rigidi provvedimenti di repressione e controllo sociale sulla città. Un sindaco targato PD che certo odia quella libertà per cui Franco lottava, la libertà che sabato scorso abbiamo portato nelle strade di Pisa.
Il corteo ha poi proseguito per Lungarno Galilei, attraversando il Ponte della Fortezza e giungendo in Piazza Franco Serantini (Piazza S. Silvestro), dove è posto il monumento che lo ricorda: “Anarchico ventenne colpito a morte dalla polizia mentre si opponeva ad un comizio fascista”.
Mentre il corteo riempie la piazza un mazzo di garofani viene posto ai piedi del monumento.
Qui si apre il comizio con un intervento che ha ricordato anche l’uccisione di Pardini nel 1969, colpito in pieno petto da un candelotto lacrimogeno sparato dagli armati dello stato durante la “battaglia di Pisa”, nei giorni in cui migliaia di persone scesero in piazza contro la costituzione da parte dei fascisti del FUAN della Lega degli studenti greci fascisti in Italia. Pardini fu ucciso nei pressi di Corso Italia, la centrale strada del passeggio e dello shopping, in cui oggi è di fatto vietato manifestare.
Si susseguono numerosi interventi da parte di compagni e compagne di varie località.
Di fronte a Palazzo Thouar, quello che era il riformatorio nel quale Franco negli ultimi anni di vita fu costretto ad alloggiare per le sue difficili condizioni economiche, sotto la pineta che la settimana prima era stata animata dalla giornata di iniziative promossa dalla Biblioteca Franco Serantini, si è affermata l’attualità dell’anarchismo e la presenza degli anarchici nelle principali situazioni di lotta.
Al termine degli interventi, la manifestazione si è conclusa con un concerto della A-band, la cui musica ci ha accompagnato per tutto il pomeriggio.
Sabato è stata una intensa giornata di lotta oltre che di memoria collettiva, in cui il movimento anarchico ha affermato in piazza in modo unitario la propria libertà di manifestazione, in un momento in cui la criminalizzazione dei media e la repressione dello Stato, specie nei confronti degli anarchici, conducono sempre più verso una stretta autoritaria.
In un periodo in cui la violenza dello stato e dei suoi apparati repressivi sale di livello, arrivando ad attaccare ogni manifestazione di dissenso, essere in piazza a Pisa sabato come anarchici, come rivoluzionari, è stato sicuramente importante. Perché ricordare Franco Serantini il 12 maggio a Pisa ha significato prima di tutto affermare le idee per cui egli lottava allora, quelle idee per cui lottiamo oggi.
Sabato scorso gli anarchici hanno attraversato le strade di Pisa per affermare la necessità di una società di liberi e di eguali, la necessità dell’anarchia, a fronte di una sempre più profonda divisione in classi, a fronte della miseria creata dallo sfruttamento capitalista, a fronte della stretta autoritaria e repressiva di cui si serve chi ci governa per conservare i propri poteri e privilegi.
Siamo scesi in piazza per affermare quelle stesse lotte che quarant’anni fa gli anarchici conducevano contro il fascismo e contro la violenza del terrorismo di stato. Quella violenza che allora aveva le forme della strategia della tensione e delle stragi di stato, e che oggi si ripresenta con la criminalizzazione del movimento anarchico, con la repressione del dissenso e con il controllo sociale, cercando di rompere i legami di solidarietà tra gli sfruttati.
E’ stata una giornata di libertà e solidarietà. Solidarietà reale e concreta, per le donne e gli uomini immigrati rinchiusi nei C.I.E., per le compagne ed i compagni privati della libertà, per chiunque resti impigliato nelle maglie della repressione.
E’ stata una manifestazione che ha non solo ha visto partecipare compagni da tutta Italia ma ha anche visto la partecipazione di tante persone da Pisa e dalle città vicine. Una manifestazione importante per il movimento anarchico, soprattutto per le realtà di Pisa e della Toscana. Un momento per rafforzarsi e per rilanciare il nostro impegno in un momento di forte attacco da parte dello stato e dei padroni.
Sabato 12 a Pisa abbiamo ricordato il compagno Franco Serantini, militante del gruppo anarchico Pinelli di Pisa, ucciso nel 1972 dalla polizia perché lottava per la libertà.
Franco vive tutti i giorni nelle nostre lotte, per un mondo senza stati né classi, per l’Anarchia.
Dario Antonelli

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Comunicato della Federazione Anarchica Livornese

Apprendiamo da fonti di stampa che approfittando di un episodio, il lancio di bottiglie incendiarie e petardi contro la sede di Equitalia, estraneo alle pratiche e alla tradizione della Federazione anarchica livornese, un consigliere provinciale del PDL avrebbe chiesto la revoca del contratto di affitto per la sede di via degli Asili. Si tratta ormai di una costante, qualche anno fa Fremura, l’anno scorso Zingoni, adesso Corsinovi. Invece di impiegare il loro tempo in interpellanze oziose certi personaggi potrebbero leggersi le nostre risposte che comunque, pazientemente, ripeteremo anche in questa sede.

La Federazione Anarchica Livornese aderisce alla Federazione Anarchica Italiana fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1945, all’indomani della vittoria sul fascismo. Gli anarchici livornesi parteciparono al Comitato di Liberazione Nazionale di Livorno, contribuendo alla liberazione della citta’ e alla sua ricostruzione. Grazie alla loro riconosciuta attivita’ antifascista hanno avuto diritto ad ottenere una sede politica dalle amministrazioni locali.

Gli anarchici della F.A.L. hanno partecipato alla vita politica, sociale e culturale della città, portando avanti le loro idee, facendo le loro battaglie alla luce del giorno e a viso scoperto sempre a sostegno dei lavoratori e della fasce sociali  più deboli. Gli anarchici della F.A.L. occupano con contratto di locazione  la sede di Via degli Asili 33 dal 1991, a seguito dello sfratto dalla loro storica sede di via E.Rossi, 80. L’hanno trovata devastata, ridotta poco più che ad un cumulo di macerie dopo anni di abbandono. L’hanno risistemata e utilizzata per fare convegni, congressi, incontri pubblici, cineforum, spettacoli musicali e teatrali. Nella sede di via degli Asili, 33, sono stati raccolti generi di prima necessità per il popolo somalo, appoggiandosi ad organizzazioni umanitarie riconosciute come “Medici senza frontiere”. Nella sede di via degli Asili è ospitata una biblioteca di elevato valore storico e documentario. In via degli Asili gli anarchici della F.A.L. svolgono l’attività politica ed esercitano il diritto di associazione. Migliaia di persone sono passate dalla sede di via degli Asili.

La Federazione Anarchica Livornese ha quindi contribuito a preservare una magnifica struttura, mantenendola ad un utilizzo pubblico e sociale.

Queste cose Corsinovi probabilmente le ignora visto che è completamente avulso dalla realtà cittadina essendo, da quanto ne sappiamo, un politicante di professione, che vive quindi del denaro pubblico, “catapultato” a Livorno dopo precedenti esperienze in altre città.

I ripetuti interessi della destra livornese per l’immobile di via degli Asili ci risultano molto sospetti e rimaniamo convinti che dietro le blaterazioni sulla sede della FAL si celino attenzioni verso una struttura (ex Opera maternità e infanzia), inserita a pochi passi dal centro, con giardino e possibilità di parcheggio, una struttura, evidentemente, che fa gola a tanti ….

In questi giorni il clima in città si è fatto pesante: il gesto contro Equitalia, gesto che certamente noi non apprezziamo, ha dato modo di considerare sullo stesso piano le lotte che pur tra mille difficoltà si sono sviluppate sul territorio con atti individuali fini a se stessi. Il tentativo di criminalizzare il movimento di lotta dimostra come certi atti siano controproducenti e facciano il gioco del governo Monti, delle banche e di tutti coloro che cercano di approfittare della crisi per dare un altro colpo ai ceti popolari.

La commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Livornese

15 maggio 2012

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12 maggio manifestazione nazionale anarchica “Quello che mai potran fermare…”

da Umanità Nova n.16
 

Sabato 12 maggio si terrà a Pisa la manifestazione nazionale convocata dall’assemblea degli
Anarchici Toscani a quarant’anni dall’assassinio di Franco Serantini.
Franco era un compagno del gruppo anarchico Giuseppe Pinelli di Pisa. Il 5 di maggio del 1972 scese in piazza per opporsi ad un comizio fascista organizzato dal MSI. Gli agenti di PS, intervenuti in forze per difendere i fascisti, lo arrestano su Lungarno Gambacorti dopo averlo massacrato di botte. Senza cure, Franco muore nel carcere Don Bosco di Pisa due giorni dopo, il 7 maggio, il giorno delle elezioni politiche.
Scendere in piazza sabato 12 maggio per noi anarchici significa non solo ricordare Franco, ma soprattutto continuare la lotta contro ogni fascismo, contro la repressione ed il razzismo, per una società di liberi e di eguali.
Affermare la memoria collettiva nelle nostre lotte, continuando ad opporci ad ogni potere, è il solo modo per ricordare la figura di Franco, anarchico e rivoluzionario.
A quarant’anni di distanza la violenza dei governi è sempre la stessa.
Per questo è importante portare in piazza a Pisa la solidarietà per tutte le compagne ed i compagni arrestati, per tutti gli sfruttati che sui posti di lavoro, nei C.I.E., nelle carceri, nelle città militarizzate, vengono privati di libertà.
Viviamo tempi di attacco feroce da parte dello Stato e dei suoi apparati repressivi contro ogni manifestazione di dissenso.
Questo è evidente in tutti i contesti di lotta. In particolare in Val di Susa con l’occupazione militare di un’intera valle e gli arresti degli scorsi mesi ai danni delle compagne e dei compagni del movimento NO TAV.
Accanto alla repressione attuata con manganelli e lacrimogeni, troviamo quella diffusa e pervasiva del controllo sociale contro tutti coloro che muovono una critica radicale al paradigma dominante. Contro tutti coloro che desiderano sperimentare pratiche di libertà per affermare la giustizia sociale, l’eguaglianza reale e soprattutto la solidarietà.
Perché tutto questo è pratica rivoluzionaria.
La massima realizzazione della repressione si ha nelle istituzioni totali. Si ha nelle carceri e nelle strutture detentive come i C.I.E., veri e propri lager per donne e uomini migranti che sono reclusi e deportati. Un costante e terribile ricatto per l’anello più debole della catena dello sfruttamento capitalista.
La repressione è alla base anche di quanto sta avvenendo sul fronte del lavoro.
Dall’eliminazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, alla disoccupazione, ai contratti di apprendistato, si mira a ridurre il costo del lavoro.
Libertà, conflittualità, autorganizzazione, solidarietà: la forza dei lavoratori e delle lavoratrici è un costo troppo alto per i padroni, per questo cercano di rafforzare l’organizzazione gerarchica del lavoro.
In nome della “coesione nazionale”, del “patto tra produttori”, si fa più duro l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro, in tutto questo è evidente la matrice repressiva, mirata a rendere gli sfruttati sempre più divisi e ricattabili.
Gli anarchici sono presenti ed attivi in tutte queste situazioni di lotta, per questo sono in prima fila contro la repressione e contro tutti i fascismi.
In periodi come questi gli anarchici sono i primi ad essere colpiti dalla violenza dello Stato.
La criminalizzazione del movimento anarchico è infatti la prima arma che usano i governi per preparare strette autoritarie, per inasprire lo sfruttamento e l’oppressione.
In febbraio il Capo della Polizia Antonio Manganelli affermava che gli anarchici erano “pronti ad uccidere”. Dopo meno di una settimana gli armati dello Stato per poco non hanno ucciso in Val di Susa Luca Abbà. In questo delirio repressivo, di fronte a blocchi e manifestazioni in tutta Italia in solidarietà con la lotta NO TAV, si giunse persino a parlare di leggi speciali per colpire gli anarchici.
La manifestazione del 12 maggio è in questo momento un appuntamento importante. Per affermare la memoria di Franco Serantini, ma soprattutto per affermare la libertà di manifestare degli anarchici, per affermare l’idea di una società di liberi e di eguali, per affermare la necessità dell’azione diretta a fronte della trappola elettorale, per essere in piazza come anarchici.
Il movimento anarchico ha saputo raccogliere e valorizzare la proposta di questa manifestazione. Oltre all’adesione di gruppi da tutta italia, e di realtà locali, anche la Federazione Anarchica Italiana e l’Unione Sindacale Italiana hanno aderito alla manifestazione del 12 maggio, mentre tutti i siti internet del movimento pubblicizzano l’appuntamento.
Sabato prossimo alle 15 in Piazza Sant’Antonio a Pisa saremo molti compagni e compagne, per una manifestazione comunicativa che attraverserà il centro della città per concludersi con interventi a microfono aperto in Piazza S. Silvestro, a tutti nota come Piazza Serantini.
Una manifestazione che non sarà un’isolata celebrazione commemorativa, ma un momento di lotta, un’occasione per il movimento anarchico di far sentire la propria voce di libertà.
Una manifestazione che si inserisce nella lotta quotidiana degli anarchici, dopo un “caldo” Primo Maggio e di fronte a nuove importanti scadenze di lotta.
Il Primo Maggio infatti ha visto anche quest’anno in molte città una forte presenza degli anarchici nelle piazze, per rovesciare la crisi sui padroni e per bloccare i meccanismi repressivi della violenza statale. A poco meno di due settimane da questa importante giornata di lotta, gli anarchici torneranno a manifestare, a dar voce alle loro idee di libertà.

Perché a quarant’anni dalla morte di Franco dobbiamo tornare ad affermare quella libertà che oggi viene negata ai compagni incarcerati, ai migranti deportati, ai lavoratori sfruttati e licenziati. Quella libertà che quarant’anni fa venne negata nella città di Pisa a centinaia di giovani antifascisti.
 

Quella che venne negata a Franco, compagno anarchico ucciso sulla strada della libertà.

Dario Antonelli

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